“Besame, besame mucho”... Ma cosa c’entra una canzone con l’educazione dei bambini? C’entra, se ad utilizzarla come titolo per un suo libro è un pediatra dalle idee fantastiche, che sta dalla parte dei bambini e ci indirizza verso un modo di crescerli naturale e bambino-centrico!
Il libro più venduto di Carlos Gonzales si intitola proprio “Besame mucho”, e per le mamme che tendono a preferire approcci più naturali nella crescita dei propri figli è ormai una Bibbia. Ma cosa dice, questo dottor Gonzales? Ve lo spieghiamo subito.
Carlos Gonzales, il pediatra che ci dice davvero cosa serve ai bambini: un approccio educativo che ci piace molto, quello del dottor Gonzales, pediatra catalano che mette al centro le esigenze naturali dei piccoli
Carlos Gonzales è nato a Zaragoza nel 1960. Laureato in medicina a Barcellona, è stato pediatra in un ospedale della stessa città, dopodiché ha fondato l’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno. Da sempre, quindi, si interessa, dal punto di vista medico e umano, alle questioni più delicate legate alla maternità e alla crescita dei figli, ed è divenuto una voce autorevole in questo ambiente.
Allattamento, svezzamento ed educazione stanno al centro dei suoi studi: E la filosofia che sta al centro di tutto è molto semplice: per Carlos Gonzales i preconcetti suoi bambini vanno spazzati via per tornare a metterlo al centro del discorso come figura sociale. Non un adulto in piccolo da manipolare secondo le nostre conoscenze, è chiaro, ma un essere umano fatto e finito con i suoi ritmi, le sue esigenze e i suoi bisogno naturali, che sono in relazione con la sua specifica età e che non devono per forza essere visti in prospettiva del futuro, velocizzando le cose o impostando in vista di qualcosa di più.
Soprattutto, Gonzales mette alla berlina i “capricci”. O meglio, quelli che gli adulti considerano tali ma che in realtà sono i bisogni primari e naturali del bambino. Perché i bambini hanno bisogno di sicurezza, di abbracci, di rassicurazione, di amore, di conferme, No, non sono capricci!
Il bestseller di cui parlavamo, Besame Mucho, che si pone accanto ad altri validissimi suoi titoli come “Un dono per tutta la vita - Guida all’allattamento materno”, “Il mio bambino non mi mangia - Consigli per prevenire e risolvere il problema” e “Genitori e figli insieme - Dall’infanzia all’adolescenza con amore e rispetto”, dice sostanzialmente questo: i bambini, di natura, sono essenzialmente buoni. Hanno le loro esigenze, fondamentali, e noi genitori dobbiamo rispettarle. Questo rispetto passa praticamente dall’amore che gli diamo, dal rispetto e dall’attenzione, e in questo senso tutta la pedagogia che conosciamo, quella rigida che vuole una educazione ferrea fatta di disciplina forte e di rispetto delle convenzioni “adulte” deve essere messa da parte, per focalizzarci proprio su questo amore e conforto.
La pedagogia tradizionale è fatta di supponenza e rigidità, soprattutto per il fatto che ha sempre presupposto il bambino come adulto in miniatura, da plasmare velocemente. Bisogna quindi cambiare il punto di vista e considerare i bambini per quello che sono: bambini.
Ecco perché pretendere che i figli dormano sin da subito tante ore di seguito è assurdo: per natura gli esseri umani appena nati piangono per cercare la mamma, perché dormire per molte ore, nella preistoria, significava correre il pericolo di fare una brutta fine; ora, anche senza predatori, i bambini hanno l’innato bisogno di sentirsi comunque al sicuro, e svegliarsi per cercare la mamma, sentendola accanto, è un normalissimo comportamento!
Ecco perché pretendere che dormano da soli è assurdo. Ecco perché cercare di “non coccolarli, perché altrimenti prendono il vizio” è quantomeno strano. Ecco perché la gelosia tra fratelli è una cosa verissima, da non condannare ma da vedere come un bisogno naturale di coccole esclusive. Ecco perché piangono. Ripetiamo: non sono capricci. Sono necessità.
No, non dovremmo quindi “addomesticare” i bambini. Dovremmo piuttosto addomesticare noi stessi per far sì di sintonizzarci meglio su di loro, sulle loro esigenze, sulla loro natura, senza forzare nulla ma semplicemente rispettandoli e assecondandoli in modo che la crescita sia davvero naturale, dettata dai loro ritmi e guidata dal loro essere.
Questo concetto affrontato benissimo in “Besame Mucho” sta poi alla base dei suoi altri lavori. Come in “Genitori e figli insieme”, nel quale Gonzales ci suggerisce come svestire i panni pedagogici a cui siamo abituati, quelli rigidi di cui parlavamo, per crescere davvero come famiglia, insieme, divertendoci e coccolandoci e accudendoci a vicenda, alla faccia di chi ce lo impedisce nascondendosi dietro alla parola “vizio”). E come in “Il mio bambino non mi mangia”. Fateci caso, al titolo: “Non MI mangia”. Perché il concetto è semplice: spesso ci lamentiamo che il bambino non mangia. Ma semplicemente, non mangia ciò che i genitori si aspettino che mangi.
In conclusione: torniamo sempre a lui, quando abbiamo dubbi. Mettiamo al centro la sua persona, e non la nostra, che è ormai adulta e completa, al contrario della sua. Che ha sempre bisogno di conferme, di affetto, di sicurezza e di abbracci rassicuranti, che lo guidino con naturalezza verso chi è destinato ad essere.