L’apparecchio, tutto ciò che dobbiamo sapere
Lunedì, 28 Maggio 2018 14:23Ormai ne fanno di così invisibili che non è più un problema. Ma, soprattutto, ormai sono così tanti i bimbi che lo portano che fortunatamente non è più considerato da “sfigati” o secchioni: l’apparecchio per i denti, quando necessario, è uno strumento davvero utile e importante, che permette di prevenire e sistemare i difetti della masticazione e lo scorretto allineamento dei denti fin dall’età pediatrica.
Meglio intervenire subito, quindi, piuttosto che rischiare che il bambino si porti dietro problemi anche gravi fino all’adolescenza o all’età adulta, con il pericolo che la situazione si complichi.
Ma vediamo insieme quando è giusto mettere l’apparecchio, quando è necessario e a chi rivolgersi per andare sul sicuro.
L’apparecchio, tutto ciò che dobbiamo sapere: quando è necessario, perché è importante portarlo e a chi rivolgersi quando i nostri bambini hanno bisogno di portare l’apparecchio ai denti
L’apparecchio per i denti spesso è considerato uno strumento per correggere la dentizione semplicemente da un punto di visto estetico. Be’, non è così. Certo, la componente estetica non manca, ma ciò che un apparecchio corregge è la masticazione, l’occlusione e l’allineamento dei denti, elementi fondamentali sia per l’igiene orale (che migliora), sia per la postura, sia per il corretto sviluppo della bocca.
La prima visita odontoiatrica e ortodontistica solitamente è consigliata attorno ai 3 anni di età, in modo da valutare la situazione generale e per prevenire sin da subito i problemi più comuni, come le carie, le malaocclusioni e le abitudini viziate dei bambini (il ciuccio, il succhiamento del pollice e la deglutizione atipica).
I bambini a quest’età hanno ancora i denti da latte, ma attraverso la visita il medico può già capire se tutto procede abbastanza bene oppure se la bocca del bambino mostra già segni problematici, come una posizione errata dei denti, una scorretta chiusura mandibolare o altre situazioni. Situazioni assolutamente normali, che non devono preoccupare i genitori: la prevenzione è necessaria, e sarà utilissima nel caso in cui il dentista debba pian piano intervenire sulla dentizione del bambino.
Osservando la bocca del bambino, il dentista capirà se c’è qualche problema, come ad esempio un problema di malaocclusione, e deciderà, in base a vari fattori, se sia il caso o meno di mettere l’apparecchio. E, in caso affermativo, deciderà quale tipo di apparecchio utilizzare. Ce ne sono infatti di vari tipi: quelli per chiudere fessure tra i denti, per regolare la posizione di mandibola e mascella, per raddrizzare la dentatura, per allargare il palato…
I fattori che faranno decidere al dentista se consigliare o meno l’apparecchio per bambini sono svariati. Si va dall’età del bambino e al suo sviluppo alle implicazioni future dell’intervento, dalla familiarità con il problema (spesso anche i genitori hanno sofferto della stessa patologia) alla caratteristica e gravità dello stesso…
Spesso i problemi sono leggeri, e il dentista consiglia ai genitori l’apparecchio senza forzare la mano: si tratta infatti, a volte, di un problema solo estetico. In certi casi, però, l’apparecchio ai denti è necessario, poiché i problemi ai denti del bambino potrebbero rappresentare un problema più grave in futuro. Ad esempio, l’apparecchio ai denti è necessario e “obbligatorio” quando la non linearità dei denti preclude o intralcia la masticazione o la deglutizione, quando il difetto provoca mal di testa o mal di schiena, quando influisce sulla postura, quando rendono difficoltosa la pronuncia di alcune lettere…
A partire dai 6 e 7 anni, quindi, nei casi più gravi è utile intervenire subito, per bloccare il problema alla radice ed evitare complicazioni o degenerazioni durante la fase dello sviluppo, periodo superato il quale diventerebbe davvero difficile (e molto più costoso!) intervenire.
In tutto questo il nostro consiglio è quello di trovare un dentista davvero capace che sappia trattare con i bambini, che si interessi molto alla prevenzione e che sappia consigliare in maniera professionale e oculata l’utilizzo dell’apparecchio per i bambini.
Noi con i nostri bimbi ci siamo sempre affidate alla dottoressa Micol Zanirato, odontoiatra con specializzazione in ortognatodonzia che pratica a Milano (in via Cesare Battisti 19), in uno studio specializzato da 30 anni ortodonzia (trattamento delle malocclusioni di adulti e bambini) e pedodonzia (e cioè nello specifico nei trattamenti per bambini).
Nel suo studio i bambini sono sempre bene accolti, messi a proprio agio, e fin dalle prime visite la dottoressa li coinvolge in divertenti giochi per insegnare loro la corretta igiene orale, a lavarsi i denti e a conoscere la propria bocca.
Ma anche le mamme sono trattate con riguardo e coinvolte in prima persona nella prevenzione: non tutti lo sanno, ma la gravidanza, ad esempio, è un periodo molto delicato anche per i nostri denti e per la nostra salute orale. Le alterazioni ormonali, infatti, unitamente all’abbassamento delle difese immunitarie, possono causare danni anche gravi, e durante i nove mesi, quindi, è sempre consigliata qualche visita!
