Sogni d’oro. C’è il riduttore per lettino
Mercoledì, 23 Dicembre 2020 08:48Il tuo bebè nato da qualche mese è portato per sua natura a dormire più del solito. Si calcola, secondo alcune ricerche, che i suoi sonnellini quotidiani variano in media tra le 10 e le 16 ore di fila, al netto di altre problematiche insorgenti che potrebbero farlo restare in dormiveglia.
Il sonno dunque è importantissimo e non va interrotto né ostacolato per nessun motivo, perché gli consente un ottimale sviluppo del fisico e della sua costituzione cerebrale.
Per questo occorre che mamme e papà prendano fin dall’inizio tutte le opportune precauzioni affinché il periodo di quiete del neonato sia il più possibile sereno e non ci siano disturbi o interferenze né per lui né per gli stessi genitori.
Una soluzione è il riduttore per lettino.
Riduttore per lettino, cos’è e come sceglierlo
Ancora prima della nascita del proprio bimbo, molti neo-genitori si chiedono quale possa essere il miglior posto in cui adagiare la nuova creatura e farla sentire protetta e al sicuro anche quando dovesse restare da sola per qualche ora oppure accidentalmente non sorvegliata.
I genitori si trovano nel dilemma, in primo luogo, di dover scegliere tra un lettino o una culletta per il bambino. E in secondo luogo, sono indotti a pensare subito di abbinare ad uno di questi due arredi un riduttore lettino per il proprio neonato.
Se optano per un lettino ma anche per una culletta, allora il riduttore è quelle di cui hanno bisogno per far dormire serenamente il nascituro e loro stessi.
Il riduttore per lettino è una mini-culla imbottita che svolge la funzione protettrice durante il sonno per i primissimi mesi di vita dell’infante, perché restringono le possibilità di movimento nel lettino evitando urti. Questo accessorio va quindi a minimizzare lo spazio e ad avvolgere il bambino come in un dolce abbraccio.
All’interno della pancia della mamma, infatti, il bimbo è protetto e ben avviluppato. Per tutti i mesi di gestazione si trova “ospite” in un spazio piccolo e accogliente, a cui si abitua dolcemente e magari vorrebbe continuare nel momento in cui vede la luce del sole con i propri occhi. Vuole coccole, stare in braccio alla mamma e a papà, vuole giocare continuamente e magari continuare a farlo pure quando dovrebbe dormire nel lettino. Per questo motivo, occorre favorire i suoi periodi di riposo e stare senza pensieri.
Scegliere il riduttore per lettino è una questione di sicurezza
Uno dei principali pericoli che possono impegnare i bimbi fin dai primi mesi di vita si chiama “morte in culla”, perciò è sempre opportuno adottare tutti gli accorgimenti e le contromisure per un sonnellino sicuro del bimbo.
Sul mercato c’è una vasta varietà di riduttori per lettino ma anche di riduttori per culla, che permettono al proprio neonato di poter fare sogni beati e lieti, esattamente come la sensazione di protezione che si crea fra le braccia della mamma.
Ed è necessario sapere che i riduttori per lettini dei neonati sono reputati fondamentali dalle mamme che desiderano rendere il sonno del proprio piccolo sereno.
No, catalogare i bambini come “buoni” o “cattivi” non è una buona idea
Martedì, 22 Dicembre 2020 13:58Il titolo a una prima lettura fa dire: “Beh, è ovvio”. È chiaro che nella vita tendiamo a non etichettare i bambini come “buoni” o come “cattivi”. O almeno non lo facciamo intenzionalmente. Ma tante piccole cose (come i “bravo!” dispensati un po’ troppo leggermente o i Babbo Natale e Santa Lucia vari che portano i regali “solo ai bambini buoni”) possono essere una trappola.
Vediamo insieme perché la catalogazione in “buoni/cattivi” può essere deleteria per la crescita armoniosa dei nostri bambini.
No, catalogare i bambini come “buoni” o “cattivi” non è una buona idea: perché i regali che arrivano “solo ai bimbi buoni” non sono una strategia educativa ottimale
Lo dice anche la canzone di Natale tra le più conosciute: “You better watch out, you better not cry… He's making a list, he's checking it twice, he's gonna find out who's naughty or nice… Santa Claus is coming to town!”. Che tradotto fa: “Stai attento, meglio non piangere… Lui sta facendo una lista, la controllerà due volte, saprà chi ha fatto il bravo e chi il cattivo… Babbo Natale sta arrivando in città!”. Una canzone natalizia che riassume benissimo la tradizione del catalogare i bambini come “buoni” o “cattivi” da parte di Babbo Natale o Santa Lucia.
