Cosa fare al FuoriSalone 2018 con i bambini
Giovedì, 05 Aprile 2018 14:19Dal 17 al 22 aprile noi sappiamo già cosa fare: un giro al Salone del Mobile e, soprattutto, al FuoriSalone non ce lo toglie nessuno! E ci siamo già preparate: abbiamo segnato tutti gli appuntamenti imperdibili del FuoriSalone con i bambini, per godere dell’atmosfera super cool di Milano, scoprire le ultime novità in fatto di design per bambini e partecipare a laboratori e attività per la famiglia!
Ecco quindi la nostra agenda per andare al FuoriSalone 2018 con i bambini.
Cosa fare al Salone del Mobile e al FuoriSalone 2018 con i bambini: gli appuntamenti imperdibili per visitare Salone e FuoriSalone 2018 in famiglia
Unduetrestella
Unduetrestella è un progetto di arte e design per bambini che ci piace e ci sta a cuore. Quest’anno compie dieci anni e durante la Design Week quest’anno sarà alla bellissima Fabbrica del Vapore in via Procaccini, l’ex area industriale che ora ospita mostre e appuntamenti variegati.
Dal 17 al 22 aprile unduetrestella trasformerà questo spazio in un truck espositivo, e come in una grande recita scolastica presenterà i brand e le aziende più belle del momento in fatto di design per bambini. La mostra sarà divisa in tre aree tematiche (la storia di unduetrestella e dei suoi vecchi amici, con i suoi storici prodotti; la ricerca di unduetrestella e i suoi nuovi amici, con la presentazione di nuovi brand che si affacciano ora in Italia; e infine gli amici vecchissimi, vintage, con la presentazione del design d’autore e dei giocattoli antichi più belli).
Casa stokke
In via Tortona, all’angolo con Via Novi (ingresso libero, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00,), durante le giornate del Salone troveremo Casa Stokke, con un’area food per la merenda dei piccoli e per il ristoro delle mamme, un’area allattamento, un’area playground per bambini di età 0-6 anni e un’area nursery e cambio. Qui sarà ospitata una bellissima mostra fotografica di Oliviero Toscani, ma soprattutto lo spazio ospiterà esperti (ostetriche, psicoterapeuti e pediatri) disponibili per incontri personalizzati con le famiglie.
Martedì 17 aprile (durante l’opening su invito) lo stesso Oliviero Toscani sarà presente a Casa Stokke, e racconterà la maternità in 40 scatti realizzati live. Dal 18 al 22 aprile saranno inoltre organizzati workshop e incontri focalizzati sulla gravidanza.
A Casa Stokke ci sarà anche Mustela: all'interno della struttura, l'azienda di prodotti per la cura della pelle organizzerà workshop e incontri sulla gravidanza e sui primi mesi di maternità, con l'ostetrica Daniela Pergola e la psicoterapeuta Sara Roveraro. Non mancherà nemmeno l'associazione Salvagente Italia, per parlare ai genitori del primo soccorso pediatrico.
KikolleLab a Casa Stokke
Sempre a Casa Stokke, da mercoledì 18 a domenica 22 aprile sarà Kikolle Lab ad animare i pomeriggi. Dalle 16.00 alle 18.00, le educatrici di Kikolle Lab coinvolgeranno i piccoli dai 0 ai 4 anni in stimolanti laboratori alla scoperta del mondo attraverso le esperienze sensoriali, secondo il Metodo Montessori. Mercoledì 18 Aprile sarà dedicato alle vasche montessoriane; giovedì a giocare con la natura; venerdì sarà organizzato un percorso sensoriale e tattile; sabato ecco le “isole Montessori”; e infine domenica è previsto il laboratorio “riconoscere essenze e profumi”.
Le Civette sul Comò
Nello showroom “Le civette sul comò” (in via Salmini 4), durante la design week (dalle 10 alle 19) le famiglie potranno godere di "Living XS - design a tutto tondo", una speciale selezione di design per bambini e di moltissime novità del settore. Non solo: special guest sarà il tavolo montessoriano DRAWIN’TABLE (sul quale i bambini possono disegnare direttamente!).
Tu che progetto hai?
Alla Libreria Internazionale Hoepli (in via Ulrico Hoepli 5) ecco una selezione di libri per bambini dedicati ad architettura e design, per scoprire tutto ciò che sta dietro alle sedie, ai tavoli e ai mobili che abbiamo in casa. Tutti i giorni alle 10.30 sarò ospitato l’evento per bambini dai 3 ai 6 anni “Il racconto delle opere di designer storici emergenti con laboratorio creativo”, mentre alle 11.45 ecco la lezione dedicata ai bimbi dai 7 agli 11 anni “Analisi e storia dei pezzi di design innovativi con laboratorio creativo”.
