Baby blues

Testo tratto dalla rubrica L'angolo di Monica

Finalmente è nato! Siamo riuscite quindi a superare la paura del parto, ad affrontare coraggiosamente il dolore, sia stato per un parto naturale o cesareo, siamo riuscite a non perdere il controllo e a gestirci la paura che ci induceva a voler scappare dall’ospedale. Magari non è andato proprio tutto come ce lo eravamo immaginato e magari anche il bambino stesso non è esattamente corrispondente all’immagine mentale che avevamo di lui. Ed eccoci lì, con quello che ci dicono essere il bambino o la bambina che ha abitato il nostro corpo per nove mesi…. “Benvenuto”, gli diciamo e siamo felicissime di essere riuscite in quell’impresa grandiosa e tanto attesa, ma una nuova consapevolezza, non più immaginata ma vissuta, sopraggiunge: la vita di questo essere umano ora è nelle nostre mani! E’ piccolo, indifeso, dipendente dalle nostre cure primarie. Siamo diventate mamme… Ma non siamo nate mamme, non lo siamo mai state, dobbiamo fare pratica, capire cosa fare, come, quando, dobbiamo conoscere il nostro bambino, instaurare con lui la nostra relazione d’amore, comunicare con lui in un linguaggio segreto, intimo, tutto da costruire! Tutto questo nelle prime settimane può sembrarci veramente problematico, spesso nei giorni successivi al parto si prova un senso di inadeguatezza, insicurezza, paura di non farcela, il peso della nuova responsabilità si fa sentire. Alle fatiche del parto si aggiungono poi quelle dell’allattamento, i nostri ritmi vitali sono completamente stravolti, il bimbo ha necessità di noi sia di giorno che di notte. Non dimentichiamo inoltre che al cambiamento sociale, si aggiunge anche un cambiamento ormonale e fisico. Il livello di estrogeni e progesterone crolla drasticamente nelle ore successive al parto.

Tutto ciò porta il 70-80% delle neo mamme a quella condizione psico-fisica chiamata Baby-Blues dal terzo giorno dopo il parto per un periodo massimo di quindici giorni, che le porta a sentirsi sempre stanche, irritabili, ansiose e a piangere senza apparenti motivi.

Ciò che si può fare in questa situazione è cercare supporto pratico dalle persone che sono vicine ( papà del bimbo, nonni, parenti, amici…) in modo da consentirci di riposare quando possibile. Altra strategia vincente è stare in compagnia di amiche con cui poter dialogare, avere la possibilità di sfogare i propri stati d’animo senza sentirsi giudicate, avere la consapevolezza che quella brutta sensazione che ogni tanto ci sovrasta, è assolutamente normale, non dipende dalla nostra inadeguatezza materna ma dallo scompenso ormonale e psicologico che stiamo vivendo. Saremo delle ottime mamme, anche se in questi primi giorni non sentiamo un particolare trasporto emotivo nei confronti di “quel bambino”.

Non c’è nulla di cui preoccuparsi se questa fase dura solo 15 giorni. E’ una fase di assestamento fisico e psicologico alla nostra nuova condizione di mamme.

Situazione ben diversa è invece la Depressione post partum, che coinvolge un numero limitato di neo mamme ( circa il 10%). In questo caso i sintomi del baby blues non scompaiono dopo 15 giorni, ma persistono e si intensificano col passare del tempo, possono durare anche un anno. Nella depressione si aggiungono altri sintomi quali: disturbi alimentari (inappetenza o ingordigia), disturbi del sonno (insonnia o eccessiva sonnolenza),  svogliatezza, disinteresse o eccessiva preoccupazione per il bambino. In questo caso è necessario rivolgersi a figure competenti e intraprendere un percorso di riabilitazione psicologica.

Dott. Monica Contiero

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Sara

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Cecilia

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