Ecco i suoi contatti:
Telefono: 02 55185769
Cellulare e Whatsapp: 366 1923802
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Il plumcake è una delle torte più classiche (e facili!) che possiamo preparare. A distinguerlo dalle altre non è solo la forma (sembra un pane in cassetta!) ma anche la morbidezza. Possiamo farlo classico, senza nulla, oppure impreziosirlo con della frutta di stagione, in questo caso le fragole!
Plumcake alle fragole: la ricetta della classica torta in cassetta con le fragole di stagione
I totopos sono quelle che noi solitamente chiamiamo tortillas. Ma la tortillas in Messico e in Spagna è un'altra cosa! Le classiche patatine di farina di mais in forma triangolare, infatti, sono chiamate proprio Totopos. E noi le amiamo moltissimo, sia quando invitiamo amici a cena per guardare un film o chiacchierare sul divano sia come contorno sfizioso (ma solo una volta ogni tanto, dato che sono fritti!). Con cosa li accompagniamo? Con guacamole o hummus!
I totopos: come preparare i classici triangoli di farina di mais messicani per contorno o come spuntino sfizioso
Le bevande vegetali in commercio: occhio a gusto ed etichetta
Lunedì, 28 Maggio 2018 13:37Secondo i dati Nielsen il settore delle alternative vegetali ha registrato nel 2016 un incremento del 10%, per un valore complessivo di circa 220 milioni di euro. La crescita è dovuta soprattutto all’utilizzo di prodotti simili allo yogurt e alle bevande vegetali, tra le quali le bevande di soia sono le più vendute. Inoltre, un terzo delle famiglie italiane (contro un quarto del 2014 [3]) ha acquistato almeno una volta un prodotto a base vegetale. Il volume annuale medio è salito a 13 kg (+9%), mostrando più di 400 mila nuovi consumatori.
Le bevande vegetali in commercio: occhio a gusto ed etichetta
Il mercato delle bevande vegetali non subisce crisi e, anzi, è in continua crescita; nel 2016 si è registrato un aumento a doppia cifra. Non sono più solo i vegani o gli intolleranti a consumarle, ma anche chi le sceglie perché le ritiene migliori da un punto di vista salutistico. La bevanda a base di soia resta la più venduta, ma il consumo di bevande a base di riso, avena, mandorla e nocciola è in aumento esponenziale.
Le bevande vegetali sono un alimento a livello nutrizionale valido, purché si scelgano le versioni al naturale o con ridotto contenuto di zuccheri aggiunti. L’aggiunta di zuccheri o aromi è una pratica comune e utilizzata per rendere più gustosi questi prodotti. Il loro sapore particolare difficilmente incontra il gusto di chi generalmente consuma latte vaccino o non è abituato a sapori inusuali e per questo prima di scegliere quale marchio acquistare è costretto a provare moltissimi prodotti. Ciò che spesso infatti impedisce ai consumatori di consumare regolarmente questo tipo di bevande è la scarsa conoscenza del sapore. È difficile capire se una determinata bevanda vegetale possa piacere o se il proprio palato possa adattarsi a sapori inconsueti, specie se paragonati al latte vaccino. Spesso serve essere “addestrati” a percepire sapori nuovi per potersi avvicinare a questi prodotti.
I negozi specializzati, ma anche la GDO oggi offrono una gamma molto elevata, che varia per tipologia di prodotto, etichette, sapore e prezzo. In che modo il consumatore può destreggiarsi tra tutti i prodotti in commercio per scegliere quello migliore per le proprie esigenze? É difficile correlare il sapore con l’etichetta nutrizionale e sapere quale prodotto sarà piacevole al proprio gusto oltre che salutare.
Per questa ragione Wikonsumer.org ha deciso di analizzare e valutare sapore ed etichetta delle bevande vegetali più diffuse nella GDO e nei negozi specializzati. La community di esperti di alimentazione ha valutato l’etichetta e i consumatori hanno assaggiato i prodotti in commercio e li hanno “descritti” e valutati. I marchi oggetto del test sono stati: Valsoia, Alpro, Granarolo, Bene.sì Coop, Provamel, Allinor, Isolabio, The Bridge, Fattoria della Mandorla e Valdibella. I prodotti selezionati sono stati: Valsoia - Gusto Morbido; Alpro - Soya Original; Provamel - Soya Omega; Allinor - Soya Drink; Granarolo - Bevanda di Riso; Isolabio - Rice Natural; The Bridge - Rice Drink Calcio; Bene.sì Coop - Bevanda Biologica di Riso; Granarolo - Bevanda alla mandorla; Fattoria della Mandorla – Mandolat; Fattoria della Mandorla - Mandolat Integrale; Valdibella - Latte di mandorla al naturale.
I consumatori hanno partecipato ad un vero e proprio consumer test in cui hanno effettuato un’analisi sensoriale:
1. valutando le caratteristiche sensoriali delle bevande
2. indicando le loro preferenze
I consumatori sotto la guida degli esperti, con una metodologia scientifica, hanno imparato a descrivere le caratteristiche gustative. Il consumer test è uno strumento molto utile e attendibile già utilizzato nel mondo dell’industria alimentare per individuare le caratteristiche gustative che vengono percepite da chi acquisterà il prodotto e se queste sono gradite oppure no.
La community di esperti indipendenti ha invece valutato l’etichetta delle bevande, ovvero gli ingredienti e la composizione nutrizionale.
Con le valutazioni di gusto e di etichetta a confronto, il prodotto può essere valutato nella sua totalità perché si tiene anche conto del reale sapore e non di quello che ci si può aspettare semplicemente leggendo l’etichetta.
Il consumer test: come è stato svolto?
Gli esperti hanno spiegato ai consumatori cos’è il consumer test e come si sarebbe svolta la prova. Ogni consumatore è stato chiamato ad assaggiare cinque diverse bevande vegetali selezionate tra soia, riso e mandorla per un totale di 470 assaggi effettuati. L’identità del campione è rimasta sconosciuta fino alla fine del test, grazie ad un sistema di codificazione e randomizzazione che ha reso il test affidabile e sicuro per il consumatore. Nessun test di assaggio era uguale ad un altro e nessuno possedeva gli stessi codici identificativi per lo stesso prodotto. In questo modo ciascuno degli assaggi effettuati è risultato indipendente, attendibile e il test statisticamente robusto.
Le bevande sono state quindi ordinate da ogni consumatore a seconda del proprio gusto personale da quella più gradevole a quella meno gradevole. In aggiunta, per ciascun campione, son state definite delle caratteristiche gustative positive, negative o indifferenti. Dopo questa fase di assaggio i risultati sono stati discussi e confrontati con gli esperti di Wikonsumer.org, per dare la possibilità al consumatore di modificare e migliorare le proprie valutazioni.
Solo alla consegna del test ognuno ha potuto conoscere quali prodotti aveva assaggiato, leggere la relativa etichetta e confrontare la classifica etichetta con la personale classifica gustativa.
Nella maggior parte dei casi, le due classifiche si sono rivelate differenti, perché il gusto non sempre combacia con qualità nutrizionale.
I risultati dell’analisi delle bevande vegetali in commercio
I risultati del consumer test e le votazioni dell’etichetta, esposti nella tabella che segue, sono state utilizzate per stilare una classifica complessiva, in cui a gusto ed etichetta è stato attribuito lo stesso peso. I risultati confluiranno poi nelle classifiche del latte di soia e del latte di mandorla di Wikonsumer.org.
Per quanto riguarda l’etichetta, la valutazione è stata effettuata sulla base di alcune importanti caratteristiche: quantità e grado di raffinazione della materia prima, contenuto in zuccheri aggiunti, sale, fibre, grassi, l’origine italiana, la presenza di OGM, eventuali certificazioni biologiche. Anche l’aspetto economico, e dunque il prezzo, è stato considerato.
Tabella 1: Classifica e principali descrittori delle bevande vegetali oggetto di consumer test effettuato da Wikonsumer.org
Il risultato più evidente è che i prodotti con voto più alto in etichetta non sono quelli più apprezzati dal punto di vista gustativo. Se ci si sofferma a metà classifica, però, molte bevande come quella di riso The Bridge - Rice Drink Calcio, Bene.sì Coop-bevanda biologica di riso e Isolabio - Rice Natural e quella di mandorla Fattoria della Mandorla -Mandolat hanno votazioni intermedie sia nella classifica di gusto, che in quella di etichetta. Ciò significa che, laddove un consumatore volesse trovare un compromesso tra gusto ed etichetta, può farlo.
L’analisi sensoriale può sembrare un’attività semplice, ma in realtà è più complicato di quanto si pensi. La soggettività individuale la fa da padrone e laddove alcuni consumatori indicano come positivo l’attributo “dolce”, “amaro” o “vaniglia” per altri è invece negativo. Alcuni consumatori sono stati in grado di percepire caratteristiche gustative che la maggior parte della gente non avverte o non si aspetta da una bevanda vegetale, come “salato”, “fungo” o cartone. La soggettività individuale fa da padrone e anche un prodotto come il latte vegetale, può suscitare le sensazioni gustative più disparate. Perché non provi anche tu?
Ricette primaverili con l'orzo
Venerdì, 25 Maggio 2018 12:38L'orzo è uno tra i nostri cereali preferiti, e il suo posto in classifica lo deve al suo gusto delicato ma riconoscibile e alla consistenza, che permette di utilizzarlo in ricette calde o fredde a seconda della stagione. In primavera ci piace utilizzarlo nelle nostre insalate fredde di cereali, ma è buonissimo anche per le ultime minestre e per gli orzotti con le verdure di stagione! Ecco dunque una selezione di ricette con l'orzo per questa primavera.
