Questa è un asana, una posizione dello yoga, che aiuta davvero tanto quando ci sentiamo prive di energia, mentale e fisica, quindi per tutte le mamme.
Ci spiega tutto ciò che dobbiamo sapere su questa posizione Rachele Brambilla, insegnante di yoga, yoga per bambini e yoga in gravidanza.
"Gli Asana, le forme che assumiamo con il corpo durante la pratica yoga, spesso si ispirano a elementi della natura e Bhujangasana, la postura di cobra, è una delle posizioni più conosciute.
In occidente, in natura il serpente è poco diffuso a differenza dell'India, inoltre culturalmente è associato al racconto della Genesi in cui il serpente, con la sua perfidia, ha indotto i nostri progenitori a cadere in tentazione, condannando il genere umano ad abbandonare il giardino dell’eden e vagare per il mondo in cerca di sicurezza.
Il serpente, oltre a questa valenza negativa, è però un simbolo polivalente e un archetipo fondamentale comune a molte culture.
L’antica Grecia associava alla medicina il Bastone di Asclepio, il simbolo che consiste in un serpente attorcigliato ad una verga.
Asclepio nel pantheon greco è il dio della salute e della medicina, Esculapio per i latini.
L’arte sanitaria professata da Asclepio è simboleggiata dal bastone combinato al serpente, che, con la sua capacità di cambiare pelle, rappresenta metaforicamente la rinascita e la trasformazione.
La tradizione indiana raffigura la vita in forma di energia come custodita da un serpente femmina, chiamata Kundalini, che significa “arrotolata”. Kundalini dorme silente nell’uomo, simbolicamente è alla base della colonna vertebrale.
L’uomo ha il compito di portare avanti la sua ricerca di evoluzione affinché il serpente destandosi, si erga per risalire lungo la colonna, rendendo così l’individuo consapevole delle sue potenzialità.
Nel macrocosmo, analogamente a Kundalini, il serpente Ananta è alla base e sostiene il mondo. Grazie alla perfetta simmetria delle sue curve, Ananta, che significa “infinito”, assicura stabilità ed equilibrio.
Secondo la mitologia indiana Vishnu, la divinità che conserva tutto il creato, è raffigurato sdraiato su un serpente, mentre dorme sereno in yoganidra.
La pratica
Esistono numerose varianti di Bhujangasana, tutte devono essere insegnate con grande competenza, perché, se corrette, rinforzano la muscolatura della schiena. Al contrario, se eseguite in modo forzato, possono lasciare delle contratture.
Per il praticante questa ambivalenza è stimolo di ricerca, al fine di trovare nella postura corretta l’equilibrio perfetto tra forza e flessibilità, tra impegno e abbandono, dove corpo, respiro e mente, sono in armonia.
Bhujangasana richiede una grande concentrazione, quando è eseguita in modo completo, includendo anche l’aspetto mentale, non è più definita come postura/asana, ma diventa mudra.
In questo caso il termine Mudra indica una postura in cui le dispersioni sensoriali ed emozionali sono ridotte, creando così i presupposti per avere una mente concentrata.
La tecnica
La postura è presa sull’addome, dal punto di vista fisico rinforza le catene muscolari che sostengono la schiena e dona flessibilità alla colonna vertebrale.
La posizione richiede una solida retroversione del bacino, insieme al controllo delle gambe e dei glutei. Questi tre elementi sono la base da cui il serpente si erge verso l’alto.
Le mani non rappresentano un vero sostegno, l’attenzione è più rivolta ai gomiti che cercano di avvicinarsi tra loro. Questo gesto coinvolge anche la muscolatura dorsale e favorisce l’apertura del petto.
La pratica di Bhujangasana, come ogni pratica nello yoga, prende in considerazione tutti gli aspetti dell’uomo e considera il corpo fisico come utile strumento per arrivare a strati più sottili.
Buona pratica !"
Rachele Brambilla, http://www.yogamonza.org/