Il lato bello di TikTok: grazie al social, leggere è di nuovo cool
Giovedì, 10 Febbraio 2022 09:23La canzone di Achille di Madeline Miller questa settimana è al quarto posto dei libri più letti in Italia. Non è una novità in libreria, non è stato scritto quest'anno (in America uscì nel 2011 e quando Marsilio lo pubblicò in Italia nel 2013 non ebbe particolare successo perché aulico e ritenuto troppo colto), eppure è tornato in cima alle liste, inaspettatamente.
La copertina probabilmente l'avete bene in mente, sia che frequentiate le librerie, sia che buttiate l'occhio nei TikTok dei vostri figli (o nei vostri! La piattaforma ormai non è più solo della Gen Z): gli account che divulgano il piacere della lettura si sono moltiplicati, hanno attirato l'attenzione degli utenti e i trend libreschi sono ormai virali. Tanto che, anche in Italia, le classifiche dei libri più letti e venduti non sono esenti dalla tendenza: non è un caso se La canzone di Achille, come anche Una vita come tante di Hanya Yanagihara (libro del 2015 oggi tra i più letti proprio grazie a TikTok) siano tornati in cima alle classifiche nononstante non siano più novità. I due libri sono solo un esempio dei numerosi titoli che le book-star di TikTok stanno consigliando, rendendo di fatto virale la loro lettura.
Ma TikTok, quindi, fa anche qualcosa di buono?
I trend sulla lettura
Se su Instagram i consigli di lettura sono lasciati ai virtuali club del libro (come @lasettadeilibri o @leragazze.bookclub) o ai book influencer, su TikTok i creatori e le creatrici di contenuti si concentrano più sulle sensazioni. Cosa significa? Che ormai il trend è quello di consigliare "Libri che mi hanno fatto piangere", "Libri che parlano d'amore", "Libri che ti sconvolgono".
"Libri che", insomma. Non male, come intuizione. Perché è diretta, semplice ed efficace: le ragazze e i ragazzi trovano in questa maniera consigli su misura, relatable, in cui si sentono rappresentati e di cui sentono di potersi fidare.
Facendo una velocissima ricerca (inserendo "books" nella barra) sono numerosissimi i video di consigli.
Addirittura, il video "Libri per i quali venderei la mia anima per poterli leggere di nuovo per la prima volta" di Amy Jordan Jennings ha più di dieci milioni di visualizzazioni. Quali titoli consiglia? La canzone di Achille, obv (che parla della storia d'amore tra Achille e Patroclo e che è al top per quanto riguarda gli hashtag e i contenuti), ma anche I sette mariti di Hevelyn Hugo di Taylor Jenkins Reid, Persone normali di Sally Rooney e Mille splendidi soli di Khaled Hosseini.
Leggere ciò che piace, non ciò che si deve
Ma cosa significa tutto questo? Noi lo diciamo sempre e non smetteremo mai di ribadirlo: la lettura è qualcosa che si coltiva, che si trasmette e che non si impone. La passione per la lettura non la si costruisce obbligando a leggere capolavori. E se i ragazzi disdegnano Dante, Manzoni e Verga, non significa che non siano lettori. Esistono libri che piacciono davvero (anche se insospettabili), libri disprezzati perché "mainstream" o "adolescenziali", libri rirenuti non all'altezza. Eppure si tratta di libri che appassionano, e che - volenti o nolenti! - avvicinano le persone alla lettura. Soprattutto i ragazzi e le ragazze. Perché tutti abbiamo avuto la fase Tre metri sopra il cielo, Piccoli brividi o Twilight, e non c'è da vergognarsene: come la vita, anche la lettura è composta da fasi.
Su TikTok l'hanno capito, e hanno anche capito che per fare diventare la lettura cool è necessario seguire le regole dell'adolescenza, quelle tacite che rendono figo qualcosa solo perché l'ha consigliato qualcuno di figo, o perché la persona particolamente popolare fa quella cosa.
Ben vengano i trend aesthetic che tanto spopolano, ben vengano i consigli di lettura, ben vengano le liste di "Libri che...": avvicinano i giovanissimi alla lettura mostrandola come un piacere e non come un dovere, ed è qualcosa di estremamente positivo.
