Quando il sesso dopo avere avuto figli sembra impossibile
Giovedì, 31 Agosto 2017 09:57
Diventare genitori ti cambia la vita. E non solo quella quotidiana. In qualche modo e inevitabilmente anche quella sessuale prende una nuova piega. Vuoi per il corpo che cambia, vuoi per il fatto che il tempo non è più nostro, vuoi perché in casa non siamo più soli…
Ciò però non deve significare per forza una svolta in negativo. Non dobbiamo infatti negarci questo piacere e questa intimità. Perché sarebbe sbagliato tanto per noi quanto per i nostri figli, che indirettamente risentirebbero di un rapporto genitoriale che si incrina.
Quando il sesso dopo avere avuto figli sembra impossibile: perché non è giusto rinunciare all’intimità dopo essere diventati genitori e come prendersi gli spazi giusti
“Prendersi cura di se stessi” è una regola fondamentale per la vita, e lo è soprattutto nei momenti nei quali ci lasceremmo più andare. La maternità o la paternità è certamente uno di questi momenti: la vita cambia, non siamo più al centro del nostro mondo, e lesinare sulla cura di sé non sembra più così oltraggioso. E non parliamo solo del prendersi il tempo per curare l’aspetto fisico o quello mentale. Parliamo anche e soprattutto del sesso, perché avere un’intimità soddisfacente è senza dubbio uno dei pilastri dello stare bene con noi stessi, fisicamente ed emozionalmente.
Sono però moltissimi i genitori che per svariate ragioni dopo la nascita dei figli rinunciano piano piano a questo aspetto della loro vita, considerandolo chi superfluo, chi impossibile, chi addirittura irrispettoso dei figli. Queste ragioni sono diverse: il tempo che manca, il non sentirsi (soprattutto da parte della partner femminile) desiderabile come una volta, il dolore dopo il parto che porta ad una crescente assenza di intimità come in un circolo vizioso, la stanchezza, la pigrizia, il senso di “stranezza” che pervade i primi periodi della genitorialità (e spesso anche della gravidanza: sono molte, forse troppe, le coppie che smettono di cercarsi già durante la gestazione, anche quando questa è fisiologica e quindi priva di rischi).
È assolutamente normale che qualcosa cambi. Come dicevamo, avere un figlio significa non essere più soli. Significa essere responsabili di un altro essere umano.
Il problema è che non fare l’amore diventa poi un’abitudine. Come uno snack delizioso tira l’altro, e come la pigrizia porta pigrizia. Bisogna quindi fare attenzione: anche se un calo dei rapporti è normale e fisiologico, sarebbe bene rendersene conto, per tornare dopo un po’ alla normalità evitando così un crollo ulteriore.
Per farlo, non serve strafare. Inizialmente l’intimità può essere ritrovata non solo attraverso i rapporti sessuali, ma anche solo grazie a carezze, massaggi o momenti dedicati esclusivamente alla coppia. Senza quindi sentire la pressione del “dobbiamo farlo”, possiamo semplicemente lasciarci andare al relax insieme. Piano piano l’intimità fisica si riequilibrerà, riscoprendo il piacere del toccarsi, del cercarsi e del coccolarsi teneramente.
Parlare, poi, fa certamente bene. Non nascondete al partner che il vostro desiderio è calato: probabilmente è successa la stessa cosa a lui/lei, e fatica a parlarne tanto quanto voi. Oppure, al contrario, la sua passione è rimasta invariata, ma sta semplicemente attendendo rispettosamente un vostro segno. Parlarne, come per qualsiasi altro problema, fa quindi benissimo: è liberatorio e spesso abbastanza erotico: parlare di sesso è un modo come un altro per stimolare il desiderio.
Detto questo, le altre due abitudini che certamente fanno bene al ritrovamento dell’intimità sono il prendersi cura di sé (come dicevamo all’inizio: sentirsi bene con se stessi, sentirsi belli e desiderabili è solo il primo passo!) e il movimentare la routine: uscire insieme, senza bimbi; non pensare che il sesso si fa solo in camera da letto; baciarsi inaspettatamente. Sono tutti piccoli gesti non abitudinari che vi aiuteranno in questo proposito! E anche se inizialmente non sentite l’esplosione di desiderio come una volta, non preoccupatevi: se il non fare l’amore è un circolo vizioso, il fare l’amore è, dall’altro lato, un circolo virtuosissimo. E vedrete che piano piano intimità porterà sempre più intimità!