Che sembrerebbe una tradizione innocua. Tuttavia, nasconde una lezione nascosta, un precetto educativo inconscio. Sentendo di venire giudicati come “buoni” o “cattivi”, i bambini automaticamente si categorizzano nell’una o nell’altra casella. E se si sentono “cattivi”, questo significa che lo sono, che non possono cambiare, e che questo loro non essere buoni li rende meno meritevoli dell’amore dei genitori e dei regali (poiché i regali, nella loro testa, sono un po’ la misura dell’amore).
Certo, questa piccola e innocua minaccia del “Babbo Natale ti vede se non fai il bravo!” può essere un metodo per aggiustare le maniere e i comportamenti dei bambini, ma è insidioso. Perché in realtà è solo un tappabuchi, un metodo efficace nel breve termine ma controproducente sul lungo, per due motivi. In primo luogo, il bambino non viene lasciato libero di capire da sé e a fondo il significato delle proprie azioni, precludendosi così un suo metro di giudizio. E in secondo luogo, il bambino in questo modo, se abituato ad “aggiustare” le sue azioni in base a queste promesse o minacce, potrebbe diventare un bersaglio di persone tossiche che cercheranno di manovrarlo.
Certo, si tratta di situazioni limite, ma in generale l’etichettare in buoni o cattivi, promettendo regali solo “sotto condizione”, è deleterio per il rapporto perché porta i bambini a pensare che l’amore nei loro confronti è soggetto a giudizio in base al loro comportamento.
Ci sono altri metodi per indirizzare l’educazione: l’esempio, prima di tutto, e poi il dialogo, i libri, gli esercizi di empatia… La lista dei “buoni/cattivi” non deve quindi diventare la regola, con mamma e papà che buttano lì, ogni tanto durante l’anno, un “Babbo Natale ti sta guardando!”. Dosiamola.
Facciamo quindi un po’ più di attenzione. Non abbandoniamo le tradizioni, quello sarebbe drastico; ma, magari, quando ci scapperà un “se non fai il bravo ti arriva il carbone” pensiamoci una volta di più, ecco. E proviamo a dire: “Babbo Natale porta sempre i regali, perché nessuno è buono del tutto o cattivo del tutto, sai? E ti vorrà sempre bene”.
Le più belle decorazioni di Natale per bambini
Lunedì, 21 Dicembre 2020 10:25Decorare l'albero di Natale con i bambini ha due facce: c'è chi ama lasciarglielo fare permettendo loro di appendere qualunque cosa (QUALUNQUE), con il risultato di avere un albero di Natale parecchio kitsch e caotico (ma bellissimo ai nostri occhi di genitori!); dall'altra parte c'è chi preferisce prendere le redini e decorare l'albero con palline e nastrini eleganti e scelti con cura, facendo godere ai bambini dell'atmosfera natalizia in maniera più ordinata.
Ecco quindi una via di mezzo: delle decorazioni di Natale per bambini che piaceranno anche agli adulti, dal sapore fai-da-te natalizio e festoso ma comunque bellissime da vedere.
Le più belle decorazioni di Natale per bambini: come decorare l'albero di Natale insieme ai bambini
I dinosauri o gli animali
Prendiamo i vecchi dinosauri e i vecchi animali di plastica dei bambini, leghiamo attorno un nastro e creiamo un cappietto: diventeranno perfetti per decorare l'albero!
I peluches
Non serve che siano di Natale: prendiamo tutti quelli dei bimbi dalla cameretta e per un mese trasferiamoli sull'albero.
La ghirlanda di popcorn
Ago e filo: i bambini con i pop corn possono realizzare una ghirlanda bianca bellissima da vedere e divertente da realizzare (e stimola un sacco la manualità fine!), da avvolgere poi attorno all'albero.
I biscotti
Facciamo dei biscotti di Natale, quindi appendiamoli all'albero. È semplicissimo e d'effetto! E non serve alcuna ricetta chic: basta preparare della semplice pasta frolla (anche senza zucchero: non saranno da mangiare!).
