Il corpo della donna dopo il parto: come accettare i suoi cambiamenti e tornare a vedersi belle
Mercoledì, 03 Novembre 2021 15:53La fase post parto è molto importante per una donna, sia per quanto riguarda l’aspetto mentale che per quanto concerne il lato fisico. Non sempre risulta semplice accettare i cambiamenti del proprio corpo e guardarsi con occhi nuovi. Ecco spiegato perché oggi approfondiremo alcune informazioni riguardanti le principali evoluzioni del corpo femminile durante la gravidanza e dopo l’arrivo di un bebè. L’obiettivo principale? Lavorare su sé stesse per tornare a vedersi belle, e per accettare la propria nuova condizione fisica.
Quali sono i principali cambiamenti fisici dopo il parto?
Si comincia analizzando i cambiamenti fisici che si presentano durante la gravidanza.
Per prima cosa, aumentano ovviamente le dimensioni della pancia e del seno, mentre la pelle appare luminosa e in grande salute. In secondo luogo, potrebbero comparire delle piccole smagliature su tutto il corpo, o, in alcuni casi, solo in alcune zone specifiche, come ad esempio in prossimità dei fianchi. Va detto che i cambiamenti fisici potrebbero essere diversi da donna a donna; la cute, ad esempio, potrebbe reagire alla gravidanza in modo diverso in base al soggetto. Spesso potrebbe risultare spenta e poco luminosa, a causa della sua disidratazione e della sua secchezza, o, ancora, potrebbe apparire troppo lucida, per via di un aumento del sebo.
Una volta nato il piccolo, però, si tende a perdere qualche chilo e a ritornare gradualmente alla normalità, anche se serve un pizzico di impegno in termini di attività fisica. Per le mamme che decidono di allattare, poi, ulteriori cambiamenti del corpo avvengono nella fase post allattamento; il seno, generalmente, tende a diventare meno tonico rispetto a prima. Esistono, per fortuna, alcune soluzioni per rassodarlo e donargli nuovamente volume: tra le varie opzioni, le neomamme possono considerare l’idea di utilizzare dei reggiseni capaci di sostenere e di risaltare adeguatamente il proprio décolleté. Si fa ad esempio riferimento al reggiseno pushup di Cotonella che, oltre al comfort necessario, dona alla scollatura femminile sensualità ed eleganza.
Inoltre, ci si può aiutare con degli esercizi appositi da eseguire in palestra, così da tonificare i muscoli del petto.
Come prendersi cura di se stesse e tornare a vedersi belle
I cambiamenti post parto possono destabilizzare una neo mamma, che sentirà la necessità di riconquistare la sua sensualità e tornare a sentirsi bella. A questo proposito, si consiglia innanzitutto di dedicarsi all’attività fisica: questa serve, come detto, per tonificare i muscoli e per perdere quei chili che alle volte si prendono durante la dolce attesa, quando questi non fanno sentire a proprio agio la neomamma.
In secondo luogo, è opportuno regalarsi dei momenti per coccolarsi, ad esempio con delle sedute di massaggi, o semplicemente con una beauty routine ideale per il post parto. Fra le varie strategie per tornare a piacersi c’è anche la seguente: dedicarsi allo shopping, che rappresenta sempre un momento per premiarsi e per distrarsi. Il tempo farà il suo corso, è bene non avere fretta di cambiare radicalmente la propria condizione fisica, per non aggiungere ulteriore stress a questo momento della vita piuttosto intenso e delicato. Infine, è importantissimo imparare a non dar peso al giudizio altrui; con un po’ di impegno e qualche “trucchetto” è possibile tornare a vedersi belle proprio come prima.
Cosa farò da grande? I lavori ecologici del futuro
Mercoledì, 03 Novembre 2021 10:36L'orientamento? Solitamente parte dalle scuole medie, quando i ragazzi e le ragazze si trovano a dover fare la scelta della scuola superiore. Liceo? Istituto tecnico? Istituto professionale? In quel momento, c'è chi ha già le idee molto chiare (pochissimi, a ben vedere!) e chi invece non ha la minima idea di cosa vorrà fare da grande. Semplicemente, ci si concentra sulle proprie attitudini e sulle materie preferite. Ma se i ragazzi e le ragazze sapessero quali lavori li aspettano, farebbero una scelta più mirata?
Chissà. L'importante è conoscere le proprie opzioni, in modo da fare scelte precise (quando si conosce già la carriera da inseguire!) o più malleabili (quando restano molti dubbi). In particolare, è bene conoscere i lavori e le professioni a cui si può aspirare in base alle proprie passioni e ai propri interessi.
