Le buone maniere a tavola con i bambini
Martedì, 12 Novembre 2019 09:38Si avvicinano le feste, e oltre alla bellezza dell’atmosfera natalizia sappiamo che anche voi vi state un po’ stressando per i cenoni, i pranzi e le giornate con il parentado! Innanzitutto, la regola è una sola: keep calm. Le feste in famiglia dovrebbero sempre essere qualcosa di piacevole e sta a noi entrare nel giusto mood!
Ma c’è un altro aspetto delle feste che alcuni genitori temono: le buone maniere a tavola dei nostri bambini. Perché, diciamolo, nelle giornate normali, per quanto ci siano le regole e l’educazione, spesso ci troviamo con la tavola che è un campo di battaglia, vero? Be’, sono bambini.
Ma le buone maniere a tavola sono importanti, al di là dell’aspetto prettamente esteriore ed estetico. Insegnano ai bambini l’ordine, le responsabilità, l’educazione e il rispetto. Perché quindi non approfittarne per insegnare un po’ di bon ton (non troppo!) ai bambini in vista dei pranzi di Natale? Sarà un’abilità che poi resterà con loro!
Le buone maniere a tavola con i bambini: quali piccole regole possiamo insegnare ai bambini per rendere i pasti delle feste più educati e ordinati
Aspettare a mangiare
Quando c’è un pranzo con molte persone, a casa o al ristorante, spesso i commensali ricevono i propri piatti in maniera sfalsata. C’è a chi arriva prima e chi dopo. L’importante è attendere che tutti abbiano il proprio piatto prima di cominciare!
Includiamo i bambini a tavola e nella conversazione
Una volta c’era il tavolino per i bambini, esclusi a priori dal pasto con gli adulti. Una bella cosa, tuttavia, è inserirli al tavolo dei grandi, mescolandoci tutti, e facendo conversazione durante il pasto includendo così tutte le persone a tavola. I bambini interagiranno con tutti, osserveranno noi adulti, e non preoccupatevi: ad un certo punto, verso il caffè, si alzeranno comunque per andare a giocare tra di loro!
Mangiare tutto
I bambini sanno essere schizzinosi, hanno i loro gusti, e spesso durante i pasti quotidiani ci sono certi alimenti che proprio non mangiano o non vogliono assaggiare. Chiediamo loro, durante i pasti importanti, di provare a “fare i grandi”, assaggiando tutto. Può essere una sfida, un gioco, ma insegnerà comunque loro il rispetto verso chi ha preparato questo buonissimo pranzo o questa deliziosa cena!
Aiutare
Ognuno secondo le proprie possibilità può aiutare, e anche i bambini dovrebbero farlo: includiamoli quindi nella preparazione (se ospitiamo il pranzo a casa nostra), apparecchiando o sparecchiando, e insegniamo loro a chiedere di poter aiutare anche in casa altrui, offrendosi volontari. Sarà un gesto molto apprezzato da chi ospita, e soprattutto i bambini sentiranno di essere in qualche modo un po’ responsabili, un po’ “adulti”.
Un po’ di bon ton
Tutti sappiamo le regole classiche e semplici del bon ton, quindi perché non passarle anche ai bambini? Possiamo semplicemente stare su quelle più conosciute: attendere che tutti abbiano il proprio piatto prima di mangiare, non appoggiare i gomiti sulla tavola, partire dalle posate più esterne, chiedere il permesso prima di alzarsi, non parlare con la bocca piena…
Fare i complimenti a chi ci ospita
Ringraziare chi ci ha ospitato è d’obbligo, non dovrebbe essere nemmeno sottolineato. Ma anche fare i complimenti per il cibo è apprezzato, e dovremmo lasciare che siano i bambini a farlo, dicendo loro di dire a chi ha preparato la cena o il pranzo ciò che più hanno apprezzato! Perché la gratitudine è sempre importantissima.
Insegnare ai bambini il valore del denaro
Lunedì, 11 Novembre 2019 14:31Tra le responsabilità della vita c’è sicuramente il denaro. E se già per gli adulti è un concetto difficile da capire (e da gestire!) pensate per i bambini. Tuttavia non è da prendere sottogamba: trattare i bambini “da bambini” non serve a niente, e ad un certo punto è giusto insegnargli qualcosina riguardo al denaro, per prepararli alla vita da grandi e per cominciare a insegnargli le responsabilità, in maniera a loro consona.
In maniera semplice, leggera e pensata in maniera educativa, possiamo dunque cominciare anche con i bambini (dai 6-7 anni) a parlare di denaro, in modo positivo, senza che diventi un argomento intimidente, difficile o triste, facendo capire che il denaro è legato al denaro, che il lavoro è legato ai propri talenti e alle proprie aspirazioni e che è ognuno ha un proprio lavoro, facendo la sua parte nella società.