Sara Polotti
Le più belle frasi di San Valentino, brevi e lunghe, per biglietti pieni d'amore
Mercoledì, 09 Febbraio 2022 13:51Le citazioni e gli aforismi sull'amore non mancano mai: l'affetto romantico muove da sempre il mondo e sono numerosissimi gli scrittori, le scrittrici e i personaggi che hanno speso belle parole su di esso. Leggerle è quindi sempre piacevole, ma è anche utile poterle sfruttare: a San Valentino, ad esempio, per riempire di affetto sincero i biglietti di auguri per la propria dolce metà.
Ecco dunque una lista delle più belle frasi di San Valentino brevi e lunghe da copiare sul biglietto d'auguri che vogliamo inviare a chi amiamo: parole d'affetto graziose e piene di sentimento che possiamo prendere in prestito dalle più grandi autrici e dagli autori più apprezzati, frasi d'amore lette nei libri, stralci di poesie emozionanti e versi indimenticabili.
Charles Bukowski
Sappi che sceglierei te. Sceglierei te mille volte. Che fosse per me, sarai già lì ad abbracciarti per tutta la notte. O tutta la vita
Alda Merini
All’amore non si resiste
perché le mani vogliono possedere la bellezza
e non lasciare tramortite anni di silenzio.
Perché l’amore è vivere duemila sogni
fino al bacio sublime.
Virginia Woolf
Mi piace guardarti quando nessuno ti vede, mi piace la persona che sei solo con me.
Paul Auster
Il vero amore è quando ricavi altrettanto piacere dal dare piacere che dal riceverlo.
Pablo Neruda
E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo.
Samuel Beckett
Se non mi ami tu, non sarò mai amato.
Se non amo te, non amerò mai.
Chimamanda Ngozi Adichie
Io penso che quando ami qualcuno, quando ami davvero qualcuno, cominci a vedere il mondo attraverso i suoi occhi.
Khalil Gibran
Gli altri uomini vedono in te una bellezza che dileguerà più veloce dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza che non svanirà, e nell'autunno dei tuoi giorniquella bellezza non avrà timore di guardarsi nello specchio, e non ne riceverà offesa. Solo io amo in te ciò che non si vede.
Antoine de Saint Exupery
In generale, tutto "Il piccolo principe" offre citazioni d'amore intramontabili e piene di sentimento. Qui ne trovi una selezione, per parlare di amore e di amicizia in maniera profonda, sincera e semplice.
Frida Kahlo
Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo.
Ultimamente stanno spopolando su Internet: parliamo dei pancake coreani, delle frittelle a base di verdure che in lingua si chiamano pajeon e che, scoperta la ricetta, si possono gustare anche a casa e non solo nei ristoranti orientali.
La ricetta è ideale per due motivi: permette di fare mangiare le verdure in maniera sfiziosa e diversa anche ai bambini e alle bambine più reticenti e, in secondo luogo, è ottima per riciclare le verdure rimaste in frigorifero e gli avanzi (come le foglie o i gambi degli ortaggi), evitando lo spreco alimentare.
Ecco quindi la semplicissima ed ecosostenibile ricetta del Korean Pancake, o pancake coreani, con tante verdure e tantissimo gusto.
Korean pancake: la ricetta dei pajeon coreani a base di verdure
Il trucco per sapere se i bimbi si lavano DAVVERO bene i denti
Venerdì, 04 Febbraio 2022 10:08Per i bambini lavare i denti è una di quelle attività "da capriccio". Sono molte le bambine e i bambini che si lamentano dell'igiene orale, un'abitudine quotidiana che va insegnata fin da piccolissimi per prevenire problemi e mantenere un cavo orale sano e forte.
Non basta però cercare di far superare loro le reticenze: accanto all'insegnamento delle buone abitudini, c'è da controllare che lo spazzolamento dei denti avvenga nella maniera corretta. Perché se le bimbe e i bimbi non si lavano bene i denti, i problemi rimangono. "Piuttosto che niente è meglio piuttosto", recita un detto popolare; ma purtroppo non possiamo applicarlo all'igiene orale: dedicarsi al lavaggio dei denti in maniera superficiale e scorretta non è sufficiente.
C'è però un piccolo trucco per capire se i bambini si lavano bene i denti: lo rivela Ansa, che ha riportato le parole di Elise Sarvas, professoressa associata di odontoiatria pediatrica all'Università del Minnesota.