Ad esempio: quali saranno i lavori green del futuro? Quali sono le posizioni professionali che permettono di dare un contributo positivo al pianeta? Ecco i lavori green più richiesti e gettonati (oggi e in futuro) e le competenze da acquisire per cominciare fin da subito a costruirsi una carriera.
L'ingegnera e l'ingegnere
In generale, ingegneria è una materia innovativa che punta all'aggiornamento costante. E dato che le materie si aggiornano di pari passo con ciò che accade nel mondo, è molto probabile che gli ingegneri e le ingegnere del futuro si concentreranno sulle nuove tecnologie green, sui materiali sostenibili e sulle costruzioni e applicazioni con meno impatto ambientale, così come sulla nuova mobilità elettrica o verde in generale (ovvero: progettano auto che non inquinano!).
L'architetto o architetta verde
Non un semplice architetto o una semplice architetta: il lavoro del green architect si concentra proprio sulle costruzioni e sugli ambienti disegnati per avere un basso impatto ambientale, come spazi con giardini interni e verticali che compensano le emissioni, impianti sostenibili e materiali rinnovabili.
Per diventare architetto o architetta è necessario laurearsi in architettura. Le scuole superiori più indicate? Un istituto tecnico per geometri oppure il liceo scientifico o quello artistico.
L'agronomo o agronoma
Importante figura per il settore agroalimentare, l'argonomo è la figura esperta di agricoltura e agronomia, un professionista che viene richiesto in moltissimi ambiti e che può consigliare le tecniche più innovative e green per rendere i consumi alimentari e di materie prime molto più sostenibili. In questo caso, è consigliato scegliere un liceo con indirizzo agrario, per poi orientarsi su università di settore.
L'event planner
Cosa c'entra l'organizzazione di eventi con l'ecologia? A quanto pare molto, perché una figura sempre più richiesta, soprattutto per i grandi eventi, è l'event-planner specializzato in green-economy, ovvero il professionista o la professionista che può aiutare ad organizzare feste, concerti ed eventi in generale tenendo un basso impatto ambientale, grazie a scelte sostenibili a partire dall'energia utilizzata fino agli oggetti dati in dotazione al pubblico, come piatti, bicchieri e strumenti vari.
In questo caso non c'è un percorso di studi preciso, ma è consigliato formarsi tanto sull'organizzazione di eventi, quanto sull'ecosostenibilità, con corsi dedicati o master appositi.
L'oceanografo o oceanografa
Chi studia gli oceani e i mari è l'oceanografo, che mappando i fondali e indagando la vita marina può tenere monitorato lo stato di salute dell'acqua e, di conseguenza, della Terra tutta.
Il chimico o la chimica industriale
Le industrie sono tra le prime cause dell'inquinamento mondiale. Saranno dunque loro a doversi modificare e adattare alla nuova green economy, e per farlo si dovranno affidare a personale qualificato che le guidi nella transizione green. In questo senso, chi studia chimica può diventare il professionista ideale a cui rivolgersi: saprà valutare lo stato operativo delle fabbriche indicando cosa fare in termini di smaltimento dei rifiuti, utilizzo di materie prime più sostenibili e rinnovabili e individuando tutti gli altri passi per trasformarsi in azienda verde. I chimici e le chimiche saranno quindi figure professionali davvero fondamentali in futuro, soprattutto quando le norme saranno più stringenti e precise.
L'ecomanager
In generale, chi si occupa di portare l'azienda verso lidi più verdi è il green manager, figura che studia a fondo le imprese e idea un piano strategico per renderle più ecologiche e sostenibili. Anche in questo caso non vi è una laurea o una carriera educativa specifica, ma è bene prepararsi al meglio sugli aspetti più importanti. Ingegneria, quindi, è una buona base, ma anche giurisprudenza (per studiare a fondo le normative). Sarà poi necessario mantenersi sempre aggiornati sulle novità, le regole, i materiali, le statistiche... Diventando, così, una figura fondamentale e insostituibile per le aziende.
L'installatore o installatrice di impianti sostenibili
Fotovoltaici, ma non solo: l'energia domestica si sta facendo sempre più verde e sostenibile e saranno sempre di più le richieste di installazioni di nuovi impianti a basso impatto ambientale. Frequentando un buon istituto tecnico o professionale, i ragazzi e le ragazze potranno apprendere le nozioni base, per poi specializzarsi una volta entrati nel mondo del lavoro.
Cambiamento climatico: cos'è e come spiegarlo ai bambini
Martedì, 02 Novembre 2021 13:39Se ne parla molto, da parecchi anni, eppure non tutti sanno di cosa si tratti veramente. Addirittura, c'è chi ha dubbi in merito. Ma il cambiamento climatico è una cosa seria e il futuro del mondo è nelle nostre mani. E in quelle dei nostri bambini e bambine, che a quanto pare stanno già prendendo le redini di un argomento che per troppo tempo è stato ignorato dalle generazioni precedenti.
