Luca Roasio, pediatra omeopata ospedaliero

L’immagine che spesso si ha del medico omeopatico è quello di un dottore arroccato nelle sue idee, in totale contrasto con la medicina ufficiale. Abbiamo allora intervistato un pediatra omeopata che lavora in ospedale, che conosce quindi bene quelli che sono i limiti dello star bene e dello star male, di quello che noi mamme percepiamo come il tirare la corda. Ecco cosa gli abbiamo chiesto:

Lei che utilizza sia la medicina ufficiale sia quella omeopatica, quando pensa sia necessario ricorrere alla prima e quando alla seconda? E' necessario fare una breve introduzione sull'omeopatia unicista che si differenzia da quella da banco. mentre la seconda é sintomatica quindi non agisce sulle vere cause che hanno portato il bambino ad ammalarsi e normalmente ha effetti molto blandi (sono normalmente i 30 euro che le mamme spendono quando il bimbo è malato prima di dargli i farmaci), con l'omeopatia unicista si lavora sulla radice del miasma ossia.....   Se per esempio un bambino affetto da scarlattina è già all'interno di un percorso omeopatico che ha lavorato sul suo miasma potrà veicolare la malattia con rimedi omeopatici (sempre seguito da un medico omeopata unicista), un bambino affetto da scarlattina che non è all'interno di questo percorso dovrà utilizzare cure antibiotiche.

“Non esiste la malattia, esiste il malato”

“Si deve curare il malato, non la malattia”

Dr Paschero

“Parto da queste due citazioni del Dr Paschero per precisare che la medicina allopatica è indirizzata esclusivamente sulla malattia, mentre la medicina omeopatica viene impostata sull’individuo malato. L’omeopatia è una sola e consistenella ricerca del rimedio “simillimum”, una sostanza tratta dal mondo minerale, vegetale o animale che corrisponda ai sintomi descritti dal paziente. Esistono due approcci all’omeopatia: unicista e sintomatica. La medicina omeopatica unicista utilizza un solo rimedio, scelto sulla base delle della totalità dei sintomi e delle caratteristiche del paziente, ma soprattutto scelto sulla base dei miasmi del paziente, ovvero delle radici che stanno alla base di tutte le patologie di quel paziente.La medicina omeopatica sintomatica o pluralista prescrive diversi rimedi, sulla base della repertorizzazione dei sintomi riferiti dal paziente. In qualità di Pediatra che lavora in Ospedale, ritengo che si debba ricorrere alla medicina allopatica, tradizionale quando vi sia una patologia con compromissione dei parametri vitali del paziente (insufficienza respiratoria grave, convulsioni in atto, alterazioni della coscienza, fratture….)Non è certamente vero che si debba ricorrere alla medicina allopatica quando siamo di fronte a infezioni batteriche dimostrate (con tamponi, esami) o sospette (polmonite, tonsillite, scarlattina, infezione delle vie urinarie). In tali casi se il paziente è in cura omeopatica da tempo e sta assumendo rimedi “miasmatici” è molto probabile che riesca a guarire anche da tali infezioni.”

La febbre, la grande paura delle mamme. Si legge un po' dappertutto che la febbre nei bambini è pericolosa, che può danneggiare gli organi interni e che porta convulsioni, che possono a loro volta creare danni importanti al bambino. Cosa ci può raccontare a riguardo?

Mi fa piacere spendere alcune parole sulla febbre. La febbre è semplicemente un meccanismo di difesa dell’organismo. Mediante il rialzo della temperatura il nostro corpo cerca di uccidere i virus ed i batteri che hanno scatenato una possibile infezione. Non avrebbe pertanto alcun senso cercare di bloccare questa reazione. Non è vera la credenza che la febbre possa danneggiare gli organi interni o ancor meno il cervello. Certamente il piccolo con la febbre si trova in uno stato talmente abbattuto e “prostrato” che a volte può indurre a somministrare un antipiretico per dare  un momento di “tregua” e magari permettere al piccolo di riprendere un po’ le forze. Non è la febbre a scatenare le convulsioni febbrili, questo tutti i Pediatri lo affermano. Nelle convulsioni febbrili il meccanismo scatenante, seppur ancora non noto, risiede probabilmente in una immaturità delle guaine nervose del bambino piccolo Con la medicina omeopatica, dove il tentativo è sempre quello di “buttare fuori” i sintomi, paradossalmente la febbre aumenta. Quindi è un controsenso utilizzare l’omeopatia e contemporaneamente somministrare gli antipiretici.”

