Come parlare di differenze e di razzismo nella famiglia multietnica

Primo: avere figli di colore o di una differente etnia (frutto di matrimonio misto o adottati) non fa di un genitore una persona non razzista. Purtroppo il pregiudizio è insito in noi, il razzismo è sistemico, e certi retaggi sociali e culturali sono ben radicati. Il primo passo, quindi, è aprire bene gli occhi, guardarci dentro e cercare di trovare tutti i pregiudizi che ancora abbiamo dentro di noi, sradicandoli e guardandoli in faccia.

Secondo: purtroppo la nostra società è ancora MOLTO razzista, e chi lo nega sta dicendo una menzogna. Non possiamo girarci intorno.

Terzo: parlare di razzismo, diversità, cultura e pregiudizi è fondamentale, anche con i bambini più piccoli. Con sincerità, apertura e dolcezza, ma anche con tanto realismo, possiamo preparare i nostri figli ad affrontare il mondo al meglio!

Quarto: le differenze esistono, eccome! Ed è bellissimo e giustissimo farle notare.

Come parlare di differenze e di razzismo nella famiglia multietnica: perché essere color-blind è deleterio e perché valorizzare i colori della pelle è fondamentale

Innanzitutto, è bene evitare di essere daltonici, color-blind. Ovvero: è inutile, se non deleterio, dire che non esistono differenze tra persone con la pelle diversa. Dire che gli uomini sono tutti uguali è giusto, ma non è giusto appiattire le differenze. Perché le differenze esistono, sono palesi, ed è giusto riconoscerle e soprattutto valorizzarle.

Parlare di differenze, però, porta con sé anche il discorso del razzismo, perché purtroppo esistono ancora persone e società che discriminano altri individui proprio a causa della differenza. Sta a noi fare capire ai nostri bambini che essere diversi può essere difficile, certo, ma che è anche positivo, perché nella differenza sta la ricchezza. E se nella vita incontreranno persone che li discrimineranno, non sarà colpa loro, o della loro pelle, o del loro essere diversi, ma della ristrettezza mentale di chi gli sta di fronte. Parlarne e denunciare la cosa sarà tuttavia fondamentale.

Parliamo, poi, della bellezza della pelle scura, della particolarità dei bellissimi occhi a mandorla, della meraviglia delle sfumature della pelle, dei capelli così diversi da pettinare…Non è una brutta cosa notare le particolarità delle persone: basta farlo senza pregiudizio ma con curiosità.

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Giustissimo, poi, è frequentare bambini e famiglie con pelle diversa. Se nostro figlio ha origini asiatiche, africane, eccetera, non è giusto circondarlo solo di gente bianca. Perché? Beh, perché la pelle è diversa, i capelli sono diversi, le origini sono diverse, e negarle e ignorarle è assolutamente sbagliato. La rappresentazione e l’identificazione sono fondamentali per l’essere umano!

Evitiamo poi di negare le differenze dicendo “Quanto ci somigliamo!” e basta. È bellissimo notare le somiglianze, ma è anche fondamentale riconoscere la particolarità dell’etnia da cui si proviene. Negare le differenze e le singolarità di ognuno significa non dare la possibilità di vivere la propria esperienza personale fino in fondo, e soprattutto significa, anche inconsciamente, elevare una razza a migliore, non parlando della pelle nera, marrone, mulatta o olivastra senza farla mai notare.

Abbracciare la razza del proprio bambino o della propria bambina valorizzandola, studiandola, includendo le persone con caratteristiche simili e cercando ciò che la caratterizza è bellissimo ed è parte della crescita del bambino o della bambina, che si sentiranno così unici, valorizzati e amati per ciò che sono, e non per ciò che dovrebbero essere per la società.

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Parliamo poi di razzismo sistemico, di privilegio bianco e di pregiudizi: sì, esistono! Noi per primi possiamo però nel nostro piccolo riconoscerli e fare di meglio, mostrando sempre il lato virtuoso di ogni persona al di là del colore (valorizzando le differenze) e facendo dell’antirazzismo e della lotta ai pregiudizi un valore di famiglia.

Scegliamo poi libri, giocattoli e cartoni animati che siano inclusivi. Di nuovo, la rappresentazione è fondamentale. Se mostriamo supereroi solo bianchi, allora i bambini si convinceranno che solo le persone con la pelle chiara possono fare grandi cose, no?

E, infine, ascoltiamo i nostri figli: tutto ciò che hanno da dire, i dubbi, le richieste… Riconosciamo noi per primi il nostro privilegio bianco e il fatto di essere nati in una società bianca, mettendoci nei panni dei nostri bambini. Non potremo mai capire del tutto, ma cercare di ascoltare, di comprendere e di rendere le cose più semplici e comprensibili è nostro dovere!

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Sara

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Cecilia

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