Non sono una mamma di serie B perchè non allatto!
In questo portale cerco ovviamente di sostenere l'allattamento al seno come forma più utile, giusta e naturale per la mamma e il bambino. Ma la vita non è fatta di giusto e sbagliato, è fatta di situazioni, di persone che hanno una storia, un vissuto, è fatta di relazioni, di reti famigliari inesistenti, di difficoltà pratiche che si incontrano e sopratutto di mal informazione, che non significa solo non dare informazioni corrette ma nel darle anche in maniera sbagliata. E poi ci sono decisioni, che giustamente in quel momento sono giuste per quella mamma e quel bambino in quella situazione, perchè se il risultato corretto di 1+2 è 3, il risultato corretto di 1+2+3+4 è 10 e non 3, perchè se non arriva un -7 non si può fare, e sottolineo non si può proprio arrivare a 3. E il -7 non sempre si può fare perchè può essere un'ostetrica competente (e purtroppo non sono tutte competenti in materia di allattamento), può essere un pediatra illuminato e davvero favorevole all'allattamento non solo a curare la patologia, una rete famigliare e dia amiche che sostiene praticamente e fisicamente la mamma, o sempliucemente un bambino "facile". Ma a volte queste variabili non si imbattono nella nostra vita, e incontriamo i consigli di una zia Ignazia che ci dice che se il bambino sta attaccato al seno tutto il giorno vuol dire che il nostro latte non è nutriente e che lo stiamo viziando; magari incontriamo l'osteterica che non è in grado di darci le informazioni corrette e sopratutto di dirci che è tutto normale, che i neonati stanno spesso tutto il giorno attaccati al seno, che per noi mamme di oggi è talvolta un sentirsi in prigione e sopratutto che è normale che il bimbo pianga. Che siamo delle brave mamme e che è tutto ok. Ma anche che la mamma pianga o abbia voglia di farlo, perchè a volte è proprio tanto tanto dura.
Come spiega la dott.ssa Monica Contiero in Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing, "osservando i prototipi offerti dalla nostra società, mi rendo conto che in effetti le immagini relative all'allattamento rimandino, in gran parte, a un'idea di serenità, di beatitudine... queste
mamme con sguardo immacolato e sorriso incantato rivolti al loro bambino che succhia beato e semi-dormiente al seno materno rigoglioso, ricco di latte. Il tutto contornato da colori chiari, in contesti idilliaci... Un vissuto assolutamente positivo, apparentemente naturale. Al corso pre-parto poi ci dicono quanta importanza rivesta l'allattamento al seno, ci insegnano che il latte c'è sempre, che è solo una questione di pazienza, allenamento e meccanismo di domanda-offerta. Più lo attacchiamo al seno e più produrremo latte e in qualche giorno il gioco sarà fatto: latte a volontà! Nel nostro immaginario di future mamme, quindi, non vi saranno problemi; vogliamo garantire al nostro bambino uno sviluppo psico-fisico sano e completo e partiamo con le migliori intenzioni di allattare. Chi è già mamma sa che spesso c'è dell'altro, c'è un aspetto dell'allattamento di cui forse si parla ancora poco che riguarda la fatica che si fa per allattare a richiesta, la forza psico-fisica necessaria per affrontare giorni e notti a disposizione continua del bambino, che arriva a ciucciare anche ogni ora! Mi sembra importante, invece, parlarne, non certo per scoraggiare l'allattamento al seno (siamo tutti concordi nel sostenerlo), ma per preparare la mamma ad affrontare momenti di sconforto, di cedimento, in modo che si mettano in campo fin da subito tutti i mezzi necessari per un eventuale sostegno alla mamma stessa. Non sempre il seno è così rigoglioso, non sempre il bimbo dorme beato dopo la poppata, non sempre la mamma ha le energie per allattare... È comune, tra le mamme che allattano, provare senso di sconforto e di frustrazione, non capita solo a noi! Da una parte c'è la consapevolezza dell'importanza dell'allattamento, ci sono i giudizi sociali di chi lo sostiene a oltranza, la nostra assoluta decisione a farcela, dall'altra i momenti di stanchezza cronica con la percezione di avere il seno ormai prosciugato e il bambino che piange per la fame. Quello che voglio dire è che non tutti gli allattamenti sono facilmente sostenibili. Per questo è bene sapere che, se ci dovessimo trovare in una situazione di forte frustrazione, non stiamo vivendo nulla di patologico, non siamo mamme inadeguate o meno disponibili di altre al sacrificio per amore del nostro bambino: abbiamo solo bisogno di aiuto.
Se comunque sentissimo di non farcela più a sostenere i ritmi dell'allattamento a richiesta, sentiamoci libere di scegliere l'alternativa dell'inserimento del latte artificiale, dopo aver consultato il pediatra. Per il vostro bambino l'allattamento al seno è sicuramente importante, ma ancora più importante per lui è la possibilità di essere accudito da una mamma serena e riposata, che possa avere con lui atteggiamenti amorevoli e non di intolleranza o fastidio."
Giulia Mandrino