Gli arcobaleni spiegati ai bambini

Gli arcobaleni affascinano da sempre. Appaiono nel cielo dopo la pioggia e sembrano quasi una magia. I bambini e le bambine li guardano con stupore, fanno domande, cercano di capire. Per rispondere con parole semplici e corrette, è utile conoscere i meccanismi che li creano e qualche consiglio per spiegarli in modo chiaro e adatto all’età.

Che cos’è un arcobaleno: spiegazione semplice

Un arcobaleno si forma quando la luce del Sole incontra delle goccioline d’acqua sospese nell’aria, per esempio dopo un temporale. La luce entra nella goccia, viene “piegata” (rifratta), poi rimbalza all’interno e infine esce di nuovo. Durante questo percorso, la luce si divide nei sette colori principali che la compongono: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

Il fenomeno si chiama rifrazione e può essere paragonato a quando la luce passa attraverso un prisma di vetro, come succede in alcuni esperimenti a scuola. La differenza è che, in natura, le gocce d’acqua fanno da minuscoli prismi.

Per una bambina o un bambino piccolo, si può dire così: “Quando piove e poi torna il sole, nell’aria ci sono ancora tante goccioline. La luce del Sole entra in queste gocce, fa un piccolo giro dentro e poi esce, tutta colorata. Così nasce l’arcobaleno.”

Perché i colori sono sempre nello stesso ordine

I colori dell’arcobaleno non cambiano mai ordine perché ogni colore si piega in modo diverso. Il rosso si piega meno, il viola di più. Questo significa che, quando la luce esce dalla goccia, ogni colore prende una direzione precisa. Ecco perché, ogni volta che si vede un arcobaleno, i colori sono disposti sempre nello stesso modo.

Una spiegazione semplice per bambine e bambini: “I colori viaggiano un po’ come in una corsa: ognuno prende una strada diversa quando esce dalla goccia. Alcuni fanno curve più grandi, altri più strette. Per questo si mettono sempre nello stesso ordine.”

E l'ordine è questo: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola.

Perché si vede solo in certe condizioni

L’arcobaleno non compare sempre. Serve che ci sia luce del Sole e goccioline d’acqua nell’aria. Inoltre, il Sole deve essere dietro a chi guarda, non davanti. Per questo è più facile vederlo al mattino o nel tardo pomeriggio, quando il Sole è più basso.

Un modo efficace per spiegare questo passaggio a bambine e bambini è usare una torcia e uno spruzzino: si può simulare la pioggia e far vedere come compare l’effetto colorato su uno sfondo scuro, se si guarda dalla parte giusta.

Una frase utile potrebbe essere: “L’arcobaleno ha bisogno di tre cose: il Sole, l’acqua e la posizione giusta per guardarlo. Se il Sole è davanti a te, non lo vedrai. Ma se è dietro e ci sono goccioline nell’aria, può comparire come per magia!”

Come rispondere alle domande curiose

Quando le bambine e i bambini vedono un arcobaleno, fanno molte domande. È utile rispondere in modo onesto ma adatto alla loro età, evitando di semplificare troppo o inventare risposte.

“Posso toccarlo?”
No, non si può toccare perché non è fatto di qualcosa di solido. È luce, un effetto ottico. Se ti avvicini, si sposta con te.

“È come un’illusione: lo vedi, ma non lo puoi afferrare. È luce che balla nell’aria.”

“Dove finisce l’arcobaleno?”
L’arcobaleno non ha un vero punto di fine. È un cerchio (o quasi), ma da terra si vede solo una parte. Dall’aereo, si può vedere anche tutto intero.

“Sembra che finisca in un punto, ma è solo un effetto: in realtà è un cerchio che tu vedi solo a metà.”

“Perché a volte ce ne sono due?”
Quando le goccioline fanno rimbalzare la luce due volte dentro di sé, si forma un secondo arcobaleno. È più debole e ha i colori al contrario.

“Quando le gocce fanno due giri invece di uno, nasce un secondo arcobaleno, più pallido e con i colori all’incontrario.”

Strumenti per aiutare a capire

Per aiutare le bambine e i bambini a comprendere meglio come nasce un arcobaleno, si possono proporre esperienze pratiche e semplici da fare in casa o a scuola. Guardare un vecchio CD o DVD sotto una fonte di luce può essere un modo per osservare la scomposizione della luce nei suoi colori, proprio come accade con un arcobaleno. Anche le bolle di sapone mostrano riflessi colorati simili e possono servire per spiegare il concetto in modo visivo.

Un prisma in plastica o vetro, facilmente reperibile nei kit scientifici per l’infanzia, permette di vedere con chiarezza come la luce bianca si divide nei vari colori. Infine, un esperimento con una bacinella d’acqua e uno specchio può creare un piccolo arcobaleno domestico, offrendo un’occasione per osservare da vicino ciò che succede nel cielo dopo la pioggia.

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Sara

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Cecilia

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