Le scuole hanno da pochissimo chiuso i battenti, i bambini si trovano finalmente (per loro) liberi e i genitori stanno in bilico tra la contentezza della spensieratezza dell'estate e il tempo passato con i figli e, dall'altra parte, l'ansia dei compiti delle vacanze.
No, non dovrebbero mettere ansia, ma troppo spesso la situazione diventa effettivamente motivo di stress. Pochi compiti non aiutano il ritorno a scuola, ma troppi compiti d'altro canto creano solo inutile tensione.
Tuttavia l'argomento è davvero delicato, quindi è necessario per un attimo analizzarlo a fondo.
L'estate, i compiti, il gioco libero: dove sta il giusto equilibrio tra il dovere, il piacere e ciò che va davvero a beneficio dei bambini?
Naturalmente, la situazione cambia a seconda dell'età. I compiti liceali non sono chiaramente quelli delle scuole elementari, che a loro volta si differenziano da quelli delle medie. Nella scuola superiore è risaputo e veritiero che i compiti e lo studio a casa sono fondamentali per il successo scolastico; ma è lo stesso alla scuola primaria?
Ci sono diverse scuole di pensiero, e i contrari ai compiti a casa portano argomentazioni che si scontrano con quelle dei favorevoli. Queste argomentazioni tuttavia non sono così irreali e lontane dalla verità. Quali sono? Il fatto che troppi compiti possono ritorcersi contro la scuola, dato che il bambino inizia ad odiarli; le tensioni che portano in casa, dopo una giornata di scuola; il falso senso di responsabilità, dal momento che in realtà alle elementari sono sempre i genitori a ricordare e supervisionare il lavoro; il tempo che i compiti rubano all'altra attività fondamentale dell'infanzia, e cioè il gioco, e al riposo, che quando manca influisce notevolmente sul rendimento.
Ma qual è allora l'alternativa? Beh, non è così stupida.
Prima di tutto, piuttosto che obbligare ad un compito bisognerebbe incoraggiare alla lettura, soprattutto alle elementari, suggerendo ai bambini libri inerenti ad argomenti di loro interesse.
Anche fare capire loro che si può imparare in ogni momento della giornata sarebbe benefico: chiedere quando non sanno qualcosa, documentarsi, capire a fondo i concetti sono attività molto più stimolanti ed efficienti di un compito fatto per obbligo.
Visitare i musei, partecipare ai workshop scientifici e artistici, dedicarsi alle attività concrete che permettono di fare loro esperienza diretta.
Ma, soprattutto, dedicarsi al gioco libero.
Sono molti gli studi ad aver provato che più un bambino spende il suo tempo giocando liberamente, facendo correre l'immaginazione e inventando ruoli e figure più cresce responsabile e autonomo, ben indirizzato, molto di più rispetto ad altri bambini che, magari, sono parecchio impegnati in attività “dirette da qualcuno”, come lo sport o i corsi extra scolastici, che spesso riempiono le giornate estive.
Molte scuole, come la montessoriana, lo sanno: il gioco libero serve a sviluppare nei bambini il controllo e l'auto-conoscenza. Giocando i bambini prendono decisioni, risolvono i problemi che creano, si danno regole e si relazionano, quando in gruppo, agli altri, sottomettendosi e comandando a turno.
E tutto ciò, naturalmente, si riflette e si riversa positivamente poi sulla vita scolastica e sul rendimento: essere autonomi e ben indirizzati, consapevoli della propria persona, dei propri interessi e delle proprie capacità vuol dire a livello pratico sviluppare funzioni molto più concrete ed essere in grado di regolare il proprio lavorare.
Sommando quindi le considerazioni, il consiglio che viene spontaneo è uno: non serve abbandonare i compiti, quello no! Tuttavia, senza ossessionarsi e senza ossessionare i bambini, cercate di ritagliare il maggior tempo possibile per il gioco libero, per passeggiare, per fare esplorare il mondo ai bambini (anche da soli! Non preoccupatevi e date loro qualche responsabilità). Sembrano attività frivole e da fannulloni? Niente di più falso.
E così i bambini si prepareranno al meglio, anche inconsciamente, al nuovo anno scolastico che li attende.