Il nostro sesso può sempre migliorare lo dice la scienza
Giovedì, 31 Agosto 2017 09:45Che abbiamo un partner da molti anni o che invece di partner ne abbiamo più d’uno, una domanda a volte frulla in testa: il sesso che facciamo è perfetto? È completo? È il top che possiamo raggiungere? In realtà la risposta non è univoca. C’è chi con l’intimità ha un rapporto libero e spensierato, chi si conosce profondamente, chi con il partner ha trovato l’equilibrio che cercava; e c’è chi invece è più riluttante a lasciarsi andare, chi non trova il punto d’incontro, chi non conosce a fondo il proprio corpo tanto da capire che in realtà ci sarebbe molto di più.
La questione è quindi aperta e variegata. Ma certamente un punto fermo c’è: nella maggior parte dei casi, infatti, un margine di miglioramento c’è sempre.
Ne sanno qualcosa i medici Mike Lousada e Louise Mazanti, esperti sessuologi e coppia sposata, che nel loro recente libro “Real Sex” stanno cercando di spiegare al mondo che ci sono moltissime credenze sbagliate riguardo al sesso. E sono proprio queste credenze a rendere l’intimità riluttante o frenata.
Sì, il nostro sesso può sempre migliorare lo dice la scienza: perché ciò che crediamo riguardo all’intimità è sbagliato e come possiamo dare una spinta al sesso
La premessa della pubblicazione di Lousada e Mazanti è semplice: la società ci ha inculcato un’idea di sesso distorta dalla realtà. Ci ha messo pressione, ci ha spinto all’insicurezza. E tutto questo porta molte coppie (e molti singoli, quando non in coppia fissa) ad avere problemi con l’intimità. A vergognarsi, insomma.
Nel libro, quindi, i due sessuologi rivelano ai lettori le loro sette chiavi per il “sesso vero”, che, nelle loro parole, significa raggiungere un livello di connessione più stretto attraverso la consapevolezza che la nostra energia sessuale può essere incanalata per creare una nuova intimità, più piena e soddisfacente, con se stessi e con il proprio partner.
In un’intervista recente, la dottoressa Mazanti ha risposto ad una semplice eppure profondissima domanda: cosa c’è di sbagliato nel sesso che la gente fa oggigiorno? La risposta è altrettanto disarmante nella sua semplicità: il fatto è che non abbiamo più un’immagine naturale e sana del sesso, ma in testa si susseguono sempre e inevitabilmente le immagini con cui la società ci nutre, e cioè quelle derivanti dalla pornografia e dalla cultura dei mass media. Ancora oggi il sesso è considerato, in profondità, qualcosa di sbagliato o vergognoso, specialmente nei confronti delle donne, che non si sentono così in diritto di esprimere e vivere la propria sessualità, nonostante le battaglie dei reggiseni bruciati e del “fate l’amore non fate la guerra”.
Ecco perché durante il sesso, anche inconsapevolmente, ci ritroviamo sempre a monitorare la nostra performance, frenando gli eccessi ove ci sentiamo troppo disinibiti o, all’estremo opposto, forzandoci di spingere di più se ci vediamo troppo pudici. Il risultato è inevitabilmente un distacco dalla nostra vera intimità, e da quella con il nostro partner.
Ciò che dovremmo quindi fare passa attraverso le sette chiavi suggerite dai sessuologi: lasciare che il proprio desiderio sessuale si faccia sentire libero; evitare di sentirsi vergognosi o inibiti quando si tratta di conoscere a fondo ed esprimere il proprio io sessuale; reclamare il proprio corpo e lasciare che possiamo fare esperienza di nuove tipologie di piacere e sensazioni; legare le proprie emozioni, il proprio corpo e le proprie sensazioni a quelli del partner, per ravvivare davvero l’esperienza sessuale; comunicare chiaramente e senza freni, senza vergogna, con il partner, in modo da creare fiducia reciproca e in modo da lasciarsi andare davvero al piacere; e infine esprimere la propria sessualità in maniera cosciente e piena, nel modo che riteniamo più appropriato per noi stessi, senza sconfinare ma anche senza frenarci.
Nella stessa intervista che citavamo, la dottoressa dà poi altri sei consigli per migliorare davvero il sesso, pian piano e in maniera soddisfacente.
- Utilizzare la respirazione in maniera profonda per conoscere il proprio corpo, respirando coscienziosamente ogni volta che ne abbiamo l’occasione.
- Mentre respiriamo, ascoltiamo il petto e la pancia, dopodiché ascoltiamo davvero ogni sensazione in ogni parte del corpo.
- Cerchiamo di capire dove stanno le tensioni, e con coscienza e attenzione cerchiamo di allentarle.
- Spostiamo quindi questa attenzione, questa coscienza del nostro corpo e del nostro respiro, ai nostri genitali, immaginando di respirare con essi.