Ecco dunque qualche consiglio per insegnare ai bambini il valore del denaro in maniera positiva e costruttiva.
Insegnare ai bambini il valore del denaro: come introdurre l’argomento dei soldi con i bambini a partire dagli anni della scuola elementare
Condividere il budget mensile della famiglia
Per fare capire ai bambini che i soldi non sono infiniti e che tutto ha un costo, e che dobbiamo “starci dentro”, possiamo mostrare - anche graficamente con schemi e grafici - il budget mensile per la spesa della famiglia. Insieme, poi, al supermercato vedremo come fare per non superare il budget. Quando i bambini iniziano a capire le addizioni e le sottrazioni, questo è un ottimo esercizio matematico, oltre che utile per capire il valore del denaro.
Tenere un diario
Senza pressione e in maniera per lo più positiva e divertente, dicendo che è un esercizio carino per capire quanto spendiamo al mese, i bambini possono tenere un diario: ogni volta che compreranno qualcosa con la loro paghetta o che chiederanno a noi di comprare qualcosa specificamente per loro, lo segneranno. Alla fine del mese, una bella addizione svelerà la somma finale.
Giocare a Monopoly
La versione per bambini di Monopoly (Monopoly Junior) non è solo divertente, ma anche educativa, e attraverso il gioco permette ai bambini di capire i limiti e le possibilità del denaro.
Fare una sfida all’acquisto
Se i bambini tengono moltissimo ad un giocattolo e in questo momento le nostre tasche piangono, non nascondiamolo, ma rendiamolo un gioco, una sfida, un’occasione per mettersi in gioco e per imparare: chiediamo loro di guardare il prezzo e di creare un planning per capire come fare a comprarlo con i loro soldi. Un po’ dalla paghetta e un po’ con qualche lavoretto (simbolico: anche i nonni possono partecipare), quanto ci impiegheranno per comprarlo? E riusciranno a risparmiare? In questo modo i bambini capiscono non solo il concetto di non sforare un budget, ma anche il valore e l’importanza del risparmio.
Donare in cambio di un acquisto
Una volta capito che i soldi hanno valore e che c’è bisogno di lavorare per guadagnarli, quando i bambini vogliono un nuovo giocattolo o un nuovo vestito rendiamo la cosa solidale ed ecologica: chiediamo loro di scegliere un giocattolo vecchio o un abito vecchio da donare a qualcuno in difficoltà.
Risparmiare tutti insieme
Infine, una bella attività da fare tutti insieme: prendiamo dei vecchi barattoli, decoriamoli e scriviamoci sopra un obiettivo per barattolo. Il primo sarà a breve termine (“per un giocattolo”, ad esempio), il secondo a medio termine (“Per la vacanza di Natale”) e il terzo a lungo termine (“Per i libri di scuola”, “Per il viaggio in famiglia a Disneyland…”). Durante l’anno, tutti potranno contribuire a questi obiettivi, infilando le monete o le banconote con cui possono contribuire piano piano!
Da Wagamama i laboratori di cucina asiatica per bambini
Lunedì, 11 Novembre 2019 10:46Cucinare con i bambini ha mille e mille benefici: prima di tutto è molto montessoriano, dal momento che cominciano a mettere le basi della loro indipendenza. E poi esercitano le loro abilità manuali, imparano l’importanza del mangiar sano, mangiano di più (perché poi assaggiano ciò che hanno creato!) e si creano momenti in famiglia davvero insostituibili.
Se i vostri bimbi amano cucinare insieme a voi, se già lo fanno o se vorrebbero cominciare a divertirsi con la cucina, ecco un appuntamento imperdibile: per il mese di novembre Wagamama di Milano e Bergamo organizza dei laboratori per famiglie per conoscere la cucina asiatica e per cominciare a cucinarla da soli!
Da Wagamama i laboratori di cucina asiatica per bambini: la cucina panasiatica diventa un’occasione di sperimentazione e crescita
Wagamama è una catena di ristoranti asiatici davvero favolosa, ispirati alla tradizione del Giappone, che vogliono diffondere positività dalla scodella all’anima. Prodotti freschi, piatti per tutti, cucina sana, gustosa e bilanciata, dai sapori orientali che tanto ci piacciono: se amate i ristoranti Wagamama e i vostri bambini vogliono diventare chef giapponesi per un giorno, ecco la proposta per voi.
I ristoranti Wagamama di Milano (in via San Pietro all’Orto) e di Bergamo (presso il centro Oriocenter) per il mese di novembre propongono infatti alle famiglie “I segreti della cucina panasiatica”, dei laboratori di cucina per bambini per scoprire le ricette, sperimentare i sapori e conoscere a fondo la cucina orientale mettendosi in gioco in prima persona.
Attraverso la sperimentazione attiva, Wagamama farà scoprire ai bambini i sapori e gli usi della cucina panasiatica, insegnando i principi gastronomici e alimentari e immergendo le famiglie nella meraviglia degli ingredienti utilizzati nei piatti del menu, scoprendone così l’origine e l’uso.
Il personale wagamama supervisionerà così i bambini, che diventeranno in prima persona piccoli chef creando alcune ricette della tradizione panasiatica. E alla fine dell’incontro ogni piccolo cuoco riceverà un omaggio per continuare l’avventura anche a casa!
Questi laboratori diventano così un’occasione unica per scoprire la cucina asiatica, per imparare nuove tecniche, per assaggiare nuovi sapori e, non ultimo, per scoprire la meraviglia della multiculturalità e dello scambio.
Gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e sono pensati per le famiglie con bambini tra i 5 e i 10 anni e per le scuole. Per le famiglie, le date da segnare sono le seguenti:
A Wagamama Milano i laboratori si terranno sabato 16, 23 e 30 novembre dalle 10 alle 12.
A Wagamama Bergamo si terranno domenica 17 e 24 novembre e domenica 1 dicembre dalle 10 alle 12.
Per info e prenotazioni (fino a esaurimento posti): Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
E se i bambini ci sorprendono durante il sesso?
Venerdì, 08 Novembre 2019 14:53Eh sì, una domanda che un genitore, probabilmente, si fa. O perché gli è capitato e non sa come interpretare e affrontare la cosa, o perché si lascia lambiccare dai pensieri su un’eventuale ipotesi. Ma insomma: che fare se i bambini ci scoprono mentre facciamo sesso? Se entrano in camera proprio nel clou del momento?
Oddio, che ansia! Vero? Ma non lasciamoci sopraffare. Purtroppo sono incidenti che capitano. L’importante è non farne una tragedia e pensare ad un fatto molto semplice: l’intimità è una cosa naturale!
E se i bambini ci sorprendono durante il sesso? Come rendere un momento imbarazzante un’occasione per parlare di sesso senza tabù
Perché vogliono un bicchiere di acqua, perché hanno un incubo, perché ad un certo punto della notte proprio non ce la fanno a stare nel loro letto e saltano nel lettone, perché vogliono una coccola, perché non riescono a dormire, perché sentono dei rumori strani… Le ragioni per le quali i bambini arrivano in camera nostra sono infinite. È così. Ma questo non significa che dobbiamo annullare i nostri rapporti intimi perché c’è la possibilità che accada!
Parliamoci chiaro: che un bambino entri in camera nostra mentre stiamo facendo sesso è una possibilità tutt’altro che remota. A molti è capitato e ad altrettanti fa paura. Dobbiamo quindi pensarci, senza drammi.
Innanzitutto, pensiamo ad una cosa: l’intimità e il sesso tra due persone che si amano è una cosa naturale e bellissima. Non c’è nulla di cui vergognarsi. Ma nonostante questo, anche per pressioni esterne, sembra quasi un tabù. Se lo rendiamo un tabù, tuttavia, i bambini lo vivranno sempre come tale, e i risvolti per la loro vita adulta non possono che essere negativi.
Detto questo, sicuramente è una cosa imbarazzante, essere sorpresi. In generale. Soprattutto se non si è ancora affrontato l’argomento dell’educazione sessuale con i bambini. Ma non preoccupatevi: c’è un modo di parlarne assolutamente positivo, tranquillo e privo di stress. Certo, non è che vi auguriamo che capiti, ma dal momento che è possibilissimo, è meglio farsi trovare pronti.
Se capita, quindi, innanzitutto c’è da parlare tranquillamente con i bambini, spiegando che ciò che si sta facendo, quando consensuale e voluto, è una cosa naturale, e che i rapporti intimi tra i genitori sono sintomo di una relazione sana e positiva. A volte basta davvero solo questo, e, no, non rimarranno “traumatizzati”, proprio perché il tabù sta negli occhi di chi guarda e nelle orecchie di chi ascolta, e sta a noi rendere la cosa naturale.
Se i bambini capiscono di cosa si tratta, che è una cosa privata ma assolutamente sana e positiva, naturale e normale, i benefici sono moltissimi, e non solo per il fatto di non rimanere “traumatizzati”, ma anche perché in questo modo comincerà a costituirsi in loro una consapevolezza importante, che sarà alla base della loro educazione sessuale futura, che, come sappiamo, è fondamentale.
Da lì, è importante spiegare che siamo disponibili ad ogni chiarimento e spiegazione, che possono fare tutte le domande che vogliono, e che risponderemo loro in maniera sincera, proprio perché il sesso è una cosa naturale, di cui non bisogna vergognarsi.