Perché è importante lavarsi i denti a fondo
Non basta spazzolare in maniera leggera per pochi secondi, sciacquarsi e sputare. L'igiene orale e la routine del lavaggio dei denti sono importanti, e quest'ultima va eseguita in maniera precisa. Grazie al movimento dello spazzolamento associato al potere del dentifricio, infatti, si rimuovono la placca, lo zucchero residuo, il tartaro e i batteri responsabili di carie e problemi del cavo orale, come la caduta dei denti (anche da latte), le gengiviti, le afte e la corrosione dello smalto.
Quando trascuriamo l'igiene orale, le conseguenze sono inevitabili e importanti: i batteri si depositano e diventano un problema non solo per i denti da latte, ma anche per quelli permanenti. Ecco perché è fondamentale lavare i denti ai bebè fin da subito e procedere sin dai primi anni di vita con l'insegnamento del corretto spazzolamento (chiedendo consiglio al proprio o alla propria dentista), utilizzando spazzolini con setole morbide e dentifrici adatti ad ogni età.
L'igiene orale passa anche dall'alimentazione
Ciò che è importante sapere è che l'igiene orale non passa però solo dalla routine dello spazzolamento con dentifricio (da eseguire mattina, sera e dopo ogni pasto) e dal filo interdentale: anche l'alimentazione gioca un ruolo essenziale per la salute dei denti. Le merendine e gli snack, soprattutto, vanno scelti con criterio: meglio optare per prodotti con pochi zuccheri, sani e fatti in casa.
Soprattutto, le mamme e i papà dovrebbero controllare anche l'idratazione dei bimbi e delle bimbe: bere molta acqua idrata l'organismo e rafforza i denti, ed è sempre preferibile ai succhi (che sono ricchi di zuccheri).
Il trucco per capire se i denti sono stati lavati bene
Ma come capire, quindi, se i bimbi si sono lavati bene i denti oppure se non hanno spazzolato abbastanza? La dottoressa Sarvas sugegrisce di sfruttare il potere dei biscotti di cioccolato. Potrebbe sembrare strano, ma i genitori possono utilizzare un cookie al cacao proprio per individuare eventuali falle nello spazzolamento.
Basta fare mangiare un biscotto di questo tipo al bambino o alla bambina, facendogli poi lavare i denti: se dopo il lavaggio restano visibili dei residui di cioccolato, c'è bisogno di affinare la tecnica, guidando i bambini.
Non chiamatela un'attività "carina!": giocare con le perline ha tanti benefici
Mercoledì, 02 Febbraio 2022 14:59Nel titolo diciamo di non chiamare il gioco delle perline "carino!", ma - anche se non dovrebbe essere necessario specificarlo! - è bene anche non definirlo "da femminucce". Primo: "femminucce" sminuisce il femminile. Secondo: non esistono giochi da femmine e giochi da maschi, e continueremo a ribadirlo fino a che nei negozi di giocattoli ci saranno le corsie divise in rosa e blu (orrore!).
Bene. Ciò detto, relegare il gioco delle perline nella casella dei giochi "da femmina" non è nemmeno intelligente. In questo modo, ai bambini maschi verrebbe preclusa un'opportunità davvero unica: crescere meglio. Perché infilare le perline per creare braccialetti, collane e bijoux è estremamente educativo a livello psicofisico. A partire dai 3 anni di età, quando i bambini e le bambine sono in grado di capire l'importanza del non infilare in bocca i piccoli pezzi, lasciamo quindi che ci giochino in liberta.
Perché giocare con le perline ha tantissimi benefici. Eccone qualcuno.
È ottimo per la coordinazione occhio mano
Durante i primi anni di vita, i bambini e le bambine sviluppano i propri movimenti, affinandoli sempre di più. Fondamentale in tutto questo è la collaborazione tra gli occhi e le dita, detta coordinazione occhio-mano, che i bimbi più piccoli sperimentano con oggetti grandi e fatti per le loro manine, fino ad arrivare ad elementi piccoli piccoli, come i ciondoli: infilare le perline sui fili è particolarmente challenging da questo punto di vista e la coordinazione ne esce rafforzata, facendo qualcosa che piace.
Allena la precisione e la scrittura
Conseguenza diretta della coordinazione occhio mano è la precisione: più i bambini e le bambine maneggiano con sicurezza le piccole parti, più diventano precisi in quello che svolgono. Una competenza che sarà fondamentale per tenere in mano matite e penne per quando si comincerà a scrivere e disegnare piccoli dettagli sempre più minuziosi.