- Se siamo in un ambiente adatto e intimo, appoggiamo quindi una mano sul cuore e una sui genitali. Dopo un po’, potremmo sentire una leggerissima sensazione di piacere o di formicolio proprio in quella zona, in risposta all’attenzione che le stiamo dando.
- Ripetiamoci quindi: “sono una donna sessuale/sono un uomo sessuale”, fino a che non lo intendiamo davvero.
Un esercizio, questo, da ripetere ogni volta che ci sentiamo disconnessi dalla nostra sessualità, inibiti o al contrario forzati verso qualcosa che non sentiamo nostro. Sarà un modo per riprendere la nostra dimensione intima più vera, quella che ci farà entrare in connessione ancora più profonda con noi stessi, incanalandola poi nell’intimità con il nostro partner.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
9 grotte italiane da visitare insieme ai bimbi
Mercoledì, 30 Agosto 2017 09:38Le grotte affascinano noi adulti. Immaginate quindi l’effetto amplificato che hanno sui bambini, la cui natura li porta ad amare istintivamente (la maggior parte delle volte!) nascondigli e luoghi misteriosi.
In Italia siamo fortunatissimi: di grotte ce ne sono a bizzeffe, tutte belle e affascinanti e molte delle quali visibili tranquillamente in famiglia, con guide turistiche specializzate che ce ne faranno apprezzare ancora di più la storia e la scienza che ci stanno dietro. Un’occasione per dilettarsi con un po’ di sana speleologia!
9 grotte italiane da visitare insieme ai bimbi: le grotte e le caverne più affascinanti d’Italia per una gita in famiglia unica e indimenticabile
Nord Italia
Toirano (Liguria)
Sono zeppe di stalattiti, stalagmiti e alabastro: quella alle grotte di Toirano, nell’entroterra savonese, è una bellissima gita. In 70 minuti di visita le famiglie possono passeggiare in queste grotte davvero suggestive, piene non solo di meraviglie naturali ma anche di testimonianze del passaggio dell’uomo (ci sono tracce e impronte dell’homo sapiens) e degli animali preistorici: imperdibile è infatti il Cimitero degli Orsi, con i resti dell’insediamento animale preistorico. Gli antichi animali trascorrevano infatti qui dentro il loro periodo di letargo, circa 27-24000 anni fa. Il biglietto intero costa 10 euro, e i bambini tra i 5 e i 14 anni pagano 5 euro.
Bus di Tacoi (Lombardia)
Appena sopra Gromo (Bg) c’è una rupe che difende il paese. È proprio qui che si trova il Bus di Tacoi, o “buco dei ghiacci” in dialetto bergamasco. Si trova in val Seriana ed è una grotta carsica che si trova in una zona ricca anche di miniere. Rispetto alle altre grotte italiane, il percorso è molto più lungo: la visita dura circa 6 ore ed è necessario un minimo di attrezzatura ed esperienza. Questo percorso di 6 ore porta al Lago Verde, un laghetto naturale incastonato tra le pareti carsiche ricche di stalattiti e stalagmiti.
(Gromo)
Grotta Gigante (Friuli Venezia Giulia)
Come dice già il nome, la Grotta Gigante è la grotta turistica più grande del mondo. Esatto: del mondo! Vicino a Trieste, a Sgonico, ecco quindi questa cavità scoperta nella metà del diciannovesimo secolo e aperta al pubblico dal 1908. Se le altre grotte presentano più sale, questa è composta da un unico, grandissimo salone, alto quasi 100 metri. Una scalinata di 500 gradini permette quindi di salire fino in cima alla terrazza del Belvedere, ammirando così la grotta dall’alto in tutta la sua imponenza. La visita dura circa un’oretta: tenete presente che ci sono 11 gradi costanti per tutto l’anno, quindi è necessario pensare bene all’abbigliamento anche in estate!
Centro Italia
Frasassi (Marche)
Sono forse le più note in Italia: le grotte di Frasassi, in effetti, sono davvero imperdibili, con i loro 13 chilometri di gallerie e con il percorso speleologico tra i più suggestivi. Ci si arriva dal comune di Genga, in provincia di Ancona, e una volta giunti sul posto si può scegliere uno tra i due percorsi proposti: attraverso essi si giunge all’Abisso Ancona (un gigantesco cratere sotterraneo in grado di contenere idealmente il Duomo di Milano), al Laghetto Cristallizzato, alla Cascata del Niagara (meravigliosa: una colata bianca e candida di calcite pura), al Castello delle Fatine e ai Giganti (un gruppo di stalagmiti millenarie). Ci sono poi il Gran Canyon, la Sala dell’Orsa, la Sala Infinito… Insomma, un percorso ricco e variegato.