Chiaramente, l’approccio con i bambini cambierà in base all’età. Se sono piccolissimi, basta dire che ci si sta divertendo insieme, che si sta passando un momento piacevole insieme (anche perché spesso pensano che sia qualcosa di doloroso o di pauroso, non capendo cosa sta succedendo!), senza imbarazzo e soprattutto senza arrabbiarsi. Se sono più grandi, saranno loro i primi a scappare! Ma in ogni caso dobbiamo ricordare che la loro reazione sarà in base alla nostra reazione. Quindi, di nuovo, non arrabbiamoci, ma rendiamo questo incidente un’occasione di dialogo.
Questa situazione, in ogni caso, può anche diventare occasione per mettere qualche confine in casa. Ovvero: dopo averne parlato, possiamo chiarire che il sesso è una cosa privata tra due persone, e che la privacy è molto importante. Ecco perché ci sono le porte, perché ognuno ha i suoi spazi, e vicendevolmente ci si rispetta.
Anche attraverso questi dialoghi scaturiti da un incidente inizialmente imbarazzante possono diventare terreno perfetto per porre le base dell’educazione sessuale. Sta a noi renderli un’occasione per parlare del sesso in maniera priva di tabù, con serietà, sincerità ed educazione, spiegando l’anatomia ma soprattutto il rispetto dell’altro, la privacy di un atto così intimo, l’importanza di farlo sempre in maniera consenziente e il ruolo fondamentale del sesso sicuro.
Pipì a letto, un problema comune a molti bambini
Venerdì, 08 Novembre 2019 10:54Enuresi notturna: questo è il nome scientifico della pipì a letto, un problema che riguarda molti bambini, che continuano a bagnare le lenzuola nel sonno anche una volta spannolinati. Solitamente, l’enuresi notturna riguarda i bambini dai 5 ai 14 anni, ed è un problema che va affrontato subito, e non evitato.
Le conseguenze, infatti, non sono tanto fisiche, quanto psicologiche: la pipì a letto provoca nel bambino ansietà anche grave. E anche la famiglia ne risente. Ma vediamo nello specifico cosa fare.
Pipì a letto, un problema comune a molti bambini: l’enuresi notturna, perché è bene parlarne apertamente
Fare la pipì nel sonno è un problema che riguarda molti bambini: si ritiene che circa il 5-10% dei bambini intorno ai sette anni bagna regolarmente il letto nel sonno in maniera involontaria, portandosi poi il problema negli anni successivi.
Al di là del bagnare il letto in sé, l’enuresi notturna provoca ansia e disturbi. In primo luogo perché il sonno ne risente moltissimo, con le notti passate a svegliarsi e risvegliarsi, a cambiare le lenzuola, eccetera. In secondo luogo, porta il bambino e la famiglia a soffrire di ansia.
Ciò che dobbiamo però sfatare, è l’origine psicologica dell’enuresi notturna. Non è l’ansia a provocarla, ma l’ansia ne è una conseguenza. Le cause sono più fisiche e meccaniche, quindi. Nella maggior parte dei casi i bambini che bagnano il letto lo fanno per una semplice sovrapproduzione notturna di urina, o perché la vescica, per dimensione, non riesce a trattenerla, e i bambini, nel sonno, non percepiscono lo stimolo.
Come fanno sapere dall’Ospedale Bambin Gesù, poi, la pipì a letto è un disturbo ereditario: nel 70% dei casi circa almeno un familiare del bambino ha sofferto in gioventù dello stesso problema.
L’ansia, tuttavia, come dicevamo è una conseguenza frequente: i bambini si sentono meno sicuri di sé, ed è quindi importante trattare il problema con il giusto tatto e con degli strumenti efficienti.
Ma come evitare la pipì a letto? Come risolvere il problema delle lenzuola bagnate la notte dal bambino, evitando il problema e, soprattutto, le conseguenze psicologiche? Non basta aspettare fiduciosi, questo è certo.
Innanzitutto, è importantissimo parlarne con il bambino, facendo capire chiaramente che non è colpa sua, né di nessun altro. I bambini sentono una sorta di senso di colpa per aver provocato questa noia, e questo aumenta l’imbarazzo e il malessere generale.
Evitiamo, poi, le sfuriate o le arrabbiature, anche quelle “involontarie”. Sappiamo che svegliarsi la notte o trovarsi la mattina questo problema fa perdere la pazienza, ma è importantissimo rimanere positivi, spiegando al bambino la situazione e non aumentando il senso di colpa che già naturalmente sente.
Per essere certi che non ci siano cause fisiche importanti, poi, è fondamentale chiedere il parere del pediatra. Quando il bambino bagna la notte, insomma, è bene prenotare una visita, in modo che anche il medico sappia indirizzarci o su una terapia, o semplicemente su qualche consiglio pratico per arginare i risolvere il problema dell’enuresi notturna.
A volte, ad esempio, anche la stitichezza può causarla. Se il bimbo non si svuota regolarmente, l’intestino preme sulla vescica, e questo porta alla pipì a letto. Spesso, quindi, anche solo regolarizzando l’alimentazione la minzione notturna cessa.
