A scuola i nostri bambini imparano moltissimo. E a discapito di ciò che si dice sulla scuola italiana sono molti gli insegnanti che portano i nostri figli in un viaggio fatto non solo di studio, compiti e voti ma costellato di validissimi insegnamenti per la vita.
Tuttavia rimane sempre una tendenza a omologare tutto, a puntare sulle regole e a eleggere le prestazioni scolastiche come segnale di successo, quando in realtà le variabili sono moltissime. Ecco perché i nostri bimbi non impareranno solo dalla scuola, ma anche dalla vita. E imparare dalla vita significa seguire l’esempio che noi genitori diamo, ma soprattutto fare delle esperienze un insegnamento, per diventare adulti sereni, di successo (e il successo, come leggerete, non è sempre standardizzato), felici e umani.
Le cose che i nostri figli non impareranno dalla scuola, ma dalla vita: è giusto che i nostri figli imparino dalle esperienze e dal nostro esempio, lasciando che capiscano che non è solo la scuola a insegnare qualcosa
Ci sono molti modi per raggiungere un obiettivo
Spesso a scuola, anche per necessità, si insegnano ai bambini metodi standardizzati, utilizzati per tutta la classe. Sono pochi i casi nei quali vengono insegnati diversi metodi, e lo si fa sempre in caso, ad esempio, di diagnosi di ADHD o dislessia. Ma in realtà ogni bambino è unico e ogni mente è unica. Ecco perché dobbiamo fare capire ai nostri figli che se hanno un metodo diverso che li fa arrivare all’obiettivo prefissato non è perché siano “sbagliati” o “diversi”: tutti abbiamo un nostro percorso mentale, e sarà quello che utilizzeremo nella vita, nel lavoro e nella risoluzione dei problemi!
Le differenze sono preziose
Sempre nel solco dell’insegnamento precedente i nostri bambini nel corso della loro vita, se spronati nel senso giusto e se guidati dal giusto esempio, capiranno che l’essere “diversi” è la norma e che le diversità sono un dono, qualcosa di prezioso da coltivare, perché è così, insieme agli altri e con la nostra unicità, che si costruiscono le cose migliori. Pensateci, anche sul lavoro: ognuno ha le sue competenze, il suo metodo, il suo essere, e in questo modo si raggiungono obiettivi molto più stimolanti e positivi rispetto a quando si ha una squadra uniformata e piatta!
È più importante il “come” del “quanto”
A volte la nostra società ci inculca il mito della quantità che pare sempre più importante della qualità. In realtà crescendo e provando esperienze sulla propria pelle ci si rende conto che il “come” facciamo le cose è più importante del “quanto” raggiungiamo.
Il metodo di studio è personale ed è molto importante (anche sul lavoro)
A scuola, come dicevamo, anche per esigenze di tempo e di spazio gli insegnanti spingono per un certo metodo di studio, che sia nel caso dell’imparare a leggere, scrivere e far di conto che in quello dello studio più puro (dalle medie e superiori). Pian piano però i nostri bambini impareranno un proprio metodo di studio, un proprio modo di raggiungere gli obiettivi, e questo è importantissimo perché darà loro una base solidissima per la vita.
Non è importante il titolo di studio, ma sei importante tu come persona
Non è detto che un laureato sappia tutto e non è assolutamente detto che una persona senza un titolo di studio ne sappia meno. Anzi: spesso la vita porta in strade diverse, ma alla fine il risultato è lo stesso. Perché ciò che conta è l’impegno, l’interesse, la qualità che mettiamo nel nostro fare le cose.
Il successo non ha una sola definizione
“Successo” non deve per forza corrispondere a “successo professionale”. E soprattutto non deve per forza corrispondere al raggiungimento di una posizione definita dalla società “in alto”. Il successo è successo quando una persona è soddisfatta di dove è, di ciò che è, di ciò che fa ogni giorno. E ciò può significare essere un dirigente d’azienda oppure essere casalinga, mamma oppure educatore volontario, impiegata, cassiere oppure manager. Il successo lo si ottiene quando si diviene la persona che vogliamo essere!
Giulia Mandrino