Come riconoscere un’amicizia tossica (e come uscirne!)

Solitamente il campanello d’allarme è sottile ma percepibile. Ovvero: quando stiamo organizzando di vedere questa persona, una piccola (o a volte grande!) parte di noi vorrebbe piangere. Non ha voglia. Soffre. Perché inconsciamente sappiamo già quali sono le persone per noi tossiche.

Se ne parla moltissimo, negli ultimi anni. Ed è giusto così, perché le amicizie tossiche fanno malissimo al corpo e allo spirito, ed è quindi doveroso cercare di allontanarle da noi. Senza sensi di colpa.

Ma come riconoscere un’amicizia tossica? E come allontanarla da noi?

Come riconoscere un’amicizia tossica (e come uscirne!): perché abbandonare le relazioni deleterie non è egoistico

Prima di tutto: teniamo sempre bene a mente che uscire da un’amicizia tossica non fa di noi delle cattive persone, anzi. Non fa di noi degli egoisti. È un nostro diritto ed è un nostro dovere, perché non influenza solo noi, ma tutti coloro che ci stanno attorno. Un’amicizia tossica, infatti, è davvero deleteria: ci risucchia, ci fa entrare in un mood tremendo, e questo influenza tutti quelli che ci stanno intorno, e non solo noi. I nostri familiari, quindi, i nostri figli, i nostri amici, i nostri partner, i nostri colleghi…

Le amicizie sane, invece, sono iper benefiche, ci allentano lo stress, ci rendono felici, ci fanno stare bene fisicamente. Quindi perché concentrarci su qualcosa che ci fa stare male, che ci fa fare pensieri negativi, che ci fa vivere male la giornata? Meglio, come in tutto nella vita, puntare sulla qualità e non sulla quantità.

Ma chi sono le persone tossiche? Sono quelle sempre negative, che non ascoltano chi cerca di mostrare loro il bicchiere mezzo pieno. Sono quelle che se ne approfittano. Sono quelle che cercano di estorcere i nostri pareri e non ci danno mai il loro. Sono quelle che non rispettano i nostri confini, che ci spingono ad essere chi non siamo.

Non confondiamo però, mi raccomando, certi aspetti di amicizie effettivamente sane con “tossicità”. Meglio guardare sempre il quadro completo: ci sono amicizie, infatti, che ci fanno stare bene, che ci piacciono, ma che ogni tanto hanno aspetti negativi che ci fanno pensare. In quel caso non si tratta di amicizie tossiche, ma di amicizie vere. Perché non esiste amicizia senza litigi e senza difetti.

Nel caso della tossicità, si tratta di relazioni SEMPRE negative, nelle quali l’altra persona non rispetta i limiti, tira fuori i nostri lati peggiori, ci invischia nelle sue situazioni negative e ci fa vedere, anche inconsciamente, tutto nero.

In questo caso, allontanarci è un nostro diritto. E non si tratta di non aiutare l’altro o di comportarci da cattivi amici, ma semplicemente significa prendere in mano la nostra vita e decidere di STARE BENE a prescindere da tutto, eliminando ciò che rende la nostra quotidianità pesante e deleteria.

Che fare, dunque? Ovviamente il “ghosting” non è simpatico nemmeno nel caso delle amicizie, e non solo in amore (ovvero: ignorare l’altro sparendo da un giorno all’altro). Ma nemmeno il confronto diretto, spesso, è un’opzione, poiché nel caso delle relazioni di questo tipo è sempre molto, molto difficile esternare i nostri veri sentimenti. Anche perché la maggior parte delle volte, essendo la persona che c’è di fronte una persona tossica, questa diventerà aggressiva o si chiuderà in se stessa.

Una soluzione è una vecchia e buona lettera di spiegazione, nella quale esprimere i nostri sentimenti e nella quale consigliare qualche cambiamento positivo. In questo modo, diventerà un mezzo di aiuto, e non solo di rottura.

Altra modalità è l'allontanamento graduale. In questo caso, più che un confronto diretto e immediato potrebbe essere l'occasione per un discorso più dilazionato e più leggero, da proporre in maniera graduale, per fare ragionare l'altro e, allo stesso tempo, prenderci i giusti spazi che meritiamo.

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Sara

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Cecilia

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