Pastena (Lazio)
Queste grotte di trovano in provincia di Frosinone, presso Minturno, e sono davvero sorprendenti: si sono formate in migliaia di anni attorno al torrente sotterraneo, e oggi abbiamo la possibilità di visitarle nella maniera più affascinante possibile. Al loro interno ci sono infatti due percorsi: uno di circa 900 metri, attraverso il quale è possibile visitare la grotta con le sue sale più incredibili (quella delle Colonne, che è davvero uno spettacolo della natura, ma anche quella dei Piastrelli, quella delle Meraviglie e quella del Calvario); il secondo percorso prevede di entrare nell’altro ramo della grotta, quello che dopo una passeggiata di un paio di chilometri porta alla Valle del Sacco a Falvaterra, anche attraverso una scalinata di circa 200 metri (sicura, che passa attraverso il Fosso Mastro).
Grotta del Vento (Toscana)
In Garfagnana, al centro del parco delle Alpi Apuane in Toscana, si trova la Grotta del Vento, originata dagli agenti atmosferici che hanno agito nel corso dei millenni sulle rocce calcaree del luogo. Stalattiti e stalagmiti, laghetti, corsi d’acqua… Tutto questo si trova all’interno della Grotta del Vento, che è possibile visitare optando per uno tra i vari itinerari (che variano per durata della visita: una, due o tre ore), facilmente accessibili alla maggior parte dei visitatori, oppure scegliere i percorsi avventura con impronta speleologica. Per tutto l’anno la temperatura si aggira intorno ai 10, 11 gradi.
Sud Italia
Grotte di Castellana (Puglia)
Una visita di un paio d’ore per 3 chilometri di percorso (oppure una ridotta, di 50 minuti): le grotte di Castellana, in provincia di Bari, presentano ambienti vari con stalattiti, stalagmiti, cristalli e colonne maestose. Alla fine del percorso si giunge alla bellissima Grotta Bianca, fatta in alabastro e quindi super candida e abbagliante. Le grotte sono aperte tutto l’anno (ma è sempre bene controllare gli orari di apertura) e il biglietto va dai 16 euro della visita completa ai 12 per quella parziale. I bambini fino a 5 anni, invece, entrano gratuitamente.
Grotta del Romito (Calabria)
Il comune di Papasidero, in provincia di Cosenza, nel Palco Nazionale del Pollino, ospita la Grotta del Romito, una grotta risalente al Paleolitico Superiore che oltre alla bellezza della natura mostra segni del passaggio dell’uomo, con incisioni rupestri e tracce si antiche sepolture.
(Mibac)
Grotte di Pertosa Auletta (Campania)
La particolarità affascinante è il primo tratto del viaggio alla scoperta di queste grotte. Ci si arriva infatti in barca, su piccole imbarcazioni guidate da personale esperto. La visita è adatta a tutte le età e percorre un tratto di circa un chilometro, comprendente i primi 400 metri in barchetta. Si raggiungeranno così, insieme alla guida, la Sala del Paradiso, la Grande Sala, la Sala delle Spugne e il Braccio delle Meraviglie. Si possono scegliere tre tipologie di visita: quella completa, a 20 euro; quella ridotta, a 13 euro; oppure quella speleologica, a 35 euro.
8 ricette estive che possono cucinare i bambini
Martedì, 29 Agosto 2017 09:15Cucinare è un’attività estremamente stimolante e da incoraggiare. Non solo perché farlo insieme è un’occasione per passare del tempo di qualità con i nostri figli, ma anche per il fatto che questa attività manuale allena moltissimo la motilità, ma anche l’intelletto e l’indipendenza.
Noi ne approfittiamo sempre, cercando ricette che possiamo eseguire insieme oppure piatti che i bambini possano assemblare da soli, per stimolarli ancora di più! Ogni età naturalmente ha i suoi piatti più indicati, e ogni bambino ha la sua capacità manuale. Partiamo quindi da ricette base, semplici, senza cottura, per giungere poi a quelle un pochino più elaborate!
8 ricette estive che possono cucinare i bambini: qualche idea di piatto che i bambini possono realizzare da soli
Spiedini di frutta: basterà infilzare in qualche stuzzicadenti lungo la frutta precedentemente tagliata (insieme ai bambini! Tagliare con il coltello è un’attività importante esattamente quanto l’imparare a tagliare con le forbici), a rondelle o a cubetti. Utilizzate anguria, fragole, banane, uva… L’importante è scegliere sempre i frutti di stagione in quel momento.
