Questo Colosso è un po’ tutti noi. Perché tutti siamo diversi, tutti siamo unici. Ma a volte, purtroppo, nella nostra società la diversità è ancora stigmatizzata. Non è accettata. È derisa, è scansata, è denigrata. “Ma perché?”, verrebbe da dire. Perché la diversità è qualcosa di negativo quando ognuno di noi è diverso?
Coccole Books, casa editrice che propone sempre titoli deliziosi, positivi e arricchenti, se ne è uscita con un nuovo libro con poche parole, disegni semplici e densità incredibile di significato. “Il colosso”, scritto e illustrato da Riccardo Francaviglia, è un piccolo scrigno che contiene l’antidoto al razzismo, alle discriminazioni e all’ignoranza, e ci piace tantissimo.
“Il colosso”: da Coccole Books un libro contro la discriminazione per imparare ad accettare noi stessi
La storia raccontata dalla penna e dalla matita di Riccardo Francaviglia è semplice, per disegni e per parole: il tratto delle illustrazioni è pulito e immediato, con sfondi ampi che rilassano gli occhi, e le parole sono poche, pochissime. Ed è giusto così, perché non servono molte parole per raccontare la storia di questo Colosso: i bambini possono immaginare il viaggio osservando i disegni e possono così fare correre la fantasia e, soprattutto, le proprie riflessioni.
La vicenda parla di un Colosso, nato piccino come tutti e cresciuto a dismisura. È cresciuto tantissimo, in maniera pazzesca, diventando un “problema”.
“Un colosso mangia più di chiunque altro, un Colosso ha bisogno di molto spazio per muoversi e di più acqua per lavarsi. Insomma, un Colosso è un problema e nessuno vuole avere problemi”, scrive l’autore. Qui è facile lavorare di empatia e vestire i panni del nostro amico Colosso: tutti noi abbiamo provato sulla nostra pelle sensazioni di disagio quando qualcuno ci ha fatto sentire diversi, esclusi, ingombranti o inadeguati, e tutti abbiamo purtroppo assistito a discriminazioni. La sensazione, quindi, è solo una: un senso di ingiustizia per questa emarginazione inutile e ridicola da parte dei suoi compaesani, che lo escludono e gli puntano il dito contro.
Il Colosso, dunque, si trova costretto a partire. Ma la sua mamma non si dà pace: “Per le mamme nessun figlio è un problema”, e così parte alla ricerca del suo piccolo e grande Colosso, trovandolo infine in una grande, immensa città abitata da altri Colossi.
La metafora ha molteplici sfumature: possiamo semplicemente pensare che il luogo trovato dal Colosso e dalla sua mamma sia una terra nella quale la mentalità è più aperta, più “grande” rispetto alle menti “piccole” di chi non guarda al di là del proprio naso. Perché là “tutto era più bello, tutto era enorme”. O semplicemente possiamo pensare al posto nel mondo che ognuno di noi ha, e che può essere nel cuore o in un luogo fisico.
C’è poi il discorso sull’accettazione di sé e sul rifiuto del pregiudizio: nel paese dei Colossi i Colossi sono eroi. Sono loro a rendere meraviglioso il paese, malgrado il giudizio degli altri all’inizio del libro, che non davano loro nemmeno la possibilità di potersi esprimere e di mostrare le proprie potenzialità.
“Un paese che sa amare come amano le mamme”: la ricchezza di questo libro sta tutta qua. I bambini capiscono subito il valore dell’amore, dell’empatia, della diversità che rende ricche le relazioni. E se tutti amassero l’altro come amano le mamme, beh, sarebbe un mondo migliore, no?
Un libro perfetto per bambini dai 3 anni, quindi, che fa capire con semplicità l’assurdità del rifiuto nei confronti di chi troviamo “diverso”, di chi non ci piace solo perché non somiglia a noi o a ciò a cui siamo abituati.