I loro disegni
Fate disegnare ai bambini tanti piccoli oggetti del natale: la casetta, l'albero, il bastoncino di zucchero, gli angeli, Gesù bambino, i fiocchi di neve... Ritagliandoli e mettendoli sull'albero avrete delle decorazioni già pronte e super personali. E facendone di nuove di anno in anno, resteranno tante testimonianze del tempo che passa.
Natale uguale albero addobbato, lucine e ghirlanda. Ma anche gingerbread house, ovvero la casetta di pan di zenzero da costruire insieme ai bambini e da mangiare tutti insieme alla fine del pranzo di Natale. Realizzarla è semplice, se abbiamo gli strimenti giusti, come un mattarello, la colla alimentare bianca e un coltello per tagliare le forme.
Come realizzare la gingerbread house, la casetta di pan di zenzero: la ricetta del pan di zenzero per costruire la casetta natalizia commestibile a base di biscotto
Un pane che è più sfizioso del pane, un gusto che trasporta subito in Alto Adige e una morbidezza irresistibile: i classici snack tirolesi dalla forma inconfondibile sono belli da vedere e buoni da sgranocchiare. Soprattutto, sono semplici da preparare! Basta avere un po' di pazienza per la lievitazione. Ecco dunque la ricetta dei bretzel (detti anche brezel o pretzel), qui nella versione senza burro per renderli decisamente più leggeri.
Brezel, bretzel o pretzel: non importa il nome, ecco la ricetta!
La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli
Martedì, 15 Dicembre 2020 14:07La dieta dei gruppi sanguigni non è una novità. Ma la novità c’è, e si chiama “La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli”, un libro ideale per le mamme e i papà (eh certo, anche per loro!) alle prese con l’alimentazione di tutta la famiglia. Un manuale semplice e davvero utile per approfondire questo argomento e per organizzare la dieta familiare anche con ricette nuove e deliziose.
Ve ne parlo subito!
La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli: il libro di Silvia Simonetti per le famiglie interessate alla dieta del gruppo sanguigno
“La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli -Barbatrucchi, consigli, testimonianze e 40 ricette per sfamare tutta la famiglia” è un libro scritto da Silvia Simonetti, edito da Mogliazze (20 euro), e pensato per le mamme e i papà interessati a questo tipo di alimentazione ma titubanti perché credono che non si possa applicare alla vita familiare. E invece sì che si può, anche se tutti i membri appartengono a gruppi sanguigni differenti!
Io ho letto il libro perché, lo sapete, sono una grande appassionata di alimentazione, diete e natura, e ho trovato spunti davvero interessanti. Il perché è presto detto. L’autrice Simonetti, che già aveva scritto un libro dedicato allo svezzamento secondo il gruppo sanguigno dei neonati, parla alle mamme e ai papà che come lei hanno deciso di seguire la dieta del dottor Mozzi, declinandola in senso familiare e quindi adattandola all’alimentazione di tutta la famiglia. Soprattutto, parla a tutte le famiglie, da quelle con i bambini più piccoli a quelle che in casa hanno già adolescenti e giovani.
Dopo aver parlato della sua esperienza, l’autrice presenta quindi la dieta Mozzi e ci guida nei primi passi per metterla in pratica, adattandola prima alla gravidanza e all’allattamento e poi allo svezzamento e “oltre”.
Molto interessante è la sezione “Occasioni speciali”: spesso le famiglie decidono di non seguire la dieta del gruppo sanguigno (che prevede, come si intuisce dal nome, di assumere determinati cibi a seconda dei gruppi sanguigni d’appartenenza) perché temono che sia difficile sia adattarla a tutti i membri, sia seguirla fuori casa, come al ristorante, in vacanza o con gli amici. Beh, seguendo i consigli di Silvia Simonetti tutto diventa davvero più semplice!
E poi ci sono testimonianze, ricette (dedicate anche al senza glutine e al senza lattosio!), consigli per organizzare al meglio la dispensa, tips per usare pochi ingredienti (ma buoni!)…
Insomma, un libro di una mamma per le mamme! Davvero consigliato.
Come acquistare i pannolini online
Martedì, 15 Dicembre 2020 08:50La tecnologia non è qualcosa di inutile o frivolo, ma è un’innovazione che facilita la vita e che se utilizzata con coscienza e con attitudine smart permette di rendere la vita più confortevole, semplice e godibile, senza sensi di colpa. Ancora: la tecnologia permette di risparmiare. Non solo denaro, ma anche tempo, tempo che possiamo reinvestire passandolo con i nostri bambini. Tempo di qualità, insomma.