Spiedini di frutta da immergere nel cioccolato: La stessa ricetta ma con un tocco che è una bomba. Facciamo preparare ai bambini gli spiedini, oppure degli stecchini sui quali infilzeranno solo una o due fette di frutta, e nel frattempo noi facciamo sciogliere del cioccolato fondente in un pentolino. Facendo poi attenzione, i bambini potranno immergere gli spiedini nel cioccolato e appoggiarli su un piattino. Il cioccolato pian piano si solidificherà (mettiamoli pure in frigo!) e il risultato sarà delizioso!
Hummus di ceci: per iniziare ad usare il frullatore questa ricetta è davvero ottima. Facciamo scolare ai bambini 400 grammi di ceci in scatola, quindi lasciamo che li mettano nel frullatore insieme a due cucchiai di tahina, mezzo limone spremuto e un pizzico di sale. Frulliamo bene (guardando la magia del cibo che si fluidifica!) e mangiamo con delle tortilla o con della verdura tagliata a listarelle.
Insalata nel barattolo: Prendiamo un barattolo bello grande quindi facciamo assemblare ai bambini un’insalata in acquario! Verdure, olive, mozzarelline, semi, pomodorini… Tutto quello che viene loro in mente! Poi condiamo con olio e sale e godiamoci l’insalatona preparata da loro (che apprezzeranno ancora di più!).
Bruschette colorate: Tostiamo delle fette di pane integrale quindi facciamole condire ai bambini. Insegniamogli a tagliare i pomodorini, a versare l’olio, a salare, e componiamo le bruschette con fantasia insieme a loro.
Pinzimonio: Come dicevamo, tagliare è una skill importante. Aiutiamo i bambini a tagliare le carote, le zucchine, il sedano, il finocchio, e poi lasciamogli comporre un bel piattone di pinzimonio, preparando anche le ciotole con olio e sale oppure con l’hummus.
Rotolo di frittata fredda: Dopo aver preparato una frittata leggera, stendiamola su un piano. Facciamola condire ai bambini con ricotta di pecora, pomodorini, rucola o con gli ingredienti preferiti. Arrotoliamola poi su se stessa e tagliamola a rondelle, servendola bella fresca.
Palline dolci: Per dolce non serve cucinare torte pompose, perché esistono dolcetti senza cottura! Già, come le nostre palline dolci di cocco o quelle al cioccolato. Buonissime ma soprattutto divertentissime da preparare.
Il discorso di Pink a sua figlia, per accettare quello che siamo
Martedì, 29 Agosto 2017 08:34(Photo credit: Mirror.co.uk)
Qualche giorno fa sono andati in onda gli MTV Video Music Awards 2017, presentati da Katy Perry e guardati da milioni di telespettatori. Ma non è stato un video a prendere il palco. Non è stata una delle tante memorabili e magnifiche performance.
No, nelle orecchie e sulla bocca di tutti è rimasto un discorso: quello di Pink, che ha dedicato il premio vinto alla sua piccola Willow.
Il discorso di Pink a sua figlia, per accettare quello che siamo: le belle parole della cantante alla piccola Willow, per fare capire a tutti noi che siamo bellissimi sempre e comunque
Sul palco Pink ci è andata per ritirare il prestigioso premio Michael Jackson Vanguard Award. Completo maschile in linea con lo stile jacksoniano, il suo outfit in realtà nascondeva un messaggio più profondo del semplice omaggio al gigante del pop.
Il suo completo maschile si è rivelato infatti quanto di più appropriato, dopo aver ascoltato il discorso di accettazione del premio che la cantante ha dedicato alla figlia Willow. La piccola a quanto pare non si sente bella. O quantomeno non si sentiva carina, prima del discorso della mamma. Che con bellissime parole ha fatto capire a lei e a tutto il mondo che ognuno è bello a modo suo, che la gente avrà sempre di che sparlare, e che l’unicità è la più grande forza che abbiamo.
Willow ha sei anni e, in braccio al papà, in mezzo al pubblico, si è mostrata al mondo vestita esattamente come la mamma, in completo maschile. Proprio lei che pochi giorni fa si è lamentata con Pink del fatto di “essere brutta” e di “sembrare un ragazzino con i capelli lunghi”.
A casa Pink ha deciso di fare riflettere la sua (bellissima) bambina presentandole un Power Point con tutti gli artisti più ispiratori che hanno fatto della libertà di pensiero e di look la loro chiave stilistica: Prince, Michael Jackson, Elton John, George Michael… Dopodiché le ha parlato un po’. Ed è proprio sul palco dei VMAs che ha riportato la chiacchierata che hanno avuto nei giorni scorsi.
