Come fare con i bambini che rispondono male
Venerdì, 29 Maggio 2020 08:47Eh sì, ad un certo punto arriva anche quel momento. Chi prima, chi dopo, i nostri figli iniziano a risponderci male. Ed è normale: facendolo, stanno testando i nostri limiti e provando ad imporre la loro personalità. Ma anche se è totalmente sano e benefico per la loro crescita, questo non significa che dobbiamo lasciarglielo fare senza dire nulla.
Ma invece di arrabbiarci, di lasciare che la frustrazione ci prenda e di innervosirci, proviamo questi metodi.
Come fare con i bambini che rispondono male: quali strategie adottare quando i nostri figli ci rispondono male
Quando accade la rispostaccia? Nei momenti più normali, e non solo quando siamo arrabbiati tra di noi. Magari semplicemente perché il bambino vuole mangiare una determinata cosa che noi non gli concediamo, o perché vorrebbe vestirsi in un certo modo in una data occasione, oppure, ancora, semplicemente perché non ha voglia di fare ciò che gli stiamo chiedendo.
E questa rispostaccia può essere verbale (con i ragazzi più grandi che azzardano anche qualche parolaccia) o fisica, con gli occhi che si alzano al cielo, episodi di rabbia e urla, o di risate e scherno.
Ma c’è una bella linea tra il rispondere male perché stanno crescendo e il rispondere male diventando maleducati e irrispettosi. E quella linea la possiamo tracciare noi.
La prima regola, da parte dei genitori, è restare calmi. Sembrerà banale, ma è una chiave di svolta. Perché se è normale lasciarsi prendere dal nervosismo quando i nostri figli ci rispondono male, stare calmi significa prendere il toro per le corna.
Semplicemente, stando calmi i nostri figli si troveranno di fronte persone calme, e staranno calmi a loro volta quando spiegheremo le nostre ragioni e quando li rimprovereremo. Se il rimprovero arriva in maniera “esplosiva”, infatti, sarà normale per loro esplodere ancora di più a loro volta.
In questo modo, i nostri figli non solo ci ascolteranno di più, ma impareranno da noi, osservandoci, come si risolvono i problemi in maniera tranquilla.
Spieghiamo quindi le nostre ragioni e cerchiamo di capire da dove viene la rispostaccia. “Perché mi stai rispondendo così male?”. “Secondo te è piacevole sentirsi rispondere in questa maniera?”. “Come potresti dirmi questa cosa senza ferirmi?”.
Dopodiché, elenchiamo, insieme ai bambini, le regole della famiglia. Spesso, infatti, le risposte cattive arrivano quando i genitori non concedono qualcosa. Perché è giusto seguire certe regole? E quando sarà il momento giusto per, invece, fare uno strappo alla regola?
Infine, proviamo a pensare all’indipendenza dei bambini. Quando un bambino risponde male sporadicamente, non è un problema. Ma quando comincia a farlo su base giornaliera, probabilmente il problema è più profondo e non è un capriccio, né un tentativo di testare i confini o di imporre la propria scelta una tantum. Si tratta, invece, di un problema di indipendenza.
In questo caso è giusto chiedersi: lasciamo a nostro figlio/nostra figlia la possibilità di esprimersi? Di scegliere le attività da svolgere in famiglia? Di mangiare ciò che vuole nel rispetto delle regole?
In generale, infatti, è giusto che i bambini seguano le regole e le routine della famiglia, ma che allo stesso tempo abbiano la possibilità di esprimersi, di fare ciò che il loro istinto gli comunica e di condividere tutto questo con la famiglia.
Una soluzione alle rispostacce, quindi, può essere quella di concedere una volta ogni tanto, in giornate stabilite, la “sua giornata”. Una giornata che sia divertente e lontana dalle regole solite della famiglia, per sfogarsi e per, soprattutto, seguire la personalità del bambino, che sentirà di avere un po’ di controllo sulla sua vita, sentirà l’interesse da parte dei genitori e proverà un senso di responsabilità.
Ma come può una giornata sola, sporadica, contrastare il rispondere male? Può, perché è una strategia preventiva e proattiva. In questo modo non contrasteremo le rispostacce, ma le preverremo!
