Si parla spesso di burnout, ovvero di “surriscaldamento” e di stress estremo, accostandolo al lavoro e alla carriera. Ed è vero: nella maggior parte dei casi il burnout è causato da situazioni di eccessiva ansia professionale. Ma questo non significa che questo stress enorme e debilitante non riguardi anche altri aspetti e momenti della vita. Come la maternità. Che è di per sé stressante, e che a volte ci mette a durissima prova.
Il problema è che quando il burnout colpisce lo fa in maniera subdola, anche quando si tratta di maternità, e ci lascia spompati, depressi, senza forza e senza voglia di prendere in mano la situazione. Ma come riconoscere se siamo davvero preda del burnout o se si tratta “solo” di un periodo particolarmente stressante?
Maternità e burnout, quando lo stress è troppo: come riconoscere i segnali di burnout, perché anche le mamme ne soffrono
Innanzitutto, il burnout si differenzia dal semplice stress perché ci lascia completamente in balia degli eventi. Ovvero: quando siamo stressati sentiamo di essere stressati, e in qualche modo cerchiamo di alleviare lo stress mettendo in ordine le giornate e la vita e soprattutto cercando, appena possibile, una valvola di sfogo e un momento di relax. Quel relax, insomma, lo agogniamo, lo vogliamo.
Quando una mamma si trova in fase di burnout il problema è che non se ne rende quasi conto, lasciando che lo stress prenda il sopravvento e mettendo il pilota automatico: ci si alza, si fa il proprio dovere, si torna a dormire. Senza pensare davvero.
Ma quali sono i segni che dovrebbero farci preoccupare?
Primo: il non sentire motivazione per nulla. Tutto ci scorre accanto e addosso, e non sentiamo la spinta verso niente. Nemmeno verso la cura di noi stesse.
Secondo: sentiamo un peso sulle spalle, fortissimo ma indecifrabile, come qualcosa che ci àncora a terra e non ci fa agire.
Terzo: proviamo negatività costante, ci sentiamo frustrate, ci sentiamo deboli e incapaci di cambiare le cose.
Quarto: non sentiamo la felicità, quella vera, appagante e dolcissima che dovremmo invece provare per la nostra vita.
Perché tutto questo? Cosa causa il burnout? Non c’è una risposta univoca, ma l’importante è avere bene a mente una cosa: non è colpa di nessuno. Non è colpa di chi sta soffrendo. Perché il burnout è la conseguenza di una serie di situazioni interne ed esterne che si sovrappongono, affollando la mente e la quotidianità e facendo “surriscaldare” (da qui la parola “burnout”) la persona. In questo caso la mamma. Spesso, in maternità, questo avviene perché la mamma inconsciamente si annulla, mettendo davanti a sé i bisogni di tutti gli altri e accantonando i suoi, collassando poi per la stanchezza. Si mettono anche davanti le aspettative della società e della famiglia, a volte, e questo è altrettanto stressante. Il tutto condito dal classico stress dell’essere genitore, che è per sua natura un ruolo estenuante.
Importante è dunque riconoscere i segnali, parlarne, dirsi che non è colpa propria. Un consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un professionista, come uno psicoterapeuta di fiducia, che saprà indicare il percorso più adatto per tornare a stare meglio davvero, ricominciando a focalizzarsi di nuovo su se stesse (perché questo è il primo e fondamentale passo!), per stare meglio con noi stesse e con tutta la famiglia.