Qualche tempo fa vi parlammo qui di un libro bellissimo e illuminante: "The Danish way of Parenting", di Jessica Alexander e Iben Sandhal, che con semplicità spiega perché i genitori danesi riescono a crescere bambini felici.
La risposta? Semplice, sono felici a loro volta, ma soprattutto fanno loro la filosofia dell'"Hygge", che letteralmente significa "pensare o sentirsi soddisfatti" e che in pratica si applica passando del tempo confortevole in famiglia. Questo tempo confortevole è considerato sacro, e i danesi non ci rinuncerebbero per nulla al mondo!
La casa editrice Penguin ha dichiarato che il prossimo agosto nelle librerie uscirà (in lingua inglese) una nuova edizione del volume, implementata e migliorata. Il concetto principale della nuova versione del libro? Quello dell'attitudine danese genitoriale al reframing!
Dalla Danimarca una nuova regola per la felicità, il "reframing": un'altra regola nordica per essere sereni e crescere di conseguenza figli altrettanto sereni
Letteralmente "reframing" significa "riformulare, ristrutturare". E sono le stesse autrici, in un'intervista rilasciata alla rivista online Mothermag, a spiegare cosa significa questo concetto se applicato alla genitorialità.
Semplicemente, il metodo del reframing danese vuole essere uno sguardo sul mondo un po' più positivo e morbido del solito. L'esempio lampante è la famosa domanda "Com'è il tempo oggi?": se rivolta ad un danese in un giorno di vento e pioggia, egli vi risponderà "non esiste cattivo tempo; solo cattivo abbigliamento!". E, in effetti, ha ragione, no? Un diverso tipo di porsi nei confronti della realtà, insomma.
Fare proprio questo atteggiamento e viverlo in prima persona, dando l'esempio ai figli, significa fornire loro gli strumenti comportamentali necessari per affrontare meglio il mondo: seguendo l'attitudine positiva dei genitori, i bambini diventeranno adulti altrettanto positivi.
Ma non pensate che questo sia un'atteggiamenti di ingenuo positivismo: è un positivismo realistico, il loro! Cercano di tirare fuori da ogni situazione il bello che in essa esiste, dando meno peso ai lati negativi. Ogni cosa della vita ha in sé positività, basta concentrarsi su di essa.
Per rendere il concetto più capibile, le autrici, nel libro, ricorrono ad una metafora in particolare: quella della galleria d'arte. Se state ammirando alla parete un quadro scuro e cupo che vi trasmette immediatamente negatività e pensate di passare subito oltre, potrebbe esserci una guida che invece vi aiuta a capire che soffermandovi un po' di più potrete osservare altri dettagli all'interno della cornice: un raggio di sole, un bambino che ride lontano, un regalo impacchettato nell'ombra. Insomma, quel quadro è in realtà felice e confortante, basta solo guardarlo meglio. Il reframing danese è quindi esattamente questo: soffermarsi un pochino di più senza fermarsi agli aspetti negativi, ristrutturare il proprio pensiero e trovare i lati più luminosi delle situazioni.
Il reframing si attua quindi con l'atteggiamento, ma anche a parole. I genitori danesi cercano di esprimersi (ma a un certo punto lo fanno in maniera automatica e naturale) in modo che le frasi contengano sempre la positività e non la negatività. Le rigirano a favore della felicità, insomma. Non "sono grasso", ma "dovrei mangiare più sano"; non "odio mia suocera", ma "mia suocera è una brava nonna"; non "lo so che la matematica ti fa schifo", ma piuttosto "come sei bravo in italiano!".
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