The Ickabog, il nuovo libro di J.K. Rowling per bambini
Mercoledì, 27 Maggio 2020 08:09L’ha chiarito subito: non sarà uno spin off di Harry Potter. Perché quando annuncia un nuovo romanzo, JK Rowling è subito assalita dalle domande di questo genere. Ma la notizia non è semplicemente “un nuovo romanzo”. Perché la creatrice di Harry Potter ha annunciato ieri che sì, c’è un nuovo libro, e sarà nuovamente un libro per bambini, una favola.
Ma non è finita: durante questa pandemia, infatti, rilascerà il libro a puntate, gratuitamente, in attesa della pubblicazione a novembre.
The Ickabog, il nuovo libro di J.K. Rowling per bambini: prima della pubblicazione cartacea, i capitoli saranno rilasciati settimanalmente sul suo sito internet
I fan di JK Rowling lo sanno: sperare di rientrare nel mondo di Harry Potter è impossibile. La scrittrice stessa l’ha ripetuto più volte: è necessario mettere uno stop, anche se a malincuore. Ma di certo l'autrice non è stata con le mani in mano: negli ultimi anni oltre a sceneggiare Animali Fantastici ha scritto libri per adulti davvero magistrali, a partire da “Il seggio vacante” per arrivare ai gialli firmati sotto pseudonimo (“Robert Galbraith”). Si tratta di “Il richiamo del cuculo”, “Il baco da seta”, “La via del male” e “Bianco letale”, ovvero le indagini di Cormoran Strike.
Ma sui libri per bambini non era più tornata. Nemmeno con storie “nuove”, che si discostassero dal mondo potteriano. Ma ora ha deciso (letteralmente!) di salire in soffitta e di riprendere in mano la traccia e il manoscritto di “The Ickabog”, una storia per bambini, una favola che leggeva ai suoi figli del letto, e che mai avrebbe pensato di pubblicare, fino a questa pandemia.
“L’idea per “The Ickabog””, scrive J.K. Rowling sul suo sito, “mi venne mentre ancora scrivevo Harry Potter. (…) L’intenzione era di pubblicarla dopo “I doni della morte”. Tuttavia, dopo l’ultimo libro di Harry Potter, volevo prendere una pausa dalle pubblicazioni, e per cinque anni fu così. In quel lasso di tempo scissi “Il seggio vacante” e Robert Galbraith scrisse “Il richiamo del cuculo”. Dopo qualche tentennamento ho deciso però di allontanarmi per un attimo dai libri per bambini. La bozza andò in soffitta, dove restò per un decennio”.
È solo in queste settimane che alla scrittrice è venuta l’idea di riprendere il manoscritto dalla soffitta. I suoi figli adolescenti si sono mostrati entusiasti della cosa, così J.K. Rowling si è trovata di nuovo immersa in un mondo fantastico.
“The Ickabog è una storia di verità e di abuso di potere”, scrive l’autrice sul suo sito. “Per anticipare una domanda ovvia: l’idea mi è venuta più di dieci anni fa, quindi non è da leggere come una risposta a nulla di quanto sta accadendo nel mondo in questo momento. I temi sono senza tempo e possono essere applicati ad ogni era e ad ogni paese”.
“The Ickabog” si presta bene alla serializzazione, ha anche spiegato la scrittrice, e oltre ad essere un libro perfetto per essere letto ad alta voce nel letto dai genitori ai bambini, è ottimo per i ragazzini di 7-9 anni che vogliano leggerlo da soli.
Come funzionerà, ora? Come leggere “The Ickabog”?
A partire da ieri e finendo il 10 luglio, ogni settimana J.K. Rowling pubblicherà uno (“o due, o tre”) capitoli del libro sul sito internet di “The Ickabog”, contando di pubblicare già anche qualche traduzione (e Salani ha già annunciato un “coming soon” in Italia!).
E per i bambini c’è pure una gara di illustrazione: a novembre il libro verrò pubblicato come libro, cartaceo ed e-book, e l’idea è quella di inserire le illustrazioni migliori!
Tutti i proventi ricavanti dai diritti d’autore verranno quindi poi donati a gruppi particolarmente colpiti dalla pandemia da Covid-19.
Photography Debra Hurford Brown © J.K. Rowling 2018
“Fame di pelle”, il distanziamento sociale ci fa mancare il contatto fisico
Martedì, 26 Maggio 2020 12:12Il contatto fisico pelle a pelle è fondamentale per la vita (pensiamo solo al breast crawling, l’istinto primordiale dei bambini appena usciti dal grembo materno) e abbiamo parlato diverse volte dell’importanza di stabilire un contatto fisico tra genitori e figli.
In questo periodo di pandemia dove il distanziamento sociale è la prima arma contro il coronavirus, ci siamo tuttavia ritrovati ad avere molti meno contatti fisici rispetto alla normalità. Non solo in famiglia, ma anche con chi orbita attorno alla nostra vita. Perché anche se solitamente non ci prestiamo attenzione, anche con gli amici, i parenti e i conoscenti ci scambiamo tocchi, e ora tutto questo si è azzerato.
Ma appunto perché il contatto fisico è fondamentale per il benessere, il lockdown ha portato anche ad una grande conseguenza: quella della fame di pelle, ovvero della mancanza (vera!) di contatto fisico.
“Fame di pelle”, il distanziamento sociale ci fa mancare il contatto fisico: perché alla fine della pandemia dovremo essere grati degli abbracci
Nel XIII secolo, Federico II di Svevia fece un esperimento. Provò a fare crescere alcuni bambini con un nutrimento “giusto” ma senza contatti. Ovvero: faceva dare loro da mangiare e non gli faceva mancare nulla, ma il contatto fisico con altri bambini e altri esseri umani era quasi azzerato. La conseguenza? Questi bambini, lentamente, morirono.
Federico II, tuttavia, non è l’unico strambo essere umano ad aver sperimentato e studiato la mancanza di contatto fisico, e gli esiti sono sempre analoghi: gli esseri umani senza il tocco dei loro simili stanno male. Ma anche gli animali: in uno studio degli anni Cinquanta, ad esempio, si notò come i cuccioli di macaco stessero rannicchiati addosso a dei fantocci fatti con asciugamani caldi, rispetto a quelli di metallo che tuttavia davano loro del cibo. Sceglievano quindi il calore, rispetto alla pancia piena.
Anche su Focus lo dicono: stare a lungo senza contatto fisico porta ad una condizione con un nome specifico, ovvero skin hunger, “fame di pelle”.
Questa fame di pelle ha conseguenze dirette sul corpo, che passando dalla depressione mentale arriva a debilitarsi. Non provare contatto fisico, infatti, porta a stress, nervosismo, insonnia, depressione…
Il motivo? Toccare la pelle e farsela toccare stimola i pressocettori e i nervi, e il sistema nervoso, passando informazioni a tutto il corpo, abbassa la pressione sanguigna, rallenta il battito cardiaco e rilassa tutto il corpo, insieme alla mente. Già, perché allo stesso tempo, grazie al tocco con un altro essere umano il nostro corpo rilascia ossitocina, l’ormone “dei legami”, e abbassa i livelli del cortisolo, che è invece l’ormone dello stress.
Anche i livelli di serotonina ne traggono vantaggio: abbracciandosi e toccandosi, questo elemento si alza, evitandoci disturbi come l’insonnia e l’ansia e dandoci così una sensazione di benessere.
Insomma: la fame di pelle è vera, reale, e il fatto che ci sentiamo più stressati e ansiosi in questo periodo potrebbe essere dato anche da questo (oltre che da una serie di altri fattori, come la cattività forzata, le routine sballate e i cambiamenti lavorativi non sempre positivi).
Di certo va meglio a chi in casa vive con altre persone, come i familiari. Chi è single, soffre maggiormente di questo disturbo. Tuttavia, sono tutti a sentire la mancanza di contatto fisico con gli altri, anche chi abbraccia tutti i giorni i genitori, il/la partner o chi vive con lui/lei. È per questo che, a fine lockdown, quando ci siamo trovati a poter vedere congiunti e amici il primo istinto sono stati gli abbracci, le strette di mano, i “batti il cinque”. Tuttavia non è ancora arrivato il momento: solo a fine pandemia potremo tornare ad estinguere la fame di pelle, ricordandoci sempre di essere grati per questo contatto fisico che in questo momento ci è - giustamente! - proibito.