Ricette primaverili con l'orzo: 6 suggerimenti per cucinare l'orzo con le verdure e gli ingredienti disponibili in primavera
Orzo con gamberi e pomodorini
Scegliete i pomodorini ciliegino più rossi che trovate: saranno perfetti con l'orzo. Mettiamolo a bollire secondo i tempi indicati, quindi prepariamo il sughetto. In una padella antiaderente versiamo un filo d'olio con uno spicchio d'aglio e facciamo cuocere 200 grammi di pomodorini ciliegino tagliati a metà. Lasciamoli ammorbidire a fuoco medio, quindi schiacciamoli con un cucchiaio di legno. Due minuti prima di scolare l'orzo uniamo al sughetto 100 grammi di code di gambero sgusciate, scoliamo l'orzo e facciamolo saltare in padella insieme al sugo. Serviamo ben caldo.
Orzotto con pesto e pomodorini
Sempre a base di pomodorini è questo orzotto delizioso, che è perfetto sia caldo che freddo e che si prepara in un attimo. Qui trovate la nostra ricetta.
Orzo speziato al curry
Prendiamo il nostro orzo e cuociamolo in acqua bollente per 15 minuti, quindi scoliamolo (non deve arrivare a fine cottura). In una padella, intanto, mettiamo a rosolare una cipolla rossa tagliata fine con dell'olio, e una volta dorata buttiamo in padella anche l'orzo scolato. Uniamo anche uno o due cucchiai di curry (a seconda del gusto più o meno deciso che desideriamo) e lasciamo finire di cuocere l'orzo (aggiungendo, se necessario, un goccio di acqua). Una ricetta deliziosa, perfetta come contorno al posto del classico riso basmati.
Orzo dolce per colazione
Con l'orzo bollito (magari avanzato dalla sera prima, non condito) possiamo preparare una colazione deliziosa, proprio come un porridge d'avena. Riempiamo mezza tazza di orzo, quindi aggiungiamo due o tre cucchiai di latte di mandorla e scaldiamo in microonde. Mescoliamo bene, spolveriamo con della cannella e dolcifichiamo con del miele. Aggiungiamo quindi una mela a pezzetti (oppure dei frutti rossi) e iniziamo alla grande la giornata!
(foto: https://it.pinterest.com/pin/343188434098343131/)
Zuppa con orzo e tarassaco
Il tarassaco è un'erba tipicamente primaverile, nota per il suo sapore amarognolo e per le sue qualità. Possiamo usarla per le ultime zuppe serali: in una pentola mettiamo a rosolare in un filo d'olio della cipolla tagliata fine, quindi versiamo due litri di brodo vegetale. Mettiamo a scaldare all'interno anche il tarassaco pulito, due patate tagliate a cubetti e l'orzo, lasciando che cuocia molto bene e non rimanga al dente.
Orzo, fagioli e menta
Una ricetta mediorientale che ci piace moltissimo: dopo aver bollito dell'orzo, teniamolo da parte e lasciamolo raffreddare. In una padella mettiamo a rosolare con dell'olio una cipolla rossa tagliata fine e una zucchina tagliata a rondelle, fino che saranno cotte. Aggiungiamo in padella anche l'orzo, un vasetto di fagioli borlotti precotti e qualche foglia di menta tritata, e, se vogliamo, grattuggiamo un pezzettino di zenzero. Mescoliamo molto bene, condiamo con un filo di salsa di soia e serviamo.
Giulia Mandrino
“Questo libro è gay”
Giovedì, 24 Maggio 2018 14:41Solitamente le nostre recensioni riguardano libri per bambini. Ma non appena abbiamo visto questo libro uscire nelle librerie abbiamo pensato a tutti gli adolescenti che potrebbero leggerlo e ci si è aperto il cuore. Già dal titolo fa sorridere, ma leggendolo pagina dopo pagina ci si accorge che dovrebbe essere un vademecum per tutti, non solo per i ragazzi che stanno scoprendo la loro sessualità e non sanno come esternare il loro essere intimoriti dal giudizio.
Perché “Questo libro è gay” di Juno Dawson parla essenzialmente di una cosa, in fondo: dell’uguaglianza di tutte le relazioni e dell’uguaglianza di tutti gli orientamenti sessuali.
“Questo libro è gay”: il libro di Juno Dawson che attraverso il sorriso (e la profondità) mostra ai ragazzi come ogni amore sia amore
“Questo libro è gay” (edito da Sonda) parte con due presupposti: chiarisce bene il fatto che esistano uomini che amano gli uomini, che amano le donne, che si sentono donne, donne che amano gli uomini, che amano le donne, che si sentono uomini, che si sentono uomini che amano uomini e via dicendo. Perché lo chiarisce subito? Per dire a chiare lettere: tutti amiamo, e tutti amiamo in maniera diversa, ed è questo a renderci tutti uguali.
Il secondo presupposto parte dal lavoro dell’autrice inglese, che ha insegnato per anni educazione civica nelle scuole. Nella sua esperienza, non ha mai visto né sentito di scuole o istituti che offrissero, all’interno delle lezioni di educazione sessuale, una parte dedicata al sesso gay.
