Il titolo potrebbe anche variare: “Come chiedere gentilmente ai bambini di mettere a posto le loro cose”. Già, perché in realtà il segreto per inculcare l’ordine ai bambini sta nel modo con cui glielo chiediamo (oltre all’esempio che diamo e alle abitudini familiari).
Ogni genitore lo sa: la frase “Rimetti a posto” è praticamente all’ordine del giorno. Ogni mattina, ogni pomeriggio e ogni sera ci troviamo di fronte a dover chiedere ai nostri figli di riordinare le loro cose, che sembrano invadere casa. E anche se il disordine fa parte della vita familiare (è segno di vita!), anche insegnare l’organizzazione e l’ordine è importante, altrimenti, come quando non esiste una routine, il caos prende il sopravvento, esternamente e internamente. Già, perché l’ordine è anche una questione mentale!
Ma come fare, quindi, per insegnare ai bambini ad essere ordinati con serenità e senza perdere le staffe? Ecco i nostri consigli.
Come insegnare ai bambini ad essere ordinati: i consigli per rendere i bambini ordinati e organizzati senza perdere la pazienza
Ma come fare a non perdere la pazienza quando inciampiamo sopra un mattoncino e urliamo di dolore? Come fare a non perdere le staffe quando i pastelli sembrano ormai un tappeto? Come fare a mantenere il controllo quando ogni mattina sembra che in camera sia passato un uragano? La risposta è semplice: serve costanza, per insegnare ai bambini ad essere ordinati.
Anche perché la frustrazione e le arrabbiature solitamente non portano a nulla. Dobbiamo quindi cercare si rendere abitudine alcuni accorgimenti e insegnamenti, prenderci del tempo e insegnare gradualmente ai bambini l’ordine, che è fondamentale per la crescita, dal momento che insieme ad esso i bambini imparano responsabilità, rispetto e calma.
Ciò che dobbiamo fare è semplice, ma dobbiamo impegnarci: come tutta l’educazione, anche questo insegnamento deve fondarsi sulla gentilezza, sul rispetto e sul dialogo. E questo deve essere raggiunto anche fisicamente: prima di tutto, quindi, è bene avvicinarci ai bambini e non urlare da lontano ciò che devono fare. Quando sono in cameretta e devono sistemare, non urliamoglielo dalla cucina: entriamo, guardiamoli negli occhi (perché il contatto visivo è importante per stabilire un rapporto di rispetto, fiducia e uguaglianza!) e chiediamo loro di riordinare. In questo modo sarà più difficile che ci ignorino. Anche se sono concentrati a giocare, a leggere o a fare ciò che li sta tenendo occupati.
A volte, poi, la chiarezza è importante: soprattutto quando stiamo insegnando loro a riordinare, non utilizziamo frasi generiche come “metti a posto” o “sistema”, ma indichiamo come, ad esempio dicendo “Rimetti per cortesia i giocattoli nella loro cesta”, oppure “puoi mettere nell’armadio i vestiti piegati?”.
Fare una cosa alla volta, poi, è utilissimo: focalizzandoci su ciò che devono fare come prima cosa e poi spiegando di volta in volta le prossime attività di riordino, i bambini si sentiranno meno sopraffatti.
E anche se è difficile, è sempre meglio non urlare e non sgridare, ma usare una voce incoraggiante e fiduciosa, per fare capire al bambino che ci fidiamo, che gli stiamo dando fiducia e che sappiamo che riuscirà ad essere all’altezza delle sue responsabilità (perché piano piano capirà proprio questo: che mettere in ordine le sue cose è una sua responsabilità, come ognuno, in casa, ha le proprie).
Infine, non perdiamo la pazienza e non concentriamoci su ciò che sbagliano. Come ogni routine e abitudine, anche il riordino lo si ottiene gradualmente. Anche per questo, i bambini saranno più propensi a prendere questa abitudine se non gli ricordiamo costantemente ciò che sbagliano (come quando diciamo loro, ad esempio, “meglio che metti a posto BENE, non come ieri che hai lasciato un casino”, oppure “dici che oggi riuscirai a mettere tutto nello zaino? Ieri a scuola ti mancava quel libro”).
Se avete bisogno di altri consigli, noi possiamo raccomandarvi questo libro: “L’arte di insegnare il riordino ai bambini”, di Nagisa Tatsumi, che sull’onda del successo di “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo illustra come il riordino sia per i bambini un processo, perché non sanno che significa finché qualcuno non glielo insegna. Nel libro, quindi, si trovano consigli pratici davvero efficaci per trasmettere l’importanza di questa attività ai bambini (da quelli di 3 anni fino agli adolescenti), focalizzandosi anche sull’importanza della cameretta come spazio della creatività e dell’espressione di sé.