Photo by Andrea Piacquadio from Pexels
Calzini scomparsi, a mai più!
Lunedì, 25 Maggio 2020 13:23Non so voi, ma io ho un cassetto pieno di calzini spaiati. Nel senso che non trovo più, più, più il loro gemello! Che fine fanno? Chissà… Ciò che so è che il problema parte sempre dalla lavatrice e dall’asciugatrice. Entrano in due, escono soli soletti.
Non vi nego quindi che mi innervosisco spesso. Anche perché comprare continuamente calzini non è un divertimento per il portafoglio! Ma qual è la soluzione? Di lavarli appallottolati non se ne parla (non si lavano bene e rimangono umidi per giorni); di inserirli in una federa nemmeno, perché in qualche modo la strada verso la libertà la trovano sempre. Eppure una soluzione esiste. E si chiama Aghostino!
Calzini scomparsi, a mai più: con Aghostino i calzini spaiati scomparsi in lavatrice non saranno più un problema
Aghostino è un piccolo strumento al quale non posso più rinunciare. Perché da quando lo uso, non ho più perso nemmeno una calza! E vi assicuro che è favoloso non dover tenere i calzini spaiati in disparte con la speranza (vana) di trovare i loro gemelli. Ed è ancora più favoloso non doverne comprare continuamente perché quelli vecchi magicamente spariscono.
Di cosa si tratta? Di un piccolo “omino” come i classici appendiabiti da armadio, in silicone, con due piccole fessure che permettono di incastrare i calzini, accoppiandoli. Dopodiché, Aghostino va con i calzini direttamente in lavatrice.
Estraendolo a lavaggio finito, possiamo quindi metterlo in asciugatrice insieme agli altri indumenti, oppure appenderlo direttamente così. Ed è proprio questa la comodità aggiuntiva: il fatto di non dover togliere nulla dalla palla, dalla federa o dal sacchetto, appendendo invece i calzini - già appaiati, direttamente sullo stendibiancheria, oppure estrarli dalla asciugatrice direttamente appaiati, pronti per essere riposti in coppia nel cassetto.
Il tempo si dimezza, praticamente, in ognuno dei casi! E rispetto alle classiche mollette non c’è davvero paragone.
Il mio consiglio spassionato, quindi, è quello di provare Aghostino, sia per le tasche (basta comprare calzini su calzini!), sia per la comodità e per il tempo che fa risparmiare. E se volete acquistarlo, potete sfruttare il nostro codice per avere uno sconto del 10%. Basta acquistare l’accoppia calzini sullo shop online e inserire il codice “mpap” al momento del checkout.
Essendo in silicone molto morbido, poi, ha diversi vantaggi: non lascia segni sulle calze (ed è quindi adatto anche alle più delicate), non sbatte contro le pareti della lavatrice e non avendo parti appuntite non rovina nessun indumento con cui vene a contatto durante il lavaggio, senza tirare alcun filo.
E non si rovina, poiché essendo appunto in silicone sopporta le alte temperature, sia in lavatrice (quando laviamo i bianchi a 60 gradi), sia nell’asciugatrice, che raggiunge gradi molto elevati.
Inoltre, questo accoppia calzini (da acquistare anche su Amazon) è anallergico e atossico, cosa importantissima quando parliamo di lavaggi in lavatrice, soprattutto quando laviamo i capi dei nostri bambini, che hanno la pelle più delicata della nostra.
Zaini porta-bambino per la montagna, quali sono i migliori
Venerdì, 22 Maggio 2020 07:55Con la bella stagione (ora che possiamo uscire a fare sport in famiglia) si apre anche la possibilità di fare del piacevole trekking. Se abbiamo bambini piccoli, tuttavia, ci sentiamo sempre un po’ frenati. Come sarà? Sarà scomodo? Dovremo usare il marsupio? O è meglio uno zaino trekking porta bebè?
