In Bhutan, piccolo stato montuoso dell'Himalaya, il numero 108 è sacro. Nelle religioni buddista e induista, e nelle pratiche dello yoga e del dharma, esso è considerato simbolico: per gli induisti le divinità hanno 108 nomi; i monaci Zen indossano uno Juzu con 108 grani; per il buddismo (religione dominante in questo piccolo stato asiatico) 108 è il numero delle contaminazioni che impediscono di raggiungere felicità e illuminazione; e 108 sono le linee dei chackra che convergono sulla linea del cuore. Una bella simbologia, insomma.
E anche in Bhutan hanno la loro royal family: re Khesar Namgyel Wangchuck e regina Jetsun Pema. E ora c'è anche un royal baby, il piccolo Gyalsey, nato il 5 febbraio, la cui nascita è stata occasione per una bellissima iniziativa.
I 108.000 alberelli piantati in Bhutan: come la Royal Family del Buthan ha festeggiato la nascita del piccolo erede
Esatto, proprio così: in marzo, ad un mese dalla nascita del figlio, re e regina del Bhutan hanno deciso di piantare 108.000 nuovi alberi. Ogni famiglia sparsa per la nazione (sono in circa 82000) ha quindi coltivato il suo alberello, mentre ai restanti 26000 hanno provveduto altri volontari.
Ma non è solo la simbologia del numero 108 ad essere affascinante: nella religione buddista gli alberi rappresentano salute, longevità, compassione e bellezza. Piantando ogni albero, le famiglie hanno proceduto ad una piccola cerimonia, pregando su di esso: hanno chiesto che il piccolo principe possa crescere forte e sano, generoso e saggio, proprio come quelle piante che con il tempo cresceranno fino a diventare grandi alberi, dando nutrimento al paese allo stesso modo in cui lo farà il principe nel suo futuro di regnante.
Non è un caso se questa iniziativa abbia avuto luogo proprio in Bhutan: pur non essendo in prima linea o invidiato per le sue politiche riguardanti i diritti umani (nonostante abbia, negli anni Settanta, introdotto l'indice di rilevamento della felicità interna lorda, contrapposto al più mero prodotto interno lordo che tiene conto semplicemente della ricchezza materiale), questo paese è tra i più impegnati nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente.
Il re Khesar si è fatto promotore di questa politica a sostegno dell'ecologia, e negli anni la sta rispettando in maniera molto onesta. Solo l'anno scorso il Bhutan, ad esempio, è entrato nel Guinness dei Primati per aver piantato quasi 50000 alberi in una sola ora! All'epoca, l'organizzatore dell'evento (Karma Tshering) dichiarò che il Bhutan è un paese felice, e che il primato mostrava al mondo che i giovani connazionali volevano un futuro verde, pulito.
E la legge stessa prevede che il paese debba avere almeno il 60% di copertura forestale: in questo momento si è addirittura al 75% di superficie verde!
Non solo: il Bhutan è uno dei pochissimi paesi al mondo ad avere emissioni di anidride carbonica in negativo. Questo grazie alle loro politiche anti-emissioni e carbon-neutral, che permettono alla nazione di avere foreste che assorbono molto più CO2 di quanto i suoi abitanti ne producano.
Alla fine, in occasione della celebrazione per il piccolo Gyalsey con i 108000 alberi piantati in giro per il paese, il Ministro del Turismo ha colto l'occasione per inaugurare un "giardino della felicità": a Thimphu, la capitale, i turisti possono recarsi in quest'oasi verde e sono invitati con tutto il cuore a piantare un alberello, con l'obiettivo di riempire il giardino di tante pianticelle quante sono le nazioni del pianeta.
Sara Polotti