La notizia è dei giorni scorsi, e si è diffusa in seguito ad una comunicazione della Società Italiana di Neonatologia (SIN): secondo loro, il parto in casa non sarebbe sicuro. Lo affermano con i dati alla mano (che in realtà parlano solo del numero di partorienti che avrebbero deciso lo scorso anno di partorire in casa, in Italia 500), specificando poi che secondo il loro parere il fattore-incidenti sarebbe troppo alto per rischiare la salute di mamma e bambino.
Ma è davvero così? Non è la prima volta che ne parliamo, e anche l’ostetrica Silvia Bianchi ci aveva aiutato a capire meglio di cosa si tratta. E come sempre noi siamo sicure del contrario, e cioè che il parto in casa così rischioso non sia. Basta fare attenzione, usare il buon senso e avere a portata di mano tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.
Perché partorire in casa è sicuro: tutto ciò che devi sapere sul parto in casa, una pratica diffusissima nei paesi nordici e - quando ci sono i giusti requisiti - sicura quanto il parto in ospedale
Il comunicato della SIN è stato ripreso dal Corriere della Sera, che con toni allarmistici ha messo in guardia le future partorienti che stanno pensando al parto in casa.
Come dicevamo, i numeri a cui si riferiscono sono solo quelli delle mamme che hanno partorito in casa nel 2015 (500, un numero molto basso), e l’accento lo pongono quindi sul fattore di rischio, che c’è sempre e che quindi metterebbe in pericolo mamma e bambino.
In realtà, chi sceglie il parto in casa sa benissimo che ci sono dei rischi. Non per questo è meno sicuro! La premessa, infatti, deve essere sempre un’accurata valutazione dello stato di salute della mamma e del bambino che includa anche i rischi possibili, in modo da azzerare le possibilità di incidente.
Tra le regole principali della scelta del parto naturale in casa ci sono la vicinanza dell’ospedale (che non può essere mai troppo lontano, proprio perché in caso di rischio ci sarebbe il tempo di raggiungere la struttura); uno stato di gravidanza fisiologica (e cioè senza rischi e senza complicazioni; in caso contrario naturalmente è d’obbligo andare in ospedale); la scelta di una ostetrica specializzata e in grado di gestire ogni evenienza. Tutti accorgimenti che permettono di affidarsi tranquillamente al parto in casa, senza annullare il fattore di rischio ma anticipandolo e arginandolo.
In Italia questa pratica è davvero poco diffusa, ma nei paesi Nordici è praticamente routine. Prendiamo l’Olanda, nella quale addirittura 1 donna su 3 sceglie questa modalità per mettere al mondo i propri figli. Lo fa assistita da una ostetrica e da una puericultrice che contatta nei mesi precedenti, quando sceglie se partorire in casa o in ospedale. Ma, anche quando in ospedale, è un po’ come se partorisse in casa, poiché il parto costa 500 euro ed è inteso un po’ come un affitto della sala parto, nella quale entri con le tue ostetriche e puericultrici (e già 6 ore dopo il parto, se tutto è andato bene, vieni dimessa).
In Olanda, quindi, è lo stesso Stato a spingere le donne verso il parto in casa. Addirittura, prima della nascita spedisce a casa una scatola con tutto l’occorrente: gel disinfettante, salviette, garze, pannolini, lenzuola di plastica… Se la donna poi decide di partorire in ospedale, questa scatola viene spedita nei paesi del terzo mondo per aiutare altre donne.
Insomma, si può decidere, tenendo sempre presenti i rischi e le regole. Secondo le Linee Guida per l’Assistenza al parto a domicilio dell’Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità “solo le donne definite “a basso rischio” possono partorire in casa con assoluta sicurezza, devono arrivare a termine della gravidanza in buona salute (con una pressione normale, e un’anemia fisiologica), il bambino deve essere cresciuto bene ed essere in presentazione cefalica, infine il travaglio deve iniziare spontaneamente”.
E se avete altre domande, ci pensa Marta Campiotti, Presidente dell’Associazione e ostetrica, a fugare ogni dubbio. Sul sito www.nascereacasa.it è presente una sezione davvero utile che risponde ai dubbi più diffusi sul parto in casa. Ad esempio: è sicuro? Sì, lo è! E se succede qualcosa? “L’ospedale non deve essere lontano più di 30/40 minuti dalla tua casa. Il 90% dei trasferimenti avviene in tutta tranquillità, con la propria macchina, solo perché c’è un problema che non può essere risolto a domicilio. Ospedale non significa emergenza. Ma nei rarissimi casi di emergenza l’ostetrica domiciliare ha gli strumenti e le capacità per intervenire nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza”.
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