Nel caso in cui i problemi fisici siano più importanti, sarà il medico a prescrivere gli esami necessari e i farmaci che possono aiutare il bambino, ma solo, appunto, se il problema è più grave.
Un altro consiglio, oltre a regolare l’alimentazione e a parlarne in maniera tranquilla, è quello di rieducare i bambini alla minzione. Ovvero: insegniamo che non è giusto trattenere, anche durante il giorno, la pipì; educhiamoli a bere frequentemente, in modo da allenare e allargare la vescica; e, infine, evitiamo le bibite almeno la sera.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
I libri per bambini sul bullismo
Giovedì, 07 Novembre 2019 14:48La capacità dei libri è unica: appassionano i lettori e insegnano, in maniera naturale, a mettersi sempre nei panni dell’altro. E poi permettono di identificarsi nei protagonisti, trovando risposte alle domande difficili a cui non si trova risposta.
Ecco perché i libri per bambini sul bullismo sono importanti: perché insegnano ai bambini l’importanza di non essere cattivi mostrandone le conseguenze; perché danno a quei bambini bullizzati degli strumenti per affrontare questa situazione; e perché, in generale, ci rendono persone migliori.
Tutti, prima o poi nella vita, ci siamo trovati vittime di qualcuno di più grande o più “forte” di noi, che con prepotenza ci mette in situazioni spiacevoli. Ci si sente spaesati, spaventati, soli, inferiori… E i libri ci insegnano non solo che tutti possiamo esserci trovati in una situazione del genere, ma soprattutto che non è impossibile uscirne, svoltare la situazione e vivere più sereni.
Ecco i nostri libri preferiti per parlare di bullismo ai bambini, ma, soprattutto, per insegnare moltissime cose di valore della vita, dal rispetto all’unicità di ognuno di noi, che è preziosissima.
I libri per bambini sul bullismo: i migliori libri per bambini per parlare di bullismo, rispetto, unicità ed empatia
Tea - chi ha paura dei bulli
Per i bambini più piccoli ecco Tea, una bambina di sei anni con una bella famiglia, una vita scolastica normale e tanti amici. I bambini con lei si possono identificare molto bene, e insieme a lei risponderanno alle domande sui bambini più arroganti e maleducati: ma perché fanno così? Perché esistono i bulli?
La bambina bella e il bambino bullo
Un titolo bellissimo che fa venire voglia di leggere, per quanto è musicale. E infatti a scrivere questo libro è stata Vivian Lamarque, poetessa che in questo caso offre la sua penna ai bambini, per raccontare come sono i bambini, tutti i bambini. Ci sono quelli educati, quelli un po’ strani, quelli con cognomi che fanno ridere. E poi ci sono quelli cattivi, senza se e senza ma. E anche se è poco politically correct, Vivian Lamarque è davvero brava a puntare i riflettori sull’importanza dell’educazione, della bontà, del rispetto e dell’unicità di ognuno di noi.
Come ti smonto il bullo
Questo libro della “libreria dei ragazzi” parla di una classe normale, in cui i bambini si riconosceranno. Anche nella loro ci sono tre bulletti fastidiosi? Beh, anche in questa. Ma le cose cominceranno a cambiare durante un giorno di maggio!
Dura la vita da duro
Di questo libro di Daniela Valente ve ne avevamo parlato in questo articolo. Ci piace perché parla da due punti di vista, quello del bulletto arrogante e quello del timido ragazzo che subisce le angherie. Ciò che ne esce sono i problemi di entrambi, e per questo è un bellissimo libro per tutti, per imparare l’importanza di mettersi sempre nei panni dell’altro.
Wonder
Se il film ha avuto successo un motivo c’è: R.J. Palacio in “Wonder” racconta una storia che arriva dritta al cuore, che appassiona e che fa aprire gli occhi. La storia è quella di Auggie, nato con una deformazione facciale, ma narra soprattutto gli avvenimenti quotidiani della sua vita, quelli che tutti viviamo. Come viene accettati a scuola? Come lo trattano gli altri?
Fanno i bulli, ce l’hanno con me
Eh sì, tutti prima o poi l’abbiamo pensato. E questo libro parla proprio a quei bambini che si stanno trovando in questa situazione. Ma perché ce l’hanno con me? Ma che ho fatto? Ma perché sono così prepotenti? Il linguaggio semplice di questo libro risponde alle domande in maniera perfetta, dando anche alle vittime dei bulli qualche semplice strumento e strategia da applicare per difendersi in maniera positiva.
Le app educative in inglese per bambini
Giovedì, 07 Novembre 2019 10:41Che la tecnologia abbia pervaso le nostre vite è un dato di fatto. Ed è un dato di fatto anche la tendenza dei nostri figli ad utilizzarla moltissimo. Certo, il digitale e le nuove tecnologie possono fare danni. Ma non se utilizzate con intelligenza, dosando i tempi di fruizione da parte dei bambini e, soprattutto, sfruttandole con un intento educativo.
