Le tate di notte, che permettono ai genitori di dormire sonni ristoratori
L’argomento scatenerà certo un bel dibattito. Parliamo delle nanny notturne, ovvero delle tate che, ormai, spopolano nei paesi anglosassoni e in Francia e che si stanno diffondendo anche da noi. Si tratta di tate specializzate nella nanna. O meglio: di tate che permettono ai genitori di dormire, quando la situazione si fa insostenibile.
Le tate di notte, che permettono ai genitori di dormire sonni ristoratori: la tendenza oltralpe delle nanny che vengono di notte per lasciare qualche ora di sonno alle mamme e ai papà
Fa storcere il naso, è vero. Soprattutto perché ad averle portate alla ribalta sono state notizie come quelle riguardanti Kim Kardashian, che ne ha assunta una perché stanca di non riuscire a dormire. Ma le tate notturne, quando servono, sono davvero preziose, se non ne abusiamo.
In Francia e nel Regno Unito questa figura è già molto diffusa. Si tratta delle tate di notte, babysitter e tate specializzate che vengono a casa e si occupano del bebè durante la notte, dando la possibilità ai genitori di dormire otto ore filate quando proprio non riescono più a reggere i ritmi di un bambino che la notte non dorme.
In Italia queste figure esistono, ma esistono soprattutto le tate che coniugano questo servizio con la rieducazione al sonno del bebè, attraverso consigli ai genitori, che possono poi metterli in pratica gradualmente nei giorni successivi.
“Franca e i bebè”, ad esempio, offre un servizio notturno completo, che non è un semplice “lasciare dormire i genitori”: “oltre ad affiancare i neo genitori per il bagnetto, medicazione del moncone ombelicale, dimostrazione del lavaggio nasale e controllo della poppata, verrà gestita direttamente la notte dei bebè”. I genitori, dunque, richiedono il servizio innanzitutto per dormire e riprendere le forze, che sono fondamentali, ma anche per regolarizzare le notti dei piccoli con i consigli delle tate e avere un sostegno completo.
Lo stesso fanno “Le tate della nanna”, specializzate proprio sull’educazione alla mamma, attraverso un metodo che si ispira al “Linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg, “convinta sostenitrice dell’importanza dell’autonomia dei bambini ma, nello stesso tempo, anche della necessaria funzione consolatoria dei genitori rispetto ai loro momenti di difficoltà”.
Ma analizziamo il perché di questa tendenza.
Uno: le donne sono più sole di un tempo. I genitori single sono moltissimi. Spesso i nonni sono lontani, e non c’è più quella rete di aiuto e assistenza affettiva che c’era una volta. E per quanto bravi, organizzati e sistematici, se un bambino non dorme, non dorme. E di conseguenza non dormono nemmeno loro.
Due: anche quando si è in due, spesso non si dorme entrambi, perché i bambini tengono alzati tutti, e la conseguenza è la deprivazione del sonno.
Non dormire fa malissimo. Non solo alla mente, ma anche al fisico. È un circolo vizioso che porta con sé fatica, sonnolenza, dolori, irritabilità estrema, difficoltà a concentrarsi, pericolo di errori… Non dormire fa impazzire, e lo sanno i genitori che hanno passato periodi praticamente in bianco, dormendo una o due ore a notte quando va bene. E tutto questo si riversa poi, inevitabilmente, sul bambino, anche a livello di sicurezza e non solo di armonia.
Quindi, senza scadere nella comodità fine a se stessa, nel momento in cui la situazione si fa troppo pesante, è giusto e doveroso chiedere aiuto. Che sia ai nonni, alle tate di notte, alle coach della nanna che ci indirizzino verso una soluzione naturale e duratura o a qualche amico che tende la mano, ben venga. Senza sensi di colpa.