Come capire se sei incinta? Ecco i sintomi della gravidanza
Martedì, 22 Novembre 2022 08:57Conoscere il proprio corpo e ascoltare i sintomi è sempre una buona idea. Le donne lo sanno bene. Non solo se si è in cerca di un bambino, ma anche se si vuole evitare una gravidanza. A ridosso del presunto ciclo, fare attenzione ai segnali del proprio corpo può aiutare a capire (vagamente e senza alcuna sicurezza!) se si è incinte o meno.
Ma quindi come capire se sei incinta? Quali sono i sintomi della gravidanza a cui fare attenzione?
Si tratta di segnali purtroppo non chiarissimi, diversi da persona a persona, che in molti casi possono essere scambiati per i sintomi dell'arrivo delle mestruazioni, e viceversa, ma ascoltarli è comunque importante. Quando arrivano? Più o meno, a due settimane dal concepimento, e quindi a due settimane dalla presunta ovulazione (quasi a ridosso con l'arrivo delle mestruazioni, nel caso di ciclo mestruale regolare).
L'amenorrea
Questa parola che pare tanto difficile altro non indica che l'assenza di mestruazioni. Il ritardo del ciclo mestruale è uno dei segnali più frequenti e inequivocabili di una gravidanza in corso, anche se può indicare anche altre situazioni (e in questo caso è bene contattare il proprio ginecologo o la propria ginecologa). Se stai cercando un bambino - oppure se temi una gravidanza - e le mestruazioni tardano ad arrivare, il consiglio è quello di eseguire un test casalingo, da confermare poi con un prelievo di sangue.
E a proposito di mestruazioni: è bene ricordare che si è a rischio gravidanza anche se è in corso il flusso mestruale. È più improbabile restare incinte in quel caso, è vero, ma non impossibile.
Il dolore al seno
Il dolore al seno, tipico anche dell'arrivo delle mestruazioni, può intensificarsi nel caso di una gravidanza in corso e, allo stesso tempo, i capezzoli e la forma del seno possono modificarsi. La causa sono gli ormoni e la preparazione del corpo all'arrivo di un bambino.
L'olfatto
Durante la gravidanza il senso dell'olfatto si acuisce, e alcune persone fanno esperienza di questo super-olfatto sin dai primi giorni.
La nausea
Anche se la narrativa cinematografica ci ha abituati a pensare che la nausea sia uno dei primi e inequivocabili segnali di una gravidanza, è probabile che questa arrivi quando già si è a conoscenza di essere incinte. Ma questo non significa che non possa arrivare anche prima, in concomitanza con l'arrivo presunto delle mestruazioni, e cioè attorno alla quarta o quinta settimana di gravidanza.
Sonnolenza
Alcune persone già nelle prime fasi della gravidanza provano una stanchezza esagerata e una sonnolenza particolarmente pesante.
Dolori mestruali
L'utero si sta modificando: anche se si percepiscono dei leggeri dolori al basso ventre simili a quelli dell'arrivo delle mestruazioni, non significa che queste arriveranno per forza. Anche nel caso di una gravidanza nelle sue prime fasi, infatti, è possibile percepire questi dolorini.
Piccole perdite
Non capita sempre, ma in alcuni casi è possibile trovare sugli slip delle perdite rosa o marroni intorno al decimo giorno post-ovulazione. Si tratta di una conseguenza dell'annidamento dell'embrione nell'utero. Allo stesso modo, potrebbero verificarsi piccole perdite in concomitanza con i rapporti sessuali (sempre a causa dei vari assestamenti di utero ed endometrio, il tessuto che lo riveste). Non si tratta di flusso mestruale, ma di perdite davvero molto esigue, che potrebbero indicare, appunto, una gravidanza in corso.
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Non sono solo una ricetta vegetariana: i cavolfiori impanati e cotti al forno sono un piatto di verdura che piace davvero a tutti, un modo diverso per consumare questa crocifera così benefica che spesso, se bollita, non stuzzica l'appetito.
Se non hai mai provato il cavolfiore impanato, questo piatto sarà una sorpresa deliziosa: prepara così la cotoletta di cavolfiore e proponila come cena sfiziosa accompagnata da un contorno di riso bianco oppure di verdure saltate.