Makers Hub
Delizioso e super interessante il laboratorio organizzato da Makers Hub (in via Enrico Cosenz 44/4): “Digital storytelling adventure” è un evento dedicato alle nuove tecnologie per bambini curiosi. Attraverso il gioco “Minecraft” i ragazzi impareranno l’inglese e la digital fabrication, programmando l’ultima sfida che l’eroe deve superare per riuscire finalmente nella sua impresa.
Living Suavinex Milano
Living Suavinex è un centro polifunzionale nel cuore di Milano (in via Solari 11) dedicato alle famiglie e ai bambini, creato dal brand spagnolo di articoli per la cura del bambino. Durante il FuoriSalone 2018, LivingSuavinex aprirà le sue porte a tutti i genitori e ai bebè accogliendoli in un'oasi a loro misura, con moltissimi servizi a loro dedicati. Dal 17 al 22 aprile, quindi, dalle 10 alle 19 nel centro Suavinex sarà possibile trovare uno spazio per colazioni, pranzi e merende (pranzo su prenotazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), una zona per il cambio pannolino, un'area relax, un'area gioco, un'area gattonamento, un'area per l'allattamento, degli scalda biberon, pappe bio e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per passare una giornata al FuoriSalone con il nostro bambino!
Non solo: prenotando, sarà possibile partecipare a questi eventi assolutamente imperdibili: martedì alle 12 Fitness con il bebè; martedì alle 16 Incontro con la nutrizionista alimentazione in gravidanza; giovedì alle 10.15 Yoga con il bebè; giovedì alle 11.30 Danza in fascia; e infine venerdì alle 13 Yoga per tutti!
Boutique di Vivienne Westwood
In Corso Venezia a Milano c’è la favolosa boutique di Vivienne Westwood. Perché andarci con i bambini? Perché durante la Design Week si potrà giocare, proprio qui, sugli inediti calciobalilla Flamingo. Flamingo è un nuovo calciobalilla realizzato in collaborazione con Basaglia + Rota Nodari, pulito, ironico e davvero particolare.dalle linee pulite e dettagli di pregio. Ma non è l’unico elemento ludico ospitato presso VW: sarà infatti presentata anche la nuova collezione di accessori del designer Kenneth Cobonpue. Il gioco e l’ironia sono i temi della collezione 2018. La boutique sarà aperta dal 17 al 22 aprile, dalle 10.30 alle 19.30.
Museo della Scienza e della Tecnologia
Nel weekend del 21 e 22 aprile, durante la Design Week, al Museo della Scienza di via San Vittore 21 ci sarà un laboratorio davvero particolare per i bambini dagli 8 anni e per gli adulti: si chiama Tinkering Zone, con l'attività Automata (senza prenotazione e inclusa nel biglietto di ingresso al museo). Chi parteciperà potrà realizzare dei giocattoli meccanici con parti in movimento, come leve e pulegge, ottenendo un meccanismo complesso e curioso per raccontare storie!
Brera design district
Si tratta della zona tutta attorno a Brera, lo storico quartiere artistico di Milano. Durante la Design Week Brera si trasformerà in uno dei cuori della città. Ecco chi troveremo.
Kids Corner Brera Rigotondo
L’asilo nido Rigotondo come ogni anno (in collaborazione con Hasbro e Peppa Pig) metterà a disposizione laboratori e work-shop stimolanti per i bambini ospiti del Fuori Salone mentre i genitori partecipano agli altri eventi della Design Week. Per segnare in agenda tutti gli appuntamenti, ecco il calendario. Il Rigotondo sarà aperto venerdì dalle 19.00 alle 22.00, mentre sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Buzz Italia
Al Fuorisalone 2018 Buzz Italia sarà presso l’Appartamento Lago (in via Brera 30): qui, in collaborazione con Family Welcome, le famiglie potranno scoprire le novità del design in una favolosa atmosfera domestica. Troveremo particolari d’arredo multitasking, contenitori porta gioco, il tappeto gioco di 3 Sprouts, i complementi e le decorazioni di A Little Lovely Company e il set pappa e le stoviglie in bioplastica di eKoala.
Isola design district
Come il Brera Design District, l’Isola Design District è un giovane circuito del Fuorisalone, quest’anno alla sua seconda design week. Si trova all’ombra del Bosco Verticale e la base sarà la Stecca 3.0 in via De Castilla 26. Ecco chi troveremo in questa zona:
Caracol Studio
Ci affascinano moltissimo e certamente non ce li perderemo: proprio alla Stecca 3.0, i Caracol Studio creeranno live e in diretta un parco giochi per bambini stampandolo in 3D con un braccio robotico. Sarà come una performance che durerà per tutto il fuori salone e alla fine il risultato sarà un parco giochi davvero all’avanguardia!
I materiali utilizzati sono al 100% riciclati e riciclabili (e questo non è da sottovalutare!) e i bambini potranno godere dei giochi fin da subito!
L’evento sarà aperto per tutti i giorni dal 17 al 22 aprile 2018 dalle 10 alle 19 (qui i dettagli per partecipare).
Giulia Mandrino
Le routine della mattina, del doposcuola, della buonanotte e le buone maniere a tavola
Giovedì, 05 Aprile 2018 09:33La routine è fondamentale per i bambini, che si stressano meno e imparano di più. Ecco perché abbiamo creato queste immagini che potete scaricare e stampare, da incollare in cameretta, in bagno o in salotto per divertirsi con la routine quotidiana!
Le routine della mattina, del doposcuola, della buonanotte e le buone maniere a tavola
PDF scaricabili: le etichette per la dispensa, il bucato e i giocattoli
Giovedì, 05 Aprile 2018 09:27L'ordine a volte passa dalle etichette: invece di mille barattoli tutti diversi e con grafiche diversissime tra loro, noi in casa utilizziamo dispenser, barattoli e scatole tutti uguali. A volte basta questo per dare una parvenza d'ordine nel caos di una casa abitata da piccoli esseri umani! E come facciamo a distinguere tutto? Con le nostre fantastiche, favolose, bellissime etichette!
PDF scaricabili: le etichette per la dispensa, il bucato e i giocattoli
PDF scaricabili: il lapbook del mangiar sano
Giovedì, 05 Aprile 2018 09:14Insegnare ai bambini a mangiare sano parte prima di tutto dalle proposte che mettiamo in tavola. Ciò non toglie che possiamo affidarci anche a giochi, lavoretti e attività ludiche e coinvolgenti: queste hanno di positivo il riuscire a imparare giocando e a fare proprie nozioni importanti in maniera divertente!
Ecco quindi i nostri materiali scaricabili (nella sezione download più in basso) per poter creare insieme ai bambini un lapbook dedicato alla cucina sana e buona!
PDF scaricabili: il lapbook del mangiar sano
7 libri per imparare ad apprezzare la matematica
Giovedì, 05 Aprile 2018 08:41La matematica non è per tutti. Ma non nel senso che non tutti i bambini (o gli adulti!) non ci arrivino, ma perché non tutti riescono ad amarla e apprezzarla. Forse dietro a questo odio c’è una sbagliata divulgazione della materia, forse c’è la paura che i numeri ci infondono. Ma in realtà basterebbe approcciarsi alla matematica in maniera differente e più personale per apprezzarla fino in fondo, riuscendo così a districarsi tra numeri, equazioni, frazioni e problemi!
Per farlo, noi abbiamo trovato alcuni libri davvero utili ed efficaci, che, proponendo metodi diversi rispetto a quelli tradizionali, ci avvicinano alla matematica in maniera più semplice, divertente, personale e coinvolgente.
7 libri per imparare ad apprezzare la matematica: le letture che propongono metodi diversi per approcciarsi alla matematica, per amarla, apprezzarla, capirla e viverla
Partiamo da “La linea del 20”, il primo strumento utile per imparare la matematica attraverso il metodo Bortolato, alternativo ai regoli colorati. Questo metodo si basa su e valorizza le capacità logiche e intuitive che i bambini già possiedono naturalmente, consentendo di poter essere utilizzato fin da subito, senza introduzioni troppo difficili. Attraverso la linea del venti non si imparano solo i numeri ma anche le prime operazioni (addizioni e sottrazioni, attraverso il semplice metodo dell’aggiungere e togliere). Perché è così semplice? Perché la linea rappresenta un po’ le mani dei bambini, che sono il primo strumento matematico che conoscono.
Del “Disfaproblemi” ve ne avevamo già parlato (qui trovate il nostro articolo): noi ormai lo amiamo, perché propone ai bambini tantissimi problemi proposti in maniera tale da non fare paura. La logica, la geometria e la matematica vengono qui trasformate in giochi intuitivi, illustrazioni, sudoku e rompicapo vari, resi più comprensibili e semplici. In questo modo il bambino non solo risolve i problemi ma capisce anche che a volte per superare la paura basta prendere una strada alternativa, quella che più si confà a noi.
Sulla stessa linea si piazza il “Disfaproblemi con la calcolatrice”: come il primo Disfaproblemi, questo propone vari problemi (risolvibili già dai primi anni di scuola, a differenza della normale matematica che viene insegnata nella primaria!) che consentono di sfruttare la calcolatrice per superare i calcoli più difficili e concentrarsi così sulla logica, abilità molto più utile (anche perché il calcolo diventerà comunque fondamentale negli anni successivi, e i bambini impareranno le operazioni, le moltiplicazioni, le tabelline e compagnia bella in ogni caso).
E proprio per il calcolo (non con la calcolatrice!) ecco invece “Calcolare a mente”, un libro di esercizi che sfruttano il metodo analogico di Camillo Bortolato per acquisire una strategia di calcolo mentale (diverso da quello scritto!). I bambini impareranno a sviluppare una propria carta geografica che li guida nel calcolo a mente, con sottrazioni, addizioni, divisioni e moltiplicazioni. E per chi proprio fa fatica c’è anche un CD rom che rende tutto più semplice e divertente: una storia che porta il bambino, a bordo di una navicella spaziale, nel mondo del calcolo mentale, muovendosi tra le galassie per acquisire competenze relative a numeri sempre più grandi.
“Problemi per immagini” è un libro per imparare a risolvere i problemi aritmetici semplici sfruttando non solo la logica ma anche l’immaginazione. Il libro aiuta infatti il bambino a imparare a visualizzare il problema, a vederlo, attraverso l’intuizione e la percezione. Non più mille parole, quindi, ma mille immagini! Che è molto meglio, per i bambini.
E se anche le frazioni fossero affrontate concretamente e per immagini invece che attraverso la solita maniera astratta con cui le presentano a scuola? Spesso la difficoltà dei bambini nel comprenderle sta proprio in questo. “Frazioni e numeri decimali in pratica” propone invece un approccio concreto alle frazioni, facendo capire al bambino che le frazioni fanno parte della vita e della quotidianità. E i bambini non solo le imparano, ma ne capiscono l’utilità nella vita pratica di ogni giorno.
Infine, “Imparare le tabelline con il metodo analogico”, uno dei libri di cui non possiamo più fare a meno. Perché se prima le tabelline erano una tragedia, ora sono un gioco, sono un piacere. All’interno troviamo esercizi basati su associazioni visive e foniche, su figure di gancio, sulla disposizione spaziale e sulla memoria visiva che facilitano la comprensione delle tabelline, che diventano una sfida piacevole e gratificante.
Giulia Mandrino
“Leggimi”, l’App gratuita che facilita la lettura a chi è dislessico
Mercoledì, 04 Aprile 2018 13:40Leggere e scrivere per un dislessico non è difficile solo nel momento in cui ci si trova davanti libri e quaderni. È molto faticoso anche sul web, sugli smartphone e sui tablet (anche se, c’è da dirlo, esistono strumenti tecnologici che facilitano molto la lettura), e oggigiorno è impossibile non pensare ad una situazione del genere.
E se esistesse una App in grado di facilitare la lettura e renderla accessibile e piacevole a tutti? Grazie a Sinnos, casa editrice impegnata che ci piace moltissimo, ora questa App esiste, insieme ad un sito web che cambierà l’esperienza della lettura a moltissime persone.
“Leggimi”, l’App gratuita che facilita la lettura a chi è dislessico: da Sinnos il font, l’app e il sito web per navigare senza difficoltà a leggere
Innanzitutto, partiamo da coloro che hanno sviluppato questa App: si tratta della casa editrice Sinnos, che oltre a proporre libri per bambini e ragazzi incentrati sull’educazione alla cittadinanza e sull’interculturalità nel 2006 ha messo a punto il font “Leggimi”, un carattere tipografico studiato in collaborazione con insegnanti, neuropsichiatri e logopedisti che permette di leggere con facilità. Un font accessibile, insomma, con il quale vengono stampati i titoli della collana “Leggimi”.
Collana e font si intitolano allo stesso modo, e allo stesso modo si chiama anche la nuova App gratuita per smatrphone che hanno messo a punto.
L’App Leggimi (che è gratuita e che può essere scaricata sugli smartphone IOs - e Android) è nata pensando alle difficoltà di lettura che molte persone incontrano ogni giorno, soprattutto ai giorni nostri, nei quali la comunicazione è molto fitta e leggere su tablet e smartphone è diventato imprescindibile.
Così, grazie ad un progetto finanziato dal bando “Io leggo” della Regione Lazio, la casa editrice (in collaborazione con Pedius) ha potuto sviluppare questa App incredibile. Cosa fa?
Innanzitutto, aprendola e utilizzandola l’utente può applicare il font accessibile Leggimi a tutti i testi che legge sul suo device tecnologico, sia in carattere minuscolo che maiuscolo, a scelta.
Non solo: il lettore può aumentare o diminuire la dimensione del testo in base alla sia necessità, così come aumentare o diminuire la spaziatura tra le righe (che spesso mette in difficoltà).
L’App, infine, fa si che il testo letto venga visualizzato già diviso in comodi paragrafi, un altro stratagemma grafico che facilita di moltissimo la lettura e la rielaborazione mentale del testo che stiamo leggendo.
(foto tratta da https://www.sinnos.org/leggimi/app/)
Le stesse regole è possibile sfruttarle anche sul web. Come? Semplicemente collegandosi all’indirizzo www.sinnnos.org/leggimiweb. Qui il lettore potrà inserire, nella barra di ricerca, l’indirizzo del sito internet che intende visitare. Grazie a LeggimiWeb la pagina in questione verrà visualizzata non con il font originale, ma proprio con il font più semplice Leggimi!
