“Sono gay”: come supportare il coming out di un figlio o di una figlia?

Siamo negli anni Venti del nuovo millennio ed essere gay non è più, per fortuna, un tabù. Ma fare coming out, ovvero dichiarare la propria omosessualità, è ancora necessario. E per quanto un genitore sia aperto e tranquillo, quando a fare coming out è il proprio figlio o la propria figlia (che sia omosessuale, transessuale o non binary) ci si chiede, giustamente, cosa fare per supportarlo o supportarla al meglio.

Meglio non fare finta di niente

Anche se la prima cosa che vien da pensare, spesso, è “Me lo aspettavo” o “Già lo sapevo”, ciò non toglie il fatto che a tuo figlio abbia richiesto molto coraggio uscire allo scoperto. Meglio, quindi, fargli capire che lo ammiri molto, ringraziare della fiducia e fare capire apertamente che avrà il tuo supporto.

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E se invece non ce lo si aspettava per niente, beh, mettersi in ascolto è sempre una buona idea, ascoltando davvero ciò che nostro figlio o nostra figlia ci sta comunicando.

Come supportare davvero un figlio gay, trans o non binario

La prima cosa da fare è mostrare sempre l’affetto: sembra scontato, ma nella nostra società la paura di non essere accettati, di essere allontanati o di essere visti in maniera diversa è reale perché i casi di discriminazione e non accettazione violenta in famiglia sono all’ordine del giorno.

Ascolta poi tuo figlio o tua figlia chiedendogli i dettagli della sua identità sessuale: si tratta di amare persone dello stesso sesso? Di non riconoscersi nel proprio genere di nascita? Di essere non binari? Con quali pronomi preferiscono essere chiamati? Non sono dettagli da trascurare: è anche attraverso queste attenzioni che si mostra l’accettazione piena e il rispetto.

Comincia, poi, a non passare oltre quando senti parlare male dell’omosessualità, della transessualità o dell’identità di genere e sessuale in generale (senza attaccare nessuno ma spiegando con tranquillità perché è meglio rispettare!): anche così contribuirai a creare un mondo sereno per tuo figlio o tua figlia (e per tutti in generale).

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Comportati poi come sempre, nella quotidianità. Fai attenzione a ciò che dici (ad esempio, passa dal “allora ti piace qualche ragazzino?” al “ti piace qualche ragazzina?”), ma in generale mostra a tuo figlio o tua figlia che ciò che è e chi ama non cambia assolutamente nulla!

E infine dimostriamo (a parole e con i fatti) di amare la loro diversità, il loro essere, perché ognuno è bello e meraviglioso per ciò che è. Anche così saremo degli alleati, non dicendo “siamo tutti uguali”, ma “siamo tutti diversi, e questo è stupendo”.

Se ti senti in difficoltà

Se stai leggendo questo articolo perché ancora non accetti la sessualità di tuo figlio, perché hai paura o perché non senti di poterlo ancora supportare del tutto, cerca di guardarti dentro, ragionare, ascoltare le persone attorno a te, leggere libri, guardare film… È normale avere paura quando non si conosce la situazione che si ha di fronte. Conoscere è importantissimo.

Anche perché fare coming out in un ambiente giudicante e discriminante, in generale non pronto, è davvero pericoloso per i ragazzini e le ragazzine, che sentiranno sulle spalle una fatica immane che potrebbe lasciare cicatrici profonde.

Quindi il nostro consiglio è quello di provare ad informarti sia personalmente (libri, film, siti, influencer…) sia tramite un aiuto professionale (i consultori e gli sportelli di supporto esistono e sono molto comodi!), quindi, soprattutto, di ascoltare tuo figlio o tua figlia chiedendogli con sincerità di parlarti di ciò che prova, di cosa sente, di cosa significa per lui o lei… Il confronto è TUTTO. Basta farlo apertamente.

Ci si può spaventare, quindi: è normale. Ma da questo spavento ci si può riscoprire come genitori e come persone.

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Sara

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Cecilia

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