Fa bene per le competenze cognitive
Sembra un'attività semplice, che non richiede praticamente sforzo mentale, ma per i bimbi e le bimbe non è così: realizzare una collana o un braccialetto richiede logica, memoria e pianificazione. Non si infilano infatti le perline a caso, ma si segue un pattern definito, scelto personalmente oppure copiato. In ogni caso, non si tratta di meri artefatti artistici, ma di veri e propri progetti che stimolano anche le capacità di problem-solving (per esempio, trovando soluzioni quando si terminano le perline oppure quando il pattern finisce a metà quando termina il filo).
Mette in circolo la creatività
Soprattutto quando i bimbi e le bimbe inventano i braccialetti che andranno a comporre, fantasia e creatività sono stimolatissime.
Stimola la coordinazione bilaterale
Da una parte c'è da infilare le perline nel filo, tenendolo bene in modo che non sfugga dalle dita provocando la perdita dei pezzetti già collocati; dall'altro c'è da scegliere le perline che andranno infilate in successione. Si tratta, quindi, di un'attività che va svolta con due mani che si occupano di compiti diversi. Moltissime attività quotidiane lo prevedono: scrivere al computer magari usando il mouse o il trackpad, cucinare, ritagliare, infilare un chiodo... Tutto, quindi, va a beneficio dell'autonomia.
Pene e vagina: perché è meglio chiamare le parti intime con il loro nome, anche con i bebè
Lunedì, 31 Gennaio 2022 14:00"Hai mai chiamato gli occhi di una bambina coccinelle? O le sue dita polipetti? Per quanto mi riguarda pene e vagina vanno benissimo": qualche tempo fa Claudio Rossi Marcelli, giornalista, ha risposto su L'Internazionale a una domanda sul "come chiamare i genitali con i bambini" e la risposta è stata tra le più precise, azzeccate e puntuali.
La risposta continuava così: "Tanto più che un’amica americana sempre in prima fila nella lotta alla criminalità mi ha informato che secondo studi recenti i pedofili sono inibiti dai bambini che chiamano i genitali con il loro nome corretto".
Niente di più vero. E il discorso non si applica solo alla pedofilia e alla criminalità, ma anche alla crescita armonica psicofisica dei bambini e delle bambine. Ecco perché, quindi, dovremmo smetterla di chiamare "farfallina", "pisello" e compagnia bella le parti intime: meglio togliere ogni tabù, dando il giusto significato, peso e rispetto alle parole.
"Farfallina", "pisellino": perché non usiamo i termini corretti
È normalissimo: siamo cresciuti così ed è normale portare avanti l'abitudine. La maggior parte dei genitori, insomma, utilizza termini vezzeggiativi per indicare (con i bambini ma anche con se stessi) le parti intime. Spesso si tratta di immagini che ricordano in maniera più soft l'organo a cui ci si riferisce: la farfalla per la vagina (oppure il biscottino, la patatina), il pisello per il pene (o il pistolino).
Quest'abitudine sembra innocua e addirittura carina, gioiosa e simpatica, ma in realtà è insidiosa. E deriva da secoli di stigma: il sesso, e gli organi ad esso connessi, sono sempre stati un tabù, una vergogna e un peccato, ma fortunatamente oggi la sfera sessuale viene vissuta con una libertà maggiore (che non significa libertinaggio) e soprattutto con una consapevolezza imporante, fondamentale sia a livello affettivo, sia per quanto riguarda la sicurezza dei rapporti.
Le immagini sono importanti anche per la crescita
Non dimentichiamo che le parole portano con sé immagini e celano significati. E che quando una parola diventa un tabù, con lei diventa "indicibile" tutto ciò che indica. Vivere una sana vita sessuale, consapevole e sicura, può diventare molto difficile quando si conoscono solo i vezzeggiativi.
Insomma: usare parole bizzarre e buffe sminuisce l'argomento e allo stesso tempo continua a perpetuare lo stigma attorno ai genitali, facendoli percepire ai bambini come qualcosa di cui vergognarsi, di cui non parlare apertamente. Eppure basta usare semplicemente e con naturalezza "pene", "vulva", "vagina", "ano" o "testicoli" per rendere il discorso più aperto, armonioso, salutare e positivo.
Non dimentichiamo poi che, usando un linguaggio più corretto e aperto, i bambini e le bambine saranno più inclini a parlarne, facendo domande sui propri dubbi e intavolando così in maniera più semplice e naturale l'educazione sessuale, che diventa - più che un momento specifico - un insegnamento costante, sempre adatto all'età.
A beneficiarne, infine, è anche la salute. Quando i bambini possiedono un vocabolario preciso riguardo ai loro organi sessuali, quando qualcosa non va sono in grado di descrivere meglio ciò che provano agli adulti (genitori o medici), che possono a loro volta comprendere più facilmente la situazione.
Perché usare i giusti nomi anatomici è un'arma contro i pedofili
Ma torniamo al discorso fatto in apertura. A confermare il fatto che l'utilizzo di termini come "vagina" e "pene" siano un deterrente per le persone pedofile è anche il Graduate Center del John Jay College of Criminal Justice, che in un'intervista alle professoresse Elizabeth Jeglic e Cynthia Calkins spiega bene come sia importante per i genitori essere consapevoli dei pericoli della violenza sessuale, e di come ci siano piccoli accorgimenti che aiutino a prevenirla.
Tra questi, l'utilizzo dei corretti termini anatomici relativamente alle parti intime: usare "pene" e "vagina" per indicare gli organi sessuali a partire dalla prima infanzia è per loro importantissimo perché uno studio a cui fanno riferimento ha rilevato come i sex offender siano meno inclini ad abusare di un bambino o di una bambina quando questi conoscono i nomi corretti delle loro parti intime. Il motivo? Probabilmente, per i violentatori è un indizio di bambini "svegli" e abituati ad esprimersi, che potrebbero parlare con i propri genitori portando all'identificazione del reato e del criminale.
7 semplici trucchi per crescere bambini bilingue
Venerdì, 28 Gennaio 2022 11:03Essere bilingue è davvero un dono: imparare da piccoli una lingua è semplice e immediato, ed è per questo che molte famiglie puntano sul bilinguismo con i propri bimbi e bimbe, fin da quando sono neonati.
E non si tratta solo delle famiglie internazionalmente miste, ovvero quelle formate da genitori che parlano una lingua madre diversa. Anche le mamme e i papà che parlano principalmente entrambi l'italiano vorrebbero insegnare ai propri bimbi e bimbe una lingua diversa sin dai primi anni di età.
Soprattutto, capita nel caso di mamme e papà che parlano una seconda o una terza lingua, che leggono libri non solo in italiano e che guardano la tv in lingua originale. Quando arriva un bambino in famiglia, è normale mantenere queste abitudini. Ma non basta: se, infatti, ai bambini non viene insegnata la seconda lingua, ci si ritrovera molto spesso a tornare indietro, proponendo libri e tv in italiano perché i bimbi non capiscono. Da qui la scelta: parlare nella seconda lingua fin dai primi mesi è un'ottima idea per non stravolgere le routine, dando allo stesso tempo la possibilità ai bimbi di imparare un idioma che sarà loro utile per tutta la vita.
Ecco quindi qualche trucco per rendere il bilinguismo con i bambini più semplice, ovvero piccoli consigli per crescere bambini bilingue adottando routine e abitudini familiari per parlare una seconda lingua senza difficoltà.
Parlare nella seconda lingua dividendosi i compiti
Questo riesce facile ai genitori che parlano come lingua madre un idioma diverso dall'italiano. Il genitore che parla la seconda lingua può utilizzare con i bambini esclusivamente quest'ultima, lasciando l'italiano all'altro genitore.
Lo stesso consiglio vale anche per le famiglie che parlano di base l'italiano: uno dei due genitori può cercare di parlare sempre nella seconda lingua, almeno con i bambini. In questo modo, si creerà una sorta di "divisione" che toglie confusione (anche se la confusione non deve fare paura! I bambini non imparano meno l'italiano perché sono bilingui!) e soprattutto risulterà più semplice trovare il tempo per parlare nella seconda lingua. Non basta infatti dire "ok, gli parliamo in inglese, o in spagnolo". Se non ci si dà delle regole, non si agisce con costanza. Dare a uno solo dei due genitori il compito di usare la seconda lingua è stimolante anche in questo senso.
Guardare la tv in lingua originale
A seconda della lingua che volete insegnare al bambino, cercate di guardare i film e le serie tv sempre in originale. Anche riguardando i cartoni animati più volte: è un metodo indiretto davvero utile ed efficace. E poi, in questa maniera, non stravolgerete le abitudini se già siete soliti guardare i programmi non doppiati.