“Stavo portando mia figlia a scuola quando mi ha detto: “Mamma, sono la bambina più brutta che io conosca. Sì, sembro un ragazzino con i capelli lunghi”. E allora io le ho detto: “E allora io cosa sembro?”. “Tu sei bellissima”, mi ha risposto. “Beh, grazie! Però quando la gente ride di me dice proprio che sembro un maschio, che sono mascolina, che ho troppe opinioni, che il mio corpo è troppo forte.
Ma mi vedi per caso fare crescere i capelli?” Mi ha risposto: “No, mamma”. “Mi vedi cambiare il mio corpo?”. “No, mamma”. “Mi vedi cambiare il modo con il quale mi presento al mondo?”. “No, mamma”. “Mi vedi riempire gli stadi di tutto il mondo?”. “Sì, mamma”. Quindi, piccola mia, noi non cambiamo. Prendiamo la pietra nella conchiglia e la trasformiamo in perla. E aiutiamo gli altri a cambiare. Tu, mia cara ragazza, sei bellissima, e io ti amo.”
Un discorso, questo, che è diventato giustamente virale. E che nasconde (nemmeno troppo velatamente) una bella lezione: non siamo noi che dobbiamo cambiare. Sono gli altri. Quelli che giudicano, che sparlano, che sembrano avere opinioni fondate semplicemente sull’esteriorità. E per farli cambiare non serve molto: basta che rimaniamo noi stessi, senza dare peso a questi pensieri, ma sfruttando la nostra unicità per riempire metaforicamente gli stadi, proprio come Pink.
Le torte non devono per forza essere morbide e perfette alla vista. Noi amiamo anche quelle "crumble", e cioè sgretolate, la cui superficie si presenta irregolare e sfaccettata, croccante, friabile e irresistibile. Ci sono molti modi per ottenerle: noi amiamo questo, con i fiocchi di avena!
Torta crumble mele e frutti rossi: come cucinare la torta croccante e friabile dal cuore cremoso a partire da avena, mele e frutti rossi
Il pettine per pidocchi davvero efficace
Lunedì, 28 Agosto 2017 09:36
Per combattere i pidocchi di certo la prima regola è la prevenzione. Ci sono poi terapie complementari, come l’aromaterapia, che in certi casi si rivela un'ottima strategia. Ma lo strumento certamente più utile è il famoso pettinino.
Fino a poco tempo fa il pettine per pidocchi era un semplice pettinino a denti strettissimi in grado di raschiare sia i pidocchi sia le lendini, le loro uova. Utilizzarlo è semplice ma serve molta pazienza, oltre che meticolosità, e spesso non ci si accorge di lasciare dietro anche quei pochissimi residui che poi causeranno un’altra esplosione di pidocchi.
Beh, ora c’è un nuovo strumento. E noi ne siamo già entusiaste.
Il pettine per pidocchi davvero efficace: da Medisana il pettinino elettrico antipidocchi LCS, efficace e sicuro per la guerra naturale contro i pidocchi
LCS è un pettine antipidocchi che si differenzia dai soliti per il fatto di essere elettrico. Come i pettinini, è composto da denti strettissimi che incastrano pidocchi e uova in maniera naturale, rimuovendoli dalla cute e dai capelli dei bambini (ma non solo: spesso anche i genitori li prendono, vivendo a stretto contatto con i figli).
I pidocchi, piccoli parassiti che si nutrono del sangue della cute, sono minuscoli (da adulti misurano 2 o 3 millimetri) e di colore grigio-marrone. Si attaccano ai capelli, mentre sulla cute depositano le loro uova, che rimangono così sulle radici dei capelli. Dopo una settimana circa le uova si schiudono, rilasciando i nuovi pidocchi e lasciandosi dietro i gusci, e cioè le lendini.
I bambini solitamente iniziano con una decina di pidocchi, ma se il problema non viene trattato questi possono moltiplicarsi arrivando fino a 200.
E sfatiamo subito un mito: non sono i capelli sporchi ad attirarli. Semplicemente, i pidocchi si spostano di testa in testa attraverso il contatto tra i capelli, oppure attraverso i tessuti.
Detto questo, il pettinino elettrico è finalmente un metodo efficace. Soprattutto per chi, come noi, preferisce evitare dei trattamenti chimici e davvero molto aggressivi che oltre a rovinare i capelli rilasciano sostanze non propriamente salutari. Senza quindi utilizzare shampoo o lozioni aggressive, il pettinino permette di sbarazzarsi dei pidocchi e delle uova naturalmente.
