Il ciuccio, o succhietto, è uno di quegli argomenti che dividono il mondo delle mamme. E alla base dei dubbi c’è principalmente una preoccupazione: che il ciuccio modifichi il palato, portando in età infantile e adulta ad avere problemi di dentizione.
Beh, l’altro giorno ho partecipato ad un interessantissimo incontro con il prof. Levrini, presidente vicario corso di laurea Igiene Dentale Università degli studi dell'Insubria e con la dottoressa Acquavita dell’Osservatorio Chicco, che oltre ad avere affrontato questo tema hanno anche chiarito moltissimi dubbi e fornito un sacco di informazioni utili per i genitori alle prese con la decisione di dare al proprio figlio il ciuccio e di come dovrebbe essere fatto.
Tutto ciò che c’è da sapere riguardo al ciuccio: una guida utile per tutti i genitori
Per partire, ecco un dato significativo: il 77% dei bambini usa il ciuccio. E questo numero così alto non è un caso. I bambini, infatti, hanno bisogno di succhiare. La suzione, come spiegano il prof. Levrini e la dott.ssa Acquavita, è fondamentale, primaria e fisiologica per i bambini per entrambe le funzioni: nutritiva e non.
Succhiando il bambino, infatti, ricrea il contatto con la mamma, e attraverso la suzione del ciuccio non solo si sente confortato, ma andando avanti con i mesi fa sì che il ciuccio diventi uno strumento di transizione positiva per il naturale distacco dai genitori, come un pupazzo o un giocattolo particolare. Ecco perché l’utilizzo del ciuccio è assolutamente raccomandato.
Il ciuccio è insomma lo strumento principe per appagare questa voglia e questa necessità primaria del bambino. E non fa male. L’importante è utilizzarlo nel modo e nei tempi corretti e prestare attenzione alla sua forma.
Ma quando fa male? Innanzitutto, quando viene utilizzato prima di un allattamento ben avviato perché, in questa fase delicata, può rendere la suzione al seno meno efficace. La prima regola, quindi, è cominciare a dare il ciuccio solo ad allattamento ben avviato, normalmente dopo il primo mese. La seconda è di evitare di utilizzarlo in caso di otite media e la terza di non usarlo mai intinto nello zucchero o nel miele.
Una volta avviato l’utilizzo del ciuccio, sappiate che i benefici sono moltissimi: innanzitutto, riduce il rischio di SIDS, riduce la sensazione dolorosa in caso di particolari necessità mediche (analisi, vaccinazioni, ecc…) e aiuta il bambino nei primi momenti di distacco dalla mamma e in tutti i momenti di particolare stress e supporta la nanna perché la suzione aiuta la produzione di serotonina. Tra gli altri benefici, evita il pollice in bocca, che influisce negativamente sullo sviluppo della bocca, è meno igienico ed è più difficile da togliere.
E per quanto andrebbe usato il ciuccio? Il ciuccio dovrebbe essere interrotto entro i 3 anni.
Per toglierlo, è bene usare la gradualità: i genitori dovrebbero far sì che il bambino cominci a limitare l’uso del ciuccio dai due anni in poi utilizzandolo prima solo in casa, poi solo in camera, poi solo a letto, poi solo di notte… Così via fino a che naturalmente il bimbo non lo cercherà più. Oltre alla limitazione spazio-temporale è importante affiancare più momenti mamma-bambino o papà-bambino al posto dell’utilizzo del ciuccio: ad esempio, possiamo leggere insieme una storia, abbracciandoci o giocare. Il momento ideale per toglierlo? Sempre quando c’è tranquillità, come durante una vacanza, quando i genitori sono più disponibili, o in un periodo particolarmente rilassato e mai nei momenti di stress, come un trasloco o l’inizio della materna, ad esempio.
Detto questo, ecco come dovrebbe essere il ciuccio ideale. Innanzitutto, dovrebbe avere una forma fisiologica, ovvero aderire perfettamente al palato in modo da permettere la posizione corretta della lingua (in avanti e in alto) che è fondamentale per un corretto sviluppo ortodontico. Inoltre, questa forma stimola l’avanzamento di mandibola e lingua supportando, così, la respirazione fisiologica. Non deve essere troppo bombato e dritto, ma con tettina rivolta all’insù per garantire la corretta funzione della lingua.
Deve essere poi di dimensioni adeguate all’età: no, quindi, ai ciucci più piccoli rispetto all’età (per la paura che quelli più grandi influiscano sul palato), ma sì a quelli pensati apposta per l’età del bambino. Un ciuccio più piccolo non sarebbe correttamente posizionato sul palato. E per quanto riguarda il periodo di vita del ciuccio, questo andrebbe sostituito ogni paio di mesi, che sia in caucciù o silicone.
Per questo Chicco ha sviluppato e scelto per tutti i suoi succhietti PhysioForma, con l’esclusiva forma concava, sottile e rivolta all’insù, che guida in avanti e in alto la lingua lasciando spazio alla sua posizione naturale, favorendo, così, la respirazione fisiologica e il corretto sviluppo ortodontico.
Speciali rilievi sulla tettina riproducono le naturali rugosità del palato (le uniche rughe positive, suggeriva il Prof. Levrini!), punti di riferimento che guidano attivamente la lingua nella posizione fisiologica.
Fondamentale, quindi, una forma specifica, mentre riguardo la scelta di materiali o design dello scudo ci si può maggiormente sbizzarrire.
Per semplificare la scelta, Chicco ha ideato la Try Me Box: una confezione con all’interno tre differenti modelli di succhietti Chicco PhysioForma. Con Try Me Box i genitori sono tranquilli di dare al proprio bambino un prodotto sicuro, perché tutti e tre hanno la stessa forma – PhysioForma -mentre i bambini possono provare e scegliere tra materiali (caucciù o silicone) e design diversi. Chicco ha, così, pensato ad una combinazione per garantire ai neo-genitori una soluzione comoda, di qualità e sicura….lasciando al bebè la possibilità di scegliere quello più di suo gradimento in quello specifico momento.
In conclusione? Assolutamente sì al ciuccio, scegliendolo sicuro, di qualità ma sempre con la giusta forma, come PhysioForma di Chicco, seguendo i suggerimenti di modalità e i tempi che vi ho raccontato. Ricordate: è importante offrirlo al bambino dopo il periodo di avvio all’allattamento e utilizzarlo correttamente al massimo fino ai tre anni di età.