Un titolo forte, che provoca giustamente reazioni contrastanti, ma che cela un argomento che va affrontato. Perché uno dei problemi della nostra società è certamente l’atteggiamento iperprotettivo dei genitori nei confronti dei figli. E non solo riguardo ai pericoli fisici, ma anche e soprattutto riguardo le delusioni della vita.
In altre parole: i genitori d’oggi tentano sempre di risolvere i problemi e di migliorare le situazioni, edulcorandole o prendendosele sulle spalle, al posto dei propri figli. Ma le conseguenze di questa tendenza non sono affatto positive, né per la crescita dei figli, né per la società.
Non sta a noi risolvere i problemi dei nostri figli: perché i “genitori elicottero” non permettono ai bambini di crescere in maniera sana e come fare per guidare meglio i propri figli
Da qualche tempo si parla di "genitori elicottero", ovvero di quei genitori che corrono immediatamente in aiuto dei figli con la celerità di un mezzo di emergenza. Arrivano subito all’asilo se il bambino perde il giocattolo preferito o se si piglia un morso da un altro bambino; non cucinano più quel cibo che al proprio figlio non fa impazzire; portano gli zaini al posto dei bambini; ascoltano le maestre, ma prendono poi sempre le difese del bambino a prescindere dalla colpa; accompagnano dappertutto i bambini con fare protettivo; chiedono agli insegnanti tempo in più se i bambini non sono riusciti a fare i compiti o a studiare… Insomma, fanno tutto (e chiedono tutto) al posto dei loro figli, sobbarcandosi le loro responsabilità e i loro problemi.
Naturalmente, è giusto e doveroso che i genitori si prendano cura dei propri figli, anche coccolandoli e viziandoli quando ce n’è bisogno e intervenendo quando incorrono in qualche difficoltà. Ma è giusto e doveroso, allo stesso tempo, capire quando questo aiuto è eccessivo.
Il problema non è però solo pratico, ma anche educativo. Questi genitori elicottero sono elicotteri in buona fede, e il loro intento non è quello di evitare la fatica ai bambini, ma, piuttosto, quello di non fare conoscere loro tristezza e dolore. Ma la tristezza e il dolore fanno parte della vita, del cammino di ognuno, e anche grazie ad essi i bambini imparano a vivere le proprie emozioni e a responsabilizzarsi.
Importante, quindi, è capire quando l’aiuto dei genitori non è più semplice aiuto, ma sostituzione, ovvero quando mamma e papà tendono a fare al posto dei bambini ciò in cui i bambini non riescono (che siano i compiti, il portare la sacca di calcio, la protezione nelle situazioni sociali…), coccolandoli troppo, tenendoli al calduccio e risolvendo i problemi al posto loro.
Le conseguenze di questo atteggiamento sono infatti tre, entrambe negative: prima di tutto, i bambini imparano che ogni cosa si risolve da sola, o grazie all’intervento di qualcun altro; in secondo luogo, questi interventi da parte dei genitori instillano nei bambini la convinzione che non sono in grado si risolvere da soli le situazioni, che non sono capaci a fare ciò che gli si presenta di fronte, che non hanno la forza di affrontare da soli gli ostacoli.
Comportandoci da genitori elicottero, insomma, precludiamo ai bambini la possibilità di provare, sperimentare, sbagliare, fallire, sentire le proprie emozioni, affrontarle. Terzo: i bambini non affrontano il pericolo, quindi non lo conoscono, e non imparano a prendere le misure, cosa fondamentale per affrontare i rischi in sicurezza, anche in futuro. E tutto questo è fondamentale per la crescita.
Cosa fare, dunque? Come comportarsi, da genitori, nelle situazioni di difficoltà? Meglio sempre lasciare fare i bambini, ascoltare e dialogare, offrendo consigli ma lasciando che siano i bambini ad affrontare la situazione, evitando di intervenire quando è possibile stare in disparte.
Possiamo poi cominciare a utilizzare uno sguardo obiettivo, cercando di ascoltare sempre i nostri figli, ma anche quelli delle controparti coinvolte, evitando di difendere i bambini a spada tratta a prescindere. Ma non per crudeltà o freddezza. Anzi. In questo modo i bambini non solo dovranno affrontare le proprie responsabilità, ma impareranno a loro volta ad ascoltare gli altri, cercando dialogo, compromessi ed empatia.