È talmente semplice da essere geniale, non credete?
Come per la realizzazione della collana letteraria Leggimi, anche l’App e il sito internet per l’accessibilità dei dislessici sono stati sviluppati con un team di esperti neuropsichiatri e logopedisti (oltre che, in questo caso, di programmatori e sviluppatori). Dopodiché sono stati testati da un gruppo di persone, un focus group che ha permesso di migliorare le funzioni.
Giulia Mandrino
La didattica esperienziale
Martedì, 03 Aprile 2018 13:43Si chiama didattica esperienzale o apprendimento esperienziale. Cos’è? È uno strumento didattico che si basa sulla esperienza, un processo attivo per imparare che parte dall’azione, dalla sperimentazione concreta di situazioni e dall’esperienza diretta dei concetti.
In Italia è poco conosciuto, anche se molti insegnanti, anche senza rendersene conto, utilizzano strumenti che gli si avvicinano. Implementarli significa però dare ai ragazzi strumenti in più non solo per imparare, ma anche per crescere.
Vediamo quindi cos’è l’apprendimento esperienziale e come metterlo concretamente in pratica in classe, per dare un nuovo modo di imparare e di crescere ai nostri ragazzi.
La didattica esperienziale: cos’è l’apprendimento esperienziale, perché è efficace e come poterlo mettere in pratica in classe
Utilizzare la didattica esperienziale significa offrire ai ragazzi degli strumenti che permettono di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva o sensoriale. Ricevendo direttamente e in maniera concreta le nozioni, gli studenti le rielaborano in maniera differente rispetto alla consueta didattica frontale (e cioè quella che fornisce le informazioni in maniera unilaterale, dall’insegnante al ragazzo), affrontando le situazioni, adattando i suoi comportamenti, riorganizzando le teorie (anche sull’esperienza quotidiana) e migliorando così tanto ciò che sa quanto il suo comportamento.
Questo perché ricevendo gli strumenti in maniera esperienziale i ragazzi vivono sulla propria pelle le nozioni, rielaborandole subito e ragionandoci sopra, sfruttando non solo la loro intelligenza, ma anche l’emotività e le capacità considerate meno “scolastiche”.
Il metodo della didattica esperienziale ha quattro padri fondatori, che non hanno elaborato un metodo univoco e preciso ma che con le loro teorie pedagogiche hanno messo le basi per poter parlare di questo metodo di apprendimento.
Si tratta di John Dewey, che (un po’ alla maniera di Maria Montessori) proponeva l’esperienza pratica come metodo educativo (metodo più efficace perché, sperimentando direttamente le situazioni, i bambini ragionano più concretamente); Kurt Lewin, il quale ha sottolineato l’importanza del rapporto tra teoria e pratica; Jean Piaget, che con i suoi studi riguardanti il gioco come azione fondamentale nell’apprendimento del bambino ci ha aperto gli occhi sul ruolo fondamentale dell’esperienza diretta; e infine David A. Kolb, che a partire dagli studi dei suoi tre predecessori ha definito in maniera più concreta la didattica esperienziale.
A suo parere, l’apprendimento del bambino deriva proprio dall’osservazione e dalla rielaborazione dell’esperienza, che entra così nel suo quotidiano, nel suo pensiero, nel suo ragionamento. Il tutto in quattro fasi: la fase delle esperienze concrete; la fase dell’osservazione riflessiva; la fase della concettualizzazione astratta; e la fase della sperimentazione attiva.
Tutto questo si traduce in una didattica che si fonda appunto sull’esperienza diretta. E questo significa varie modalità: le uscite nei musei sono l’esempio più lampante, così come i laboratori manuali (ceramica, falegnameria…), i gruppi di lavoro o le uscite. Queste sono infatti esperienze che i ragazzi fanno direttamente, che li coinvolgono, e che stimolano domande, risposte e nozioni nel momento in cui le si sta vivendo.
Tuttavia non esistono solo le esperienze di questo tipo. Gli insegnanti, infatti, possono ideare moltissimi strumenti per rendere l’apprendimento esperienziale.
Molto utili sono i cartelloni, i disegni, le scritte, le tabelle e gli schemi sparsi qua e là a scuola. Non solo appesi ai muri, ma sistemati in modo che abbiano una valenza didattica e formativa. Ad esempio, per imparare il sistema solare possiamo rendere i bambini pianeti; oppure l’apertura della porta ricorderà sempre i gradi del goniometro; o, ancora, un bel tappetone da usare quando vogliamo ci renderà la matematica un gioco.