Un’idea intelligente in questo senso sono i pannolini online: acquistando i pannolini su internet, infatti, possiamo risparmiare sia sul prezzo di mercato dei singoli pacchi, sia sul tempo, senza dover per forza uscire a prendere i pannolini in blocco e senza ritrovarci a fare noiose scappate al supermercato quando ci ritroviamo senza.
Come acquistare i pannolini online: i modi per acquistare i pannolini online risparmiando tempo, denaro e fatica
Primo: è economico, perché possiamo acquistare i pannolini ad un prezzo inferiore rispetto a quello che troviamo al supermercato.
Secondo: ci togliamo la fatica di dover stipare la macchina e salire le scale con scatole pesanti e voluminose di pannolini.
Terzo: il tempo risparmiato (perché si risparmia tantissimo tempo!) possiamo utilizzarlo per stare davvero con i nostri bambini.
Acquistare pannolini online è semplice e consigliato, dunque. Per farlo, il modo più semplice è cercare nella grande distribuzione online la marca dei nostri pannolini preferiti, tenendo d’occhio le promozioni e acquistandone più pacchi quando in offerta. Ad esempio su Amazon, oppure nei negozi online delle farmacie e sugli shop dei marchi ecosostenibili (se puntiamo sui pannolini più green).
Se tuttavia non amiamo Amazon e se non ci va di stivare pacchi e pacchi di pannolini solo perché in offerta (invadendo la dispensa!), online possiamo trovare un’altra alternativa per compare pannolini: si tratta dell’abbonamento mensile, attraverso il quale. i genitori, sottoscrivendo la richiesta, possono ricevere a casa ogni mese la giusta quantità di pannolini, sempre della giusta taglia (perché basta un clic per cambiarla quando il bambino cresce), senza rischiare di rimanere senza e senza doverli acquistare in blocco (con la classica fatica del trasporto). Tra i vari servizi, quello migliore è sicuramente quello offerto da Lillydoo, azienda di pannolini qualitativamente eccellenti e belli da vedere.
Come si fa? Prima di tutto, è possibile testare la qualità dei pannolini chiedendo il pacchetto prova. Dopodiché, basta iscriversi sul sito e indicare le proprie preferenze (la taglia, il numero di pacchi mensili, eccetera). Dopo aver inserito il proprio metodo di pagamento comincerà quindi l’abbonamento, con l’invio dei primi pacchi. Nei mesi successivi i pannolini arriveranno automaticamente a casa, senza più il pensiero di doverli ordinare e senza fare altri calcoli.
Quando il bambino crescerà basterà cambiare nella propria pagina personale la taglia dei pannolini richiesti, restituendo eventualmente i pacchi ancora sigillati.
Si risparmia, quindi, poiché i pannolini in abbonamento Lillydoo costano il 25% in meno rispetto al prezzo di mercato, e soprattutto non si sprecano pannolini troppo piccoli che rischiano di venire buttati perché acquistati in offerta e poi divenuti stretti in pochissimo tempo.
Il banana bread è ormai un must: dolce, sano e gustoso, piace davvero a tutti. La consistenza della banana permette di usare meno zucchero e il suo sapore si sposa benissimo con altri ingredienti. Come il cacao.
In questo caso, quindi, invece del banana bread possiamo preparare i banana cookies, con cacao amaro e pezzetti di cioccolato fondente, perfetti per la colazione e per la merenda di tutta la famiglia.
Cookies banana e cioccolato: la ricetta dei biscotti a base di banana e cacao
Crampi intestinali nei bimbi: da cosa sono causati?
Lunedì, 14 Dicembre 2020 14:48I crampi intestinali sono un problema frequente anche nei bambini. Lo chiamano “mal di pancia”, lo lamentano spesso ed è un fastidio che può colpire più o meno intensamente e in maniere differenti.
Vediamo quindi insieme quali sono le tipologie di crampi intestinali più frequenti nei bambini, quali potrebbero essere le cause e come risolvere il problema in maniera naturale e rivolgendosi al medico pediatra.
Crampi intestinali nei bimbi: da cosa sono causati? Una guida per capire bene come comportarsi e come risolvere il problema
Il mal di pancia nei bambini
Il mal di pancia, o crampi intestinali, è un fastidio tipico dell’infanzia e molto frequente nei bambini. Ne soffre il 10-20% dei bambini in età prescolare (quindi tra i due e tre anni), percentuale che aumenta di pari passo con l’aumentare dell’età, raggiungendo il picco durante la pre-adolescenza.