I ragazzi e le ragazze del Fridays For Future combattono per la giustizia climatica, che in realtà abbraccia tutte le ingiustizie, ed è davvero bellissimo vedere l'impegno che ci mettono. Un po' come quando noi millennial, alle elementari, scoprimmo l'importanza della raccolta differenziata portandola poi nelle nostre case, costringendo i nostri genitori a differenziare i rifiuti e dando il via ad un'abitudine davvero virtuosa che ora è quotidianità.
Ecco dunque il cambiamento climatico spiegato ai bambini, con parole semplici ma efficaci, per instillare in loro fin da piccoli la giusta coscienza ambientale.
Cos'è il cambiamento climatico
Il cambiamento climatico è, in poche parole, l'insieme dei cambiamenti che coinvolgono la temperatura media della Terra. Questa temperatura subisce innalzamenti e abbassamenti in maniera naturale (pensiamo alle varie glaciazioni che ci sono state migliaia di anni fa), ma recentemente si sta alzando in modo repentino, molto più velocemente rispetto a quanto accaduto in passato.
In questo momento, gli studi hanno rivelato che la Terra è circa un grado più calda rispetto a 300 anni fa. Ma anche se un grado sembra poco, gli stessi studiosi ci hanno messo in guardia: un altro grado e mezzo e le conseguenze saranno devastanti per il pianeta. I ghiacci delle calotte polari, infatti, si scioglieranno, causando l'innalzamento del livello del mare, inondazioni e scomparse di isole e territori sul livello del mare.
Accanto a queste devastazioni si aggiungerebbero tempeste, uragani e altre situazioni tremende e pericolose causate esattamente dalle temperature troppo alte e dagli sconvolgimenti che esse provocano sul clima e sulle precipitazioni.
Le cause del cambiamento climatico
Purtroppo a causare il repentino innalzamento delle temperature sono alcune abitudini di noi esseri umani, soprattutto occidentali. Prima di tutto, infatti, a causare il cambiamento climatico è l'inquinamento dovuto alla combustione di petrolio, carbone e gas, ovvero i combustibili fossili che scaldano le case e fanno andare avanti la maggior parte delle fabbriche e delle industrie, ma anche dei trasporti. Le sostanze che la combustione rilascia nell'atmosfera, come il diossido di carbonio, intrappolano il calore del sole riscaldando la Terra. Si tratta, esattamente, dell'effetto serra.
La deforestazione e l'eccessiva urbanizzazione è un altro dei motivi alla base del cambiamento climatico. Le foreste e gli alberi sono infatti fondamentali per l'equilibrio della terra. La fotosintesi clorofilliana abbassa i livelli di CO2 rilasciando ossigeno, e tagliare alberi e foreste per fare spazio al cemento è, si capisce, devastante.
L'incremento della popolazione poi non aiuta di certo: più persone sul pianeta significa più consumi e più sfruttamento delle risorse naturali, soprattutto non rinnovabili. La crescita degli esseri umani sulla Terra è infatti repentina tanto quanto il riscaldamento: sessant'anni fa sul pianeta c'erano circa 3 miliardi di persone; oggi siamo più di 7 miliardi.
Infine, non dimentichiamo i rifiuti: lo smaltimento dei rifiuti tramite combustione è deleterio perché immette nell'aria moltissime sostanze dannose che contribuiscono all'effetto serra (oltre ad essere estremamente dannose per la salute).
Cosa fare
Prima di tutto, è bene fare sentire la propria voce. Le scelte personali sono infatti importanti, ma la maggior parte delle emissioni globali è dovuta a pochissime industrie. Manifestare, parlare, informarsi e impuntarsi è quindi necessario per far sì che i Governi regolarizzino le emissioni, mettendo norme e divieti importanti ed efficaci.
Personalmente, possiamo poi scegliere una vita il più possibile plastic free, fare sempre la raccolta differenziata e adottare pratiche quotidiane che abbiano poco impatto, risparmiando e riciclando ciò che abbiamo il più possibile e scegliendo il second hand quando possibile per evitare di produrre nuovi rifiuti. Anche scegliere vestiti e prodotti etici e sostenibili è importante: evitare il fast fashion sembra difficile, è vero, ma in realtà puntare su capi evergreen che siano di qualità alla fine ripaga, perché durano molto ma molto di più.
Infine, mangiare meno carne e derivati animali è una scelta green, così come scegliere frutta e verdura che sia sempre di stagione e il più possibile a km zero.
