Avete mai sentito parlare dei "terrible twos"? E' talmente frequente che i bambini intorno ai due anni comincino ad avere atteggiamenti di rabbia che è stato coniato questo termine per indicare questa tappa della crescita! I terribili due anni... a quanti di noi è capitato di ritrovarsi con il proprio bambino di due anni che comincia ad avere comportamenti di rabbia improvvisa e spesso a nostro avviso ingiustificata, con reazioni esagerate di pianto, urla, aggressività fisica. Alcuni di loro fino ad allora erano bambini tranquilli e pacati... poi, improvvisamente, cominciano a protestare per ogni cosa, a pretendere di fare o avere sempre ciò che vogliono, ad arrabbiarsi furiosamente anche senza apparenti motivi reali.
A noi adulti tutto ciò sembra incomprensibile, frustrante e spesso ci chiediamo cosa stiamo sbagliando o, peggio ancora, cosa abbia il nostro bambino di sbagliato... perché, poi, gli altri ci appaiono tutti angioletti ovviamente!
In realtà non c'è proprio nulla che non va! E' assolutamente normale e naturale che a questa età compaiano queste reazioni eccessive e incontrollabili. Il bambino di due anni comincia a percepire sè stesso, il proprio essere indipendente dal resto del mondo e si sperimenta, valuta i confini, il campo d'azione, senza riuscire però ancora a dosare bene l'espressività dei propri vissuti. E' come se avesse capito di avere uno strumento potente tra le mani, ma non sappia ancora usarlo correttamente, per cui a volte sbaglia accordi o suona senza spartito, provocando in noi fastidio e insofferenza. Sta diventando una persona attiva, in grado di influenzare l'ambiente con il suo comportamento e, per un po' di tempo, deve fare le prove, prendere confidenza con questo nuovo "potere" , valutarne gli effetti ed imparare a dosare la propria emotività.
E' comunque un grande impegno, e a volte una grande frustrazione, per noi adulti, gestire questa fase!
Vediamo cosa possiamo fare per aiutare noi e loro a superarla al meglio e il più velocemente possibile!
- Evitate reazioni aggressive, castighi o punizioni! Rispondere con la rabbia alla rabbia non serve, anzi, provochereste reazioni ancora più forti. Inoltre i bambini apprendono la modalità comportamentale attraverso l'imitazione degli adulti, imparerebbero così che la rabbia non è un sentimento che si può controllare e gestire e riproporrebbero questo atteggiamento anche più avanti nel corso della loro crescita.
- Inutile parlargli in quel momento per cercare di fargli capire le vostre ragioni mentre urla, piange e si dimena. In quel momento, il canale verbale è fuori uso, molto meglio, se il bambino lo permette, mostrargli atteggiamenti di contenimento ("se vuoi ti sto vicino, ti massaggio la schiena, ti stringo le mani, ti asciugo le lacrime..."). Quando tutto è passato, cercate di verbalizzare per lui cosa è accaduto e cosa ha provato ("so che prima eri molto arrabbiato, so che non è bello sentirsi così, capita a tutti ogni tanto, poi però passa tutto e si sta meglio"), in modo che si senta capito e non giudicato.
- Aspettare che passi la tempesta. Sforzatevi di cercare tutte le vostre energie per avere la calma, la pazienza e la sicurezza di tollerare quel momento pesante in cui sfoga tutta la rabbia. Ricordate a voi stesse che la rabbia, come tutte le emozioni, raggiunge un picco massimo per poi gradualmente scemare naturalmente e che con il vostro atteggiamento state facilitando questo processo. A mente fredda in fondo tutti noi sappiamo che è molto più difficile che la rabbia passi se in quel momento ci relazioniamo con persone nervose, impazienti o giudicanti.
- Cercate insieme a lui una soluzione. Se il vostro bambino si è arrabbiato tanto perché ha perso il suo gioco preferito, aiutatelo a cercarlo, proponendo magari una caccia al tesoro, con tanto di premio per chi riesce a trovarlo. Trasformare, quando possibile, queste situazioni in momenti di gioco ridurrà velocemente la rabbia.
- Evitate risentimento dopo che è passata la tempesta. Non serve mostrarsi offese o risentite quando si calma, non otterremo una maggiore consapevolezza di ciò che ha fatto, ma si sentirà respinto e non capito, provocando in lui malessere e aumentando la possibilità che abbia altre reazioni di rabbia.
- Prevenire è meglio che curare. Evitiamo per quanto possibile di fare "scoppiare la bomba".
Ci sono situazioni facilitanti reazioni di rabbia nei bambini che, una volta individuate, possiamo evitare :
-andare a fare la spesa dopo una giornata di gioco è spesso un'esperienza impegnativa per il bambino. E' piuttosto stanco e quindi più soggetto a non avere freni. Inoltre la nostra modalità comportamentale in risposta alle sue manifestazioni di rabbia, la maggior parte delle volte, non è la stessa che abbiamo tra le quattro mura domestiche: siamo condizionate dal giudizio sociale, proviamo imbarazzo e ci sentiamo mamme inadeguate agli occhi dei presenti. Il bambino percepisce questo stato di tensione e fa ancora più fatica a gestire i suoi comportamenti. Se proprio è indispensabile per noi portarlo al supermercato o in ambienti caotici, cerchiamo di coinvolgerlo il più possibile, dandogli incarichi come mettere nel carrello ciò che serve.
-gestire il momento dell'uscita mattutina con fretta o ansia. Spesso al mattino c'è un orario da rispettare per uscire di casa, dobbiamo andare al lavoro, portarlo al nido o dai nonni entro un certo orario. Succede quindi che siamo frenetici, che non riusciamo a rispettare i tempi del bambino, che non ci sia tempo per l'imprevisto e che questo provochi in noi reazioni di rabbia, tensione e fretta. Cercate quindi di organizzarvi il tempo in modo da tener conto di possibili variabili; svegliatevi prima e preparate voi stesse e tutto ciò che potete prima di svegliare il bambino e garantitegli poi un tempo sufficiente perché possa vivere il momento del risveglio con serenità.
-non creare rituali facilitanti per i vari momenti della giornata come la nanna o l'addormentamento. E' importante che il bambino abbia dei rituali che lo accompagnino, in modo che lui possa prevedere cosa succederà dopo. E' rassicurante per lui ripetere tutti i giorni gli stessi riti, più o meno negli stesso orari.
7. quando invece la reazione di rabbia è in conseguenza di un limite ( gli abbiamo detto un no), allora è importante essere fermi, coerenti tra le varie figure di riferimento e costanti nel tempo, aspettare che si calmi e poi consolarlo fisicamente e , a seconda dell'età, tradurre in parole ciò che ha provato e la motivazione che vi ha portato comunque a dargli quel limite.
Dott.ssa Monica Contiero