Esistono, infatti, moltissime App per tablet e smartphone davvero educative: per imparare una nuova lingua, per esercitarsi con la matematica, per imparare il coding fin da piccoli… Ce ne sono davvero per tutti i gusti e per tutte le esigenze.
Ma quali sono le migliori? Eccole!
Le app educative in inglese per bambini: quali applicazioni per smartphone e tablet dovremmo scaricare per rendere la tecnologia uno strumento educativo per bambini
Teach Monster
Per i bambini che stanno cominciando a imparate a leggere e per quelli che vogliono leggere anche in inglese, Teach Monster è l’applicazione giusta. “Teach your monster to read” è la dicitura lunga, ovvero “Insegna al tuo mostro a leggere”. Attraverso giochi e attività interattive i bambini allenano la capacità di riconoscere i suoni e le lettere abbinate, imparano la sillabazione in inglese, e nel giro di poco migliorano moltissimo la capacità di lettura, sempre giocando e divertendosi.
Teach Monster per iOS
Teach Monster per Android
Pet Bingo
Un bingo per allenare le capacità matematiche! Sembra un sogno ma non lo è. Adatta per bambini dall’ultimo anno di scuola materna fino alla quarta elementare, Pet Bingo è un gioco animato da favolosi animaletti che attraverso varie sfide aiuta i bambini a riconoscere i numeri, a fare moltiplicazioni, addizioni, sottrazioni e divisioni, sfruttando il gioco e gli stimoli visivi.
Pet Bingo per iOS
Pet Bingo per Android
Math Fight
Bellissima, quest’app permette di giocare in due, appoggiando lo smartphone o il tablet su una superficie orizzontale, come fosse una sorta di battaglia navale. I due sfidanti dovranno vincere risolvendo le operazioni, in una sfida a colpi di duelli di matematica!
Math Fight per iOS
Math Fight per Android
Epic
Un’applicazione, questa, per i bambini amanti della lettura e per chi vuole appassionare i propri figli al piacere del libro! Su Epic troviamo infatti libri e letture per bambini, per tutti i livelli di lettura e per tutti i gusti, con migliaia di titoli. Attraverso un abbonamento mensile, quindi, avremo una libreria per bambini praticamente illimitata!
Telling Time
Per i bambini che stanno imparando il concetto di tempo e a leggere l’ora, ecco un’applicazione davvero bellissima, divertente ed efficace. Si chiama Telling Time e attraverso giochi, problemi e attività interattive rende la lettura dell’ora più semplice, divertente e concreta, aiutando i bambini a capire meglio i concetti di tempo, notte, giorno, mesi, stagioni….
L’amore per i dinosauri rende i bambini più intelligenti
Mercoledì, 06 Novembre 2019 10:07Oh, che bella notizia! Che farà felici soprattutto i genitori di quei bambini che hanno riempito la casa di dinosauri giocattolo (quelli su cui inciampiamo sempre!), di peluche a forma di triceratopo, di libri sulla preistoria… I dinosauri rendono i bambini più intelligenti, e a dirlo è la scienza!
L’amore per i dinosauri rende i bambini più intelligenti: come l’interesse verso gli animali preistorici aiuta i bambini a sviluppare importanti abilità
Capita spesso: dopo aver visto una mostra sui dinosauri, dopo una visita ad un parco divertimenti a tema o semplicemente dopo aver scoperto l’esistenza di questi giganteschi animali preistorici, i bambini ne diventano ossessionati. Libri, giocattoli, peluche, oggetti a tema, travestimenti… Una volta che la dino-ossessione ha preso il via, è difficile fermarla.
Ma ora c’è una buona notizia: se già eravamo contenti di questo amore dei bambini per i dinosauri (perché, diciamolo, è un bellissimo interesse!), ora arriva uno studio che mette ancora più in evidenza come l’amore per i dinosauri sia educativo e unico.
Secondo questo studio pubblicato sulla rivista Developmental Psychology, i bambini ad un’età molto piccola sviluppano un interesse super intenso per macchine, treni e automobili, ma anche per i dinosauri. E i ricercatori descrivono bene questo interesse prendendo ad esempio un caso tipico:
“Un bambino di quattro anni”, spiegano, “interessato ai dinosauri, ha cominciato ad amarli più o meno a 18 mesi. Guarda i libri (romanzi e non-romanzi) sui dinosauri, si identifica e si compara ad essi. Fa mille domande dettagliate ai genitori riguardo ai dinosauri - come vivevano, cosa mangiavano, come cacciavano e così via - e passa ore a giocare con centinaia di dinosauri giocattolo, organizzandoli in scene elaborate. Realizza poi innumerevoli disegni dei diversi tipi di dinosauri”.
Riconoscete i vostri bambini? Beh, è perché è proprio così.
