I bambini spesso non ascoltano. Sembrano proprio non sentire, tanto sono bravi, no? Spegnere la tivù, l'I-Pad, sistemare i giocattoli, finire i piselli nel piatto: ecco alcune tra le frasi più inascoltate del nostro repertorio genitoriale.
Che fare, quindi per farsi prendere sul serio?
Per farsi ascoltare dai bambini l'empatia è tutto: alcuni consigli affinché vostro figlio non lasci cadere nel vuoto le vostre richieste!
Preferite l'empatia alla forza. L'importante, nei momenti di frustrazione causati dal non ascolto, non è tanto la correzione del comportamento, quanto la connessione che fiorisce quando al posto della forza e dell'autorità si ricorre all'empatia. Spesso, quando i bambini (per non parlare dei preadolescenti) sbattono la porta, non ascoltano o emettono solo suoni grugnanti sentiamo di non venire rispettati. Sì, è vero, sono irrispettosi nei nostri confronti. Ma se ci pensiamo bene ogni essere umano che si comporta in questo modo lo fa perché, solitamente, si sente a sua volta in qualche modo non rispettato o non ascoltato. Ecco, provando a pensarla in questo modo e tentando di andare più a fondo, si giungerà a creare una connessione più profonda e più comprensiva, che trasformerà il momento di frustrazione reciproca in un insegnamento.
Quando non ascoltano o si comportano volutamente male, i bambini stanno lanciando dei messaggi, seppur codificati e incomprensibili senza un'indagine più profonda, e dalle loro reazioni si possono capire il loro livello di connessione verso gli altri e quali strumenti e risorse possiedono per gestire al meglio le loro emozioni.
Ad esempio, un bambino può sbattere la porta del bagno senza averlo riordinato, e venire quindi sgridato; ma se provate un nuovo approccio, più gentile dell'automatico urlo che comprensibilmente uscirebbe dalla vostra bocca, alla semplice domanda "che è successo?" potrebbe rispondervi che il cagnolino l'ha fatto inciampare sbattendo il ginocchio contro lo spigolo, o che non riusciva ad arrivare alla mensola alta dove teneva il suo spazzolino nuovo, e che papà non l'ha nemmeno aiutato.
Magari papà non l'aveva visto. Magari non si è nemmeno accorto, lui, che papà non l'ha visto. Ci scommettiamo.
Ma l'incomprensione fa scattare la rabbia, e quindi la chiusura. Parlandone, la connessione si ristabilisce e si riapre.
Qualche coccola, qualche riflessione insieme, e parlandone il bambino capirà che la volta successiva sarà meglio reagire in un modo diverso, piuttosto che con rabbia e non ascoltando nessuno!
Imparando a gestire le emozioni in questo modo, i bambini capiranno il valore del rispetto verso ciò che gli altri hanno da dire. Non significa anche questo "farsi ascoltare"? Noi adulti vogliamo sentirci ascoltati e presi sul serio, esattamente come loro, i bambini. Basta qualche spiegazione, il più delle volte.
Tutto questo rispetto nasce dal potere dell'influenza positiva, e non dalla forza, dall'imporre ordini e dalle punizioni ad ogni sgarro. Nasce dalla forza della relazione!
Sara Polotti