Non solo quelli che facevamo noi negli anni Ottanta e Novanta, ma anche quelli ancora più antichi: i giochi da cortile sembra che stiano scomparendo, lasciando un vuoto che a noi piacerebbe colmare riprendendoli e riproponendoli ai bambini, in modo che facciano loro questi giochi antichi rendendoli sempre attuali e passandoli a loro volta ai loro figli!
Non solo campana e nascondino (l’unico che - evviva! - sembra sempre e indelebilmente sopravvivere): di giochi antichi da cortile ce ne sono svariati. Noi ne abbiamo selezionati alcuni. E voi ne vengono in mente altri?
I giochi antichi da cortile che stanno scomparendo: da campana a moscacieca, le attività da giardino e cortile da proporre ai nostri figli per riscoprire la bellezza dei giochi tradizionali
CAMPANA
Un gessetto, un cortile, dei sassolini e tanta voglia di giocare: basta questo per giocare a Campana, un gioco che compare nei secoli e nelle varie aree geografiche con vari nomi ma che riconoscerete subito non appena capite di cosa stiamo parlando.
Consiste nel disegnare a terra una grande griglia con novi spazi (con i numeri in fila per due e il 9 finale sopra tutti, racchiuso in una lunetta). Il primo giocatore lancia un sassolino in uno degli spazi e inizia a saltellare su un piede solo entrando negli altri spazi, evitando quello del sasso e raccogliendolo mentre torna indietro. Se cade, perde l’equilibrio o calpesta una riga, ha perso. Vince chi completa tutto il percorso!
CORDA
Semplice semplice, il gioco del salto della corda era un must delle giornate in cortile all’aperto. Il bello è soprattutto quando si è in tre: due bimbi reggono la corda (abbastanza lunga) e la fanno girare in modo che chi è rimasto all’interno possa saltare. Ovviamente una volta presa dimestichezza con una corda se ne può aggiungere un’altra (i due bimbi esterni ne tengono una per mano) rendendo la routine più entusiasmante!
BIGLIE
Non ci si giocava solo in spiaggia, con le biglie, ma anche in cortile, quando presente un pezzo di terra. Perché basta scavare nella terra la pista, completandola con ponti e ostacoli (da fare con sassi e bastoncini) e poi tirare fuori le biglie e iniziare la corsa a chi ha le dita più forti: le biglie vanno lanciate da terra con lo schiocco di pollice e indice (un tiro alla volta, alternativamente tra i giocatori). Vince chi per primo arriva al traguardo senza mai uscire dai bordi.
STREGA COMANDA COLORE
Una strega al centro, gli altri giocatori davanti a lei, a distanza. Ad un certo punto urla: “Strega comanda coloooor….”. E sceglie un colore. I giocatori davanti a lei dovranno correre alla ricerca di un oggetto di quel colore da toccare (sarà quella la “tana”), pena l’essere acciuffati dalla strega che li trasformerà a sua volta in streghe comanda colore. In questo gioco i turni di streghe/giocatori variano spesso (un punto a suo favore, dato che alcuni bambini odiano fare il lupo/strega della situazione). E poi ad un certo punto vedrete la fantasia dei bambini, che terminati i soliti giallo, rosso e verde cominceranno a tirare fuori dal cappello termini come “magenta, fucsia, turchese, antracite“ (ovviamente suggeriti da noi genitori! Ma è benefico: una volta imparati li faranno loro).
IL LUPO MANGIA FRUTTA
Simile alla strega comanda colore, il lupo mangia frutta prevede un giocatore-lupo al centro e gli altri giocatori di fronte a lui. In un primo momento, i giocatori si sussurrano tra di loro la frutta che sono (“Io sono la banana”, “Mora”, “Fragola”). Una volta pronti, il lupo dice “Toc toc”. “Chi è?”, rispondono gli altri. “Sono il lupo mangia frutta”. “E che frutta vuoi?”. È il momento per il lupo di cominciare ad elencare i frutti: quando ne beccherà uno di quelli scelti dagli altri giocatori, i due cominceranno a rincorrersi finché: il lupo prenderà l’altro, che diventerà il nuovo lupo. Oppure il giocatore raggiungerà la “tana” (scelta prima), lasciando che l’altro rimanga ancora per un turno il lupo mangia frutta.
MOSCACIECA
Una benda abbastanza lunga e almeno tre o quattro giocatori: la prima “mosca” viene bendata e fatta girare per due volte su se stessa. Quindi comincia ad andare intorno “alla cieca”, cercando di prendere gli altri. Chi viene toccato, diventa la nuova mosca.
RUBABANDIERA
Rubabandiera è bello se a giocare sono in tanti. Si formano due squadre, mentre un bambino o un adulto farà l’arbitro. Le due squadre si posizionano una di fronte all’altra ad una distanza abbastanza ampia, tenendosi dietro due “righe” immaginarie. L’arbitro sta al centro, in fondo, reggendo un fazzoletto.
Essendo in riga, ogni giocatore da una parte e dall’altra degli schieramenti avrà un numero dall’uno in su. Ogni giocatore avrà quindi un avversario, di fronte a lui, con il suo stesso numero. L’arbitro chiamerà i numeri uno alla volta (mescolandoli). Quando chiamati, i due giocatori avversari si avvicinano al fazzoletto e si sfidano: chi lo prende dovrà tornare indietro correndo e scappare oltre alla sua linea. Se toccato dall’inseguitore, perde il fazzoletto, se arriva invece nella “tana” ha fatto punto.
Giulia Mandrino