Sapendo che per un/una adolescente l’identità sessuale è qualcosa di spaventoso, Juno Dawson ha deciso di scrivere questo bellissimo “manuale” (per tutti! Mica solo per chi è gay!) per dare finalmente una risposta a tutte le domande che gli/le frullano in testa, per fare capire che la “normalità” non esiste e che sentirsi “diversi” non è un problema. Perché come dice lei, “tutto comincia dalle domande”, e sa che chi leggerà questo libro ha le sue ragioni: perché è gay, perché ancora non ha capito nulla, perché è curioso “di sapere cosa facciamo tra le lenzuola”. O semplicemente perché SI FA DOMANDE, perché si interessa al mondo.
Il libro è super scorrevole e parla di questioni delicate e profonde con semplicità, con parole semplici e una divisione in capitoli e paragrafi molto utile. Porta testimonianze dirette di persone transessuali, gay, lesbiche, queer… Porta dati scientifici. Porta spiegazioni.
E poi porta gli stereotipi, per capire che non servono a niente perché sono assolutamente ridicoli e menzogneri (“Le donne gay hanno tutte i capelli corti, gli uomini gay fanno tutti gli assistenti di volo o i parrucchieri”), pur facendo parecchio ridere.
Il libro è lunghetto, ed è bello per questo. Perché non si limita alle solite lezioncine ma entra nel dettaglio di tutto: dell’omofobia e del bullismo, del “chi paga la cena?”, della pena di morte in alcuni paesi, delle religioni e del pensiero rispetto all’omosessualità…
Tutto questo è utile a tutti, ma ci sono sezioni utili soprattutto ai ragazzi gay, che trovano così in questo libro un conforto, un aiuto e un alleato preziosissimo (ma sono leggibili da tutti, perché, come dicevamo, questo libro è per chi si fa domande, in maniera super positiva!). Perché si parla di come fare coming out, di come viverlo serenamente, di come trovare luoghi sicuri, di come “rimorchiare” (con una ironia delicatissima, che serve sempre per darsi forza!), della verginità.
Infine, parla del sesso gay. Lo fa anche qui con la giusta dose di ironia, un’ironia che serve come condimento per parlare apertamente di un discorso così delicato e importante come questo. Perché, infatti, l’educazione sessuale etero è normale, raccomandata e supportata mentre per il sesso gay non c’è nulla? Ci aspettiamo che i ragazzi eterosessuali siano preparati al meglio, che conoscano il sesso sicuro, che si comportino a modo e che non si sentano costretti (per citare alcuni obiettivi). E per i ragazzi omosessuali o transessuali? Chi gli spiega cosa? Nessuno. Perché il sesso gay è diverso dal sesso etero e non ci scappiamo. E a noi pare una cosa stupidissima che non venga spiegato nulla (e non solo ai gay, ma anche agli eterosessuali: ci ripetiamo, ma è giusto farsi domande e conoscere il mondo!).
Parlando così di stereotipi, malattie sessualmente trasmissibili, appuntamenti, coming out, sesso e tutto (ma veramente tutto!) ciò che ruota attorno al mondo LGBTQ, Juno Dawson scoperchia una scatola tenuta troppo tempo chiusa, con la speranza che tutto ciò che è considerato “diverso” possa essere finalmente considerato “normale”. Perché alla fine la diffidenza e la paura sono date dalla non conoscenza. Ecco perché questo libro non è utile solamente ai ragazzi gay o trans, ma a tutti noi!
Sara Polotti
Dermatite seborroica e dermatite da pannolino nei neonati: come combatterle
Giovedì, 24 Maggio 2018 11:59La dermatite è una condizione che può colpire anche gli adulti, ma che tende a manifestarsi soprattutto nei bambini. Le forme di dermatite più diffuse, nei bimbi, sono quella seborroica e la dermatite da pannolino: due versioni che possono causare diversi problemi al neonato per via dei loro sintomi altamente fastidiosi. Di cosa si tratta? In sintesi, la dermatite è una forma di infiammazione generica della pelle, che può provocare effetti molto diversi in base alla tipologia. Vediamo dunque di scoprire quali sono i sintomi della dermatite seborroica e da pannolino nei neonati, e come combatterle entrambe.
Dermatite seborroica e dermatite da pannolino nei neonati: come combattere le principali infiammazioni della pelle dei bambini nei primi mesi
I sintomi della dermatite seborroica e da pannolino
Come si manifestano queste due patologie infiammatorie della pelle, quando colpiscono un bimbo? I sintomi della dermatite seborroica, sono i seguenti: intanto la comparsa di un eritema piuttosto diffuso e acceso, seguito dalla formazione di squame e croste giallastre. Nei neonati fino a sei mesi può verificarsi sotto forma di crosta lattea, mentre nel restante dei casi si manifesta soprattutto sul viso, sull’arcata delle sopracciglia e sul cuoio capelluto. Alle volte, la dermatite seborroica può comparire anche nella zona inguinale e sul collo. Quali sono, invece, i sintomi della dermatite da pannolino? Questa forma di infiammazione della pelle si manifesta tramite la comparsa di zone arrossate dagli eritemi, insieme ad un gonfiore della cute. In questo caso si parla comunque di una forma di dermatite transitoria, dovuta al contatto e allo sfregamento con i pannolini sporchi: di riflesso, colpisce zone come il sedere e le parti intime.
