Nel periodo in cui ci siamo conosciute ci ha accomunato anche un'altra importante, anzi, direi determinante, esperienza: quella di avere un figlio (nel mio caso una figlia).
Chi e' donatella pavan?
Sono una giornalista free-lance che ama questa terra e che della sua difesa ha fatto il centro del suo lavoro. Collaboro con Elle, Dweb, ilfattoquotidiano.it, living, elledecor.it
Che cosa significa essere mamma?
E' la cosa più rivoluzionaria che ti possa capitare nella vita. Perché ti coinvolge totalmente, dal punto di vista fisico e mentale.
La rivoluzione è tale che anche la persona che ti sta a fianco, il padre, diventa un soggetto nuovo, con il quale si instaura una relazione diversa. Bisogna alimentare il rapporto mettendo da parte il proprio narcisismo e il proprio bisogno di riconoscimento immediato per prestare attenzione ad una nuova creatura che deve crescere e vuole un'attenzione quasi continua.
Essere moglie?
Essere moglie è stata la cosa piu difficile, nel senso che riuscire a salvaguardare lo spazio della coppia quando hai un esserino urlante che riempie l'ambiente domestico richiede un'intesa profonda e tanta determinazione.
E professionista?
Per quanto riguarda la mia storia professionale la maternità è stata liberatoria. Con la maternità ho trovato il coraggio di lasciare un posto fisso che non mi soddisfaceva per mettermi a fare la giornalista a tempo pieno (o per lo meno per tentare di farlo)
Essere donna, quindi più vicina ai figli per definizione, pur non trascurando il versante lavorativo, ti ha mai penalizzata? Voglio dire, a volte penso: "bell'affare, lavoriamo di più in casa, ci diamo da fare fuori casa (al lavoro), sul piano organizzativo siamo solitamente un punto di riferimento unico per i figli e per l'organizzazione di casa, alcune di noi pagano a metà le spese o sono chiamate a partecipare in maniera sostanziale alle spese e ci sentiamo, così facendo, emancipate... Sembra che qualcosa non sia proprio nel verso giusto."
Nella tua esperienza come concili la cosiddetta "emancipazione" ai tuoi diritti e doveri di donna, madre e moglie. Per dirla in modo più semplice: ti capita di discutere con tuo marito su "chi fa cosa", oppure di questionare sull'impegno economico di uno o dell'altro?
Come vi spartite i compiti e gli impegni?
Mi sono sentita penalizzata mille volte nel passato ma mi capita anche adesso.
E' sempre dato per assodato che io mi occupi della casa, del bucato, del figlio, dei cani ( ne ho due ) e del cibo quotidiano per tutti. Quando demando a mio marito, il 90% di quello che fa ( lo confesso ) non mi va benissimo e così si aprono discussioni infinite.
Io compro tutto bio, a km il più possibile vicino allo zero, tendo al vegetarianismo e detesto i piatti pronti. Lui è per la soluzione più comoda, sanguinolenta, veloce e appetitosa, senza approfondire più di tanto. Direi che è proprio il cibo, assieme alla gestione dei lavori di manutenzione domestica ( se si rompe il vetro di un quadro lui può lasciarlo lì per l'eternità ) i temi sui quali discutiamo.
A parte questo, sogno un posto tutto mio dove poter lavorare in santa pace, ma ovvio che questa scelta mi obbligherebbe a demandare a lui o ad altri la gestione domestica. In sintesi preferisco, pur soffrendo, lavorare da casa e sobbarcarmi quanto connesso. L'idea di lavorare in un'azienda non mi sfiora nemmeno, l'ho fatto per dieci anni, ma da quando sono una libera professionista sono di gran lunga più felice e soddisfatta. Amo tantissimo la mia libertà di movimento e credo che non ci rinuncerei per nulla al mondo.
Mi sembra chiaro che in casa lavori di più tu, ma in qualche modo viene riconosciuto il tuo lavoro? Voglio dire, se non sul piano pratico, sul piano economico c'è un equilibrio per cui ti senti riconosciuta?
L'equilibrio sta nel fatto che l'esistenza di andrea oltre che una sicurezza affettiva mi ha dato una sicurezza economica per cui posso permettermi di scegliere più liberamente con chi voglio lavorare e su quali temi.
L'equità in termini di impegni domestici non c'è ( in casa lavoro decisamente più io ), non solo perché lui non si impegna più di tanto, ma anche perché io voglio che le cose siano un po' fatte a modo mio. Da buona ambientalista talebana ho tutta una serie di convinzioni sulle quali mollo difficilmente.
Quando davvero non ne posso più alla fine mi tranquillizzo perché credo che alla fine, anche se brontola e si lamenta, lui sia un uomo che mi vuole bene e mi stima.
Certo ogni tanto vorrei che fosse in grado di prendere in mano tutto sorprendendomi.
Quando hai deciso di diventare mamma eri consapevole di quello che sarebbe successo alla tua vita?
Diciamo che mi ha guidato l'istinto. Erano anni che desideravo un figlio ma non me lo concedevo perche' non avevo ancora trovato il padre giusto. 7 anni di analisi junghiana e finalmente come la bella addormentata ho trovato un principe che mi ha fatto pensare che potevo fidarmi e metter sù famiglia.
