Le contrazioni uterine sono un fenomeno fisiologico che interessa le donne in stato di gravidanza. Sono contrazioni muscolari che portano ad un raccorciamento delle fibre muscolari con conseguente dilatazione della parte terminale dell’utero e cioè la cervice uterina. Esse sono quindi movimenti involontari dei muscoli, di muscoli lisci nel caso dell’utero. Le contrazioni preparatorie uterine della gravidanza si distinguono in quattro tipologie: le contrazioni di Braxton Hicks, le prodromiche, contrazioni da travaglio e quelle da fase espulsiva. Molte volte causano la pancia dura in gravidanza.
Le prime due si presentano durante le ultime settimane e sono date dalla preparazione dell’utero al parto, le contrazioni da travaglio ne costituiscono la prima fase. Proprio per questo motivo è importante che la donna sappia distinguere fra le varie tipologie, grazie alla sintomatologia avvertita, per capire quando si tratta di quelle preparatorie al parto e quando è il momento di recarsi in ospedale.
Contrazioni preparatorie: come sono e quando recarsi in ospedale
Contrazioni di Braxton Hicks: l’utero si prepara
Le contrazioni di Braxton Hicks, che prendono il nome dal medico che le ha individuate e studiate (John Braxton Hicks) , si presentano a partire dall’ultimo trimestre in modo del tutto irregolare ed episodico. Queste contrazioni fisiologiche non costituiscono un fenomeno sempre ben definito da tutte le donne, perché lievi e indolore. Le contrazioni Braxton Hicks si presentano quindi per tre mesi circa e sono un fenomeno normale che non deve dare alcuna preoccupazione.
Contrazioni preparatorie prodromiche: il pre-travaglio
Verso la fine della gravidanza, la donna, con la pancia sempre più tesa e dura, inizia ad avere le contrazioni preparatorie all’espulsione del bambino. Queste saranno seguite a distanza di ore o addirittura giorni da quelle del travaglio vero e proprio. Queste contrazioni preparatorie al travaglio e al parto, fanno sì che il collo dell’utero si accorci e che mano a mano vada appianandosi completamente.
Le contrazioni preparatorie prodromiche possono presentarsi come fitte dolorose dalla durata variabile, circa 30”-60”, che poi spariscono così come sono venute, o talvolta essere anche poco dolorose e sopportabili, simili ad un dolore mestruale più intenso che si irradia verso la schiena. In tutti i casi non segnano affatto l’inizio del travaglio. Anche in presenza di contrazioni preparatorie dolorose bisogna stare calme e rilassarsi. Di solito le ostetriche consigliano di passeggiare o provare a rilassarsi. Ogni donna troverà sollievo a seconda del livello di dolore percepito. Talvolta risulta utile fare una doccia o un bagno caldo, che allevia la tensione muscolare, attenua le contrazioni e permette l’innescarsi del travaglio (abbassamento dell’adrenalina e innalzamento delle endorfine).
Non bisogna confonderle con quelle del travaglio
Queste non sono le classiche contrazioni che implicano la corsa in ospedale, quindi, ma una forma di contrazioni uterine che si manifestano nella fase che precede il travaglio e che possono durare anche dei giorni (un classico sono le donne che dicono di aver fatto un travaglio di giorni: non è esattamente così). Le contrazioni preparatorie prodromiche hanno tuttavia intervalli e scadenza regolare e proprio per questo a volte vengono confuse con quelle del travaglio.
Le contrazioni prodromiche, intense e regolari, si presentano con il passare del tempo ad intervalli più corti: 40 minuti, 30 minuti, etc. quando si presentano 2 o 3 contrazioni ogni 10 minuti per almeno un’ora, soprattutto se al primo parto, se non ci sono perdite di sangue o liquido e se i movimenti del bebè sono ben percepiti, si può avviarsi all’ospedale, ma senza precipitarsi in modo burrascoso. In questo senso è bene rimanere tranquille e questo vale anche se le membrane si rompono, se si espelle il tappo mucoso ed esce del liquido amniotico.
Quando arriva il momento del parto le donne dovrebbero stare tranquille e cercare di favorire le contrazioni, senza stress, per partorire il bambino nel modo migliore. Un ottimo rimedio per favorire le contrazioni, diminuendo il dolore e rendendo le spinte del parto più efficaci, è l’Apermus. Nello specifico l’Apermus è un rimedio omeopatico che rende il collo dell’utero più morbido e il parto più semplice, di cui puoi trovare tutte le informazioni utili qui.
Contrazioni preparatorie al parto: il travaglio
Le contrazioni da travaglio sono sempre più dolorose e ravvicinate fra loro. Come sono le contrazioni preparatorie al parto e come si distinguono? Queste contrazioni si distinguono senza dubbio perché sono molto dolorose ed inequivocabili. Esse si iniziano a manifestare in fase di travaglio, a livello dei reni e con il passare dei minuti diventano via, via più intense. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra non superano i 2-3 minuti. La funzione di queste è quella di dilatare il collo dell’utero, che è stato precedentemente raccorciato e appianato dalle contrazioni prodromiche.
Una volta del tutto dilatato, il collo dell’utero arriverà ad avere un diametro di circa una decina di centimetri fino a scomparire. La futura mamma non dovrebbe combattere il dolore della contrazione, ma accompagnarlo con concentrazione, sempre respirando in profondità.
Sintomi contrazioni da fase espulsiva
Le contrazioni in fase espulsiva sono quelle necessarie per partorire il bambino. L’istinto è quello di spingere, ma va controllata la dilatazione, cercando nel frattempo di respirare bene e non sprecare energie. Anche se questo momento è sicuramente molto intenso, pare tuttavia che non sia il più doloroso, ma che, anzi, possa dare del sollievo. Vocalizzare, specialmente durante la spinta, aiuta a controllare la respirazione e facilita l’apertura della vagina e del perineo. Durante la fase espulsiva, sarebbe meglio procedere con più dolcezza possibile per evitare grandi lacerazioni.
Distinguere le contrazioni che indicano il momento del parto dalle altre
Distinguere fra le contrazioni prodromiche da quelle del travaglio è un elemento fondamentale per non allarmarsi prima del previsto e per capire quando è il momento di andare in ospedale. Fra le une e le altre possono passare infatti diverse ore, quindi per evitare di correre in ospedale per poi essere rimandate a casa è bene capire la differenza. Gli elementi cardine da tenere in considerazione sono:
Frequenza: le contrazioni preparatorie prodromiche sono regolari, come quelle da travaglio, ma molto distanti l’una dall’altra. Quelle del travaglio si presentano a intervalli sempre più corti ad ogni manifestazione. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra possono essere anche di ore nel primo caso, di decine di minuti nel secondo.
Livello di dolore: Nel caso delle contrazioni preparatorie pre-travaglio il dolore c’è, si sente, ma è comunque sopportabile e non tende ad aumentare tanto intensamente. Le contrazioni preparatorie al parto vero e proprio hanno un’intensità che si fa sempre più forte a distanza di minuti e il dolore è molto intenso e inconfondibile.
Lunga durata della contrazione: la durata delle contrazioni preparatorie dolorose pre-travaglio è di massimo 30 secondi, diversamente da quelle pre-parto che arrivano a durare anche 50-60 secondi ognuna.
Parte interessata: la fase pre-travaglio presenta dolori concentrati nel basso addome, mentre nel travaglio vero e proprio il dolore parte dalla zona alta dell’addome e si estende fino alla parte del basso ventre.
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