Come curare entrambe le forme di dermatite?
In entrambi i casi è possibile fare ricorso ad una buona crema per dermatite come questa, ovvero una delle soluzioni più immediate e sicure per trattare questa condizione cutanea. Per quanto riguarda gli altri trattamenti, si comincia dalla dermatite seborroica: qui la crema è l’unica soluzione realmente percorribile, in quanto ha lo scopo di ammorbidire le scaglie grazie alla sua azione emolliente. Nel caso della dermatite da pannolino, invece, basta detergere le zone affette dall’infiammazione: si consiglia di cambiare spesso i pannolini, e di evitare di stringerli in modo eccessivo.
Quali sono le cause di queste due dermatiti?
La dermatite da pannolino è causata dal contatto della pelle con le feci e le urine contenute nei pannolini sporchi: dunque l’infiammazione è dovuta al contatto continuo con gli agenti irritanti che si trovano in queste situazioni. Viceversa, è molto complicato risalire alle cause responsabili della dermatite seborroica: ancora oggi sono diversi gli esperti che si interrogano su questa non comune crescita cellulare della pelle. In certi casi, però, questa forma di dermatite potrebbe essere un’avvisaglia di altre patologie, come ad esempio la psoriasi o una forma atopica dell’infiammazione. Ecco perché si consiglia sempre di rivolgersi ad un bravo dermatologo.
I benefici della camminata veloce
Mercoledì, 23 Maggio 2018 13:42Come vi ho raccontato nell’articolo in cui spiegavo come dimagrire davvero in maniera permanente, uno degli aspetti della mia vita su cui mi sono concentrata nell’ultimo anno è stata l’attività fisica.
Devo ammettere che prima non ero una persona sportiva, e anche per una serie di problemi fisici ho scelto di ricorrere alla camminata veloce. Beh, ora non ne farei più a meno. Non solo per gli innegabili benefici fisici e le reali conseguenze positive sul mio corpo, ma anche per una questione mentale.
È quindi il momento di parlarvi della camminata veloce e dei suoi benefici, perché ritengo che un’attività fisica di questo genere, semplice, economica e adatta alla maggior parte della gente, dovrebbe essere presa in considerazione molto di più.
I benefici della camminata veloce: dalle conseguenze positive sul corpo ai benefici sulla mente, ecco le ragioni per le quali dovremmo scegliere la camminata veloce come sport quotidiano
C’è chi pensa che solo la corsa sia di beneficio al nostro corpo. Certo, correre è una delle attività fisiche più complete e performanti, ma è innegabile che sia anche una delle più dure, e che, soprattutto sulle persone pigre (come me), faccia paura, perché c’è bisogno di costanza, di forza e di resistenza. Sono in molti quindi ad abbandonare l’idea, senza considerare più la possibilità di svolgere uno sport all’aperto simile alla corsa.
La camminata veloce (detta anche fitwalking) è davvero una scelta ottima: possiamo uscire quando vogliamo e quando ci è più comodo (io, a seconda dei giorni, scelgo la mattina o la sera, in base agli impegni della giornata), possiamo portare con noi il nostro cane, non c’è nessuna dispendiosa iscrizione in palestra, si scoprono moltissimi posti nuovi (perché di volta in volta sale lo stimolo a cambiare strada!), si può ascoltare la musica creando una playlist perfetta per noi (avete mai provato con la musica classica?).
E poi possono svolgerla un po’ tutti, a tutte le età, in ogni parte del mondo (sia in città che in campagna, in montagna o al mare), con tutti i climi. Ed è super adatta anche per le donne in gravidanza (ovviamente sotto consiglio del proprio ginecologo)!
Io, poi, cerco sempre strade che abbiano qualche salita, in modo da ottimizzare sempre di più lo sforzo e avere risultati sempre migliori. E, se non ci sono molte salite, percorro la stessa tre o quattro volte, sudando in salita e godendomela in discesa.
Per svolgere una corretta camminata veloce, dobbiamo impegnarci a camminare in maniera dinamica e più veloce del nostro passo naturale. In questo modo raggiungeremo una velocità tra i 6 e gli 8 chilometri orari (più alta rispetto ai 5 della camminata normale), utile per dimagrire perché si bruciano molte calorie e ottima perché tonifica moltissimo i nostri muscoli.
Un consiglio è quello di tenere i gomiti in modo che le braccia si pieghino a 90 gradi, proprio come il gesto che compiamo quando corriamo. In questo modo ci daremo uno slancio naturale, tenendo la schiena dritta.
Le scarpe più adatte sono quelle da running, leggere rispetto a quelle da camminata e molto flessibili. L’abbigliamento invece varia a seconda della stagione, ma in ogni caso è utile scegliere tessuti traspiranti e indumenti comodi.
In termini di frequenza, l’ideale è dedicarsi al fitwalkinging per 30 minuti per 5 giorni a settimana. Il consiglio è comunque quello di camminare ogni volta che possiamo, incastrandolo nelle nostre giornate e vedendolo non come una fatica ma come un’opportunità e come un momento solo per noi.
