Abitando in campagna, è ormai consuetudine andare in cascina a vedere gli animali con le mie bambine prima di rientrare a casa.
Vediamo spesso scenari bucolici di vacche (così devono essere chiamate!) in attesa, vitellini che vengono allattati, sentiamo spesso i pianti disperati di queste madri che vengono allontanate dai loro piccoli a sei mesi di vita per “l’ingrasso”- il nostro svezzamento-, ma la scorsa settimana ci siamo imbattute in una scena che mi ha colpito parecchio, sia da mamma che da ostetrica...
Era nato da poche ore un vitellino ed era nel recinto con la sua mamma: si reggeva a fatica sulle zampe.
La mamma vacca era molto agitata, muggiva al vitellino...non capivo se per rimproverarlo o spronarlo ad alzarsi.
Dopo qualche minuto il vitellino con gran impegno riesce ad alzarsi, si avvicina alla madre diretto alle mammelle...ma lei che fa?! Muggisce e si scansa dalla parte opposta...e questo per diverse volte.
Chiedo al fattore il motivo di questo atteggiamento...che mi lascia perplessa...e lui mi racconta che quella vacca ha avuto un parto difficile, hanno dovuta aiutarla a partorire, che è stanca, ha dolore e non vuole allattare il vitellino. Mi racconta che se entro sera non si decide ad allattare il cucciolo il fattore è costretto ad intervenire per aiutare il vitellino ad attaccarsi alle mammelle della madre.
Accade spesso mi dice!
Pazzesco penso io! E così ripenso a tutte le mamme... umane!
Quante volte si sente dire “ma è così naturale”...allattare, partorire, svezzare....
Ho sperimentato che è proprio la natura che prevede la fatica, il dolore, e perché no, a volte, il rifiuto verso il neo-nato, e soprattutto in tutto questo , quanto è “naturale” e fondamentale avere il sostegno di qualcuno che aiuta la madre ha ritrovare il contatto e costruire il rapporto per il piccolo.
La stanchezza della fine-gravidanza, del travaglio, del parto o del taglio cesareo, del mancato sonno, il senso di inadeguatezza...proiettano noi madri in una situazione completamente diversa: spesso ci si sente irriconoscibili anche ai nostri occhi sia per i pensieri che per le azioni (tutte le madri possono capire queste parole), gli stessi compagni e familiari sdrammatizzano le nostre lacrime, le nostre paure ed ansie.. e questo ci fa sentire più sole.
L’ostetrica è quella figura professionale sanitaria che sa ascoltare, confortare, sostenere, accompagna la madre in quel nuovo percorso così unico, così emozionante, così travolgente della maternità, attraverso un percorso consapevole, informato e responsabile.
#osterica
Daniela Pergola
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