Ascoltare le canzoncine
Sì, le classiche filastrocche in inglese: un consiglio banale? No, perché grazie alla musicalità e alle allitterazioni le canzoni e le filastrocche permettono di imparare divertendosi.
Leggere i libri in lingua
Anche questa può essere una delle attività che si svolgono prettamente nella seconda lingua: i libri, almeno nei primi anni, possono essere prevalentemente in inglese, in spagnolo, in hindi, in ghanese...
Scegliere una o un babysitter che parli la lingua
Se il bimbo o la bimba passano molto tempo con una tata o un babysitter, approfittatene: assumete una persona che parli la lingua che parlate come secondo idioma in famiglia e chiedete di parlare sempre quella.
Frequentare amici internazionali
Altro consiglio è quello di approfittare delle amicizie internazionali: frequentate amici e amiche che parlino un'altra lingua, magari con bimbi piccoli anche loro, organizzate uscite, telefonate, giochi...
Ascoltare gli audiolibri
In macchina è bellissimo e stimolante: invece della radio, scegliete degli audiolibri per bambini in lingua. Non è solo un'occasione per ascoltare il linguaggio e impararlo meglio, ma è piacevolissimo e divertente, stimolante e coinvolgente.
I figli preferiti esistono, non fartene una colpa: è assolutamente normale
Giovedì, 27 Gennaio 2022 14:32Non sono molti i genitori che lo ammettono. E quando succede suona molto strano. "Sì, ho un figlio preferito". "Sì, preferisco lei". Non è semplice ammetterlo e non è frequente sentirlo espresso ad alta voce. Eppure accade, ed è più normale di quel che si pensi.
Se quindi ti senti in colpa perché ti sembra di preferire uno dei tuoi figli, non preoccuparti: è abbastanza normale, non c'è nulla di male e, anzi, parla solo di quanto tu sia umano o umana. E se invece non hai un figlio preferito? Anche in quel caso, tutto normale, solo che il sentimento di colpa non assale le madri e i padri. Ecco perché è bene parlare un attimo delle preferenze tra figli: normalizziamole, analizziamole e togliamo l'aura di senso di colpa che le avvolge. È la natura umana, è la psicologia, e non ci si deve vergognare.
I genitori hanno figli preferiti: lo dimostrano gli studi
"Non tutti i genitori hanno un figlio preferito, ma per molti altri è così: i dati raccolti suggeriscono che le madri - in particolare - mostrano favoritismi nei confronti dei bambini che hanno valori più simili ai loro e che stanno di più in famiglia, piuttosto che verso i figli che agiscono in maniera ambiziosa o orientati al successo": a dirlo è la dottoressa Jessica Griffin, professoressa associata di pediatria e psichiatria presso l'University of Massachusetts Medical School, intervistata dalla BBC.
Le sue parole trovano conferma in alcune ricerche. Forse non in questa (dal momento che i genitori che hanno ammesso di avere un figlio preferito sono solo il 10% del campione), ma decisamente in questa: durante lo studio i ricercatori hanno osservato i comportamenti dei genitori inglesi e il loro rapporto con i figli, rilevando delle preferenze nel 74% delle madri e nel 70% dei padri. Cosa dimostrano questi due studi? Che, per quanto le preferenze esistano, si fa ancora fatica ad ammetterle, sentendosi in colpa o percependo la pressione sociale che etichetta come "degeneri" i genitori che hanno figli preferiti.
I figli più piccoli sono i preferiti
Tendenzialmente, quali sono i figli che vengono preferiti agli altri? A quanto pare, guardando ai dati della prima ricerca citata, i genitori che hanno ammesso di nutrire dei sentimenti di favore nei confronti di un figlio hanno dichiarato che i preferiti sono, nella maggior parte dei casi, i figli più piccoli, ovvero i secondogeniti nel caso delle famiglie con due bimbi e i gli ultimi nati nel caso di quelle più numerose.
Ammettere le preferenze fa bene alla famiglia
Sebbene ammettere di preferire un figlio ad un altro sia ancora un tabù, sdoganare questo sentimento non può che essere benefico. Questo non significa di certo fare favoritismi o di trattare diversamente i figli in base a questa preferenza: il beneficio arriva quando, una volta ammesso a se stessi, si comincia a ragionare senza il timore del giudizio. Perché comportarsi diversamente con i diversi figli è normale, com'è normale comportarsi diversamente a seconda di chi sta di fronte (è naturale ed è anche sintomo di attenzione nei confronti di chi sta davanti a noi). Conoscendoci a fondo, però, non ci sentiremo più in colpa e potremo bilanciare le azioni e le dichiarazioni di affetto, dedicando del tempo davvero a tutti in maniera sana ed equilibrata. Perché se è vero che percepire di essere il "meno preferito" può avere conseguenze sull'autostima e la crescita, è anche vero che i favoritismi estremi fortunatamente sono rari. E se anche questo fosse il caso, riconoscere la preferenza potrebbe essere la chiave per ribilanciare i rapporti in maniera sana.
È un circolo virtuoso: ammettere a se stessi o agli altri di avere un figlio preferito senza il timore di venire giudicati è liberatorio; e quando ci si libera di un peso, si sta meglio con se stessi, riverberando questo benessere su chi ci sta attorno, in questo caso la famiglia.
Alla fine, il ragionamento è utile anche ad altri scopi, per vivere la genitorialità in maniera più armoniosa e meno tossica. Ma come, l'amore nei confronti di un figlio non è assoluto? Non è granitico e uguale per tutti? No, a quanto pare. E per fortuna è così: sono infatti moltissimi i genitori (in particolare le madri) che sentono di essere sbagliati perché non provano il classico amore assoluto o un senso di genitorialità pregnante che pervade ogni loro gesto. Il discorso sulle preferenze tra i figli rientra quindi nel tentativo di ridimensionare le aspettative sociali e gli stereotipi. Perché l'amore non è quantità, è qualità, e soprattutto non è uguale per tutti.
Calmare la tosse secca nei bambini: 4 rimedi naturali
Mercoledì, 26 Gennaio 2022 07:12Prima regola: contattare il proprio pediatra o la propria pediatra di famiglia, che saprà indicare la terapia adatta. La tosse, infatti, può avere diverse cause e il primo passo è individuarle, in modo da trattare il sintomo risolvendolo alla radice.
Secondo: provare a calmare la tosse è possibile, affiancando alla terapia data dal medico dei rimedi naturali che possono dare sollievo ai bambini e alle bambine la cui tosse causa irritazione e dolore, oltre al classico "raspino". Soprattutto quando è secca, infatti, la tosse è davvero fastidiosa.
Ma provando questi quattro metodi per calmare la tosse i bimbi e le bimbe proveranno un sollievo immediato e duraturo, combattendo l'infiammazione mentre i farmaci eventualmente prescritti dai medici fanno effetto.
Il vapore
Non serve avere un umidificatore (anche se utilizzarlo è molto consigliato!): per ammorbidire le prime vie respiratorie possiamo sfruttare il potere del vapore acqueo, emolliente e rilassante. Per farlo, basta aprire l'acqua della doccia alla massima temperatura e sedersi lì vicino (senza scottarsi!), respirando a pieni polmoni. Si possono aggiungere anche alcune gocce di olio essenziale di eucalipto, per rendere il tutto ancora più piacevole ed efficace.
Da non dimenticare: anche la cameretta va umidificata correttamente, e per farlo oltre che agli umidificatori ci si può affidare alle bacinelle di acqua sopra i caloriferi.
Il miele
È un classico rimedio della nonna contro la tosse, ma è effettivamente efficace. Non si tratta, insomma, di una falsa credenza popolare: il miele ha un effetto calmante immediato e dà sollievo alle prime vie respiratorie quando sono irritate e infiammate. Ammorbidisce infatti i tessuti e allo stesso tempo - grazie alle proprietà antiossidanti e antimicotiche - cicatrizza i tessuti. Infine, combatte i batteri. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo raccomanda come emolliente naturale, come comunicano dall'Agenzia Italiana del Farmaco.
Una raccomandazione: il miele, potente emolliente, non può essere dato ai bambini e alle bambine sotto ai 24 mesi di vita. E anche dai 24 mesi in poi, quando sono molto piccoli è meglio chiedere consiglio al pediatra. Dai tre anni, invece, è considerato sicuro. Qui, in ogni caso, trovate tutto ciò che c'è da conoscere riguardo al miele e ai bambini.