La tensione elettrica che lo caratterizza (che è davvero molto bassa, e quindi innocua, ma fatale per i minuscoli parassiti) uccide infatti sia i pidocchi adulti sia le uova al solo contatto con il capello, e senza intaccare minimamente la salute del cuoio capelluto. Chi lo utilizza non percepisce assolutamente questa tensione, che viene invece segnalata dall’apparecchio.
La corrente a bassa tensione è data da semplici batterie AA, è indolore e assolutamente innocua, e dunque priva di controindicazioni (se non quella di evitare assolutamente l’utilizzo dei prodotti chimici durante il periodo del trattamento). Basterà quindi pettinate meticolosamente i capelli (asciutti!) affetti dai parassiti ogni giorno per due settimane (per essere certi di aver eliminato non solo tutti i pidocchi, ma anche quelli rilasciati dalle uova più nuove), senza ricorrere a nessuna terapia con sostanze chimiche. E può essere utilizzato anche sui nostri animali domestici!
Continuando quindi con le regole di prevenzione (il lavaggio di tutti i tessuti entrati in contatto con la testa su tutte), piano piano i pidocchi verranno eliminati in maniera delicata e naturale e per nulla aggressiva.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Le varietà di pere
Lunedì, 28 Agosto 2017 08:24Dici pera, ma quale intendi? Come i pomodori, le zucchine e tutte le altre tipologie di frutta e verdura, anche le pere si presentano in numerose varietà. Più dolci, più fragranti, adatte alle torte, adatte alle macedonie… Oltre alle famose Williams, ne conoscete? Ecco la nostra guida alle varietà di pere, per conoscerle e sceglierle nella maniera più adatta.
Le varietà di pere: la guida per conoscere tutte le varietà di pera presenti sui banchi dei nostri mercati
Prima di addentrarci nella lista della varietà di pere, è bene sapere che questo frutto autunnale è davvero un toccasana: antiossidante grazie ai suoi polifenoli, contrasta i radicali liberi e allo stesso tempo protegge il sistema cardiovascolare. È inoltre povero di sodio, dà molta energia grazie agli zuccheri semplici e al potassio e protegge la pressione sanguigna, i reni, il sistema linfatico e quello nervoso.
Pera Williams: partiamo dalla più nota, la pera Williams, quella più diffusa nei nostri mercati forse anche per la sua versatilità: è infatti buonissima in macedonie e frullati, ma anche come accompagnamento in cocktail alcolici o analcolici, in marmellata e in succhi di frutta fatti in casa. La sua buccia è tendente al verde (con punte di giallo) e la polpa molto chiara, verso il bianco. È molto zuccherina, e per questo ottima anche da sgranocchiare così, ma per lo stesso motivo è più delicata e andrebbe protetta dai vari traumi perché soggetta ad ammaccature. Si trova sui mercati da agosto a dicembre.
Pera Kaiser: la sua forma è regolare (tondeggiante e più grossa delle altre pere) e il colore della sua buccia è molto più tendente al marrone. La polpa, chiara, è succosa e abbastanza croccante, e per questo la si può consumare fresca oppure cotta, con dello zucchero di canna integrale e cotta in forno o al vapore. Per la sua polpa più croccante è poi perfetta nelle torte, perché si sfalderà meno mantenendo la morbidezza. La troviamo fresca da settembre ad aprile.
Pera Conference: da novembre a giugno troviamo poi la pera conference, dalla buccia simile alla Williams ma di forma più allungata. La polpa è biancastra tendente al crema e il suo sapore sta tra il dolce e l’acidulo.
Santa Maria: pera estiva è la Santa Maria, dato che la troviamo in vendita proprio nei mesi tra luglio e ottobre. È coltivata nel sud Italia, al caldo. La polpa è bianca, mentre la buccia è verde con striature rosse nella parte esposta al sole.
Pera Abate: devono il loro nome all’abate Fetel, che le selezionò nel XV secolo. Sono allungate e la buccia è verde con punte marroncine. La polpa è molto profumata e bianca ed è davvero molto, molto succosa. Da settembre a gennaio le possiamo trovare al mercato e le possiamo usare per i risotti, per le torte (come la Kaiser, la sua polpa è compatta) o in accompagnamento ai formaggi.
Pera Guyot: come la Santa Maria è una pera estiva, e quindi precoce. E infatti è proprio detta “Williams Precoce”, per la sua somiglianza con la pera più famosa. La polpa è fragrante e porosa e la buccia giallastra, e il suo peso è medio. Come la Williams è buonissima in macedonie, succhi, frullati e smoothies.
Williams Rossa: infine un’altra pera simile alla Williams, ma stavolta decisamente più riconoscibile grazie al suo colore peculiare: il rosso. La Williams rossa è infatti molto simile alla sua cugina verde, ma è più estiva. Come lei è delicata (e soggetta ad ammaccature). La polpa, color avorio, è succosa e molto profumata, di consistenza fine. Zuccherina, è molto buona quando consumata fresca.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Cosa ci hanno insegnato le nostre mamme
Venerdì, 11 Agosto 2017 14:07Ci sono cose che quasi tutte le noste mamme ci dicevano e che in qualche modo ci hanno cambiato la vita. Ce l'hanno cambiata perché dopo averle sentite ci siamo sentite più confidenti in noi stesse, più forti o più serene. E che nel momento in cui siamo diventate a nostra volta ci sono tornate in mente. Ecco, sono quelle frasi che, come loro le hanno dette a noi, noi dovremmo dirle ai nostri figli, per farli crescere adulti consapevoli, sereni, forti e determinati, con la consapevolezza che essere se stessi è sempre una buona idea.
Cosa ci hanno insegnato le nostre mamme: le frasi che ci hanno trasmesso le nostre madri e che dovremmo dire sempre ai nostri figli per far sì che crescano in armonia
1) Sei bellissimo/a.
Magari non ci credevamo, perché ogni scarrafone è bello a mamma sua. Ma alla fine ci faceva piacere. E sentirselo dire anche di prima mattina, o quando siamo un casino, quando abbiamo i capelli disordinati o non ci piacciamo quel nuovo taglio di capelli fa tanto. Fa capire che la bellezza è interna, che la bellezza è innata, che la bellezza sta negli occhi di chi guarda e che belle lo saremo davvero sempre.
2) Perché ti senti così?
A volte invece di sgridarci le nostre mamme ci chiedevano di spiegare, piuttosto, i nostri sentimenti. Se l'hanno fatto anche le vostre saprete che è in quei momenti che trovi la forza di reagire alle cose, di tirarti su, di fronteggiare la realtà e di immedesimarti con gli altri. Dovremmo sempre chiedere questo, ai nostri figli, prima di inveire nervosamente perché ci stanno facendo perdere le staffe con il loro pianto apparentemente inutile.
3) So che farai la scelta giusta.
Indipendentemente da quale questa scelta sarebbe stata. Da piccoli, da grandi. Questa è una frase che colpisce al cuore, perché fa capire che la mamma ha fiducia in noi, e che indipendentemente dalle nostre idee ci vorrà sempre bene.
4) Divertiti!
Che bello sentire queste parole! Anche da piccoli, quando iniziavamo ad uscire con gli amici il pomeriggio, quando andavamo a dormire da un amichetto, quando insomma i genitori non c'erano. Significava avere l'approvazione del fatto che era giusto staccarsi e vivere la propria vita. Una frase apparentemente innocua che quindi ci portiamo dentro per sempre per avere sempre serenità!
5) Mi raccomando.
Ogni mamma sa che i figli sbaglieranno, che faranno qualcosa di testa loro, che disubbidiranno e non seguiranno le regole. Il "Mi raccomando" racchiude questo: il sapere che farai qualcosa che non approveranno, ma che in ogni caso si è consapevoli che non supererai la linea invisibile del troppo. Insomma: "mi fido, ma fino a un certo punto; tuttavia ti lascio libero: non deludermi!".
6) Sono orgogliosa di te.
Come l'ultima frase di questo elenco, questa fa parte di quelle che non tutti i genitori riescono a dire, perché magari più chiusi. Ma sentirsela dire, per un bambino o un ragazzo, è meraviglioso. Soprattutto dopo i grandi traguardi, quelli istituzionali o quelli meno "importanti" ma fondamentali ai suoi occhi. Approvazione: un concetto difficile, ma che un figlio ha bisogno di sentire da parte di un genitore.
7) Sarai un bravo genitore.
Questa forse ce l'hanno detta quando eravamo più grandicelli, quando passavano i momenti di scontro e di contrasto e iniziavamo a capire che fare il genitore non è così semplice come credevamo quando eravamo piccoli. Una frase semplice, ma che fa tanto, perché entra nella nostra coscienza, e se viene fuori nei momenti giù, allora ha la forza di farci sentire davvero forti. Perché tutti i genitori sbagliano, lo faremo anche noi. Ma ciò non significa mai essere cattivi genitori.
8) Ti voglio bene.
Non tutti esprimono i loro sentimenti a parole. Ma se i vostri genitori erano fatti della pasta di chi invece al contrario dice in faccia ciò che prova saprete anche che fa benissimo sentirselo dire. E probabilmente ora non farete fatica a dire ai vostri figli "ti amo": ricordate quanto faceva bene a voi e continuate così.
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