La pila di piatti da lavare, i giocattoli sparsi sul tappeto (e sul pavimento, e cacciati alla rinfusa nei cassetti, e nella vasca da bagno), il muro che da quel giorno in cui tua figlia ha deciso di essere un’artista graffittara non viene più pulito.
E allora? Vi immaginate come sarebbe avere una casa super pulita, sempre in ordine, senza anima? Sì, avevamo parlato della necessità di essere minimal. Ma l’essere minimal serve solo ad essere più tranquilli, ad avere un pochino più sotto controllo le cose, e soprattutto a risparmiare tempo quando l’ordine, in effetti, serve (avete ospiti? Si pulisce in un istante!). Anche in una casa minimal abitata da bambini c’è sempre qualcosa in disordine. Quel giocattolo fuori posto, la coperta che passa di stanza in stanza...
Bene così! Meno disordine, quindi (che fa bene alla mente!). Ma non sbarazziamoci del tutto del “vissuto”! Insomma. Non puntiamo alla casa immacolata.
Le nostre case sono sempre in disordine. E per fortuna! Meglio una casa nel caos o una così ordinata da non sembrare vissuta?
Pensateci un attimo: provate a immaginarvi di tornare a casa. Nessun giocattolo in vista. Il bagno più che pulito, senza nemmeno una macchia e nemmeno una crema per il culetto sul ripiano. Il lavandino in cucina? Sgombro e perfettamente pulito (che poi più pulito non significa necessariamente più sano.... Nessuna fotografia alla rinfusa sui ripiani, nessuna personalizzazione. Ma chi ci vive in questa casa?
Avere una casa immacolata (che non significa minimal) non è da tutti. Forse c’è chi è in grado di tenerla così ogni giorno. Ma probabilmente questo qualcuno ha un aiutino esterno, oppure molto tempo a disposizione. Forse non ha figli, e forse non si cura di personalizzare la sua casa. L’importante è che sia pulita.
Se hai figli, se lavori, se hai un marito che pranza e cena a casa, se hai spesso ospiti... Tutto questo è impossibile. Non c’è il tempo materiale per fare tutto, e nessuno ne fa una colpa. Sgomberare i mobili inutili e i suppellettili che ingombrano solo è doveroso, per la nostra salute mentale (solo in questo modo faremo tutto più velocemente!). Ma è anche doveroso accettare il disordine, quando questo è quotidiano. Ed è doveroso capire che ogni casa ha il suo vissuto, la sua famiglia che la vive, la sua vita.
Bene. Accettare non significa lasciare cadere a scatafascio il proprio appartamento o la propria casa. Ma a volte avere cura significa anche rendere personale e familiare l’ambiente in cui si vive. Lasciando, soprattutto, che i bambini lo vivano davvero fino in fondo.
Bambini che vivono in fondo la casa: significa che, sì, ci saranno le Lego in terra e che le pesterete lanciando urla disperate, che ogni tanto i colori finiranno sul pavimento o sulle pareti, che spesso la lavastoviglie sarà piena e che il lavandino strariperà, che dopo il bagnetto il bagno sarà un lago. Ma perché prendersela? Perché non pensare che invece tutto questo è una fortuna?
Prendetevi cura della vostra casa. Pulitela. Arredatela e decoratela secondo il vostro gusto. Liberatevi dall’eccesso, che spesso contribuisce solo a mettere disordine in testa. Ma poi lasciate che venga vissuta. Che venga personalizzata con le azioni quotidiane. Che diventi una casa che è davvero una casa, e non solo un punto d’appoggio o un luogo immacolato da sfoggiare con gli amici.
Siate insomma grati del disordine e del “non immacolato”. Arrabbiatevi solo per un attimo quando i bimbi combinano un disastro. Ma poi sorridete. E abbracciateli, pensando che la vostra vita è davvero più piena grazie a loro. Sì, più disordinata. Ma certamente più piena!