In realtà, la soluzione è semplice, ed è proprio l'ultima a cui abbiamo accennato: si chiama zaino porta-bambino e si tratta di uno zaino da trekking nel quale inserire il bambino, fatto apposta per distribuire il peso in modo da non fare eccessiva fatica. In questo modo i bambini potranno godersi la natura e il panorama con noi, addormentandosi anche (cullati dal ritmo della camminata!).
È diverso dal marsupio, naturalmente, e fatto apposta per la camminata, poiché il bambino non appoggia completamente il corpo al nostro, evitando così il sudore e lo sfregamento. E in generale, tengono pesi fino a 25 chili.
Il consiglio è quello di scegliere sempre sentieri segnati e semplici, non eccessivamente ripidi, in modo da camminare sempre e comunque in sicurezza.
Ed ecco quindi una selezione dei migliori zaini porta-bebè per il trekking, convenienti per qualità prezzo e assolutamente comodi e sicuri.
Zaini porta-bambino per la montagna, quali sono i migliori: quale zaino da trekking porta-bebè scegliere per le passeggiate in montagna
Questo zaino di LilBoss è basico e comodo, ma ha anche una protezione per il sole e per la pioggia, perfetta per gli imprevisti. La vestibilità, poi, è molto personalizzata, grazie alle cinghie imbottite regolabili.
Anche questo, della marca Montis, è simile, con parasole e parapioggia, e una comoda struttura per appoggiare in piano lo zaino, in modo da fare salire e scendere il bambino con facilità.
Da Ferrino ecco uno zaino da trekking più snello (che tiene bambini fino ai 25 chili), con una tasca posteriore molto comoda e la seduta del bambino regolabile in altezza.
Marca per l’outdoor che adoriamo è Thule: in questo caso, lo zaino da hiking porta bambino è davvero top, con uno zaino aggiuntivo agganciabile sul retro, varie tasche (anche per la borraccia e la cannuccia per bere senza mani) e due tasche extra sulla cintura.
Piccolo e snello è invece il Finder di Chicco, con la seduta regolabile in altezza e senza tasche aggiuntive, per passeggiate più brevi, anche in città.
Da Decathlon, infine, uno zaino leggero, con schienale aerato e ingresso del bambino laterale, con seduta regolabile e rinforzata e imbrago con cinque punti di aggancio.
A che età cominciare a leggere i libri ai bambini
Giovedì, 21 Maggio 2020 12:22Inizialmente lo faremo ad alta voce, con i bimbi che toccheranno il libro ogniqualvolta potranno. Poi cominceranno a sfogliare loro, i loro libri, spesso illustrati e cartonati, imparando da noi a memoria le parole e “fingendo” di leggerli. Poi sarà la volta del leggere le fiabe e i romanzi a letto, ad alta voce, fino a che non impareranno a leggere da soli e sarà il loro turno di leggere a mente o ad alta voce i loro libri preferiti.
Insomma: leggere ai bambini è un processo lungo, piacevole, coinvolgente e importante. Già, perché i benefici del leggere ai bambini sono comprovati e fondamentali (e i bambini a cui vengono letti molti libri da bambini avranno una posizione lavorativa più solida da adulti. Ma quando cominciare?
Alcuni genitori potrebbero pensare: “Ma è ancora troppo piccolo!”. E invece no. Non è mai troppo presto!
A che età cominciare a leggere i libri ai bambini: quando è il momento giusto per leggere ad alta voce ai nostri figli?
Paradossalmente, possiamo cominciare a leggere ai nostri bambini già da quando sono nella pancia della mamma. In questo caso, è un esercizio molto utile per legare fin da subito, con la nostra voce (o quella del papà) che diviene un suono coccolante per il bambino, che la riconoscerà poi una volta nel mondo. Se continueremo poi a leggere loro ad alta voce anche nei primi mesi, questo sarà un conforto molto piacevole per i bambini, che riconosceranno il tono e la cantilena di quella lettura ad alta voce che già percepivano nella sicurezza dell’utero.
