5 consigli per mamme in carriera
Eterno dilemma delle mamme: lavoro sì, lavoro no? Stare a casa con i figli dedicandosi completamente a loro o provvedere ai loro bisogni realizzandosi grazie ad un lavoro che si ama? Spesso lavorare non è una scelta, perchè con il solo stipendio del papà a fine mese proprio non si arriva. Altre volte invece scegliamo consapevolmente, a prescindere dalla situazione economica, di tornare a lavoro.
Non è una scelta semplice. Ma prima di prenderla, è bene avere in mente una cosa.
5 consigli per mamme in carriera: perchè non ha senso sentirsi in colpa.
Moltissime madri decidono di abbandonare il loro lavoro una volta avuto il primo o il secondo pargolo. Una scelta ammirevole e comprensibile. Ma è sbagliatissimo pensare che decidere di tornare al lavoro dopo il periodo di maternità, per seguire la propria carriera oltre che la famiglia, sia meno ammirevole, comprensibile o rispettabile.
Margie Warrell, colonnista della rivista Forbes con il suo "Courage Works", avvocato e life coach che aiuta le persone a trovare il proprio coraggio, ha scritto una bellissima lettera indirizzandola alle mamme lavoratrici.
L'esordio è già bellissimo. "Care mamme", si legge nel suo articolo per Forbes che potete trovare in versione originale integrale qui, "state facendo un buon lavoro. E i vostri figli cresceranno benissimo nonostante le ore che passate lontane dalla famiglia. Sul serio".
Ecco. Subito Margie tranquillizza le mamme in carriera, facendo leva sul sentimento dominante: la paura che la lontananza possa in qualche modo intaccare la crescita corretta dei figli. No, non è così!
Le mamme che lavorano sentono di non essere mai abbastanza: non ci sono mai abbastanza per i figli, per il partner; non fanno mai abbastanza per il capo, per i genitori che invecchiano e sentono di non essere mai abbastanza per la comunità. Sono in bilico, e con il cercare di fare troppe cose va a finire che sembra di farle tutte male. Non è vero?
Anche l'autrice della lettera era stata avvisata, prima di avere figli, del senso di colpa che l'avrebbe assalita se avesse continuato a inseguire la carriera. Ne ha avuti 4, di figli, e alla fine ha capito che sentirsi in colpa non serve a nulla. "Volevo figli per arricchire la mia vita, non per schiavizzare la mia coscienza", dice. E ha ragione.
Così, ha deciso di stilare una breve lista di consigli per estirpare dalla radice questo sentimento divorante, partendo dalle forze distruttive alla base. E tenendo sempre in mente, come punto fondante, il fatto che le forze delle mamme lavoratrici dovrebbero prima di tutto focalizzarsi sull'unica cosa che davvero conta: far sentire i propri bambini voluti e amati nonostante tutto. E, soprattutto, "capire che per i vostri bambini è fondamentale avervi come modello per vivere una vita piena di soddisfazioni".
Primo punto: "Accettare i compromessi è inevitabile" spiega Margie, "perché quando si sceglie di combinare maternità e carriera ci saranno sempre sacrifici. Ciò che è cruciale per la tua felicità è conciliare quei compromessi rimanendo sincera riguardo al motivo per cui li stai facendo". Quindi, consiglia di tenere sempre, sempre a mente alcune delle ragioni per le quali stai lavorando in primo luogo. Il denaro, la soddisfazione, la salute: "quando il tuo lavoro non ti permette di andare ad un concerto o ti costringe a delegare l'organizzazione del compleanno di tuo figlio, ricorda sempre che i tuoi bambini, la tua famiglia e te stessa state davvero bene proprio perché hai una carriera soddisfacente anche fuori da casa".
Secondo. Non usare mai la parola "Dovrei". I "Dovrei" che conosciamo sono frutto di aspettative sociali e pressioni esterne che non valgono per tutte le famiglie. Dover leggere le storie della buonanotte, dover presenziare ad ogni partita o allenamento, dovergli cucinare una merenda sana ogni giorno, dover, dover, dover. "Mi piace essere coinvolta nelle attività dei miei figli - spiega l'autrice - ma so anche che loro non hanno bisogno che io faccia il tifo ad ogni partita, crei un album per ogni piccola conquista e cucini muffin freschi ad ogni ritorno da scuola perché si sentano amati o perché diventino adulti sicuri e ben cresciuti. Sono centrali nella mia vita, ma non tutto ruota intorno a loro. E anche se lo fossero non cambierebbe le cose in meglio". Il consiglio è quindi sostituire la parola "Dovrei" con "Potrei", "così da avere più opzioni. Non è che non si ha voglia, è che si sceglie con più cura cosa fare insieme a loro.
Terzo. Abbassare le aspettative, e cercare di essere genitori "abbastanza buoni" piuttosto che eccezionali. "Accettarlo toglie un sacco di pressione - rivela la Warrell - e rinunciare ad essere una super mamma che fa tutto alla perfezione è l'unico modo per godersi la crescita dei propri figli senza ansia, sensi di colpa e fatica". Sostanzialmente, ricorda poi, "è quello che siamo e come siamo - felici, di buon umore e dei buoni esempi per i valori in cui crediamo - che ha impatto su di loro", mica l'essere da copertina.
Quarto. Non cadere nella trappola dei "mercanti di sensi di colpa". Quindi quei genitori che giudicano e fanno a gara al figlio e al metodo educativo migliore. "Non c'è solo un metodo giusto quando si tratta di crescere dei figli". E ancora: "Le mamme lavoratrici che ho conosciuto lavorano davvero sodo per essere i migliori genitori possibile, e meritano quindi incoraggiamento, non giudizio". Allo stesso modo, "non lasciate che i vostri figli vi ricattino con il senso di colpa. Sanno che tasti pigiare, ma non state al loro gioco! Ditegli che state facendo il meglio per loro (e a volte significa non fare qualcosa che potrebbero fare da soli) ma che ci sono anche altri impegni, interessi e responsabilità oltre a loro". Aggiungete poi che lo state facendo perché crescano più forti e resilienti, e indipendenti. Li amate, non li state meramente "trascurando", e alla fine capiranno tutto.
Quinto e ultimo consiglio. "Non diluite la vostra presenza con la distrazione". Quando avete la possibilità di stare con loro, STATE con loro! Si può essere genitori presenti tutto il giorno e tutti i giorni ed essere assenti nella sostanza. E si può essere genitori in carriera super presenti. Ricordatevi di spegnere il vostro essere multi tasking quando passate del tempo con loro.
In definitiva, "non è importante ciò che pensa la gente, ma ciò che funziona per voi, quindi, in sostanza, per la vostra famiglia".
Sara Polotti