Prima settimana con il bebè: i consigli spassionati che ti svolteranno la vita
Venerdì, 29 Ottobre 2021 11:34Questi che troverai qui sotto sono consigli utili soprattutto per le neomamme, ma che certamente saranno apprezzati e sfruttabili anche a chi è al secondo o terzo figlio. Naturalmente, si tratta di consigli per chi ha partorito o per chi ha adottato un neonato nei primi giorni di vita, e non alle famiglie che trascorrono la prima settimana con un bambino o una bambina già più grandicelli: in quel caso, i consigli possono essere diversi e ad hoc, anche se la stanchezza può essere comparata! I neonati e i bebè, infatti, hanno ritmi tutti loro che sconvologono moltissimo le giornate.
Ecco quindi qualche consiglio spassionato per godersi al meglio la prima settimana a casa con il bebè, suggerimenti utili per vivere al meglio un periodo stravolgente senza lasciarsi sopraffare.
Evita le faccende superflue
Quando arriva un bebè in casa, questa pare soccombere al caos! È vero, ma è anche vero che non sta a te preoccupartene. Quando torni dall'ospedale, è bene che ti concentri sul neonato che è entrato con te dalla porta, seguendo i suoi ritmi e cercando di godere a tua volta di questo periodo strano e unico.
Non preoccuparti quindi troppo della casa, accetta qualche aiuto esterno (se c'è) e rilassati per un attimo. Il tempo di trovare una nuova routine ci sarà, ma per ora è giusto che tu stia tranquilla, e che il bebè ti goda nella rilassatezza reciproca.
Dormi quando lui/lei dorme
Un consiglio che probabilmente avrai già sentito e che è estremamente valido: la privazione del sonno è problema comune con i neonati, perché hanno orari diversissimi dai nostri e cicli sonno veglia più corti e frequenti. Invece di cercare di dormire solo di notte, approfitta anche dei pisolini del bebè e riposati.
Svuota il freezer
Insieme al tuo compagno o alla tua compagna, adagiati per un po' sugli allori e questa settimana provate a fare il meno possibile. Un consiglio è quello di cucinare tutto ciò che avete preparato prima della nascita: lasagne vegetariane, melanzane alla parmigiana, vellutate, polpette... Congelando tutto, avrete pasti pronti e semplici - ma caldi e casalinghi! - per tutta la settimana.
Affidati ad un/una professionista dell'allattamento
Se stai pensando di allattare al seno, probabilmente in ospedale hai già cominciato a farlo, ma possono volerci giorni - se non settimane! - per trovare il giusto equilibrio e riuscire a farlo al meglio, senza dolore e con le giuste modalità. La prima settimana a casa può quindi essere l'occasione giusta per cominciare subito ad allattare bene, affidandoti a specialisti dei consultori locali o suggeriti dall'ospedale, che organizzano visite individuali o corsi in presenza a seconda di ciò che hai bisogno.
Chiedi aiuto senza timore
La nostra società addossa sulle spalle delle mamme un sacco di responsabilità e di aspettative onestamente inconcepibili. Non sei una supereroina e non sei un fallimento se trovi tutto difficile e faticoso: lo è! Non tenerti quindi tutto dentro ma chiedi aiuto sia fisicamente per le faccende, se ne hai bisogno, sia mentalmente. La tua vita è stata stravolta, gli ormoni sono scombussolati, e potresti adorare fin da subito la nuova quotidianità quanto odiarla. Nessuna madre è uguale ad un'altra, per quanto la cultura ci voglia fare credere che esistano una mamma perfetta e un modo di essere madri legittimo.
Proteggere la propria famiglia con un'assicurazione sulla vita
Venerdì, 29 Ottobre 2021 09:31Determinati accorgimenti permettono non solo a se stessi ma anche alla propria famiglia di beneficiare di una tutela in grado di dare un sostegno persino quando le condizioni avverse mettono in serio pericolo l’incolumità dei componenti del nucleo in questione. Questa prevenzione, pur avendo molte varianti, tiene conto soprattutto di una situazione capace di colpire pesantemente quella che è, magari, la principale fonte di reddito di una famiglia portandola ad una situazione di disagio a dir poco sconfortante – se non addirittura nociva e deleteria su più fronti. Perciò, con una polizza vita mista si ha la chance di rimediare a ciò attingendo da un corrispettivo economico teso a fornire un aiuto concreto a chi ne ha bisogno in quel preciso momento.