Un'altra idea ancora più gustosa? Servire il cavolfiore impanato tra due bun integrali ben caldi, con un po' di salsa a tuo piacimento e delle cipolle grigliate, al posto del più classico hamburger di carne.
Cavolfiore impanato al forno: la ricetta sfiziosa e sana per gustare i cavoli in maniera diversa
Le migliori app per chi ama leggere
Venerdì, 18 Novembre 2022 10:24Categoria davvero interessante, quella dei lettori e delle lettrici. Che non si limitano a leggere in solitudine, ma che amano condividere spunti, riflessioni e consigli, e soprattutto tenere traccia di tutti i libri letti!
La tecnologia, in questo senso, sorride agli amanti della lettura: negli ultimi anni sono nati app, siti e luoghi virtuali davvero preziosi, applicazioni utilissime per chi ama i lbri.
Ecco dunque una piccola selezione delle migliori app per chi ama leggere, strumenti imprescindibili per chi ama la lettura, i libri e tutto ciò che riguarda questa passione che dobbiamo trasmettere ai nostri figli.
Goodreads
Puoi usarla sia sul cellulare, sia sul sito internet. La grafica non è granché, ma Goodreads è davvero, davvero preziosissima per chi ama leggere. Si possono seguire gli amici, creare sfide personali di lettura (con i libri che si vogliono leggere in un anno), segnare i libri letti (dando voti e commentandoli), quelli da leggere, quelli in lettura, partecipare a forum e gruppi, scovare le classifiche dei migliori libri in base al genere o all'argomento...
Insomma: al posto del classico, banale file Excel, Goodreads rende tutto più divertente.
Bookbuddy
Simile a Goodreads, ma con meno funzioni, è Bookbuddy, un'app che consente di tenere traccia di tutto ciò che si legge.
Audible o Storytel
Entrambe sono app a pagamento: attraverso un abbonamento mensile o annuale si possono ascoltare migliaia di audiolibri in italiano o in lingua originale. Quale scegliere? Il consiglio è quello di sbirciare, prima dell'abbonamento all'una o all'altra, il catalogo, in modo da capire quale delle due ha più titoli interessanti.
RaiPlay Sound
Anche questa è un'applicazione pensata per l'ascolto di podcast e audiolibri, ma in questo caso, essendo un prodotto Rai, non c'è alcun abbonamento a pagamento da sottoscrivere, e si trovano moltissimi classici della letteratura.
Hai presente i gyoza giapponesi? I ravioli orientali ripieni di verdure sono davvero deliziosi, e farli in casa non è difficile come credi! Aggiungendo all'impasto degli spinaci, inoltre, otterrai dei ravioli verdi davvero invitanti!
Ecco la ricetta dei gyoza verdi alle verdure, i classici ravioli giapponesi da cuocere in padella.
Gyoza verdi alle verdure: la ricetta sana
Acquisti ai tempi delle crisi
Giovedì, 17 Novembre 2022 08:32Nel 2022 i costi per la spesa delle famiglie italiane sono aumentati del 5,4% rispetto al 2021. Alla pandemia Covid-19 si è aggiunto lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha causato e rischia di causare ancora pesanti rincari in bolletta e su beni di prima necessità.
Dall’aumento del costo del petrolio (+ 1200%), alle quotazioni del grano aumentate del 9%, le possibili misure correttive occupano da tempo le prime pagine dei giornali e dei tg.
Ogni crisi ha le sue conseguenze, che spesso pesano sui consumatori: l’inflazione, ad esempio, è passata dal- 0,5% nel 2020, in piena crisi pandemica, al +8,4% nello stesso periodo del 2022.
Come riportato nell’infografica “Acquisti ai tempi delle crisi”, in un contesto che rischia di pesare sulle famiglie e sulle fasce più deboli della popolazione, Bennet ha ideato l’iniziativa “Giù il prezzo”. Con una linea di oltre 300 prodotti di uso comune a prezzi vantaggiosi, l’obiettivo è supportare i consumatori nella spesa di tutti i giorni grazie ad un carrello consapevole e contrastare il carovita.