E sul corpo, quali sono i benefici della camminata veloce?
Innanzitutto, il nostro sistema cardiocircolatorio ne beneficia immediatamente: il battito cardiaco aumenta, così come la frequenza respiratoria. Favorendo la circolazione sanguigna, diminuiscono le probabilità di soffrire di ipertensione e di malattie cardiovascolari. I benefici li sentiremo pian piano: se inizialmente il ritmo cardiaco sarà molto altro, pian piano si noterà durante lo sforzo un aumento meno rapido dei battiti, e anche a riposo la frequenza cardiaca diminuirà.
Gli arti inferiori, poi, ne traggono moltissimi benefici, in termini di conicità, elasticità e resistenza dei tendini.
Per quanto riguarda le calorie, tutto dipende dalla velocità del passo, dall’intensità e dalla pendenza del terreno sui cui camminiamo. Ad esempio, camminando a duna velocità di 6 km/h in piano consumeremo circa 250 calorie, mentre camminando a 4 km/h in salita circa 650.
Anche a livello mentale, come dicevo, la camminata veloce è davvero benefica. Innanzitutto, essendo meno pesante della corsa è perfetta per cominciare perché nel momento in cui usciamo non ci assale quel senso di “Oddio, non ce la farò mai”. E le endorfine che si sprigionano fanno sì che più camminiamo e più cammineremmo, in un circolo virtuoso davvero utile.
Camminando ci rilassiamo moltissimo nonostante lo sforzo. La mente è libera di ragionare e pensare ma anche di svuotarsi, come in tutti gli sport. La camminata veloce è quindi lo sport ideale per staccare dallo stress quotidiano.
Ma ciò che è importante sapere è che i benefici mentali non sono solo “percepiti” o astratti. È proprio grazie alle endorfine di cui parlavamo prima che il nostro cervello si sente sempre meglio dopo il fitwalking: queste sono dette anche “ormoni della felicità” proprio perché donano una sensazione ineguagliabile di benessere al corpo e alla mente. Lo sport, quindi, ci aiuta a produrle e a prevenire e contrastare la depressione, a concentrarci sui pensieri positivi e a combattere lo stress in maniera potentissima.
Benessere fisico, calma, serenità, tonicità, elasticità, leggerezza, dimagrimento, forza: le sensazioni che dona la camminata veloce sono davvero moltissime, e tutte positive!
Giulia Mandrino
6 ricette con l'avena per primavera
Mercoledì, 23 Maggio 2018 08:43L'avena è un cereale davvero versatile, noto soprattutto per le preparazioni dolci e per le colazioni ma che in realtà si declina in molti modi, anche per primi, secondi e contorni sfiziosi. Oggi vi proponiamo quindi 6 ricette di avena diverse dal solito, pensate apposta per questa primavera perché preparate con ingredienti di stagione e perfette per un clima tra il fresco e il caldo.
6 ricette con l'avena per primavera: come utilizzare l'avena nelle nostre ricette primaverili, per la colazione, i primi, i secondi e i dessert
Oatmeal
Partiamo dal classico utilizzo dell'avena, quello dell'oatmeal per colazione, che a noi piace moltissimo, soprattutto perché possiamo variare il gusto in base alla stagione e alle preferenze di ogni membro della famiglia.
Prendiamo due bei cucchiai di fiocchi di avena bio e mettiamoli in una tazza. Aggiungiamo mezz bicchiere di latte di soia o di mandorla e mettiamo in microonde per un minuto o due, in modo che i fiocchi si gonfino e formino la classica pappetta. Possiamo quindi completare con della frutta promaverile (a noi piace con pezzi di pesca, fragoline e mirtilli) oppure con gocce di cioccolato fondente.
Pasta di avena con zucchine
La pasta di avena la troviamo un po' in tutti i supermercati ultimamente, ma per andare sul sicuro noi la compriamo nel nostro negozio bio di fiducia. Scegliamola corta e cuociamola, e nel frattempo prepariamo il condimento mettendo a saltare due zucchine tagliate a fettina in una padella con dell'olio e due spicchi d'aglio. Facciamole cuocere bene e una volta scolata la pasta facciamola saltare in padella con le zucchine. Voilà!
Insalata di avena con mirtilli, feta e mandorle
Sì, insalata di avena, che è un po' inusuale. Ma basta utilizzare al posto dei soliti fiocchi, i chicchi di avena, che sono deliziosi e meno pesanti della classica pasta fredda. Qui trovate la ricetta, che potete variare poi in base alla stagionalità.
Ceci e avena
Mettiamo in ammollo 300 grammi di chicchi di avena, quindi lasciamoli ammorbidire per una notte. Prendiamoli e cuociamoli in acqua bollente come indicato sulla confezione e nel frattempo prepariamo il condimento: in una padella facciamo cuocere con un filo di olio evo una cipolla rossa tagliata fine e alcune foglie di salvia, ai quali aggiungeremo una confezione di ceci precotti. Facciamo saltare in padella per 15 minuti con un cucchiaino di curry, quindi scoliamo l'avena e uniamola al condimento.