I punti chiave di una polizza vita mista
Una polizza vita mista si focalizza su innumerevoli servizi e vantaggi perfetti per proteggere i propri cari qualora le cose inizino a girare per il verso sbagliato. Perciò, un’assicurazione sulla vita è quanto di meglio ci possa essere per quelle famiglie con figli o genitori anziani a carico o che hanno sottoscritto un mutuo per l’acquisto integrale dell’immobile in cui si risiede. Proteggere i familiari da una circostanza negativa può essere, a conti fatti, una scelta quasi obbligata per quei nuclei che possono contare, indiscutibilmente, su un’unica fonte di guadagno; in aggiunta a ciò, non vanno escluse quelle situazioni caratterizzate da entrate provenienti da diverse fonti ma che servono, per un motivo o per un altro, al sostentamento di genitori anziani o figli piccoli bisognosi di ogni sostegno possibile.
Quindi, sottoscrivere un’assicurazione vita per il capofamiglia o per entrambi i coniugi può essere un’iniziativa oculata poiché, in caso di morte prematura, ci sarà sicuramente un aiuto economico in grado di dare il supporto necessario per affrontare determinate esigenze, primarie o secondarie che siano.
Alcune alternative concrete per una polizza vita mista
Per quanto riguarda le varie alternative percorribili con una polizza vita mista, si può avere a che fare con un novero di scelte in grado di soddisfare ogni genere di eventualità. Se delle persone hanno contratto un grosso debito la cui estinzione richiede tempi estremamente lunghi, la copertura ideale è la temporanea caso morte, dove il capitale da assicurare e la durata del contratto si calcolano in base alla cifra da restituire all’istituto creditizio.
Per i lavoratori dipendenti, sebbene ci sia già nella maggior parte dei casi una polizza convenzionata con il proprio datore di lavoro, questa non garantisce capitali elevati e si allinea, essenzialmente, ad un novero di benefit aziendali. Quindi, visto e considerato che non rappresentano un sostegno finanziario adeguato, queste polizze non seguono gli eventuali cambi di lavoro o di professione del diretto interessato. Perciò, è opportuno valutare una soluzione ad hoc come una polizza vita aggiuntiva dotata di maggiori garanzie e rendite.
In merito alle casalinghe, si consiglia quasi sempre di tutelarsi con una polizza vita ad hoc. Questa considerazione poggia su un dato di fatto che non tutti enfatizzano come dovrebbero poiché in caso di dipartita di un componente familiare che si occupa delle faccende domestiche, verrebbe a mancare un riferimento prezioso per la crescita dell’intera famiglia. Quindi, al di là dell’aspetto retributivo, la centralità di queste attività va difesa e protetta con una copertura che eviti, così, altri interventi ben più onerosi. Per esempio, gli aiuti esterni o l’intervento di personale addetto alla pulizia degli ambienti e alla cura degli spazi domestici sono una sorta di investimento che una famiglia, nel pieno del suo dolore, risentirebbe in maniera esponenziale pregiudicando anche quella che dovrà essere la naturale prosecuzione della propria vita.
Le competenze da insegnare fin da subito per una vita di successo
Giovedì, 28 Ottobre 2021 12:05Una delle cose che si augura ai propri figli e alle proprie figlie è avere successo nella vita. La speranza è che, al di là degli aspetti economici, da adulti possano avere una vita soddisfacente e piena, facendo ciò che davvero desiderano ed essendo ciò chi sono davvero, nel profondo. Questi aspetti, infatti, sono una base importante per una vita felice, e la felicità è, credo concordiate, tra le fortune che auguriamo con più convinzione ai nostri bambini e bambine.
Avere successo nella vita richiede però impegno: le fortune arrivano, ma bisogna anche essere in grado di coglierle, riconoscendole e mettendole a frutto, mettendoci se stessi e impegnandosi davvero. Perché la vita è piena di sfide, e saperle affrontare è decisivo per un'esistenza serena, armoniosa e piena. Alcune competenze più di altre aiutano in questo: ma quali sono?
Secondo Harvard non contano i voti, ma le skill
A stilare una breve lista delle competenze più importanti per avere successo nella vita ci ha pensato il Center on the Developing Child di Harvard, la prestigiosa università statunitense. Gli studiosi e le studiose sono infatti convinti che il successo nella vita non dipenda tanto dai voti e dai raggiungimenti scolastici, ma soprattutto dal ventaglio di competenze che ognuno si costruisce durante l'infanzia, da poter sfruttare nel corso della vita adulta e mentre si cresce.
Si tratta, essenzialmente, di competenze funzionali ed esecutive, come le definiscono, ovvero competenze concrete che permettono di affrontare al meglio le situazioni più disparate della quotidianità, privata e lavorativa. Sviluppando queste skill, quindi, i bambini e le bambine possono avere delle possibilità in più per diventare adulti capaci di destreggiarsi tanto sul lavoro quanto nelle relazioni sociali.