Per contrastare le conseguenze delle crisi, iI mercato dovrà necessariamente sfruttare ancor di più e-commerce (già con un segno + del 14%, con un giro d’affari di 45 miliardi nel 2022) e aumentare la fetta di utenti che acquistano online (+9,6 milioni), in modo da ridurre sempre più la distanza con l’acquirente e comunicare al meglio proposte e offerte in corso.
Lenticchie in scatola: come cucinare questo legume in modo gustoso
Mercoledì, 16 Novembre 2022 14:08La dieta vegetariana richiede di assumere maggiori quantità di legumi per fare incetta di proteine, ma in generale lenticchie, ceci e fagioli andrebbero consumati regolarmente. Certo è che non sempre si sa come cucinarli!
Trovare ricette gustose per i legumi a molte persone pare difficile. Eppure esistono numerose preparazioni gustosissime per mangiarli!
Per esempio: sai che le lenticchie in scatola sono estremamente versatili? Essendo cotte al vapore e in barattolo, non necessitano dell'ammollo e sono quindi molto comode, oltre che deliziose.
Ecco quindi 4 semplicissime ricette per cucinare le lenticchie in scatola in maniera diversa dal solito.
Il dahl di lenticchie
Si tratta di un piatto tipico del Nord Africa, un contorno delizioso e speziato che riempie, dà energia e soddisfa le papille gustative. Si prepara unendo alle lenticchie in scatola del pomodoro, delle carote e tante spezie. Qui trovate la ricetta.
Le polpette
Per fare mangiare i legumi anche a chi non vanno giù, uno dei modi più antichi ed efficaci è nasconderli nelle polpette! E questa ricetta per preparare le polpette di lenticchie (con farina di mandorle!) è davvero salva-cena.
Zuppa di lenticchie e cavolo nero
Niente di più semplice: affettiamo grossolanamente una cipolla e mettiamola a rosolare in una pentola, quindi tagliamo a pezzetti un bel cespo di cavolo nero e facciamolo insaporire. Aggiungiamo anche una o due lattine di lenticchie scolate (a seconda della quantità di zuppa) e copriamo con tanto brodo vegetale. Facciamo cuocere per circa venti, trenta minuti e serviamo ben calda.
Il curry di lenticchie
Cremoso e saporito, il curry di lenticchie è un'alternativa vegetariana ma altrettanto proteica del più classico curry con carne. Accompagnato da un semplice piatto di riso integrale bollito è una cena perfetta.
I libri da leggere se ami Harry Potter
Martedì, 15 Novembre 2022 10:56Hogwarts è proprio magica e i Potterhead lo sanno. Ma nella letteratura esistono numerosissime altre saghe fantasy, oltre a Harry Potter! E se ami il mondo magico creato da J.K. Rowling, non potrai non amare questi libri, che parlano di streghe, maghi, magie, pozioni, mondi fantastici e avventure incredibili.
Ecco quindi una selezione dei migliori libri da leggere per chi ama Harry Potter, saghe fantasy e romanzi bellissimi per immergersi nelle atmosfere gotiche, magiche e coinvolgenti di scrittori e scrittrici incredibili.
Le streghe di Brooklyn
Una graphic novel perfetta per tutti i lettori e tutte le lettrici, anche i più riluttanti. I fumetti, infatti, sono sempre più diffusi e questa forma di narrativa sta prendendo sempre più piede (nel caso di tutte le fasce d'età!).
Le streghe di Brooklyn di Sophie Escabasse vi piacerà non solo se amate le storie magiche e la stregoneria, ma anche le atmosfere newyorkesi e le storie familiari che emozionano.
Fuga da Magopoli
Un libro che parla di amicizia e di talenti personali, che coinvolge dalla prima pagina: Fuga da Magopoli di Enzo Fileno Carabba, edito da Marcos y Marcos, è un libro per bambini e bambine dai 9 anni che parla di Agostino e Igor, due maghi poco maghi che vengono allontanati da Magopoli proprio per la loro scarsa attitudine magica. Ma se Agostino viene mandato dagli accoglienti nonni, Igor si ritrova nel Tritacarne, per imparare davvero la magia. E Agostino non può che partire per andare a salvarlo. Senza magia.
