La zia Ignazia lo dice sempre: “Guarda che se continui a coccolarlo così lo vizi”. “Se lo abbracci così spesso poi non si staccherà più”. “Tenerlo in braccio è deleterio”. “Fatti gli affari tuoi”, tu pensi. E hai ragione. Perché tenere in braccio il tuo bambino è una tua scelta. Ma sappi che addirittura questa scelta è la migliore che tu possa fare, affettivamente e scientificamente parlando.
Abbracci e tieni in braccio il tuo bambino? Niente di più benefico: gli studi che confermano che il contatto prolungato con i bambini fa benissimo, anche per l’intelligenza e la crescita
No, non è un vizio. No, non fa male. No, non lo porterà a non essere indipendente e ad essere “mammone”. Tenere in braccio i propri figli è benefico, punto e basta. E non è un vizio, è un bisogno primario che i bambini sentono, e che, esattamente come la fame e la sete, andrebbe bene soddisfare.
Il contatto (soprattutto quello pelle a pelle) è quanto di più benefico possiamo offrire ai nostri figli, e non solo a breve termine, ma anche a lungo termine, poiché questo gesto apparentemente semplice (e per alcuni, ahinoi, negativo) avrà impatti sulla loro salute e sul loro sviluppo cognitivo.
Uno studio uscito qualche tempo fa sulla rivista scientifica online Pediatrics dimostra infatti come il contatto pelle a pelle con i bambini (il contatto “canguro”) ha un impatto diretto sul loro sviluppo neurologico: aumenterebbe infatti il quoziente intellettivo e abbasserebbe la tendenza a comportamenti aggressivi in età più adulta.
Anche la dottoressa Natalie Maitre del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, in Ohio, in un’intervista su Reuters ha confermato questo studio, portandone uno riportato sulla rivista Current Biology: più i bambini vengono esposti a questo tipo di tocco (quello amorevole, delle coccole, e non solo quello del “cambio pannolino”), più il loro cervello ne beneficia, poiché il tatto è uno dei primi sensi ad essere coinvolti nella comunicazione tra adulto e bambino e il bambino in questo modo impara prima le connessioni sociali ed emotive.
Altra conferma arriva dalla stessa dottoressa Maitre in un’altra intervista con la rivista Babble: secondo il medico il contatto intenzionale e amorevole con i bambini è essenziale per il loro sviluppo cognitivo poiché è la prima forma di comunicazione che imparano. Uno studio da lei condotto si concentrava su questo contatto tra genitori e bambini nati prematuri, ma è stato poi esteso a tutti i neonati e in effetti i benefici erano per tutti.
Ogni tocco, per lei, è importante, quindi non preoccupiamoci né del troppo tempo che i nostri bimbi passano in braccio né del fatto che non abbiamo tempo di farlo: prendiamo ogni occasione buona, anche solo cinque minuti al giorno, ma facciamolo. E consideriamo positivi tutti quegli strumenti, come il baby wearing, che ci permettono di stringere e sentire il nostro bambino, allo stesso modo in cui permettono a lui di sentire noi. Mamma e papà, nonni, tutti.
E non ascoltiamo quindi chi ci dice “Lo vizi”. No, non lo stiamo viziando. Lo stiamo crescendo bene, intelligente, empatico e comunicativo.
Giulia Mandrino
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