“È proprio un bambino intelligente”. “Chissà se sarà intelligente…”. “L’importante è che sia intelligente”. Ok, siamo d’accordo. Ma intelligente in che senso? Non esiste, infatti, un’intelligenza univoca, ed è lampante: c’è chi è bravo con le lingue, chi con la matematica, chi con la grammatica, chi è un genio della matita e chi della scultura, e, ancora, chi riesce bene in tutti gli sport.
E no, non è una supposizione, ma una vera e propria teoria portata avanti da Howard Gardner, psicologo americano secondo cui la differenziazione delle intelligenze è il primo passo per valorizzare i bambini. Perché non c’è una sola intelligenza, ma esistono intelligenze multiple, divise per categorie e valorizzabili in maniera diversa.
Perché ci piace questa teoria? Perché non parla meramente di intelligenza, ma abbraccia anche l’idea che ogni bambino è diverso, che ogni essere umano è diverso, e che è bene riconoscere, valorizzare e stimolare le tendenze naturali di ogni bambino.
Le intelligenze multiple secondo Howard Gardner: perché ogni bambino ha un proprio metodo di apprendimento prediletto
Howard Gardner è uno psicologo statunitense che ha teorizzato le intelligenze multiple, ovvero il concetto secondo cui l’intelligenza non sia un valore misurabile in senso assoluto, ma che esistano diverse intelligenze, multiple appunto, in cui ognuno si può riconoscere. In altre parole, ogni bambino e ogni adulto impara attraverso canali diversi, e non solo attraverso quelli consueti, in base all’approccio che più gli si confà.
Inizialmente, Gardner ha individuato sette tipi di intelligenza:
l’intelligenza logica: quella a cui solitamente ci si riferisce parlando di “intelligenza”, ovvero quella attraverso cui viene misurato il Q.I., che prevede una forte capacità a ragionare per deduzioni, per logica e per immaginazione.
l’intelligenza linguistico/verbale: quella che caratterizza le persone brave a scrivere, parlare, giocare con le parole, comunicare…
l’intelligenza visiva e spaziale: l’essere abili ad immaginare spazi e concetti anche senza averli davanti, e che riesce semplice a coloro che sanno muoversi tra forme, linee e colori.
l’intelligenza musicale: tipica delle persone a cui riesce facile leggere la musica, i timbri, le pause, i suoni, il modo di parlare degli altri…
l’intelligenza intrapersonale: tipica di coloro che sanno riconoscere a fondo le proprie emozioni e la propria persona e che sanno ragionare su di esse inserendole nel contesto.
l’intelligenza interpersonale: quella di coloro che sanno capire benissimo gli altri, e che quindi hanno anche capacità da leader.
l’intelligenza cinestetica: grazie alla quale si capisce e percepisce perfettamente il proprio corpo, e grazie alla quale si sviluppa una forte coordinazione.
Successivamente, dagli anni Novanta Gardner ha individuato ancora altri tipi di intelligenza:
L’intelligenza naturalistica: chi riconosce benissimo e sa classificare gli oggetti naturali.
L’intelligenza filosofico-esistenziale: tipica di chi abbraccia le questioni riguardo all’esistenza.
Infine, Gardner nel 2007 ha stilato una nuova lista di intelligenze multiple, che non completa le precedenti ma piuttosto le sostituisce, riassumendole:
intelligenza disciplinare
intelligenza sintetica
intelligenza creativa
intelligenza rispettosa
intelligenza etica
Un bambino, o un adulto, può in teoria rientrare in tutti e nove i profili. Tendenzialmente, tuttavia, si è caratterizzati da una propria intelligenza specifica o da un mix di intelligenze.
Questo significa soprattutto che ognuno ha un proprio metodo per imparare, e che a volte non servono le classiche lezioni frontali, l’imparare a leggere attraverso l’alfabeto o il seguire un concetto su un libro.
Ogni intelligenza, infatti, ha propri strumenti prediletti per imparare. Chi è cinestetico impara attraverso il corpo, la memoria muscolare e l’esperienza diretta, così come attraverso la sensorialità tattile; chi è linguistico/verbale non fa per niente fatica sui libri; chi possiede intelligenza musicale troverà la sua mente stimolata attraverso la musica, le canzoni, le lezioni con uno strumento; e così via…
In altre parole? Seguendo Gardner, dovremmo cominciare a puntare su una scuola che sia maggiormente attenta ai bisogni del singolo e che sappia costruire in maniera sartoriale i piani di studio in maniera empatica e - conseguentemente - più efficace.
Se volete approfondire, qui trovate il suo libro “Formae Mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza”.