Streghetta
Questo libro è consigliato dai 7 anni: l'ha scritto Gisella Laterza e si tratta del primo volume di una saga. Il titolo completo, infatti, è "Streghetta, una strana compagna di banco", ed è pieno di stregoneria, pasticci, stranezze e incantesimi. In più è illustrato divinamente da Stefano Tambellini.
La trama? Si parla di Miriam e di come diventi amica di Priscilla, strega la cui casa è spuntata in paese improvvisamente in una notte e che non riesce a fare incantesimi quando le emozioni le intralciano i pensieri.
Queste oscure materie
La trilogia di Philip Pullman che si apre con "La bussola d'oro" (ma che si trova anche nella versione completa con copertina flessibile) ha tutti gli elementi per appassionare chi ama leggere romanzi fantasy che non si discostano, però, troppo dalla nostra realtà. Lyra Belaqua è la protagonista: insieme al suo Daimon affronta gli adulti di due mondi comunicanti, immersa in atmosfere inglesi e oxfordiane che gli amanti di Harry Potter non possono che apprezzare.
Il signore degli anelli
Come Le cronache di Narnia (altro libro per gli amanti del genere), Il signore degli anelli non ha bisogno di presentazioni: si tratta della saga fantasy per antonomasia, quella più conosciuta e forse più amata al mondo, anche per le trasposizioni cinematografiche che ne sono state fatte e per le innumerevoli versioni illustrate. Lunga, corposa, finemente intrecciata: una saga che trasporta in un intero mondo, quello nato dalla mente di J.R.R. Tolkien.
Il ciclo di Shannara
Scritto da Terry Brooks, questo ciclo è lungo e appassionante, proprio come chi ama il fantasy vuole. Ecco la trama: "Le Quattro Terre, un mondo in cui l'equilibrio imposto dall'ordine del Bene vive sotto la costante minaccia di antiche forze demoniache, deve lottare a ogni generazione per preservarsi dall'invasione del Male. A vegliare su di esse, attraverso i tempi, il druido Allanon, ultimo rappresentante di una stirpe di custodi della magia, e la famiglia Ohmsford, erede di una nobiltà ormai dimenticata. Quando il Signore degli inganni torna dal passato, sarà Shea, primo erede della famiglia, a dover riscoprire la propria origine, e con essa il potere che questa le conferisce".
Cosa c'è di più natalizio degli omini di pan di zenzero? Forse solo la casetta di pan di zenzero da decorare! E il bello è che sono davvero semplicissimi da preparare.
Ecco dunque la ricetta dei biscotti più natalizi che ci siano, gli omini di pan di zenzero che profumano di inverno e coccole, speziati e golosissimi, oltre che super teneri e ornamentali.
Omini di pan di zenzero: la ricetta dei biscotti natalizi
Togliere il ciuccio, come farlo dolcemente e senza traumi
Venerdì, 11 Novembre 2022 09:02Ci sono alcuni passaggi nella vita dei bambini più o meno piccoli che rappresentano un vero e proprio trauma, per quanto ai nostri occhi adulti sembrino cambiamenti necessari e non così difficili. Per esempio, il passaggio dal pannolino al vasino, lo svezzamento, i primi passi...
Ma tra gli stress che possono rivelarsi più impattanti (più o meno a seconda del bambino) sta certamente l'abbandono del ciuccio.
Esistono tuttavia metodi che rendono questo passaggio più tranquillo, meno stressante e più efficace.
Qual è l'età raccomandata per togliere il ciuccio
Partendo dal presupposto che non tutti i bambini utilizzano il ciuccio e che il grado di attaccamento a questo strumento è decisamente diverso tra bambino e bambino, l'età raccomandata da pediatri e pediatre per togliere il ciuccio sono (suppergiù) i tre anni. Attorno a quest'età, infatti, i bimbi e le bimbe smettono gradualmente di interessarsi agli oggetti attorno a loro "assaggiandoli" con la bocca (senza lo scopo del nutrimento) e di conseguenza il ciuccio perde via via il proprio ruolo.
