I giochi corporei tra fratelli
La sensualità, intesa come stimolazione e conoscenza dei propri cinque sensi, è un aspetto molto importante nella vita dei bambini, come in quella di tutti gli esseri umani, e in tutto questo il tatto ha certamente una posizione privilegiata. Attraverso il tatto il bambino scopre infatti il mondo, e attraverso il contatto, che è il tatto scambiato tra persone, percepisce l’altro, la sua tenerezza, l’amore e la bellezza dell’essere toccato e del toccare.
Per questo le coccole serali sin dai primi giorni sono un’abitudine bellissima, così come i giochi corporei, i massaggi e le carezze. Ma non solo tra mamma, papà e bambino: anche tra fratelli dovrebbe diventare naturale toccarsi giocando, per scoprire l’altro in tutto il suo essere.
I giochi corporei tra fratelli: perché il contatto è importante anche tra i fratelli e qualche gioco per stimolarlo
I bambini sono diversi tra loro, anche tra fratelli. C’è quello coccolone che vorrebbe sempre stare in braccio e ricevere grattini e c’è invece quello più schivo, sulle sue, che preferisce non essere toccato. Questo tuttavia è normale, è carattere, ma in generale è utile sapere che il contatto è sempre qualcosa di importantissimo nella vita: fa sentire amati, protetti, fa sentire la concretezza della propria esistenza. Per questo, in quantità che variano a seconda dell’indole del bambino, è sempre consigliato coccolare e farsi coccolare.
Detto questo, essendo i bambini esseri umani sensibili, e cioè che scoprono il mondo attraverso i loro sensi, è anche attraverso il tatto che scoprono l’altro, e non solo il genitore. Quando sono piccoli piccoli, e magari di età molto vicina, può essere che sperimentino da soli e spontaneamente il tatto, toccandosi tra loro, accarezzandosi e cercandosi con le mani. Mano a mano crescono, tuttavia, il toccarsi diviene forse più imbarazzante e meno naturale. Ma la voglia di toccare l’altro rimane sempre.
Un esempio? Le lotte. Soprattutto tra i maschi, che sentono come “debolezza” il cercare l’altro, la lotta è un gioco imprescindibile da cui passano, soprattutto con i fratelli, poiché permette loro di sfogare questa voglia di tatto mantenendo il senso di “machismo” e apparente distacco emotivo.
Il gioco della lotta è quindi il primo da incoraggiare. Non preoccupatevi, i bambini sanno anche come non farsi male, lottando senza esagerare. Si attorcigliano, si guardano, si tirano, si aggrovigliano. E si toccano, scoprendosi e riscoprendosi, conoscendosi a fondo e creando così un legame unico. A volte finisce in litigata, ma è normale: anche litigare e fare la pace è educativo! Solo così i bambini sperimentano da sé cosa significa scontrarsi, imparando come gestirsi per arrivare preparati all’età adulta.
Altro gioco che “permette” il tatto, prevedendolo in maniera quasi nascosta e quindi piacevole per i bambini proprio per questo (perché in questo modo, di nuovo, si sentono legittimati a toccare i fratelli, azione che altrimenti non vorrebbero farsi vedere a compiere) sono le canzoni e le filastrocche. Ballare insieme o seguire le istruzioni per toccare l’altro (come “La bella lavanderina”, oppure il “Tuca Tuca”, ma ce ne sono davvero milioni) è per loro divertente e anche curioso!
Infine, proponete il classico gioco del “dove ti ho toccato?”. I bambini si sdraiano a turno sul tappeto, quindi uno tocca l’altro in diverse parti del corpo. La spalla, la pancia, la pianta del piede, la mano... L’altro indovina dove è stato toccato, e via via che passa il tempo il tocco deve farsi più lieve e impercettibile, per far sì che il bambino debba impegnarsi a fondo ad ascoltare il tocco. E poi viceversa.
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