Solitamente il mal di pancia con crampi intestinali si risolve in maniera spontanea in qualche ora o in pochi giorni, ma potrebbe diventare più frequente e persistente, ed è allora che diventano necessari dei controlli.
La flora batterica e i fermenti lattici
Quando questo fastidio è lieve e associato a disturbi come la stipsi o la diarrea, a volte bastano dei fermenti lattici specifici per l’infanzia, come i prodotti della linea Laevolac: la flora batterica intestinale scombussolata, infatti, causa dissenteria, stitichezza o lievi disturbi di questo genere, e ristabilendo i batteri buoni che difendono l’intestino il problema può essere risolto in maniera naturale e veloce.
Ma perché la flora batterica si destabilizza? Questo scombussolamento del microbiota intestinale potrebbe essere causato da numerosi fattori: una terapia antibiotica (che uccide sia i batteri cattivi che quelli buoni), un cambio d’ambiente, una gastroenterite che ha lasciato l’intestino sottosopra, un cambio di stagione, un’alimentazione non propriamente bilanciata…
Le cause dei crampi intesquelli più forti 34uiwOX0tinali nei bambini
Tornando ai crampi intestinali, potrebbero avere varie cause. Soprattutto, spesso può trattarsi di un’infezione virale o batterica come la gastroenterite (spesso associata a nausea e/o diarrea, oltre che alla febbre), oppure di un problema di natura organica e fisica. E in generale, quelli che chiamiamo “crampi” o “mal di pancia” possono essere dolori causati dalla stitichezza e dalla stipsi (con le feci che faticano ad uscire), all’aria nella pancia o alla diarrea.
Le principali cause di crampi intestinali durante l’infanzia, dunque, possono essere le gastroenteriti, le infezioni alle vie urinarie, l’appendicite, l’ernia, traumi di diversa natura, le coliche o altre patologie che sarà compito del pediatra individuare, soprattutto quando il dolore è acuto e lancinante oppure quando, al contrario, il bambino lamenta fastidi e dolori costanti e persistenti nel tempo, che nemmeno con i probiotici e i fermenti lattici se ne vanno.
Il fattore psicologico e la pancia dei bambini
Infine, non dimentichiamo le cause psicologiche: essendo l’intestino “il secondo cervello”, molte ansie e molti problemi legati allo stress vengono scaricati dai bambini proprio sulla pancia, attraverso un processo di somatizzazione.
Quando a scuola non va come vorrebbe, quando comincia un nuovo sport, quando subisce episodi di bullismo, quando in casa i genitori si stanno separando o sta vivendo una situazione particolarmente stressante (come un trasloco, un lutto o l’arrivo di un fratellino o di una sorellina), il bambino riversa tutto il suo malessere nell’intestino, che diventa così un campanello di allarme attraverso cui le mamme e i papà possono capire che è meglio affrontare ciò che sta sotto la superficie.
Quando è bene rivolgersi al medico
Ma quando c’è bisogno di preoccuparsi? Tendenzialmente, quando il mal di pancia non se ne va nemmeno con le terapie, quando il dolore è così forte da svegliarlo e da tenerlo sveglio la notte, quando si trova del sangue nelle feci, quando c’è un rallentamento della crescita, quando si riscontra un notevole calo di peso repentino e quando, associato al mal di pancia e ai crampi, c’è un aumento della temperatura corporea. In tutti questi casi è bene rivolgersi al medico curante, che saprà indicare la diagnosi e la terapia migliori.
Al Pronto Soccorso, invece, è bene recarsi quando il dolore che il bambino prova è fisso, lancinante e intenso e quando questo aumenta con il movimento; quando si concentra nella zona dell’inguine; e, infine, quando il mal di pancia è comparso in seguito a un trauma o ad una botta e non accenna a diminuire o a sparire.
Qualche anno fa andavano super di moda (quando Blair in Gossip Girl se li mangiava distesa nella vasca da bagno), ma anche oggi sono tra i dolci più apprezzati. Forse per il loro sapore delicato, forse per l'aspetto estremamente grazioso, i macaron sono davvero gettonati. Sono però pieni di burro, non è vero? Ecco allora una versione vegana un po' più leggera, senza né uova né burro, per gustarsi i macaron con meno sensi di colpa.
La ricetta dei macaron vegani: i macaron senza burro e senza uova, la versione veg dei classici dolcetti francesi