In ogni caso, già dai sei mesi di età vi accorgerete che i bambini saranno più reattivi nei confronti dei libri. Inizialmente, lo saranno di certo a livello tattile, come con tutti gli altri oggetti, ed è per questo che è importante scegliere libri cartonati o in tessuto, o comunque fatti apposta per non distruggersi con la saliva e con la forza maldestra delle manine dei bambini. Dopodiché cominceranno ad interessarsene anche a livello uditivo: sta a noi leggere più volte, ogni volta che prendiamo il libro, la storiella o la filastrocca contenuta.
L’attenzione magari calerà subito, ma non è un problema, ma un processo, poiché il focus è un’abilità che i bambini acquisiscono nel tempo. Dare loro i libri è però fondamentale, perché se ne interesseranno gradualmente, a livello tattile, con la bocca, guardando i colori, ascoltando i suoni…
In questi mesi, ovvero dai 6 ai 10, possiamo sfruttare anche l’interesse dei bambino nei nostri confronti. In questo caso, leggendo sarà bene fare voci, espressioni e gesti curiosi, che attirino il bambino e la sua attenzione, corredando anche le parole con dei gesti o dei simboli (per allenare anche il linguaggio).
Piano piano, e a seconda dell’interesse e del grado di crescita del bambino, potremo passare a libri più classici e meno “tattili”. Quando il bambino comincia a dire le prime parole, ad esempio, possiamo sfruttare i libri con figure e poche parole per leggere, ripetere e imparare a memoria, associando i suoni alle immagini.
Dopodiché, dai 2-3 anni i bambini ascolteranno da noi le storie contenute nei libri, da quelle più semplici a quelle sempre più complesse, facendocele rileggere innumerevoli volte e imparandole quasi a memoria.
L’importante, in tutto questo, è seguire sempre l’interesse del bambino, non imponendogli libri che non gli interessano ma seguendo la sua curiosità. E una buona pratica è quella di circondarlo sempre di libri, in cameretta, nella stanza dei giochi, in salotto… Proprio come se fossero giocattoli. Perché inizialmente i bambini li vedono proprio come tutti gli altri oggetti. E lasciare che li studino, che li tocchino e che ci giochino è un buonissimo metodo per far sì che sviluppino un loro personale rapporto con questo oggetto meraviglioso che potrà poi tenergli compagnia tutta la vita.
Photo by Andrea Piacquadio from Pexels
Le più belle piscine da giardino per bambini
Mercoledì, 20 Maggio 2020 13:57Quest’estate probabilmente passeremo molto più tempo a casa con i bambini. Se abbiamo la fortuna di avere un giardino o un balcone molto ampio, potremo però puntare sulle piscine gonfiabili per bambini: saranno davvero preziose, perché sono un bellissimo sfogo per giocare all’aperto, con l’acqua, rinfrescandosi e divertendosi.
Ecco quindi una selezione di piscine per bambini tra le più belle ed economiche, per giocare con l’acqua con i nostri figli senza per forza andare alla piscina pubblica!
Le più belle piscine da giardino per bambini: una selezione di piscine gonfiabili per bambini per rendere l’estate a casa più divertente
Partiamo con la classica piscinetta piccola gonfiabile per bambini a partire dai 12 mesi (per arrivare ad un massimo di due-tre anni), piccola e comoda, da gonfiare all’occorrenza e riempire con acqua per rinfrescarsi e fare qualche gioco d’acqua. Costa meno di dieci euro!
Per bambini più grandi, a partire dai tre anni, una piscina che cresce con loro. Anche questa ha un prezzo accessibilissimo ed è comoda e facile da lavare e riporre nella scatola una volta utilizzata.
Molto simile è questa, ma super simpatica: è infatti colorata come un’anguria! Vi immaginate come starebbe bene in giardino o in terrazzo?
Se vogliamo strafare e abbiamo spazio, c’è poi questa che sembra un piccolo parco acquatico!
Questa non è una piscina, ma un gioco d’acqua che piace da matti ai bambini: una sorta di fontana che spruzza piccoli getti d’acqua nei quali rinfrescarsi, come quelle grandi fontane nei centri delle città!
Questa, infine, è per tutti, anche per noi genitori che vogliamo rilassarci semplicemente sedendoci e leggendo una rivista o un buon libro!
