La Pink Tax: il costo discriminatorio di essere donna

La parità salariale ancora lontanissima; l'IVA applicata sui prodotti igienici mestruali; le mamme che si trovano a lasciare il lavoro molto più dei papà; il carico mentale... Serve altro? No, eppure esiste un altro aspetto della vita quotidiana che mette a dura prova le donne.

Si chiama Pink Tax ed è la tendenza ad aumentare i prezzi quando i prodotti commerciali sono dichiaratamente "femminili", ovvero destinati a persone assegnate femmine alla nascita o che si identificano in questo genere. In altre, semplicissime parole: essere donna costa di più, perché le aziende ci marciano sopra. Facci caso: quanto costano le lamette per la depilazione? E quelle - identiche - per la barba?

Ma entriamo meglio nel dettaglio. Scoperchiamo il vaso di Pandora.

Cos'è la Pink Tax

La Pink Tax è un termine che descrive l'aumento del prezzo di prodotti e servizi destinati alle donne rispetto a quelli destinati agli uomini. Questa pratica discriminatoria riguarda una vasta gamma di categorie, tra cui abbigliamento, cura personale, prodotti per la casa e anche servizi come la barberia.

Nonostante i prodotti siano spesso identici o simili, le donne sono costrette a pagare di più per gli stessi articoli solo a causa del loro genere. Ad esempio, un rasoio per il corpo identico può essere venduto con un prezzo più elevato se è destinato alle donne. Questo non solo è ingiusto, ma comporta anche una discriminazione finanziaria per le donne che già affrontano barriere salariali e di carriera.

Non si tratta, peraltro, solo di un'impressione. Ad avere scoperchiato questa situazione sono stati diversi studi che a partire dagli anni '90 hanno messo in luce come questo fenomeno sia diffuso e radicato.

Quanto pesa sulla vita quotidiana la Pink Tax

L'effetto cumulativo della Pink Tax può essere significativo nel corso della vita di una donna, soprattutto per coloro che hanno un reddito più basso. Basti pensare ai costi annuali: secondo Forbes, si stima che una donna paghi nel corso di un anno 2.381 dollari in più rispetto a un uomo, per gli stessi identici prodotti.

Inoltre, questa pratica ha anche un impatto negativo sulla diversità e sulla promozione dell'uguaglianza di genere, poiché perpetua la disparità tra i sessi.

Non esistono leggi o regole

Ci sono stati alcuni sforzi per combattere la Pink Tax, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Ad esempio, alcuni Paesi (come la California) hanno adottato leggi che proibiscono la pratica, ma in molti altri paesi ancora non ci sono leggi specifiche che la regolamentano.

Inoltre, è importante che le aziende abbiano una maggiore consapevolezza della Pink Tax e si impegnino a ridurre o eliminare questa pratica discriminatoria. Ciò può essere fatto adottando pratiche di prezzo eque, rivedendo le strategie di marketing e sensibilizzando i consumatori.

In definitiva, la Pink Tax è un problema globale che richiede un impegno coordinato da parte di tutti i soggetti interessati per porvi fine. Le donne hanno il diritto di non essere discriminate e di pagare il prezzo equo per i prodotti e i servizi che acquistano. È ora di mettere fine alla Pink Tax e di promuovere l'uguaglianza di genere in tutti i settori della società, anche attraverso il mercato, che per quanto frivolo e consumistico è di fatto parte della vita quotidiana.

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Sara

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Cecilia

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