La lista di competenze da trasmettere ai bambini e alle bambine
Ecco dunque le competenze a cui secondo i ricercatori di Harvard dovremmo allenare i nostri figli e le nostre figlie fin da piccoli, equipaggiandoli così per una vita di successi:
- Pianificazione, per avere bene in mente gli obiettivi ed essere capaci di stilare una strategia concreta
- Concentrazione, per sapere di volta in volta su cosa è meglio porre il proprio focus
- Autocontrollo, per conoscere meglio le proprie emozioni e viverle al meglio senza lasciarsi sopraffare nei momenti in cui sembra più difficile
- Consapevolezza, per riconoscere l'altro e se stessi rispettando tutti, ma avendo ben chiare anche le situazioni esterne
- Flessibilità, per sapersi adattare alle situazioni e alla vita, che è in costante mutamento.
Come trasmettere queste skill fin da piccoli
Come fare, quindi, per trasmettere questi valori e insegnare le competenze ai bambini e alle bambine fin da quanto sono piccoli? Secondo gli studiosi è infatti importante cominciare a fornire il giusto bagaglio di skill fin dalla prima infanzia, ovvero fra i 3 e i 5 anni, calcando la mano anche durante l'adolescenza e la prima età adulta (fra i 13 e i 26 anni). Sono infatti questi i periodi più delicati, "finestre" durante le quali gli insegnamenti possono davvero fare la differenza.
Prima di tutto con l'esempio. Ma, soprattutto, proponendo giochi e attività particolarmente stimolanti da questi punti di vista.
Ad esempio: per quanto riguarda la concentrazione, possiamo insegnare il cucito e il ricamo.
Per insegnare il valore della pianificazione, possiamo impegnarci a giocare ai giochi di società con i bambini, in modo da stimolare sia la logica, sia la pianificazione. Possiamo poi creare delle tabelle di marcia per le faccende domestiche, per mostrare come la pianificazione sia utile per una vita ordinata, coordinata e serena, dove ognuno ha le proprie responsabilità.
L'autocontrollo? Quello lo si insegna ogni giorno, evitando di soffocare le emozioni dei bambini ma spronando a parlare di ciò che hanno dentro e delle sensazioni che percepiscono in determinate situazioni, provando a navigarle sempre meglio.
Come curare gli inestetismi del viso anche in età adulta
Giovedì, 28 Ottobre 2021 07:48Chi pensa che gli inestetismi del viso come acne e punti neri riguardino solo le pelli più giovani si sbaglia. Anche le pelli più mature possono presentare queste imperfezioni, che con pazienza e attenzione possono essere facilmente prevenute. Di seguito verranno riportati dei consigli utili per evitare la formazione di inestetismi sul viso e suggerimenti validi per portare rimedio ai danni già presenti.
Consigli utili per combattere gli inestetismi del viso
Il primo passo da compiere per prevenire e combattere i brufoli senza lasciare cicatrici sulla pelle è sicuramente quello di evitare di spremere i brufoli, anche se la tentazione in caso di pus potrebbe essere molto forte. Questa abitudine, infatti, è comune in tantissime persone, ma se eseguita con mani sporche o strumenti non igienizzati può causare l’aggravarsi dell’infezione già in corso. Altro suggerimento è quello di optare per prodotti cosmetici delicati, utili non solo a idratare la pelle ma anche a purificarla.
Ottimi, ad esempio, i detergenti viso per pelle acneica nel caso di pelle impura. Se non si è esperti in materia è possibile richiedere l’aiuto di un dermatologo, in modo che la propria skincare sia studiata e personalizzata ad hoc. In base alla gravità degli inestetismi presenti in volto lo specialista potrebbe addirittura consigliare l’assunzione di integratori alimentari, non a caso la salute della pelle passa anche dalla tavola. Merendine, pizzette e fritti sono da evitare, esattamente come i cibi ad alto indice glicemico, poiché possibili incentivanti dei sintomi dell’acne.
Per l’eliminazione dei punti neri invece è altamente consigliato provvedere a costanti pulizie del viso possibilmente professionali, almeno ogni due mesi.
Giornalmente è opportuno inoltre utilizzare prodotti appositi, come esfolianti viso e cosmetici privi di silicone, nei cui inci non devono comparire i seguenti suffissi: -thicone, -xiloxane e -silanoil. Altra buona abitudine da seguire per aiutare la pelle a rimanere sempre sana e bella è quella di togliere accuratamente il trucco ogni sera, prima di andare a dormire, utilizzando latte detergente e tonico e mai le salviette umidificate.
Rimedi naturali anti-impurità
Prevenire o eliminare i punti neri è un ottimo modo non solo per curare l’aspetto della pelle ma anche per evitare che sfocino in infezioni, fino a creare casi di acne profonda.