Non dimentichiamo, poi, la dimensione emotiva, che è molto importante nella didattica esperienziale. Anche fare esperienza della propria interiorità è in questo metodo di vitale importanza. Ecco perché gli insegnanti dovrebbero sempre fare attenzione alle dinamiche dei gruppi di lavoro, ai sentimenti, alle emozioni e alle reazioni della classe. I ragazzi attraverso la didattica esperienziale fanno esperienza diretta di qualcosa e lo rielaborano con tutto il loro essere. Questo provoca in loro qualcosa, ed è proprio questo processo a rendere la didattica esperienziale più efficace: i bambini acquisiranno infatti strumenti utili per tutta la vita e diventeranno capaci di risolvere problemi ragionando, di ascoltare gli altri, di farsi domande, di ammettere quando non capiscono…
Per integrare ancor di più l’emozione e l’apprendimento delle proprie emozioni applicandolo alla didattica esperienziale, ci sono quindi metodi e strumenti molto efficaci: i laboratori di teatro e di improvvisazione, i giochi di ruolo, i cerchi di confronto, le uscite in parchi avventura che stimolano i bambini ad affrontare situazioni per loro difficili…
In questo senso, per rendere più diretti e concreti gli insegnamenti, per far sì che i bambini li facciano propri e li vivano, per seguire lo stesso metodo di cui parlavamo prima è possibile integrare nella scuola, nei luoghi più disparati, cartelloni, scritte e disegni che ricordino ciò che stiamo imparando.
(Foto tratte da: https://www.facebook.com/WonderfulEngineering/posts/1695821510509855)
Giulia Mandrino
“What real men cry like”, progetto fotografico che può cambiare il mondo
Martedì, 03 Aprile 2018 07:34“What real men cry like”, progetto fotografico che può cambiare il mondo
Un progetto fotografico che può cambiare il mondo: “esagerazione”, direte. Ma siamo convinte che ognuno, nel proprio piccolo, possa fare davvero moltissimo per il nostro pianeta, per la pace, e soprattutto per sradicare convinzioni vecchie di secoli che frenano ancora lo sviluppo sociale e continuano a mantenere vivi pregiudizi e discriminanze che non dovrebbero più esistere.
Maud Fernhold è una fotografa giovanissima e olandese che ci piace da matti perché la sua arte si concentra sui diritti umani, sui bambini e sulla documentazione dei cambiamenti del mondo. Tra i suoi progetti, uno ci sta particolarmente a cuore: “What real men cry like”, e cioè “Come piangono i veri uomini”.
“What real men cry like”, progetto fotografico che può cambiare il mondo: Maud Fernhold mostra come gli uomini veri piangano, ed è un passo importantissimo verso la parità dei sessi
Sembrerebbe una contraddizione in termini, questo titolo. “Come piangono i veri uomini”. Ah sì? E perché finora ci è sempre stato detto che gli uomini veri invece non piangono? No, i veri uomini, i machi, i padri di famiglia, i maschi non possono piangere. Non possono mostrare le proprie emozioni. Non possono mostrarsi “deboli”. Questo ci hanno sempre inculcato.
Ed è per questo che riteniamo che il progetto "What real men cry like" (che potete vedere qui) possa cambiare il mondo: Maud vuole mostrare che i veri uomini possono piangere. Che i veri uomini piangono. Che i veri uomini non hanno paura di mostrare le proprie emozioni e le proprie debolezze, e che è proprio questo che li rende più forti e meno deboli. Maud scoperchia una convinzione vecchia di secoli che potrebbe cambiare la nostra società. Perché spesso le tensioni, le guerre o i diritti civili calpestati scaturiscono semplicemente da uomini (e donne!) che hanno paura a mostrarsi “deboli”, quando non c’è niente di più errato nel farlo.
Il progetto fotografico di Maud Fernhold “What real men cry like” mostra, in una serie di semplicissime, dirette e potenti immagini, uomini che piangono, seguite dai pensieri di ognuno sull'azione del piangere (fun fact: quasi tutti ne parlano come di un punto di forza, perché permette di capirsi meglio e rende più forti). Non donne, non bambini, solo uomini di sesso maschile. Una carrellata di primi piani su sfondo nero nel quale le lacrime, gli occhi arrossati e i nasi che colano colpiscono lo spettatore in maniera potentissima. Perché? Forse perché non siamo abituati a vederli, questi uomini che piangono. E loro sono costretti a nascondersi quando lo fanno.
Essere sensibili non significa essere deboli. Significa essere umani.
Piangere non significa scoprire il proprio fianco vulnerabile. Significa mostrarsi per quello che siamo.
Mostrare le proprie emozioni non significa dover per forza venire derisi. Significa dimostrare che esternare i propri sentimenti rende più forti, e non più deboli.
Questo progetto ci introduce un argomento per non importante, che è quello dell’insegnamento delle emozioni ai bambini. L’educazione alle emozioni è fondamentale in una società come la nostra, oggigiorno. Spesso a casa non ci si pensa più, e, per quanto una scuola possa essere attenta a questo aspetto dell’insegnamento, questa educazione non può essere delegata solamente agli insegnanti.