E se non abbiamo il giardino? Beh, in casa è perfetta la piscina di palline!
Immagine copertina: target.com
Da Ikea le istruzioni per costruire castelli, fortini e tende in lockdown
Martedì, 19 Maggio 2020 13:49I nascondigli, una certezza della nostra infanzia! La tana, il casotto, il castello con i cuscini, la tenda… Sono tutti luoghi magici e intimi necessari alla crescita, dove il bambino può sentirsi sicuro, avventuroso, coccolato e nascosto dal mondo.
Ikea Russia, insieme all’agenzia di comunicazione Instinct, ha così realizzato delle favolose istruzioni per costruire in casa, con ciò che abbiamo, bellissimi fortini, castelli e tende, nascondigli e casotti, ricalcando le famosissime istruzioni per costruire i mobili Ikea, per tenerci attivi e per fare qualcosa di diverso durante questo lockdown.
Da Ikea le istruzioni per costruire castelli, fortini e tende in lockdown: il colosso dell’arredamento economico ha creato delle istruzioni divertentissime per bambini
Ci sono la tenda indiana (“Wigwam”), che è da costruire con un appendiabiti da terra, delle lenzuola, dei libri e delle lucine. Un ambiente PERFETTO per leggere la sera!
La “Campingtent” è invece la classica tenda da campeggio, da realizzare con lo stand appendiabiti orizzontale, dei cuscini, delle mollette, dei libri e un lenzuolo. Top è l’idea di appendere le lucine allo stendibiancheria da campeggio per fare il lampadario!
Ecco poi il “Castle”, il castello…
Il classico fortino “Fortress”…
E la “House”, la simil-casetta!
Quello che ci piace è tutto l’insieme: l’idea di dare uno spunto ai bambini per divertirsi in maniera genuina durante questo lockdown; la possibilità di dare loro indipendenza (possiamo stamparle e darle ai bambini proprio come fossero vere istruzioni, vedendo che combinano senza il nostro aiuto!); e poi lo stile, perché quelle istruzioni sono favolose!
Una tip? Possiamo stamparle e incorniciarle, appendendole poi in cameretta come una serie di piccoli quadretti di design!
Il corso gratuito di mindfulness per bambini!
Martedì, 19 Maggio 2020 08:09Sì, avete letto bene: gratuito. Di questi tempi non è così scontato, ed è davvero prezioso! Perché come sappiamo la mindfulness è una pratica per il raggiungimento dell’autoconsapevolezza che fa davvero benissimo, tanto agli adulti quanto ai bambini.
Approfittiamo quindi di questa offerta interessantissima di Manuela Limonta, una mentor che si occupa di consapevolezza attraverso la meditazione, la filosofia e la musica.
Il corso è gratuito, si svolge in tre lezioni e comincia il 25 maggio. E ora vi spieghiamo tutto ciò che c’è da sapere!
Il corso gratuito di mindfulness per bambini: le lezioni gratuite di Manuela Limonta per avvicinare i nostri figli alla meditazione e alla consapevolezza
Innanzitutto, cosa significa mindfulness? Perché è importante per i bambini? E perché è davvero interessante un corso dedicato a loro?
La mindfulness è la pratica della meditazione per raggiungere una maggiore consapevolezza di se stessi. Osservandosi, osservando i problemi, ascoltandosi e stimolandosi, ogni essere umano può raggiungere una coscienza maggiore di se stesso, vivendo meglio le proprie emozioni e auto-guidandosi verso una vita più consapevole. E la consapevolezza è fondamentale! Ci permette infatti di ascoltare tanto noi, quanto gli altri, quanto il mondo, raggiungendo così una serenità e un’armonia maggiori.
Manuela Limonta è una mentor che si occupa proprio di questo, attraverso filosofia, meditazione e musica. In questo periodo così strano, unico e particolare ha deciso quindi di regalare a chi ne volesse usufruire un corso di tre lezioni per introdurre i bambini e le bambine a questo mondo, a questa pratica per raggiungere la consapevolezza, attraverso la meditazione e la filosofia.