Esistono dei metodi naturali per farlo, come ad esempio le maschere di argilla purificante (verde o bianca), facilmente reperibile in commercio sottoforma di polvere, da miscelare insieme al succo di limone e da lasciare agire sul viso per 15-20 minuti. In questo modo i comedoni verranno rimossi e molti altri saranno ammorbiditi in maniera tale da facilitarne la rimozione. Altra idea per eliminare buona parte dei punti neri su naso e viso è fare scrub a base di miele, zucchero di canna e limone, creando un composto da massaggiare per qualche minuto e da risciacquare delicatamente.
Ecco, quindi, che i consigli appena riportati sono perfetti per qualsiasi tipo di persona, da chi ha una pelle giovane ed elastica, fino a chi presenta un derma con qualche segno del tempo ma ugualmente bisognoso di essere purificato.
Mastite: come riconoscere questo problema comune in allattamento
Mercoledì, 27 Ottobre 2021 07:53Non riguarda solo le puerpere, ma in realtà quando si parla di mastite ci si riferisce nella maggior parte dei casi proprio ad un disturbo dell'allattamento, dal momento che questo gesto aumenta il rischio: la mastite è infatti un'infezione acuta che riguarda il seno e che spesso compare nei primi mesi dell'allattamento. Riconoscerla è importante, così come è importante rivolgersi subito ad un medico.
Ecco quindi tutto ciò che c'è da sapere riguardo alla mastite, per capire quali siano i sintomi e intervenire tempestivamente. Anche perché, oltre ai rischi, la mastite è davvero fastidiosa e provoca dolore!
La mastite: cos'è?
La mastite (e in questo caso ci riferiamo alla mastite acuta puerperale) è un'infiammazione che colpisce la ghiandola mammaria e che si manifesta in varie forme, acute o croniche. Durante l'allattamento l'infezione è acuta (e non cronica) e insorge a causa delle sollecitazioni eccezionali che le mammelle subiscono durante il primo periodo (non essendo abituate). Tendenzialmente si manifesta in maniera monolaterale, ovvero prende solo una mammella, ma non è detto che non riguardi entrambi i seni.
Le cause sono diverse. In alcuni casi, l'infezione arriva da piccole lesioni e ragadi del capezzolo che favoriscono l'ingresso di germi e batteri nella mammella, tramite la suzione del neonato; in altri, il motivo è un ingorgo mammario, ovvero un blocco della mammella che non riesce a svuotarsi completamente a causa dell'ostruzione di alcuni dotti galattofori. In questo caso, a provocare l'infiammazione è il ristagno di latte con conseguenti batteri.
Anche la cattiva igiene può provocare la mastite, così come la semplice dilatazione dei dotti galattofori, che durante l'allattamento si allargano lasciando defluire il latte ma, al contempo, diventando "ingresso" per i batteri.
I sintomi della mastite
Quando ci si trova di fronte alla mastite i segnali sono particolarmente riconoscibili, perché provoca molto fastidio e dolore. Innanzitutto, quindi, la mastite si manifesta con dolore durante l'allattamento. Di solito la mastite, come detto, colpisce solo un seno, quindi quando il dolore è unilaterale è segno di possibile mastite.
Il seno, poi, si presenta visibilmente diverso, con una zona calda striata di rosso, che tende anche ad indurirsi.
In alcuni casi la mastite provoca febbre, anche sopra i 38,5 gradi.
Infine, potrebbe manifestarsi con sintomi che ricordano quelli dell'influenza, con dolori, acciacchi, febbre e stanchezza.
Mastite: cosa fare
La prima cosa è naturalmente contattare il proprio medico o la propria medica curante, che dopo un'attenta visita saprà definire se ci si trova di fronte alla mastite o ad altro. Anche la terapia sarà indicata dallo stesso medico o dall'ostetrica che ha in cura la puerpera.
Ci sono però anche alcuni metodi naturali per affidarsi per alleviare il fastidio della mastite, come ad esempio gli impacchi di argilla ventilata, disinfiammante. Sempre, però, da eseguire sotto consiglio del medico e in abbinamento alla terapia più adatta!
In generale, comunque, è sempre meglio prevenire che curare, e per questo motivo il consiglio è quello di rivolgersi ad un esperto o esperta dell'allattamento sin dai primi giori, in modo da imparare quali siano gli attacchi corretti e le abitudini più efficaci per la prevenzione della mastite, come le poppate regolari, gli svuotamenti manuali, l'igiene corretta e i tessuti migliori per il seno in questo periodo particolare.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Balbuzie: combattiamo gli stereotipi
Lunedì, 25 Ottobre 2021 08:29Di balbuzie soffre circa l'1% della popolazione, eppure ancora adesso balbettare viene percepito come qualcosa di negativo, da stereotipare, ridicolizzare e deridere. Affrontare la balbuzie tuttavia è oggi possibile e chi ne soffre può trovare il proprio modo di comunicare, affidandosi a specialisti e centri dedicati (oppure no: non tutti affrontano il percorso di riabilitazione e come sempre tutto è lasciato alla sensibilità del soggetto!).