Soprattutto, ad essere digiuni di educazione alle emozioni sono i bambini maschi. Non possiamo negare che l’uomo che piange sia ancora stigmatizzato nella nostra società, ma questo dovrebbe assolutamente cambiare. “L’uomo vero non fa trasparire emozioni” è quanto di più deleterio possiamo insegnare ai nostri bambini (soprattutto maschi): il rischio è che crescano in uomini distaccati, autoritari, ma soprattutto poco empatici (nascondere le proprie emozioni produce una sorta di scudo contro tutte le emozioni che stanno intorno), poco ricettivi, poco coinvolti nella vita dell’altro.
L’intelligenza emotiva, lo sappiamo, è importante tanto quanto quella logica. Non basta quindi insegnare ai nostri bambini a leggere e a far di conto, ma è necessario dare loro gli strumenti per capire i propri sentimenti, per parlare apertamente di ciò che hanno dentro e per non avere timore o vergogna di mostrare le proprie vulnerabilità!
Predichiamo moltissimo riguardo alla parità dei sessi. Avere gli stessi diritti non significa solo lavare i piatti con la stessa frequenza o avere la stessa paga (sacrosanti diritti), ma anche poter piangere allo stesso modo.
Tutte le foto sono tratte da www.maudfernhold.com
Giulia Mandrino
Alla Pinacoteca di Brera con i bambini
Venerdì, 30 Marzo 2018 14:36Chi l’ha detto che i musei sono solo per adulti? Chi l’ha detto che i bambini non sanno apprezzare l’arte perché sono troppo piccoli? Anzi! I bambini spesso comprendono più di noi adulti i sentimenti e la creatività dell’arte più disparata, e portandoli fin dall’infanzia nei luoghi dell’arte è quantomai raccomandato!
Tra i musei e gli spazi d’arte che offrono esperienze per i bambini c’è la Pinacoteca di Brera, luogo milanese tra i più magici. Ci avete mai portato i bimbi?
Alla Pinacoteca di Brera con i bambini: l’offerta culturale dedicata ai bambini della Pinacoteca di Brera
Brera è sinonimo di arte. Da sempre. E portarci i bambini è un’esperienza favolosa. Innanzitutto, possiamo programmare una visita “semplice”, nei giorni di apertura della Pinacoteca (è visitabile dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.15), passeggiando tra le sale con la nostra famiglia e scoprendo ad ogni angolo i capolavori che ospita.
In alternativa, possiamo affidarci a tutte le proposte che la Pinacoteca di Brera offre per l’infanzia. L’educazione attraverso l’arte sta molto a cuore alla Pinacoteca, che organizza eventi, lezioni e visite apposta per i bambini!
Per i bambini e le famiglie, ad esempio ci sono le visite e gli approfondimenti gratuiti, intitolati “Brera si racconta”. Le scuole, poi, possono prenotare visite o partecipare a progetti specifici, “Alla scoperta di Brera” oppure “A Brera anch’io”. Ogni settimana, quindi, sono previsti laboratori tematici curati dallo staff dei Servizi Educativi della Soprintendenza.
In particolare, sul sito possiamo sempre trovare, aggiornate, le attività proposte per i bambini e le famiglie. Basta visitare questa pagina. Nei prossimi giorni, ad esempio, è possibile partecipare a due laboratori super interessanti, divertenti per i bambini e finalizzate a scoprire la Pinacoteca e a mettere in gioco la propria creatività.
L’8 aprile 2018, dalle 10 alle 17.30, sarà dedicato a “Disegniamo l’arte. Una sfida al Museo”: entrando al museo (al costo del biglietto di ingresso - intero euro 5,00; ridotto euro 2,50, tra i 18 e i 25 anni; gratuito per i cittadini dell'Unione Europea fino ai 18 anni e oltre i 65) sarà possibile ritirare fogli e matite sulle quali disegnare i soggetti più bizzarri. Dopodiché si entrerà nel museo per scoprire come gli artisti più importanti hanno interpretato gli stessi soggetti nelle loro opere! Non c’è bisogno di prenotazione.
È bene prenotare invece l’evento del 14 aprile 2018: “Colora i colori” sarà dedicato a scoprire le interazioni tra i colori e tra le tonalità, imparando a conoscerli tutti e scoprendoli dal vivo anche attraverso le opere esposte, carpendone tutti i significati. Il laboratorio si terrà a partire dalle 15.30.
Il 21 aprile, invece, è tempo di “Volume e prospettiva” (sempre dalle 15.30), laboratorio per scoprire le tecniche utilizzate dai pittori per rappresentare la lontananza e gli oggetti lontani e vicini. Il tutto osservando le opere della pinacoteca, ma anche sfruttando la console Nintendo affinché i bambini creino da loro la loro prospettiva spaziale.
