Vivian Maier era una bambinaia: capirete, quindi, quanto il suo sguardo sia adatto ai bambini. La storia di questa fotografa è tra le più interessanti che possano esserci, e portare i bambini a vedere l’esposizione ospitata a Catania in questo periodo è una buonissima idea.
Vivian Maier a Catania, una mostra con i bambini: alla Fondazione Puglisi Cosentino “Una fotografa ritrovata”, l’esposizione dedicata alla tata-fotografa
Esatto, una tata-fotografa. Ma in vita era conosciuta solo come tata. Le sue fotografie non le ha mai mostrate a nessuno, e hanno preso polvere in una soffitta fino a quando non sono state ritrovate, facendo scoprire al mondo un talento meraviglioso e degli scatti intimi, sociali e documentaristici di raro spessore.
Anne Morin e Alessandra Mauro, le curatrici, hanno quindi portato a Catania, presso la Fondazione Puglisi Cosentino, la mostra “Una fotografa ritrovata”, che sarà visibile fino al 18 febbraio 2018 (con ingresso intero a 11 euro, ridotto 9 e gratuito per i bambini fino ai 4 anni non compiuti).
Vivian Maier nacque a New York nel 1926 e per quasi tutta la sua vita svolse la professione di tata. Era quindi una fotografa solo per diletto, che scattava per se stessa. Ma il suo scattare era compulsivo, ossessivo, e non abbandonava mai la sua Rolleiflex, che aveva sempre al collo. Addirittura, moltissimi rullini non furono mai da lei sviluppati, a sottolineare il carattere della sua fotografia nascosta. Questi rullini (si parla di circa quindicimila negativi), insieme a varie stampe, furono ritrovati casualmente nel 2007, quando John Maloof li acquistò ad un’asta che metteva in vendita parte dell’archivio della Maier, per un mancato pagamento.
In questi scatti c’è di tutto: la vita newyorkese del secolo scorso, quella di Chicago (le due città nelle quali visse), piccoli dettagli, gente comune, bambini, adulti… Sono fotografie semplici, che arrivano dritto al cuore perché parlano la lingua degli esseri umani.
Portando i bambini alla mostra possiamo quindi cogliere l’occasione non solo per mostrare loro un’arte delicata e potente allo stesso tempo, ma per iniziare a fargli capire il concetto di storia e di tempo che passa, osservando questi bellissimi scorci passati.
Prima di recarci alla mostra possiamo acquistare (o prendere in prestito in biblioteca) il bellissimo libro-graphic novel “Lei. Vivian Maier”, edito da Orecchio Acerbo e scritto e illustrato da Cinzia Ghigliano.
È davvero fantastico: attraverso bellissime immagini, narra la storia della fotografa come fosse un libro per bambini, raccontando la sua vita e le sue fotografie, il suo modo di scattare e i suoi pensieri. Diventa quindi uno strumento utilissimo per introdurre i bambini alla sua arte (come spiegavamo nell’articolo dedicato alle visite ai musei con i bambini).
Giulia Mandrino