Oltre a questo, togliere il ciuccio entro i tre anni evita di incorrere nella malocclusione dentale e in alcuni disturbi del linguaggio.
Tendenzialmente, l'abbandono del ciuccio avviene naturalmente e senza grandi traumi, in maniera graduale, e in questo caso i genitori non si trovano a chiedersi come allontanare i bimbi e le bimbe dalla tettarella. Ma in altri casi può invece risultare più complicato, soprattutto se il bimbo o la bimba che lo usa ne è particolarmente attaccato.
Quando il passaggio è traumatico?
Il passaggio diventa quindi traumatico quando vi è un attaccamento profondo al ciuccio. La causa a monte è da ricercarsi nell'utilizzo errato di questo strumento. Se, infatti, culturalmente siamo abituati a pensare al ciuccio come a un mezzo per rispondere all'esigenza naturale dei bambini a succhiare, in realtà questo bisogno naturale è soddisfatto tranquillamente dal seno (o dal biberon), come spiegano anche da Uppa.
Dare il ciuccio diventa invece un "plus", un oggetto confortevole che rassicura il bambino, ma che se utilizzato in maniera sbagliata - quando, per esempio, dato ad ogni pianto - si trasforma in un'esigenza profonda, perché in grado di consolare immediatamente il momento di disagio.
È normale, quindi, che togliere quest'àncora di salvezza al bambino può traformarsi in un passaggio stressante e traumatico, perché si trasforma in una difficoltosa modifica di un'abitudine ormai radicata molto in profondità.
I metodi per dire addio al ciuccio
Prima di tutto, meglio evitare i metodi a strappo improvviso, come quello che prevede la "sparizione" del ciuccio o il "rapimento" del ciuccio da parte di una strega. È facile intuire che, soprattutto per bimbi e bimbe particolarmente attaccati al loro ciuccio, questa modalità rischia sempre di acuire il disagio e di allungare i tempi.
Un buon modo per favorire l'addio al ciuccio è invece quello più graduale che prevede la decisione da parte del bambino. È chiaro che alcuni bambini non la prenderebbero mai da soli, non gli verrebbe mai in mente! Ma con frasi buttate qua e là, dialogo e ragionamenti insieme è possibile portare il bambino a fare sua la decisione. Per esempio, puntando i riflettori sui benefici della bocca libera dal ciuccio (le parole più chiare, le risate più libere...), oppure decidendo insieme il luogo dove riporre il ciuccio durante la maggior parte delle ore della giornata. Il ciuccio sarà lì, a disposizione, ma non sarà del tutto proibito, e questo favorirà un lento passaggio verso l'abbandono.
Un altro consiglio è quello di trovare insieme altri gesti o abitudini confortevoli, che vadano a "sostituire" il ciuccio. Per esempio, durante il pianto si può optare per le coccole e il contatto visivo, mentre prima di dormire si può cominciare a leggere insieme, a cantare insieme una ninna nanna. Insomma: il bambino capirà che esistono altri gesti e strumenti di gestione delle proprie emozioni e della propria quotidianità, e i genitori possono aiutare a individuarli, guidando il bambino senza che il passaggio risulti troppo traumatico.
Autunno: foglie che cadono, tisane calde, zucca, maglioni caldi... E castagne, tantissime castagne!
Che tu le abbia comprate al mercato o che le abbia raccolte nel bosco (la castagnata è una delle attività autunnali con i bambini più divertenti e stimolanti!), ora ti starai chiedendo che farne. Caldarroste? Castagne al forno? In padella o bollite?
C'è però un'altra ricetta, meno conosciuta ma davvero deliziosa: il risotto alle castagne. E qui scoprirai come prepararlo!
Ecco la ricetta del risotto alle castagne, vegetariano e davvero cremoso, che adorerai se ami il sapore della zucca, della buccia della zucca e, in generale, delle castagne e della frutta secca.
La ricetta del risotto alle castagne: come preparare un risotto a partire dalle castagne raccolte nel bosco