A chi è rivolto? A tutti, in realtà. Ai genitori, prima di tutto, ma anche agli insegnanti che vogliano sfruttare la mindfullness con la loro classe, agli educatori, a chiunque pensi di poterne trarre beneficio.
Il corso è poi proprio specifico sui bambini (dai 6 ai 10 anni, ma con esercizi adatti anche ai più piccoli), che naturalmente potranno raggiungere la consapevolezza attraverso pratiche pensate ad hoc per loro, diverse da quelle che useremmo noi adulti. E attraverso queste pratiche di mindfulness, potranno davvero crescere umanamente ed emozionalmente. La meditazione per il raggiungimento della consapevolezza, infatti, è davvero benefica per i bambini: aiuta a ridurre lo stress, a migliorare la concentrazione e l’attenzione, l’empatia, la propriocezione e la sensazione dei cinque sensi, l’osservazione interna ed esterna, la comprensione dei propri pensieri, l’espressione delle emozioni positive e negative, la fiducia in sé e negli altri, la gentilezza e la compassione…
Il corso è gratuito. Partirà il 25 maggio e per iscriversi basta visitare il sito internet di Manuela Limonta e iscriversi con la propria mail. Dal 25 maggio si riceveranno quindi nella casella di posta elettronica le lezioni, a distanza di qualche giorno l’una dall’altra, e in ogni lezione saranno presenti dei video, degli esercizi, delle attività e degli strumenti da sfruttare con i bambini per introdurli a questa pratica.
Dopodiché, tutto questo materiale resterà accessibile in qualsiasi momento, in modo da poter rispolverare il corso ogniqualvolta servirà.
6 modi alternativi per giocare con la pasta modellabile
Lunedì, 18 Maggio 2020 14:34Pongo, didò, pasta modellabile… Si chiama in molti modi ma il divertimento è sempre lo stesso (più per i bambini che per noi che ci ritroviamo con pezzetti di pasta ovunque in casa, ma tant’è!). Ma avete mai provato a trovare dei giochi alternativi con la pasta modellabile? Vi presento oggi i miei preferiti, quelli a cui mi unisco anch’io volentieri quando i miei bambini sfoderano il pongo!
6 modi alternativi per giocare con la pasta modellabile: come sfruttare pongo e didò per giocare e imparare
Vestire le bambole
Alla fine, poi, c’è sempre la sfilata e la votazione dell’outfit più bello. Ed è carinissimo creare i piccoli abiti che si appiccicano al corpo delle bambole! Si usano colori diversi e forme diverse, e possiamo anche provare a ricreare gli abiti delle principesse del grande schermo.
I disegni tridimensionali
Basta disegnare qualcosa su un foglio di carta spessa e riempire poi gli spazi e le linee usando proprio la pasta modellabile. L’effetto sono disegni materici che balzano fuori dal foglio!
Cucinare per finta
Torte, tartine, spaghetti, muffin, sandwich… Ogni cibo può essere ricreato con il didò! E se utilizziamo i veri strumenti da cucina, come i coppapasta, le formine per i biscotti o i pirottini, il risultato è ancora più professionale.
I cactus
Prendiamo dei vasetti di terracotta, con la pasta modellabile creiamo delle piante grasse (che hanno migliaia di forme diverse!) e completiamo l’opera con dei pezzetti di stuzzicadenti infilati uno accanto all’altro. Stanno anche bene come piante finte!
https://frugalfun4boys.com/wp-content/uploads/2018/04/Play-Dough-Cactus-Pin.jpg
Imparare a scrivere
Per cambiare un po’ medium, possiamo lasciare che i bambini imparino a scrivere stampando le parole sul pongo. Come? Come se fosse della pasta stesa su una spianatoia facciamo un “foglio” di pasta modellabile, quindi “timbriamo” le parole sulla superficie, utilizzando lettere-timbro come queste.
Costruire un edificio
Usciamo in giardino, prendiamo qualche pietra, quindi costruiamo la nostra casa: basta usare il pongo come “cemento” tra le pietre, diventando così piccoli architetti alternativi!
http://www.pinkstripeysocks.com/2014/08/building-play-dough-and-rock-houses.html?m=1#more