C'è qualcosa dell'essere mamma che è stato per te particolarmente complicato?
La cosa più complicata era riuscire a conciliare i miei impegni di lavoro con le esigenze del mio cucciolotto. Il mio principe aveva un posto fisso di tutto rispetto, io ero una free-lance che poteva adattare il proprio lavoro alle esigenze della famiglia. Marito, figlio e cani (2). La cosa che piu' mi innervosiva era quando mi permettevo di prendermi un impegno di lavoro (un pezzo da consegnare velocemente, un viaggio stampa, un'intervista già fissata) quasi sistematicamente accadeva qualcosa che faceva saltare il programma. Mi sembrava che mi cadesse il mondo addosso. Allora partivano le ricerche di mammesostituto: nonne, babysitter, zie...
Come risolvi o hai risolto?
La grande svolta è stata con l'inizio della scuola materna, superati i sensi di colpa del lasciarlo lì per ben 6 ore, in seguito 8, al giorno... ho iniziato a sentirmi un po' più libera.
Hai mai pensato di non farcela? Se puoi e vuoi ci racconteresti un episodio?
No, direi che alla fine la gioia della maternita' era tale che l'obiettivo era quello di farlo diventare forte, felice e sano.
Nel quotidiano dove trovi la forza per affrontare tanti impegni, il lavoro, la famiglia, la casa?
Quando sono distrutta mi concedo un ciclo di mssaggi da un'amica riflessologa bravissima, piuttosto che un pomeriggio di libertà dove non voglio piu' ragionare su nulla ma solo farmi condurre dal piacere di stare al mondo.
Qual è il segreto per fare funzionare tante sfere (se stesse, la coppia, l'essere mamma) apparentemente inconciliabili?
Il segreto? Non so se l'ho trovato. Faccio yoga ed esercizi di meditazione tutte le mattine e mi faccio guidare da quello che mi dice l'istinto.
Che cosa ti ha aiutata a costruire quello che sei oggi?
Che cosa e/o chi ha giocato un ruolo fondamentale?
La capacita' di seguire le mie passioni e il mio credo indipendentemente dal giudizio del prossimo, una qualità per la quale devo ringraziare mio padre e una grande tenacia.
Il tuo peggior difetto?
La testardaggine
Il tuo più grande pregio?
Il leggere le cose guardandole sulla lunga gittata
Qual è l'aspetto che ami di più della tua vita?
Il sole, la luce, la natura, la liberta', la trasformazione
Che cosa invece non ti piace?
Il grigio, le situazioni stagnanti
Ti senti una buona mamma?
A momenti, in questo periodo si, a forza di passare ore a fare "analisi del periodo" con mio figlio siamo ritornati ad avere una grande confidenza anche se ha quasi 14 anni.
Qual è secondo te il segreto per essere una buona mamma?
Ricordarsi che l'amore e la spontaneità sono una chiave importante per tener vivo qualsiasi legame.
Quello di una buona moglie?
La sensibilità
E quello di una brava professionista?
La passione e l'impegno per le cose che fai, sapendo mettere insieme settori apparentemente molto diversi. La commistione di generi è molto fertile.
Quali sono le qualità indispensabili per raggiungere i propri traguardi?
Passione e tenacia.
Che cosa consiglieresti ad una neo-mamma che teme di non riuscire a conciliare maternità e professione?
Non farsi abbattere, come diceva mrs. Rossella in via col vento "domani è un altro giorno"
Tu ora hai un figlio quasi adolescente, come cambiano le priorità nel tempo?
Non cambiano poi molto. Io ho fatto l'errore di credere che mio figlio fosse diventato grande e potesse essere in grado d'arrangiarsi un po' più da se' quando è diventato alto come me. In realtà desiderava essere amato e seguito esattamente come prima. Ovviamente lasciandogli i giusti spazi d'autonomia.
Quando si interagisce con un figlio ormai grande è molto diverso rispetto ai primi anni della sua vita. Come si trasforma il rapporto e soprattutto qual è la chiave per mantenere l'equilibrio?
Amore e sensibilita'. Anche se credo che con i figli le cose vadano affrontate con lo stesso rigore che adottiamo con noi stessi, anche a costo di sembrare retrogradi o pedanti, la superficialità non paga. L'impegno sì perché bambini e ragazzi sono dei grandi idealisti che hanno bisogno di stimoli e visioni.
Sara Donati
saradonatifilmaker.com
Donatella Pavan
Giornalista ambientale
Sono nata a Padova nel 1960, ma prestissimo ( 1963 ) mi sono ritrovata a Milano. Il salto di vita lo ricordo ancora: sono passata da una casetta con giardino ad un condominio, tutti parlavano con le “e” aperte e sui tram non si salutavano. A poco a poco mi ci sono abituata ma il verde ha continuato a mancarmi. Mi sono laureata in Lettere classiche con una tesi sull’induismo, lì ho scoperto che il mondo non è necessariamente antropocentrico, ma si può concepire la Terra stessa come un essere vivente. Appena ho potuto ho iniziato a scrivere d’ambiente e a sostenere tutte cause che lo difendono: collaboro e ho collaborato con Terra, DRepubbica, IoDonna e molti altri giornali. Sono giornalista professionista dal 1998.