5 cose che il buddismo insegna a noi genitori

Il Buddismo, una delle religioni più antiche. Tra i suoi insegnamenti, quello più ampio e positivo riguarda la possibilità per l'uomo di cambiare in meglio la propria vita. Ma se preso e adattato ai vari aspetti della quotidianità, il buddismo riesce anche a farsi garante di positività in tutti gli aspetti della vita, non solo in maniera totale.

Ad esempio, la genitorialità può trarne insegnamenti e consigli davvero utili e benèfici, lo sapete?

5 cose che il buddismo insegna a noi genitori: qualche lezione per rendere la genitorialità più serena partendo dalla filosofia orientale

L'origine dipendente

La famiglia, lo sappiamo, è un insieme di persone che contribuiscono per un ambiente felice. Per il Buddismo le relazioni sono fondamentali, e uno dei concetti che spiega meglio la filosofia adattata a questo ambito è l'"origine dipendente": secondo l'origine dipendente tutta la vita è una costante e reciproca relazione tra ambiente e persone, e soprattutto nulla è mai davvero indipendente. Se applicato alla famiglia, questo concetto prende un significato profondo, in quanto anche la famiglia è composta da un insieme di persone e relazioni che costruiscono un ambiente. Ogni singola vita, sia quella dei genitori o dei bambini, contribuisce a questa costruzione!

È importantissimo essere consapevoli di queste relazioni, e capire che sono le persone che scelgono come costituire una famiglia, portando avanti ognuno il proprio ruolo e la propria missione. Capire tutto questo, interiorizzarlo e farlo proprio significa immergersi davvero nell'"origine dipendente": quando ognuno sa di fare parte di un tutto dinamico, allora i conflitti e le guerre passano in secondo piano, così come quel senso di solitudine che può diventare deleterio per i rapporti.

La gratitudine

Dall'origine dipendente il passo verso l'altro concetto buddista fondamentale per essere una famiglia serena è breve: si tratta della gratitudine. Se ognuno ha un ruolo e una missione, all'interno della famiglia si creerà un senso di consapevolezza di ciò che gli altri fanno per il gruppo. Ognuno è importante, nessuno è isolato! Ma, soprattutto, genitori e figli devono rendersi conto della fortuna di cui godono.

Il compito dei genitori, in questo senso, deve essere quello di guidare i propri figli verso la gratitudine, quel senso di apprezzamento che va sempre espresso, creando un circolo virtuoso grazie al quale i piccoli potranno crescere compassionevoli e grati. Due qualità imprescindibili, no?

L'impermanenza

Tra le parole strane che si incontrano studiando il buddismo potrete trovare l'"impermanenza". In poche parole? La sofferenza portata dal cambiamento. Sembra un concetto astruso, ma abbracciare l'impermanenza può significare per un genitore trovare un equilibrio davvero positivo per la famiglia.

Semplicemente, secondo il buddismo tutto è in costante cambiamento, nonostante l'uomo, per sua natura, ami la tranquillità e la routine. Tuttavia, anche se l'impermanenza, e cioè il continuo divenire del mondo (in senso positivo o negativo), fa paura e destabilizza, è utile abbracciarla e farla propria, vivendola con serenità piuttosto che facendosi sopraffare. L'impermanenza è un po' metafora del quotidiano: ogni giorno è diverso dagli altri, e ogni giorno porterà con sé sorprese e fatti inaspettati che ci faranno girare la testa. Ma accettare ogni cambiamento con positività, anche attraverso le piccole cose, significa trasmettere ai propri figli una serenità e una tranquillità uniche, fondamentali per vivere la vita in pace con se stessi e con il mondo.

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Consapevolezza

La visione del mondo del buddismo è molto equilibrata, e la sua dottrina insegna ad accorgersi di tutto ciò che "è", di tutto ciò che sta attorno. Insomma, “consapevolezza” è un termine che abbraccia moltissime sfaccettature di questa filosofia. “Consapevolezza" significa anche conoscere se stessi, ascoltarsi, un po' come insegna la meditazione. Ecco perché è giusto prima di tutto lavorare su noi stessi (per poi insegnarlo ai nostri figli) per ascoltare le nostre emozioni fino in fondo. Ogni emozione può essere negativa o positiva, l'importante è esserne consapevoli; elaborarle e viverle fino in fondo è fondamentale.

Interiorità

Se pensate al buddismo, la prima cosa che vi verrà in mente probabilmente sarà la pace e la serenità che emanano i suoi fedeli. Ed è proprio così: buona parte dei concetti buddisti ruota attorno all'interiorità, e questo porta in maniera naturale alla calma. In poche parole: il Buddha insegna che il mondo è in costante cambiamento, ma che la nostra felicità non giunge dai fatti esterni che accadono attorno a noi; essa arriva grazie a ciò che succede dentro di noi! Insomma, per essere sereni bisogna trovare la giusta modalità con cui relazionarsi alle cose, scegliendo di accettare tutto per ciò che è. Non c'è giusto o sbagliato, c'è il come ci poniamo verso il mondo.

Le cose accadono, belle o brutte, perciò sta a noi prenderle per quello che sono. Dunque, noi genitori dobbiamo impegnarci quotidianamente (e la meditazionemeditazione aiuta davvero tanto) ad avere il controllo delle nostre emozioni, non sul mondo! Quello cambia, si distorce, cerca di sopraffarci, ma sta a noi scegliere di mostrarci ai vostri bambini trafelati perché cerchiamo di stare al passo obbedendo alle regole del mondo esterno o in quiete con noi stessi e con la nostra famiglia perché abbiamo capito quali sono le emozioni importanti! Facile a dirsi, non semplice a farsi. Ma per questo c’è il buddismo, lo yoga e la meditazione.

La redazione di mammapretaporter.it

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Sara

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Cecilia

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