Perchè l’intervallo è fondamentale, anche se viene sottovalutato

In che senso “sottovalutato?”. In maniera molto semplice: è troppo controllato. Certo, servono regole e prevenzione degli incidenti, ma siamo sicuri che esercitare il totale controllo sui bambini intenti nella loro pausa tra le varie materie scolastiche sia un atteggiamento sano ed educativo?

Perchè l’intervallo è fondamentale, anche se viene sottovalutato: con un po’ di buonsenso, è possibile rendere la pausa tra le ore scolastiche un momento educativo senza per questo eccedere con il controllo

E’ proprio come il gioco libero: ormai lo sappiamo, è fondamentale che i bambini si dedichino ad attività senza regole, nelle quali inventano i ruoli, durante le quali lasciano andare la fantasia e grazie alle quali rafforzano le loro capacità di problem-solving, di empatia e di indipendenza.

Bene: lo stesso discorso vale per l’intervallo, o la pausa-merenda che dir si voglia. Quello che dovrebbe essere un momento di svago e di libertà è oramai diventato un lasso di tempo come un altro, durante il quale troppo spesso i bambini si trovano a dover sottostare a regole troppo rigide, che non permettono loro fisicamente e mentalmente di liberarsi e sfogarsi.

Le maestre, giustamente pensando di prevenire gli incidenti, di assicurare la sicurezza necessaria e di educare il comportamento anche durante questi momenti, limitano lo spazio nel quale stare (quante volte per punizione i bimbi si vedono costretti a stare in classe? E sapete quali sono le terribili conseguenze della costrizione in un luogo chiuso!), limitano i giochi ai quali poter giocare, controllano e vigilano con eccessivo zelo.

Non stiamo naturalmente dicendo di lasciare a briglia sciolta senza alcuna regola i bambini. Possiamo però suggerire alcuni cambi di rotta che potranno aiutare le maestre a mantenere sì un controllo, ma un pochino più blando, in modo che gli alunni beneficino della bellezza del tempo veramente libero. Benefici che saranno anche a lungo termine: vi assicuriamo che molti “disturbi del comportamento” ne gioveranno a vista d’occhio, così come i piccoli screzi e litigi tra i bambini. Lasciarli un pochino più liberi, come durante il gioco, li aiuta ad acquisire competenze sociali in maniera più diretta e più responsabile!

Le regole da seguire sono poche ma buone. Innanzitutto lo spazio. Come dicevamo, gli insegnanti dovrebbero evitare come la peste le famose punizioni “in aula”: punire la classe costringendola a stare in classe anche durante il momento di sfogo è deleterio, disumano e terrificante.

Si passa poi al tempo: gli intervalli dovrebbero essere sempre più lunghi. Dieci minuti non bastano, e i bambini non ne sentiranno mai i benefici! Serve tempo per muovere a dovere il corpo, per esplorare, inventare, pensare, risolvere i problemi. Offrire loro solo dieci minuti significa interrompere sul vivo tutti i processi mentali e fisici che stanno sperimentando.

Terzo consiglio riguarda il controllo, che, come dicevamo, dovrebbe essere allentato. Sì, è chiaro che le maestre facciano attenzione che nessuno si faccia male o che non accada nulla di terribile, ma è meglio lasciare i bambini liberi, e soprattutto lasciare CHE SI SENTANO liberi, in modo da inventare senza restrizioni e senza paure e in modo da risolvere con la propria testa i problemi.

E infine i materiali che dovrebbero essere messi a disposizione dei bambini. Nessun gioco già fatto, ma oggetti e materiali singoli, magari di riciclo, senza senso ma che permettono ai piccoli di inventare giochi, creazioni, sculture, ruoli.

Ti potrebbe interessare anche

Educazione dei bambini, tutte le credenze ormai superate
Tuo figlio è un bambino orchidea o dente di leone?
Grembiuli verdi contro gli stereotipi: la decisione di una scuola salentina
Parole crociate per bambini: ecco perché dovremmo trasmettere questa passione
Il love bombing: cos'è e come evitarlo in famiglia
Le più belle frasi sulla fine della scuola
Scuole aperte in estate: sì grazie (ma così non basta)
Cos'è e come riconoscere la disgrafia
Cos'è e come funziona il blended learning
Monitorare o non monitorare: dovreste tenere d'occhio le attività online dei vostri figli?
Meditazione a scuola: a Baltimora un istituto elementare l'ha inserita nel programma
Bambini e computer: quando cominciare?

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg