Il Dottor Casa (Dr. House) ha spopolato (fin troppo) sui teleschermi di tutto il mondo, ora pare che la stra (prima) amata serie tv sia poco e niente seguita, il perché: abbiamo capito che è una bufala!
A parte rari casi, ne sono capitati anche a me, in cui trovi un professionista serio e capace, la maggior parte delle volte pare che dopo aver studiato medicina diventino tutti egittologi.
Perché i dottori scrivono tutti alla cavolo?
Hanno sempre quella zampa di gallina striminzita, quella scrittura spigolosa un po’ buttata lì che a volte il farmacista ti guarda come se gli chiedessi di interpretare le scritture cuneiformi mesopotamiche.
Mi sa che c’è proprio un corso universitario di scrittologia incomprensibile.
Poi, fateci caso, non è mai il loro campo.
Vai dal tuo medico di base, che magari è specializzato in disturbi del legamento costacoracoide o in acidemia propionica ma è meglio consultare uno specialista del raffreddore.
E via con una trafila di esami e visite che ti svenano o, ora anche hai finito tutto, ti è passato quello che avevi oppure manco ti ricordi più cosa avevi di preciso.
Voglio incontrare il Dr. House e HR o quelli di Grey’sAnatomy, loro sì che sono bravi, non mangiano, non dormono, stanno sul pezzo fino a che non hanno risolto il caso (o il paziente è morto), non hanno nemmeno una casa, tanto fanno sempre volentieri i doppi turni, a volte si offrono per i tripli, dormono nelle salette in ospedale e (spesso) folleggiano in corsia.
Loro sanno tutto, anche di quel morbo raro che, da recenti studi scientifici, non ancora noti, si è sviluppato centotrenta anni fa su Marte, a loro balza subito alla mente quella mezza voce di corridoio e … tac, fatto il collegamento, trovata la cura!
Loro, che ti operano d’urgenza in mezzo al parco mentre fai jogging usando solo nastro adesivo, una forcina per capelli ed un chewingum.
Loro, a cui non interessano gli orari, le festività, le ferie, loro sono sempre reperibili.
Loro che non hanno un appartamento, ma un bugicattolo dove vivono tutti insieme a turno come nelle fabbriche dei cinesi.
Loro, che vengono a casa tua per verificare ogni possibile fonte di contagio, avvisano i tuoi parenti e sono emotivamente vicini a tutti.
Loro che non mangiano e non bevono per giorni, al massimo sbocconcellano qualcosa alle macchinette o si fanno nutrire tramite flebo per risparmiare tempo.
Loro, che bando alle minime norme di igiene e di buon gusto, si accoppiano dove capita e con chi capita, sono immuni da ogni malattia pur stando a contatto diretto con la peste virulenta, sono giovani, belli e si voglio bene tra loro, non sono un semplice gruppo di lavoro, sono uno la famiglia dell’altro.
Loro che non esistono, ne sono certa, ma che se esistessero avrebbero anche una bella calligrafia.
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile