Ok, la noia è uno stato d’animo da provare, positivo per i bambini (soprattutto in quest’epoca iperconnessa e ipertecnologica che non lascia spazio alla creatività che scaturisce dall’essere annoiati); ma l’obesità è assolutamente negativa senza se e senza ma. E sono proprio queste due le principali conseguenze della pandemia da Covid 19 sui bambini. A rivelarlo è la Società Italiana di Pediatria.
Covid e bambini, la conseguenza sono noia e obesità: gli studi che mettono in guardia sul sovrappeso causato dalla pandemia
Tra le fasce meno colpite direttamente dal Covid, i bambini hanno comunque accusato il colpo della pandemia, soprattutto a livello sociale ed educativo, con la distanza dai propri amici e compagni e con la chiusura delle scuole e la conseguente didattica a distanza. A questi aspetti negativi del periodo che stiamo vivendo, tuttavia, se ne aggiungono altri due: la noia e l’obesità.
Durante l’ultimo congresso straordinario “La Pediatria italiana e la pandemia da Sars-CoV-2” i pediatri italiani l’hanno spiegato bene: “L’epidemia da Sars-Cov-2 e l'epidemia di obesità sono strettamente connesse”, ha dichiarato Annamaria Staiano (Ansa), vicepresidente della SIP (Società Italiana di Pediatria). “L’isolamento, la noia e la sedentarietà spingono a un maggior consumo di alimenti calorici, favorendo il sovrappeso e l'obesità, che a sua volta è un fattore di rischio per il Covid-19”.
Non sono però solo le sue parole a dirlo. La conferma è arrivata da uno studio pubblicato sulla rivista Obesity, svolto a Verona per testare l’ipotesi che i bambini e ragazzini con obesità, se tolti dall’ambiente scolastico proprio come sta accadendo, tendano a lasciarsi andare ad uno scorretto stile di vita (Effects of COVID‐19 Lockdown on Lifestyle Behaviors in Children with Obesity Living in Verona, Italy: A Longitudinal Study).
Lo “studio condotto a Verona su quarantuno bambini obesi”, ha precisato Staiano, “ha evidenziato, durante il lockdown, un incremento significativo del numero di pasti giornalieri e dell'assunzione di patatine fritte, bevande zuccherate, rispetto al periodo pre pandemia, oltre a un forte aumento del tempo trascorso davanti allo schermo e una riduzione dell'attività fisica”.
Su Ansa fanno sapere che a risultati simili è arrivato anche un altro studio, stavolta pubblicato su Pediatric Obesity. Il test ha riguardato 298 bambini spagnoli normopeso.
Insomma, a causa della noia data dalla pandemia e dall’assenza di attività fisica e sociale, i bambini tendono ad adagiarsi e ad acquisire abitudini alimentari deleterie, che portano al sovrappeso e all’obesità.
L’ideale? Che questa pandemia termini e che i nostri bambini tornino a scuola e ad interagire con i propri coetanei. Ma questo, ancora per un po’, sarà difficile. E anche se sarà altrettanto difficile, sta a noi provare ad arginare questa tendenza, lasciando che i bambini imparino ad incanalare positivamente la noia, puntando su cibi sani e attività diverse dal solito, anche se in casa. Puntando sulla realtà, piuttosto che sulla virtualità. E puntando sulla compagnia in famiglia: approfittiamone, insomma, e cerchiamo di vedere il positivo della pandemia. Altrimenti sarà (ancor di più) una tragedia.