Il fascino esercitato dai dinosauri sui bambini non è però fine a se stesso. Quello verso i dinosauri è un interesse concettuale molto elaborato, e quando i bambini li amano tendono ad informarsi, a immedesimarsi, a giocare e a ricercare, e questo porta ad avere più attenzione e concentrazione, ma soprattutto a sviluppare una capacità importantissima, quella di processare le informazioni.
Questo accade perché i bambini diventano consumatori attivi e non passivi delle informazioni che ricevono, e questo porta ad imparare davvero moltissime cose.
Ma non è un “imparare” astratto, fine a se stesso. Questa capacità di processare informazioni, di ricercare e di interessarsi a fondo è solo un primo approccio allo studio, che servirà loro, crescendo, per diventare prima ragazzi e poi adulti in grado di informarsi a fondo.
Fin da piccoli, insomma, i bambini amanti dei dinosauri capiscono che un argomento può essere davvero affascinante non solo a livello superficiale, e che informandosi, incuriosendosi, leggendo e facendo domande si impara molto di più, in maniera attiva, coinvolgente e interessante. Una capacità, questa, che tornerà molto utile quando studieranno, ma anche sul lavoro quando saranno grandi.
Un altro aspetto da non sottovalutare è poi il sapere più degli altri. Soprattutto, più dei genitori. Perché se i bambini inizialmente fanno domande a mamma e papà, più imparano, più si informano e più capiscono e più diventano più esperti dei loro genitori. Questo fa sentire i bambini sicuri di sé, aumenta la loro autostima, li fa sentire autorevoli in maniera positiva. E lo stesso studio, alla fine, sottolinea come questo loro sapere - anche se l’interesse per i dinosauri poi scemerà naturalmente intorno ai 4-5 anni - sarà loro di grande aiuto nella vita, perché i bambini con un interesse così forte in età infantile risultano poi essere più intelligenti della media quando più grandi.
Resistiamo, quindi, e non arrabbiamoci per l’ennesima domanda sui carnivori e sugli erbivori o per gli innumerevoli dinosauri che continuiamo a calpestare (povere piante dei piedi): va tutto a beneficio dei nostri bambini, che in questo momento stanno sviluppando la loro capacità di attenzione, di interesse e di ricerca, attraverso ciò che sanno fare meglio: giocare.
Esercitare la gratitudine ogni giorno per sentirsi meglio
Martedì, 05 Novembre 2019 15:23La gratitudine a volte è sottovalutata. E non parliamo dei semplici “grazie”, ma della consapevolezza dei doni che riceviamo ogni giorno, delle persone che ci attorniano, della nostra famiglia… E non solo a livello educativo (sappiamo quanto sia giusto e importante insegnare ai bambini il valore della gratitudine), ma anche per la serenità personale e familiare.
Prendere consapevolezza delle fortune che abbiamo, infatti, fa benissimo, anche e soprattutto quando stiamo passando periodi non semplici o quando ci troviamo in situazioni dure e pesanti.
Ecco dunque qualche piccolo esercizio per vivere ogni giorno consapevoli di ciò che abbiamo e, soprattutto, per vivere grati e, di conseguenza, più sereni.
Esercitare la gratitudine ogni giorno per sentirsi meglio: come prendere consapevolezza delle proprie fortune per vivere più serenamente
Scrivere ciò per cui siamo grati
Il barattolo della gratitudine sembra un esercizio per bambini, ma in realtà non lo è. Una buona cosa è farlo tutti insieme, oppure realizzarne uno per componente della famiglia, senza sminuirlo a “gioco per bambini”. Scrivere i pensieri e mettere nero su bianco ciò per cui siamo grati è importantissimo e lo rende più tangibile e concreto, e questo non può che fare bene, anche per mettere nella giusta prospettiva le cose della vita.
Ringraziare, sempre
Dire “grazie” sembra scontato, o addirittura futile, ma non lo è. Anche quando prendiamo un caffè al bar, anche quando qualcuno si sposta per farci passare, anche quando nostro marito ci passa il telecomando o quando i bambini ci porgono qualcosa. Dirlo sempre è un’abitudine, è vero, ma è un’abitudine bellissima, che svolta le giornate, soprattutto quando detto con un sorriso. Dire “grazie” è mostrare la nostra gratitudine nei confronti dell’altro, e un gesto così piccolo, se tutti lo facessero, potrebbe davvero cambiare il mondo.
Girare la frittata
A volte le situazioni più difficili ci tolgono la prospettiva. Ovvero: non vediamo più che le cose negative. Esercitare la gratitudine pensando a ciò per cui siamo grati e ringraziando chi ci sta attorno rende le cose più sopportabili e piacevoli, perché ci porta a pensare alle cose positive anche nei momenti più bui e difficili. Cerchiamo quindi sempre di guardare le situazioni da diverse angolature.
Circondarsi di persone che danno valore alla gratitudine
Ormai si sa: togliere le persone tossiche e negative dalla propria vita non è un atto di egoismo, ma è una decisione ammirevole, se questo ci fa stare meglio e vivere più serenamente. Allo stesso modo, possiamo puntare sul contrario, ovvero circondarci di persone che abbiano i nostri stessi valori, che apprezzino il nostro essere loro grate e che ci facciano sentire la loro gratitudine nei nostri confronti. Perché la gentilezza crea un circolo virtuoso davvero benefico.
Sorridere
A volte anche un semplice sorriso può fare moltissimo. Un sorriso dice “grazie”, dice “Con te sto bene”, dice “Ti sto vedendo”, dice “Ciao”. Un sorriso esprime gratitudine, anche ad uno sconosciuto su un tram, e anche e soprattutto a chi ci sta vicino. A volte è difficile sorridere, ma sforziamoci per quel secondo che un sorriso richiede: vedrete che la situazione cambierà, si distenderà e farà vedere tutto in una nuova prospettiva positiva e grata.
Babysits, il servizio per trovare babysitter facilmente
Martedì, 05 Novembre 2019 08:56A volte (quando si ha questa fortuna) ci sono i nonni che corrono in aiuto (spesso volentieri, ma non è così scontato). Altre volte, in emergenza, chiediamo a qualche amica, a qualche zio, a qualche parente lontano… Ma non sempre è semplice trovare qualcuno che ci guardi i figli quando vogliamo uscire o abbiamo un impegno, e soprattutto non sempre ci sentiamo a nostro agio, chiedendo aiuto.
Il problema però è un altro: ancora troppi genitori sentono una sorta di “senso di colpa” a lasciare i bambini con qualcun altro. C’è chi riesce a passare qualche ora lontano senza problemi, ma anche chi non riesce a stare proprio a cuor leggero. In ogni caso, se a non lasciarci staccare dai bambini è il senso di colpa, beh, abbandoniamolo! Non ha alcun senso lasciarsi sopraffare da questa sensazione quando non c’è assolutamente nessunissima colpa nel lasciare i propri bambini per qualche ora con qualcun altro.
Ma a chi, quando non si hanno i nonni vicini? Alla babysitter. E qui si apre un altro capitolo: dove trovare questa babysitter? Non siamo più negli anni Ottanta, quando bastava chiedere alla figlia adolescente del vicino di pianerottolo. E, soprattutto, vogliamo essere certi delle referenze, della bravura e delle competenze della persona alla quale affideremo i nostri figli.
Udite, udite, perché c’è una buona notizia: come spesso accade, la tecnologia ci viene in aiuto, e stavolta lo fa con un sito e un’App dedicati proprio alla ricerca del babysitter. Il servizio si chiama Babysits, ed è dedicato ai genitori che cercano un/una babysitter e ai/alle babysitter che cercano lavoro.
Babysits, il servizio per trovare babysitter facilmente: attraverso un sito e un’App trovare una babysitter è davvero semplicissimo
L’idea dietro a Babysits è davvero semplicissima: si tratta di un’App che mette in comunicazione i/le babysitter con chi è in cerca di un/una babysitter, filtrando per città e per data.
Babysits è quindi una community che mette in contatto migliaia di genitori con altrettanti babysitter. La ricerca è molto semplice, ed è possibile eseguirla sia dalla piattaforma online (ovvero il sito internet) oppure attraverso l’App scaricabile su dispositivi iOS o Android. Basta inserire negli appositi spazi la propria città o il codice postale, e da lì si aprirà un elenco di babysitter presenti in zona, con una descrizione, i servizi offerti e la possibilità di contatto.
Attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva, i genitori possono così filtrare la babysitter a seconda delle esigenze, pianificando data e ora del servizio e comunicando poi direttamente con la persona scelta.
Babysits dà poi la possibilità di accedere ad un servizio premium, registrandosi e acquistandolo con un piccolo abbonamento mensile. Il servizio Premium di Babysits è pensato per i genitori che si affideranno molto al servizio e per i babysitter che vorranno sfruttare appieno le funzionalità del sito.
Le informazioni delle babysitter sono verificate, e, inoltre, il fatto che si tratti di una community rende tutto più sicuro e affidabile, grazie anche alle recensioni degli altri utenti.
Il consiglio è dunque quello di provare il servizio di Babysits, semplice e veloce, contattando il babysitter che preferiamo e incontrandolo prima del primo servizio, in modo da verificare personalmente con chi abbiamo a che fare (reciprocamente). Dopodiché usciamo, lasciamogli fare il suo lavoro, e alla fine lasciamo una recensione: in questo modo Babysits crescerà, aumenterà la sicurezza e diventerà un luogo online nel quale trovare vere referenze e persone fidate alle quali finalmente affidare i nostri bambini senza per forza scomodare vicinato e parentado!