Brady Crandall non sapeva nulla di pannolini. Lavorava nella pubblicità, viveva in Colorado con la moglie e la figlia, e aveva altri progetti per il futuro. Poi, nel 2020, la sua prima figlia è nata con una lesione cerebrale chiamata encefalopatia ipossico-ischemica (Hie), una condizione causata da un'interruzione dell’afflusso di sangue o ossigeno al cervello durante o dopo il parto.
Negli anni successivi, Crandall ha scoperto che il mercato non offriva pannolini adatti a bambine e bambini troppo grandi per i modelli da neonato e troppo piccoli per quelli da adulti. Così ha deciso di risolvere il problema da solo. Ha fondato Youth Crews, un’azienda che produce pannolini di taglie nuove: 9, 10 e 11. Una scelta dettata dal bisogno, ma anche dal rispetto.
Una nuova taglia per chi cresce
I pannolini tradizionali arrivano fino alla taglia 6 o 7. Crandall si è accorto che moltissime famiglie con figli e figlie con disabilità motorie, neuromotorie o dello sviluppo faticano a trovare soluzioni igieniche adatte. Non bastano le mutandine assorbenti o le alternative per adulti: servono prodotti pensati per bambine e bambini che stanno crescendo, ma che hanno ancora bisogno di un supporto quotidiano per l’igiene.
Il team di Youth Crews ha ideato pannolini più grandi, ma progettati con caratteristiche adatte all’età: materiali resistenti, forma anatomica, vestibilità comoda per essere indossati con jeans o pantaloni, senza la necessità di body o tutine da bebè. Anche il packaging è studiato per essere più neutro e rispettoso.
“Vedere la confezione dei nostri pannolini nella sua stanza – ha raccontato Crandall alla rivista online Parents – dà a mia figlia un senso di appartenenza. Non ci sono disegni da neonato. È un prodotto per lei”.
Un progetto familiare e comunitario
Crandall ha realizzato Youth Crews con l’aiuto della moglie, che ha sostenuto il progetto lasciandogli lo spazio per lavorarci. “Lei è il nostro pilastro”, ha detto. Entrambi lavorano anche come caregiver familiari riconosciuti, un’opzione prevista in Colorado che permette ai genitori di essere pagati per l’assistenza al proprio figlio o figlia con disabilità.
Fondamentale è stato anche il supporto di Perry Quinn, un ex collega esperto di start-up, che ha co-fondato l’azienda. Insieme, hanno contattato fornitori, superato ostacoli tecnici (come la modifica dei macchinari per produrre pannolini di dimensioni nuove) e raccolto dati sulla reale necessità del prodotto, dimostrando quanto fosse diffusa la domanda.
Molti produttori inizialmente non volevano modificare le linee di produzione. Solo un’azienda, che stava già aggiornando le proprie macchine, ha accettato di collaborare. Da lì, Youth Crews è diventato realtà.
Più che un pannolino, un segno di dignità
Il valore di un pannolino adatto non è solo pratico. È anche sociale. “Se perdi pipì perché il pannolino non tiene – ha spiegato Crandall –, sporchi la sedia a rotelle. E a scuola non puoi portarti un cambio da neonato”.
La disabilità spesso costringe famiglie e bambine e bambini a compromessi quotidiani, piccoli disagi che si accumulano: parcheggi inaccessibili, marciapiedi sconnessi, prodotti inadatti. Anche trovare un pannolino adatto diventa un ostacolo. Per questo Youth Crews ha scelto un linguaggio visivo e pratico che non infantilizza. “Questi dettagli – dice Crandall – sono importanti. Le microaggressioni quotidiane si sommano. La frustrazione cresce”.
Secondo Parents, che ha raccolto e pubblicato la sua storia, molte famiglie si sono riconosciute nel progetto. Alcune madri hanno raccontato di non trovare una taglia giusta da oltre quindici anni.
Una risposta concreta da parte della comunità
Dal lancio, avvenuto a dicembre 2023, Youth Crews ha già spedito più di 2.300 ordini. Non lavora ancora con le assicurazioni, ma accetta i pagamenti con fondi Fsa e Hsa, i conti sanitari agevolati disponibili negli Stati Uniti. L’azienda sta cercando soluzioni per rendere i pannolini accessibili anche economicamente.
Il progetto continua a evolversi. Crandall e il suo team ascoltano i feedback delle famiglie e stanno valutando se sviluppare altri prodotti per bambini e bambine che hanno superato la fase neonatale ma non possono ancora contare su alternative pensate davvero per loro.