Le fatiche di un dislessico diventano arte

(Photo credit: Samuele Gamba)

Fatica: probabilmente è questa la parola che associamo più spesso alla dislessia. Perché la dislessia porta questo, porta la fatica. Che non è solo la fatica a leggere o a studiare, ma anche a sopravvivere in una società che ancora (purtroppo) non ha gli strumenti necessari per andare incontro alle esigenze dei dislessici. Soprattutto, è faticoso vivere in una società nella quale la dislessia è ancora vista come una malattia o una mancanza. Un luogo comune da sfatare, assolutamente. Perché la dislessia è semplicemente un modo diverso di vedere le cose, di ragionare. E basterebbe davvero poco per rendere a tutti la vita meno faticosa!

L’arte: ecco una delle vie attraverso cui portare messaggi e smuovere le coscienze. E in merito alla dislessia c’è un artista che ci piace moltissimo, e non solo perché porta la sua condizione sulla tela, ma perché le sue opere sono davvero bellissime. Si tratta di Samuele Gamba e ora vi spieghiamo il suo lavoro.

Le fatiche di un dislessico: l’artista Samuele Gamba e il suo impegno artistico nei confronti della dislessia

Samuele Gamba è dislessico. Ma soprattutto, Samuele Gamba è un artista. La commistione tra questi due suoi lati porta ad una meraviglia: la dislessia raccontata in maniera artistica.

Ha poco più di vent’anni, Samuele, ed è mantovano. E ha fatto della sua arte uno strumento per parlare di qualcosa di cui si parla molto ma di cui si sa poco, generalmente: la dislessia. Con la sua espressività, Samuele riesce a parlare a colpi di pennello della sua fatica, ma anche del suo potenziale, della sua emotività e della sua empatia, che sono propri di tutti coloro che sono affetti da dislessia, ognuno a proprio modo.

Le sue tele contengono colore e segni, ma anche lettere e parole. E come potrebbero mancare? E poi i numeri. Perché la dislessia colpisce anche il calcolo.

Sono opere piene di significato e di espressività, quelle di Samuele. Sì, potremmo dirle espressioniste: perché è attraverso esse che l’artista esprime il suo sentimento nei confronti della dislessia, facendolo esplodere sulla tela, portandolo fuori da se stesso per donarlo al mondo. Ma non è un sentimento propriamente diretto alla dislessia in sé. Piuttosto, sono emozioni riguardanti il sistema scolastico, che ancora troppo spesso non riesce a lavorare con gli alunni dislessici, trattandoli in maniera sbagliata, o accondiscendente o irrispettosa.

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(Photo credit: Samuele Gamba)

Sulla sua pagina Facebook sono pubblicate le sue opere, con bellissime spiegazioni: alcune parlano del dito per seguire le lettere sul libro consigliato da piccolo, altre della fatica a comprendere e ricostruire un testo (si fatica a leggere, e questo fa perdere il filo); ci sono poi il tentativo di trovare una propria strategia, l’importanza della diagnosi (presa un po’ sottogamba dalle scuole)… E infine la decisione di trovare il proprio percorso artistico al di là della scuola, dopo il diploma.

Tutto questo non è un caso: la dislessia è semplicemente un disturbo che colpisce lettura, scrittura e calcolo e che lascia invece intatte le altre funzioni intellettive. I dislessici, quindi, faticano quando intenti in queste attività ma sono assolutamente intelligenti quanto gli altri, se non di più. E dal momento che per imparare ed esprimersi si trovano a dover inventare strategie e a ricorrere ad altri mezzi, spesso l’arte diviene strumento preziosissimo. E se aggiungiamo che nei dislessici sono frequenti empatia, emotività, coordinazione e spirito artistico al di sopra della media, capiamo che è naturale che nelle accademie d’arte e nel settore artistico in generale la percentuale di dislessici sia superiore alla media!

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(Photo credit: Samuele Gamba)

Samuele è solo un esempio, ma ci piace pensare che possa essere non solo utile a chi vuole conoscere meglio la dislessia, ma un esempio per chi è affetto da questo disturbo: non bisogna desistere ma semplicemente trovare la propria strada, la propria espressività.

Giulia Mandrino

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