Il 22 ottobre di ogni anno si dedica la giornata alla divulgazione riguardo a questo tema: anche noi vogliamo dare il nostro contributo per combattere gli stereotipi legati alla balbuzie, spiegando bene di cosa si tratta e mostrando i metodi e i percorsi ai quali ci si può affidare sin dall'infanzia per gestire al meglio questo disturbo che putroppo è ancora motivo di discriminazione, tanto a scuola quanto in età adulta.
Cos'è la balbuzie
La balbuzie è un disturbo del linguaggio detto anche balbettamento, dislalia, disfemia o disartria funzionale: chi ne è affetto fatica ad articolare le parole e di conseguenza si esprime in maniera meno fluida e incappando spesso in ripetizioni di sillabe, con involontari allungamenti di parole, saltelli o interruzioni del flusso del discorso.
In generale si possono distinguere tre diversi tipi di balbuzie. Prima di tutto c'è quella evolutiva, che si manifesta nella prima infanzia; c'è poi quella neurogena, che compare in età adulta in seguito ad alterazioni cerebrali; e infine c'è quella psicogena, che fa la sua comparsa in seguito ad alterazioni della sfera psichica.
Non c'è naturalmente un motivo uguale ad un altro, quando parliamo di cause, ma la balbuzie può essere inquadrata come in un'incertezza ed esitazione nel linguaggio. Se il 99% delle persone, infatti, quando parla non pensa al modo in cui vengono pronunciate le parole, venendone attratta o distratta, la popolazione che soffre di balbuzie inciampa spesso nelle parole proprio perché si concentra in maniera diversa e più pregnante sul linguaggio.
Allo stesso modo, non c'è una balbuzie uguale ad un'altra, ma si possono distinguere alcuni disturbi ricorrenti: la ripetizione di sillabe e suoni, i prolungamenti di certi suoni, le disritmie (interruzioni), blocchi, tensione fisica nella pronuncia, esitazioni...
I metodi per affrontare la balbuzie: la riabilitazione
Sono diversi i metodi riabilitativi per i bambini e le persone che vogliano affrontare il disturbo risolvendolo. Uno di questi si chiama Metodo MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering). Si tratta di un metodo per il trattamento della balbuzie elaborato dal centro medico Vivavoce che non agisce direttamente sulla voce (e quindi sulla modifica dei suoni come escamotage ai blocchi alla base della balbuzie), ma sul controllo motorio di tutte le parti legate alla fonazione (lingua, labbra, diaframma), modificando permanentemente un comportamento attraverso la pratica e l'esperienza.
Esistono poi alcune associazioni, come l'Associazione Vivavoce, il cui obiettivo - oltre alla sensibilizzazione - è supportare alunni, genitori e docenti per capire meglio a cosa ci si trova di fronte, affrontando il disturbo attraverso percorsi di riabilitazione, di gestione dello stress derivante dalla balbuzie e addirittura prevenendolo.
Altra attività molto consigliata è poi il teatro: i corsi di recitazione e l'approccio al palcoscenico sono per molte persone balbuzienti un metodo validissimo per imparare a gestire meglio tanto la voce quanto lo stress e l'ansia che derivano dallo sforzo di parlare di fronte ad altri (non solo ad un pubblico ampio, ma anche con singoli interlocutori).
Balbuzienti noti
Balbuzienti famosi? Ce ne sono a decine e possono diventare un esempio e un'ispirazione per chi soffre di questo disturbo del linguaggio. A partire da Giulio Cesare fino ad arrivare a re Giorgio VI, padre di Elisabetta protagonista del film "Il discorso del re". Anche Paolo Bonolis è balbuziente, così come lo sono Joe Biden e Bruce Willis, Vinicio Marchioni ed Emily Blunt.
Rosa e vegana, ma anche gustosa e irresistibile: questa maionese di barbabietola è bellissima da vedere e questo ha due vantaggi. Vi fa fare un figurone con gli ospiti, ed è anche un buon modo per fare mangiare questo ortaggio benefico ai bambini e alle bambine.
Come sempre, quella che vi propongo è una ricetta sfiziosa ma semplicissima da preparare, per proporre piatti diversi e healthy in famiglia spaziando tra gli ingredienti che la natura ci regala.
La maionese di barbabietola, rosa e deliziosa: la ricetta della maio veg rosa