Polpette di avena e asparagi
Dopo aver cotto degli asparagi, prepariamo delle polpettine: facciamo bollire un bicchiere di latte di soia e versiamolo su 200 grammi di avena, lasciando che si gonfi. Mettiamo poi il composto in un mixer con gli asparagi, un poo' di pecorino, del pan grattato e un pizzico di sale, quindi con le mani formiamo delle palline e passiamole in altro pan grattato. Disponiamole su una teglia coperta da carta forno, versiamo un filo d'olio e inforniamo a 200 gradi per circa 15 minuti.
Torta cacao e avena
In un mixer frulliamo 3 uova, 200 grammi di yogurt di soia e 70 grammi di olio di semi di girasole. Trasferiamo il composto in una ciotola e uniamo 80 grammi di miele, 180 grammi di farina e 60 grammi di farina di avena (che possiamo ottenere anche frullando dei fiocchi di avena molto bene). Aggiungiamo una bustina di lievito per dolci e una manciata di fiocchi di avena, quindi mescoliamo molto bene. Aggiungiamo anche due cucchiai di cacao amaro e continuiamo a mescolare. Versiamo il composto in una tortiera imburrata e decoriamo con qualche altro fiocco di avena sulla superficie. Inforniamo a 180 gradi per 40 minuti circa e la nostra torta è pronta!
Giulia Mandrino
YogaFestival al KidsPark, per due weekend all’insegna dello yoga
Martedì, 22 Maggio 2018 13:29Yoga e bimbi: un connubio per noi perfetto, perché coniuga le due nostre passioni! Fare yoga non è solo per adulti e noi lo sappiamo bene. Per questo spingiamo sempre i genitori a coinvolgere i bimbi nella loro attività di yoga e meditazione e per questo cogliamo sempre al volo le occasioni per bambini che riguardano questa disciplina!
Questa domenica noi certamente andremo al KidsPark di Milano, evento ospitato il 26 e 27 maggio presso il Parco Sempione e il 2 e 3 giugno presso i Giardini Pubblici Indro Montanelli: qui infatti è previsto lo YogaFestival, con laboratori e sessioni pensati per i bambini dai 5 ai 13 anni di età!
YogaFestival al KidsPark, per due weekend all’insegna dello yoga: a Milano gli eventi dedicati allo yoga per bambini
Il prossimo 26 e 27 maggio presso il Parco Sempione (vicino alla zona del basket) e nel weekend del 2/3 giugno 2018 (al lato Bastioni dei Giardini Pubblici Indro Montanelli) a Milano arriva il KidsPark, evento con laboratori e proposte dedicate ai bambini e ai ragazzi (con partecipazione gratuita ed aperta al pubblico. Basta registrarsi all’ingresso del village).
KidsPark si svolgerà durante questi weekend dalle 10.30 alle 19 ed è stato pensato per offrire ai bambini e ai ragazzi una serie di attività e di laboratori che li stimolino e li guidino verso la buona educazione, il rispetto di sé, degli altri e dell'ambiente, per instillare in loro il senso civico e per aumentare dentro di loro la sicurezza, l'equilibrio e l'autostima, fondamentali per la crescita armonica della persona.
Qui al KidsPark si troverà anche lo YogaFestival, con appuntamenti yoga pensati apposta per i bimbi dai 5 ai 13 anni.
Il Centro Spera Yoga di Milano (che anche durante l’anno propone attività pensate per i più piccoli) terrà quindi qui dei corsi specifici per i bambini, che potranno divertirsi e soprattutto provare questa pratica assolutamente fantastica e fatta per tutti, che permette loro di esprimersi attraverso il corpo, di ascoltarlo, di imparare la concentrazione e di rilassarsi.
Lo YogaFestival (che è conosciuto in tutta Italia per il suo impegno nel portare lo yoga al pubblico attraverso festival dedicati) si svolgerà quindi in questa maniera: il sabato e la domenica i corsi previsti sono alle 11.30 e alle 16.
Il corso delle 11.30 è “Anghingò”, dura 50 minuti ed è aperto ai bambini dai 5 agli 8 anni. Durante la sessione i bambini sperimenteranno uno yoga semplice, moderno e attuale, pensato apposta per loro (che sono super flessibili!), per stimolarli ad ascoltarsi e per coinvolgere la loro sfera psicofisica.
Questo corso non è solo perfetto per tutti, ma è indicato particolarmente per i bambini iperattivi, che, attraverso il corpo e i movimenti dello yoga, riescono pian piano a concentrarsi e a rilassarsi, applicando poi questi insegnamenti alla vita e alla scuola. Il tutto, naturalmente, con un approccio ludico e coinvolgente!
Alle 16 ecco invece “Waikiki”. Anche questo corso avrà una durata di 50 minuti ma stavolta sarà dedicato ai bambini dai 9 ai 13 anni (quindi più grandicelli). Durante “Waikiki” i ragazzi proveranno una disciplina dinamica con attività psicofisica motoria di flusso.
Per le iscrizioni e tutte le informazioni si rimanda al sito ufficiale di KidsPark: www.milanokidspark.it
Giulia Mandrino