Una mia amica, sua paziente, ha avuto di recente la sua bimba di 7 mesi con febbre anche fino a 39,8 per 4 giorni. Si è recata dal suo medico di base per farla visitare e le ha detto che la causa era "la gola rossa". Le ha consigliato di darle paracetamolo per un giorno e se la situazione non sarebbe migliorata sarebbe stato necessario somministrarle un antibiotico, per cui le ha consegnato una ricetta così da poterlo andare già a comprare in farmacia. La mia amica il giorno seguente si è recata in ospedale da lei, o meglio, nell'ospedale dove anche lei lavora, per effettuare tutti gli esami diagnostici, dai quali è emerso che la bambina non aveva nulla, probabilmente era la sesta malattia. dopo due giorni la bimba era come nuova. Se non si fosse recata in pronto soccorso avrebbe assunto un antibiotico inutile. Come è possibile?

“Di solito recandosi in Pronto Soccorso non si fa altro che incappare nella medicina difensiva, dove vengono eseguiti esami ematochimici o prescritti antibiotici troppo facilmente, anche quando l’evidenza è di una patologia virale (per evitare sovrainfezioni!) Quando un genitore porta un bambino in Pronto Soccorso è sempre dovuto alla preoccupazione che il bambino possa avere qualcosa di grave. Nel caso specifico della sua amica era necessario escludere il rischio di infezione delle vie urinarie Previa esecuzione degli accertamenti sulle urine e date le condizioni cliniche molto rassicuranti della piccola è stato possibile dimetterla senza ulteriori accertamenti. Certamente la prescrizione troppo generosa di antibiotici da parte dei Pediatri è una prassi che non trova in me alcuna spiegazione, ma certamente non si tratta di una buona prassi. Il lavoro che più mi da soddisfazione nel fare l’omeopata è proprio constatare quanto sia possibile lavorare nel tentativo di fornire ai genitori gli strumenti adeguati per comprendere quando è necessario recarsi in Pronto Soccorso e quando no; quali possono essere i segnali di allarme di un bambino, differenziando i sintomi in base all’età. Solo garantendo un’adeguata disponibilità e contattabilità è possibile fornire una adeguata rassicurazione ai genitori nei confronti delle malattie dei propri figli.”

 Cosa ne pensa dell'antibiotico prescritto preventivamente in caso di muco giallo che per molti pediatri di base è chiaro sintomo di infezione?

“In merito alla prescrizione troppo generosa di antibiotici da parte dei Pediatri, nello specifico per trattare il muco giallo, credo si tratti di una prassi non corretta. Certamente di fronte a queste situazioni il medico omeopata non può che fare una bella figura. Vorrei comunque precisare che i benefici dell’omeopatia sono significativi anche per le patologie dove in realtà ci sarebbe indicazione ad un trattamento antibiotico. Ogni paziente che si appresta a fare un trattamento omeopatico deve essere pienamente consapevole che le malattie (anche le infezioni batteriche) rientrano in un percorso di salute. Un eventuale infezione batterica (polmonite, infezione delle vie urinarie) rappresenterebbe per quel paziente un processo di liberazione delle radici miasmatiche che non è mai corretto sopprimere mediante la somministrazione di una terapia antibiotica. Quindi non solo bisogna evitare di somministrare antibiotici ai nostri figli quando non ne avrebbero neppure bisogno (come per il muco giallo) ma a maggior ragione quando anche vi sarebbe una possibile indicazione clinica.”

 

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