Madri e bambini hanno diritto ad una nascita rispettata che tenga conto del loro benessere. Gli operatori della nascita hanno il compito di ascoltare i bisogni emotivi e psicologici della partoriente e non solo di valutare la progressione del travaglio e di assistere da un punto di vista sanitario.
La madre in condizioni di fisiologia e in caso di parto vaginale ha diritto al movimento, può bere e mangiare, può usufruire di strategie di sollievo del dolore più o meno naturali.
È necessario che le donne si informino, frequentino corsi di accompagnamento alla nascita, scelgano professionisti che possano affiancarle in modo rispettoso e competente.
Cosa puoi tenere a mente per una nascita e un post parto rispettato?
Trattando di questi temi, non posso non far riferimento al pensiero di Frédérick Leboyer e Michel Odent, medici e operatori della nascita. Odent sostiene che concepimento, gravidanza, parto, lattazione e interazione precoce hanno effetti importanti e a lungo termine. Pioniere del parto naturale, introdusse nei reparti maternità ospedalieri le “stanze selvagge” , ovvero sale parto concepite come stanze di una casa e il parto in acqua. Gli “ormoni dell’amore” (ossitocina, prolattina ed endorfine) sono strettamente legati a quella che può essere definita una “buona nascita”.
Da quando il parto è divenuto medicalizzato, secondo Odent ci si è dimenticati del carattere intimo dell’ossitocina. In assenza di determinate condizioni ambientali gli ormoni dell’amore non si liberano e si possono verificare situazioni di blocco. Un aumento del tasso di adrenalina, con la relativa stimolazione della neocorteccia, ad esempio, inibisce la produzione di ossitocina e tale condizione può rallentare tutto il processo.
Le sale parto, secondo Leboyer e Odent, devono rappresentare un luogo rassicurante e caldo, come la propria casa. Luce soffusa, pochi operatori, una giusta temperatura, la presenza di una persona di riferimento per la donna, sono alcune delle condizioni da privilegiare e garantire.
L’immersione in acqua tiepida può essere ad esempio una risorsa che permette alla madre di rilassarsi e contenere il dolore, mantenendo sotto controllo l’adrenalina.
Pochi accorgimenti per un parto e una nascita dolce.
Nei primi 60-90 minuti dopo la nascita, il neonato vive uno stato di veglia tranquilla; apre gli occhi, ascolta la voce di mamma e papà e cerca da solo il seno (breast crawling). Il neonato mette in atto comportamenti dinamici e interattivi, che poco dopo si andranno fisiologicamente perdendo.
Questo primo periodo, è davvero prezioso e necessita di essere tutelato, garantendo alla diade intimità e protezione.
Una serie di ormoni vengono attivati in questo periodo post-nascita. Quali sono? Le endorfine, oppiacei naturali che donano sensazioni di piacere e promuovono uno stato di benessere che incentiva il bonding. La prolattina, ormone prodotto dall’ipofisi posteriore e coinvolto nella lattazione. L’ossitocina, il famoso ormone “timido” anche detto “ormone dell’amore”, responsabile dell’avvio del travaglio e attivatore di comportamenti di accudimento della madre.
Passate le due ore, il neonato entra in uno stadio di sonnolenza; recupera le energie impiegate nel processo di parto. L’unica vera necessità dei bambini sani nei primi minuti di vita, oltre al contatto precoce con le mamme, è quella essere al sicuro e al caldo, avvolti in un panno tiepido.
Tutto il resto (il taglio del cordone, la visita pediatrica, il bagnetto, etc…) può e deve essere rimandato.
Qualora non fosse possibile garantire questo primo contatto per motivi legati a complicazioni, è molto importante che i genitori possano poter vedere il loro bambino in tempi brevi e che la madre possa entrare in relazione fisica con il piccolo al più presto!
Sui neonati prematuri, ad esempio, le interazioni materno-infantili producono effetti positivi e migliorano le condizioni emotive. Se il neonato ha la necessità di essere posto in incubatrice, è importante interagire con lui; è possibile garantire un contatto olfattivo, uditivo e fisico.
Cosa raccomando alle donne in gravidanza? Attivatevi in prima persona, informatevi, scegliete con cura i professionisti che vi seguiranno e il luogo della nascita. Ricordiamoci che fare meno equivale spesso a fare meglio e che nascere bene contribuisce a vivere meglio!
Acanfora Giuseppina
Dottoressa in scienze dell’educazione e della formazione, educatrice perinatale