Giulia Mandrino
Come rendere piacevole l’ora della nanna
Venerdì, 30 Marzo 2018 12:41Faticano a separarsi, piangono, non riescono a dormire, fanno incubi: sono moltissimi i bambini che passano, prima o poi, la fase del dramma dell’andare a dormire. Non ce la fanno proprio a viverla serenamente, e nella maggior parte dei casi il co-sleeping fa miracoli. Tuttavia il co-sleeping potrebbe non bastare, perché anche quando sono nel lettone i bimbi sembrano soffrire il momento. Perché addormentarsi è comunque sentito come una qualche forma di separazione (dal mondo, da mamma e papà) e per questo l’inquietudine non passa.
Co-sleeping o cameretta da soli, insomma, dobbiamo cercare certi gesti che rendano più piacevole, normale e rassicurante il momento dell’andare a dormire, l’ora della nanna.
Come rendere piacevole l’ora della nanna: i gesti da compiere per trasformare l’incubo dell’andare a dormire in qualcosa di naturale, delicato, rassicurante e più semplice
Innanzitutto, sappiamo che le routine e i gesti abitudinari sono fondamentali per i bambini. Ecco perché cercare una routine familiare da ripetere ogni sera è il primo passo per rendere più semplice l’andare a letto. Lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere una storia insieme, fare le coccole, giocare con i pupazzi nel letto… Ognuno ha le sue abitudini; l’importante è mantenere l’ordine dei gesti e ripeterlo sempre. Avere dei punti fissi rassicura molto i bambini, che piano piano si rendono conto che anche se si addormenteranno poi si risveglieranno in casa, vicini (più o meno, a seconda della modalità con la quale dormiamo) ai genitori. Un consiglio: non creiamo solo noi genitori questa routine, ma scegliamola insieme ai bambini, lasciando che esprimano le loro preferenze, in modo che si sentano coinvolti.
Ciò che è importante, inoltre, è l’arrivare a questa routine rilassati, ogni sera. Cosa intendiamo? Intendiamo dire che sarebbe meglio cominciare questa routine almeno 30-45 minuti prima dell’effettiva entrata nel letto. La routine serve infatti anche a calmare i nervi, a rilassarsi e a rallentare in modo da non arrivare nel letto ancora agitati dalla giornata. Se concentriamo la routine in 5-10 minuti non avrà nessun senso, ma sarà, anzi, controproducente, perché il bambino, ormai nel letto, sentirà di avere ancora energia da scaricare e faticherà molto di più a prendere sonno.
Se proprio si sentono esagitati come non mai (capitano quei giorni!) non comportiamoci cercando di seguire la routine alla lettera, ma seguiamo comunque il loro bisogno e lasciamo che si sfoghino. E facciamolo insieme a loro! Una battaglia con i cuscini, una canzoncina, saltare sul letto… Magari, quella particolare sera, hanno proprio bisogno di quello per tranquillizzarsi, e non farlo significa farli sentire incatenati e quindi più nervosi!
Lasciare scegliere è un altro consiglio: all’interno della routine (che già abbiamo costruito insieme, genitori e bambini) possiamo lasciare che i bambini scelgano il pigiama da indossare, la coperta con la quale coprirsi, il libro da leggere, il peluche da stringere… Il concetto è lo stesso: li farà sentire più coinvolti e più responsabili delle proprie scelte, e questo piccolo dettaglio aumenterà l’autostima e l’indipendenza, elementi fondamentali dal punto di vista psicologico di un bambino.
Ricordiamo poi che avere orari è importante, ma è ancora più importante il buonsenso. Ecco perché è bene avere un orario di riferimento per andare a letto, ma questo orario non è granitico o irremovibile: se i bambini stanno svolgendo qualcosa, se sono concentrati o se stanno per finire un’attività, non interrompiamoli ma attendiamo un attimo. Lasciare le cose a metà potrebbe infatti avere un effetto negativo, rendendo il bambino nervoso e facendogli provare una sensazione di non finito che interferisce con il sonno e la tranquillità.
A volte, poi, basta pochissimo. Bastano quei gesti che più associamo con l’amore, la serenità e la tranquillità. Ad esempio? La meditazione, da provare insieme (respirando ad occhi chiusi allo stesso ritmo o sperimentando le posizioni più dolci dello yoga).
Ma soprattutto bastano le coccole: coccolare il proprio bambino gli fa sentire la vicinanza, lo rassicura, lo fa sentire parte di noi, e gli fa sentire che ci siamo. Non neghiamo, quindi, quando sentiamo che ne hanno bisogno, le coccole e il contatto: è un loro bisogno primario, non un “capriccio” o qualcosa che diventerà “un vizio”!
Giulia Mandrino