La classica camomilla
Una buona tisana, con le giuste erbe: scegliendo le piante giuste, i bimbi e le bimbe non solo gusteranno una buona e confortevole bevanda calda, ma supporteranno il proprio organismo aiutandolo a combattere la tosse. Per esempio, la camomilla rilassa e aiuta a dormire anche quando i colpi di tosse lo rendono difficile; la menta piperita ha un effetto mucolitico; mentre la malva lenisce le vie respiratorie.
Bere molto
La camomilla e le tisane sono un ottimo rimedio non solo perché agiscono in maniera dolce attraverso le proprietà delle piante, ma perché permettono ai bambini di bere molto. Restare idratati è essenziale quando si ha la tosse secca: le mucose, infatti, si irritano maggiormente quando sono secche, e bere acqua e molti liquidi (proprio come le tisane) aiuta a mantenere più idratati i tessuti direttamente dall'interno.
Un consiglio? Tenere sempre una borraccia simpatica che spinga i bambini a bere di più, oppure farli bere con una cannuccia per rendere l'attività più stimolante.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Visitare il MUBA? Ora c'è il virtual tour su MyEdu!
Martedì, 25 Gennaio 2022 13:59Musei e tecnologia: quando i due mondi si uniscono, l'esperienza si fa esponenziale!
È ciò che accade con il MUBA: conoscete il Museo dei Bambini di Milano? Si trova nello spazio (bellissimo) della Rotonda della Besana e ospita bimbi, famiglie e scuole offrendo un percorso espositivo sensoriale e ludico che stimola i bimbi e le bimbe e permette di fare esperienze sempre nuove, didattiche e super divertenti.
Da oggi il MUBA sbarca su MyEdu e anche da lontano sarà possibile scoprirne i magnifici spazi, per una passeggiata virtuale da fare tutti insieme!
Il Museo dei Bambini sbarca su MyEdu
MyEdu è una piattaforma digitale per la didattica virtuale che propone contenuti editoriali interattivi per le famiglie e le scuole. Dalla collaborazione con il MUBA è nato il virtual tour: si tratta di un percorso online che il Museo vuole offrire ai bambini e alle bambine in un'ottica di fruizione sempre più ibrida, tra la presenza e il remoto, che prevede anche laboratori e percorsi online.
“Immaginiamo da sempre un museo accogliente, accessibile e inclusivo e dal primo anno abbiamo sempre cercato di valorizzare il bene storico che ci ospita. Credo che festeggiare il nostro ottavo compleanno alla Rotonda di via Besana presentando il virtual tour realizzato da MyEdu sia il modo migliore per coniugare questi due intenti. Così le porte di MUBA e del meraviglioso luogo che lo ospita saranno sempre aperte!”, dice Cinzia Cattoni, Presidente di Fondazione MUBA - Museo dei Bambini Milano.
Accedendo a MyEdu, quindi, i piccoli e le loro famiglie (o gli insegnanti) potranno visitare virtualmente le stanze del museo, aggirandosi nel bellissimo palazzo tardobarocco che ospita le attività, terminando anche con un gioco, il pecorso digitale Mobilità Sostenibile. Si rivolge ai bambini tra i 4 e i 10 anni ed è pensato per imparare a conoscere la mobilità sostenibile, ovvero i modi più green per muoversi dentro e fuori dalla città, attraverso un approccio interattivo e divertente.
Il percorso
Prima ancora di entrare all'interno del MUBA, ecco il giardino della Rotonda della Besana con il suo magnifico colonnato: il MUBA si trova in uno spazio davvero magico, quello della chiesa sconsacrata a croce greca, originariamente dedicata a San Michele ai Nuovi Sepolcri, che dal 2014 ospita il Museo.
Aprendo le porte del Museo, i bambini vengono quindi catapultati subito nella hall principale dell'ingresso, dalla quale ci si sposterà poi nelle diverse sale espositive, ognuna delle quali presenta un'attività specifica e che, come si vede nel tour, in questo momento ospitano la mostra-gioco dedicata alla Natura. Oltre alle mostre-gioco che occupano l'affascinante ottagono della Rotonda, c'è anche il Centro REMIDA di Milano (il progetto culturale di sostenibilità e creatività ecologica ideato dalle scuole di Reggio Emilia negli anni Novanta).
Come accedere al tour virtuale
Per accedere al tour virtuale basterà collegarsi alla pagina dedicata sul sito di Muba e MyEdu: sarà possibile camminare virtualmente per le stanze del museo collegandosi da pc, smartphone o tablet!