Sì, faccio le cose a metà, le interrompo, non arrivo fino in fondo quasi mai. Perché sono una mamma. Ma ciò non significa che non ho voglia, che sono pigra, che sono svogliata o che non ci metto impegno.
Sono una mamma, e lasciare le cose a metà fa parte della mia vita.
Sì, sono una mamma e faccio le cose a metà: essere mamma significa essere interrotta e non arrivare mai in fondo a qualcosa, ma è solo per l’infinito amore che ci portiamo dentro
Sono una mamma, sono interrotta, lo sono continuamente. Non riesco a finire ciò che inizio, e mi sembra di sentire mia madre quando mi parlava dell’importanza dell’impegno quando cominciavo uno sport e tentavo di mollarlo non appena annusavo che non mi piaceva del tutto. Ma ora lo so: quando si è mamme le cose si lasciano a metà, ma non significa non metterci tutto l’impegno di cui siamo capaci.
Sono una mamma, e non lascio le cose a metà perché son pigra, non ne ho voglia o sono scostante in ciò che faccio volontariamente. Non è perché non mi piaccia ciò che sto facendo in quel momento o perché perda interesse nei progetti che comincio. Non è perché sia una che molla facilmente. Anzi, se ci penso non mollo mai un secondo.
Se lo faccio è perché c’è qualcun altro che mi interrompe, qualcun altro che ha bisogno della mia attenzione, qualcun altro che merita che io lo aiuti a finire il suo, di progetto.
A volte hai voglia di urlare, perché essere continuamente interrotti e non riuscire mai, e dico mai, a finire qualcosa è deleterio per i nervi: dopo anni di vita da mamma lo so già, inizio ma dopo poco devo smettere, per poi tentare di ricordarmi dov’ero, o cosa stavo facendo (e capita spesso). Così ti trovi a pascolare per casa, con un armadio aperto, una mail da mandare, un documento da compilare, il commercialista da chiamare, la lavastoviglie aperta mezza svuotata (che poi non ti ricordi più se è roba sporca o pulita e la fai ripartire.
La pila di panni da stirare resta sempre a metà, così che non arrivo mai in fondo (probabilmente c’è sotterrata la tovaglia del Natale di due anni fa, che non rivedrò mai più grazie all’accumulo costante). I piatti restano lì nel lavello con i buoni propositi della giornata.
A volte esco truccata a metà, senza il mascara o senza il mio amato blush sugli zigomi, perché i bimbi avevano versato il succo sul divano.
E quando inizio un film difficilmente lo finisco: crollo addormentata o i bimbi mi svegliano.
E le tende del bagno? Ne ho cucita una con la mia macchina da cucire e ora la finestra è nuda per metà, perché in un anno non ho più trovato quell’oretta totalmente libera per dedicarmi alla seconda anta.
È vero, lascio tutto a metà. Ma se ci penso non è che mi interessi poi del tutto. Perché basta ragionare per un secondo di più e capire che in realtà ci sono cose che faccio fino in fondo, progetti che termino, situazioni dalle quali non mi tiro indietro e che riesco a completare, dedicandomici con tutta me stessa.
Sono le coccole mattutine, i libri che finisco leggendo ai miei bambini prima di dormire, i momenti che mi prendo da sola con mio marito (durante i quali mi godo ogni momento), i disegni dei miei bimbi che incornicio e che appendo, le colazioni lente della domenica mattina.
Perché le cose che lascio a metà sono quelle che posso lasciare a metà. E che mi fanno capire quanto siano invece importanti le altre, siano esse la recita di fine anno dei bambini o la serata relax con film e pop corn soli io e mio marito, i compiti delle elementari o la partita del sabato, il tappeto pieno di giochi o la gita in montagna tutti insieme.
Lascerò molte cose a metà, ma mi tuffo fino in fondo in tutte le altre. Godendomele. Essendo lì per me e per loro. Facendo ciò che è importante e non ciò che “dovrei, ma in fondo chissenefrega”.
L’importante? Sapere riconoscere queste priorità e non preoccuparsi quando ad essere lasciate a metà sono le cose di poco conto. Quelle che dall’esterno sembrano importanti, ma che in realtà, be’, a me sembra siano futilissime rispetto a tante altre.
Giulia Mandrino